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Racconti Erotici Etero

029 Valeria e i guardoni

By 24 Marzo 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Premessa
A quanti leggono per la prima volta le storie delle nostre esperienze suggerisco di seguire i capitoli nell’ordine progressivo, sia per capire le emozioni e gli avvenimenti dalla prima volta che in auto ci accorgiamo di essere spiati agli sviluppi sempre più coinvolgenti ed imprevedibili, sia perché ogni capitolo ha rimandi a quelli che lo precedono. &egrave solo un consiglio, ognuno può leggere la storia come desidera. Tutti i personaggi ed i luoghi sono reali, ed abbiamo cercato di descriverli nel modo più corrispondente alla realtà mentre tutti i nomi sono di fantasia.

Capitolo XXIX ‘

Valeria racconta l’avventura al cinema (parte prima)

Giovanni guardò di nuovo l’orologio a muro nella sala della pizzeria dove era a cena con i titolari di un impresa edile. Erano le 21 e 45 di martedì e a quell’ora Valeria stava finendo di cenare. Per tutta la giornata aveva immaginato la sua fidanzata entrare in quel cinema per incontrare l’uomo che si faceva chiamare ‘il Professore’. La domenica avevano stabilito che sarebbe andata all’appuntamento ed anche che si sarebbe vestita con una gonna a pieghe cortissima e le calze autoreggenti. Un vero sballo per Giovanni, come una troia secondo Valeria. Quel pensiero lo distraeva di continuo dalla conversazione di lavoro. Vedeva con la mente la fidanzata sedersi in quella sala cinematografica, la sua gonna che saliva di proposito scoprendo le sue lunghe cosce e una figura scura, della quale non vedeva il volto, che le si sedeva accanto. L’uomo iniziava e sfiorarla e lei lo lasciava fare. Immaginava la mano dell’uomo che, senza pudore, esplorava tra le cosce la sua fidanzata fino a toccarla nelle parti più intime. Fantasticava sul fatto che forse Valeria nel buio si sarebbe spinta fino al punto di fargli una sega. Quell’idea non era più tanto irrealizzabile dopo l’incontro che avevano avuto con tre fortunati guardoni in pineta. L’immagine di Valeria al cinema lo eccitava e non vedeva l’ora di telefonare alla fidanzata per avere notizie.

‘architetto? Mi senti?’ disse Nicola uno dei titolari dell’impresa
‘come? Scusa ma ero distratto’ rispose Giovanni
‘&egrave tutta la sera che sei con la testa tra le nuvole’
‘&egrave normale’ disse Enrico il geometra di cantiere ‘con quella sventola di fidanzata che si ritrova’
‘Giovanni attento, Enrico sta dicendo che la tua fidanzata gli piace e lui &egrave un grande esperto di sottane’
‘con rispetto parlando ‘la roba bona piace a tutti’ come si dice dalle mie parti’ sentenziò Enrico che era il più anziano del gruppo e tutti si misero a ridere.
‘scusatemi’ disse Giovanni ‘e che mi sono ricordato che gli devo telefonare, esco fuori un minuto’

Giovanni uscì nel piccolo giardino privato fuori dal locale. Nel gazebo alla sua destra cerano tre donne a fumare e lui si accostò ad una panchina di ghisa vicino alla siepe.

‘pronto amore, puoi parlare’
‘si sono in camera mia’ rispose al cellulare Valeria
‘allora sei andata in quel cinema questo pomeriggio?’
‘Molte grazie, vedo che ti interessa molto se sto bene o no’
‘scusa, scusa e che sono curioso . . .’
‘più che curioso sei un porco’
‘. . . qualcosa non va?’
‘niente’ rispose secca Valeria
Giovanni sapeva che ‘niente’ annunciava tempesta, ma decise di fare finta di nulla ‘allora sei andata?’
‘visto che &egrave solo per questo che mi chiami . . si, ci sono andata’
‘e quello c’era?’
‘si, ma non &egrave il caso di parlare di queste cose al cellulare. In Italia la privacy al telefono non esiste’
‘&egrave vero ma mica intercetteranno le nostre conversazioni’ disse Giovanni
‘chi può dirlo, spendono miliardi in queste cose’
‘amore anticipami solo qualcosa’
‘no. Visto che mi ami e ti preoccupi tanto per me puoi aspettare fino al tuo ritorno, ora ti devo lasciare. Buonanotte’ e gli chiuse il telefono in faccia
Giovanni guardò il telefono mentre diceva a voce alta ‘che stronza, questa mi fa impazzire’ provò a richiamare ma il telefono era spento. Imprecò e diete un calcio alla panchina poi notò che le tre donne si coprivano la bocca perché ridevano di lui e si diete un contegno.

Mercoledì Giovanni aveva subito cercato di recuperare la situazione. Aveva inviato sette rose rosse con Interflora dettando un bigliettino con un laconico ‘ti amo’, poi aveva telefonato al suo amico pilota e per fortuna voleva la mansarda era disponibile. Era rimasto sulla ‘graticola’ dei suoi pensieri fino a giovedì sera, quando era tornato a casa. Aveva pensato di prendere cavalletto e telecamera per registrare tutto ma, vista l’aria, poi aveva rinunciato. Meglio non rischiare di rovinare tutto. Venerdì la invitò in uno dei migliori ristoranti della città e ordinò del pesce e una bottiglia di Balciana, il vino bianco preferito da Valeria. Lei all’inizio stava sulle sue ma non aveva resistito al Balciana ed aveva bevuto molto. Portarla in mansarda era stato relativamente facile, anche se molto costoso e ora, finalmente, era a letto con lei. Nella stanza della mansarda con le pareti blu a luce calda dell’abatjour era soffusa da un foulard di seta e ombre e chiarori disegnavano morbidamente il corpo di Valeria che si rifletteva negli specchi dell’alcova. Nello specchio grande, in fondo al letto a baldacchino, poteva guardare il sedere tondo di Valeria e la magnifica schiena muoversi sopra di lui mentre faceva sesso, era stupenda. La luce esaltava i generosi volumi delle tette che dondolavano sopra la sua faccia al ritmo dell’amplesso e Giovanni ascoltava, sorpreso ed eccitato, il racconto di quello che era successo nel cinema. Annuiva, chiedeva e succhiava come un neonato ora uno, ora l’altro capezzolo. Ogni tanto, estasiato dal racconto, stringeva le punte di quelle morbide vette titaniche per tuffarci il viso. Valeria si era quasi ubriacata ed aveva cominciato a parlare senza più fermarsi mentre aveva già avuto il primo orgasmo. Faceva sesso in modo scatenato e raccontava tutto quello che le era successo nel cinema e il ricordo le procurava una grande eccitazione. Parlava con la voce roca dal godimento i suoi occhi erano diventati liquidi e come un fiume in piena l’aveva inondato di particolari.

‘e così erano in due i maiali’ disse Giovanni ‘questo Professore e l’uomo che lavora al cinema. E tu come hai reagito?’
‘oramai ero lì, che potevo fare? Quelli lo sapevano che ero andata apposta, non potevo certo sostenere di passare per caso e mi sono detta: vediamo che succede’
‘brava, mi &egrave diventato duro come il marmo’
‘dunque . . dove ero arrivata?’
‘Sei arrivata quando il porco ti fa alzare, ti sfila le mutandine, se le mette in tasca e poi chiama questo suo amico . . ‘
‘si, giusto. La maschera &egrave un omone alto, si &egrave avvicinato e mi ha illuminato le cosce con la sua torcia elettrica. Dovevi vedere come mi guardava, gli occhi fuori dalle orbite. Sai mi ha ricordato lo sguardo dei guardoni alla pineta, che maiali voi uomini . . ‘
‘guardava e basta?’
‘no, no. A un certo punto il Professore gli ha detto di avvicinarsi’
‘sarà anche educato e ben vestito questo Professore, ma &egrave un gran vizioso. E l’altro che ha fatto?’
‘non se le fatto dire due volte, si &egrave messo in piedi dietro di me ed ha infilato le sue mani sotto la mia camicetta, poi mi ha tolto il reggiseno’
‘e tu che fai tante storie con i guardoni lo lasciavi fare?’
‘deficiente’ disse Valeria assestandogli uno schiaffo ‘tu mi hai mandato sola, che potevo fare’
‘poverina’ ghigno eccitato Giovanni ‘e quello ti ha lavorato la latteria’
‘che termini! Non sono mica una mucca! Se continui a fare il cretino smetto di raccontare’
‘scusa, continua’
‘il tizio ha due mani enormi, &egrave un po’ rude ma, ma mi piaceva e poi . . .’ Valeria fece una pausa
‘perché ti fermi . ?’
‘se ci ripenso vengo di nuovo’ gemette Valeria mentre accelerava il movimento del bacino sul pene
‘non ti fermare, continua’ ruggì Giovanni aumentando la forza dei colpi che gli menava da sotto
‘ha . . ha fatto una cosa strana, aveva un erezione e mi ha poggiato il cazzo sulla nuca’
‘che ha fatto?’
‘si, lo sentivo sotto i pantaloni. Era duro, caldo, lui lo spingeva verso mia testa e pulsava’
‘che porco lavorando al cinema sarà uno di quelli che si strusciano sulle donne &egrave farà la mano morta’ commentò Giovanni
‘a me una cosa simile &egrave già successa una volta. Ero in autobus a Roma, c’era tanta gente ed io mi tenevo con una mano alle maniglie sballottata dal movimento del mezzo. Ho sentito il braccio di un signore sfiorarmi un seno, una volta due. Mi sono detta che forse era un contatto casuale ma pian piano mi toccava le tette sempre di più. I capezzoli mi si sono induriti, allora per la vergogna mi sono spostata verso il fondo dell’autobus. Il pervertito mi ha seguito e ha continuato a sfiorarmi le tette allora mi girata con la faccia verso il finestrino. Quello dietro di me ha cominciato a fare la mano morta. Ho sentito che mi sfiorava il sedere.’
‘grande e tu che hai fatto?’
‘Niente, ho pensato che avrei fatto una brutta figura con gli altri. Ho fatto l’indifferente e non mi sono mossa’
‘e quello che ha fatto?’
‘Quel bastardo ha cominciato a tastarmi il culo con forza, apriva la mano mi carezzava e pizzicava poi sento che mi appoggia il cazzo mezzo moscio contro il culo quasi per dire: fai finta di niente puttanella, senti questo se ti piace’
‘sempre più eccitante’ commentò Giovanni
‘si &egrave una situazione strana, attraversi la città tra tutta quella gente e uno sconosciuto ti tocca. . . mi sono sentita un gran calore tra le gambe’
‘e poi come &egrave andata a finire?’
‘quello si &egrave piazzato proprio dietro di me e spingeva. Ho sentito il suo uccello crescere contro il mio sedere, era caldissimo e sempre più gonfio e duro. Pulsava di eccitazione ed io lo sentivo benissimo sotto i vestiti. Il tizio approfittava di ogni oscillazione dell’autobus per passarlo da una natica all’altra finché &egrave arrivato al massimo dell’erezione aveva un bozzo enorme e me lo ha sistemato proprio in mezzo alle chiappe. Faceva dei piccolo movimenti su e giù col bacino e quando l’autobus frenava o accelerava spingeva così forte che mi sono dovuta puntare mani e piedi per non andare in avanti contro il finestrino. Avevo paura che gli altri passeggeri si accorgessero di quello che mi stava facendo, ma sembravano tutti distratti. Alla fine quello ha detto a voce alta ‘scendo alla prossima purtroppo’ e si &egrave avvicinato alla porta centrale lasciandomi lì eccitata’
‘che tipo era?’
‘non il solito porco, era un bel ragazzo giovane, uno studente forse’
‘allora anche al cinema ti &egrave piaciuto’
‘non avrei mai immaginato che qualcuno mi spingesse l’uccello sulla nuca, ero sorpresa ed ho avuto paura che da un momento all’altro questo Alberto tirasse fuori il cazzo dai pantaloni per sbattermelo in faccia’
‘e invece che ha fatto’ chiese Giovanni con il respiro corto ed affannato
‘mi tastava forte le tette, con quelle mani grandi le abbrancava ed io ho cominciato ad avere quelle scosse che mi fanno tremare il labbro e non mi fanno più capire niente. Il Professore mi masturbava, con la sinistra il clitoride e con la destra mi infilava dentro due dita. Ero completamente partita’
‘per quanto tempo hanno continuato?’
‘Non lo so, gli occhi mi si sono incrociati mentre loro hanno proseguito senza sosta perch&egrave non si sono accorti che stavo godendo. Allora ho chiesto loro una pausa perch&egrave stavo venendo ma invece di darmi tregua hanno fatto una cosa . . . mm’
‘non smettere, continua’ ruggì Giovanni che da sotto la penetrava con colpi sempre più veloci
‘il Professore ha detto che . . mm. . .che la mia fica mentre vengo &egrave così morbida e bagnata che ci si potrebbe infilare dentro la mano e quello che si chiama Alberto ha voluto sentire. Mi ha infilato due dita nella fica e poi si &egrave leccato per sentire il mio sapore’
‘che porco”
‘ha detto che ho un buon sapore e vuole leccarmi tutta mentre vengo. Io mi contorcevo e dicevo basta perch&egrave l’orgasmo arrivava ad onde, una dietro l’altra, ma loro hanno iniziato a penetrarmi contemporaneamente’
‘ti hanno infilato tutti e due le dita nella fica?’
‘Si e l’altro uomo ha le mani enormi, li sentivo tendere, aprire e forzare per allargarmi. Il Professore mi massaggiava il clitoride forte e veloce e si fermava solo quando mi uscivano piccoli spruzzi’
‘maiali, ti hanno fatto male?’
‘un po’ ma godevo di continuo e pensavo: ‘se adesso qualcuno mi vede e lo racconta in giro’ ma la paura mi eccitava. Le loro dita si muovevano e toccavano dentro di me in ogni parte. Non potevo resistere in quella condizione . . mm’
‘fantastica’ grugni Giovanni prendendola senza sosta e guardando la scena nello specchio
‘mm . . . si . . se ci ripenso io . . . vengo . . vengo ancora’ gemette Valeria
‘si anche io sto per venire’
‘o no, no, aspetta’ Valeria cercò di sfilarsi dal pene ma era rallentata dall’orgasmo ‘aspetta . . .’
Giovanni le afferrò con le mani il sedere ‘sei troppo calda dentro . mm . . ti sento . . le tue contrazioni e no . . no . . non c’&egrave la faccio più a trattenermi, vengo’ urlò, come se l’avessero pugnalato. Avvinghiato ai fianchi di Valeria alzò il bacino e piantò il pene dentro la vagina godendo tra gli spasimi . .

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