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Racconti Erotici Etero

030 Valeria e i guardoni

By 30 Marzo 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Premessa
A quanti leggono per la prima volta le storie delle nostre esperienze suggerisco di seguire i capitoli nell’ordine progressivo, sia per capire le emozioni e gli avvenimenti dalla prima volta che in auto ci accorgiamo di essere spiati agli sviluppi sempre più coinvolgenti ed imprevedibili, sia perché ogni capitolo ha rimandi a quelli che lo precedono. &egrave solo un consiglio, ognuno può leggere la storia come desidera. Tutti i personaggi ed i luoghi sono reali, ed abbiamo cercato di descriverli nel modo più corrispondente alla realtà mentre tutti i nomi sono di fantasia.

Capitolo XXX ‘

Valeria al cinema Paradiso (parte seconda)

Un lungo stordimento immerse Valeria e Giovanni dopo l’orgasmo. Si sentirono immersi in un lago di appagante benessere nelle cui acque persero la cognizione dei suoni, delle immagini e del tempo. Valeria fu la più pronta a tornare in superficie. Con un lungo sospiro si guardò intorno e si vide allo specchio. Era sul letto a baldacchino della mansarda, nuda a cavallo di Giovanni steso sotto di lei. Si chinò sul di lui e gli diete un leggero bacio sul collo.

‘accidenti a te’ sussurrò Valeria ‘Non dovevi venire, il meglio deve ancora arrivare’
‘e che avrai fatto mai in quel cinema . .’ mormorò Giovanni con una nota di eccitazione ‘e poi tu sei già venuta almeno due volte. Io ho cercato di resistere, ma la sborrata &egrave esplosa inarrestabile’
‘maschi’ disse Valeria ‘vi eccitate tutta la giornata, quindici minuti e godete poi &egrave tutto finito’
‘ha parlato l’esperta’
‘per me &egrave diverso . . . quando arrivo ad un certo punto . . &egrave come una successione continua di piacere con tanti picchi. &egrave un peccato smettere’
‘ho capito, ma io non sono mica di legno. Con te sopra così calda, le tette che mi sbattono in faccia, &egrave impossibile durare tanto. Se c’erano i nostri amici guardoni a darmi il cambio’ propose provocatorio Giovanni ‘avrei potuto freddarmi e ti scopavamo per ore’
‘perch&egrave pensi sempre a quei vecchi depravati? Se decido di fare un ammucchiata me lo scelgo da sola chi partecipa. Voglio un bel ragazzo come piace a me, alto, ben fatto e magari con gli occhi azzurri’ sussurrò Valeria
‘&egrave un idea. .’ rispose Giovanni ‘e me piace più la prima ipotesi, ma possiamo provare’
‘lo so che ti piace ma . . . prima mi sposi e poi se ne parla’
‘che centra il matrimonio? Io ti sposo perch&egrave ti amo’ disse Giovanni con aria furba
‘anche io ti sposo perch&egrave ti amo e perché mi devi mantenere tra canti e suoni . . tesoro’
‘ma poi la faresti sul serio l’ammucchiata?’
‘Perché quella della scorsa settimana con quei tre guardoni come la chiami?’
‘Si ma non &egrave che . . voglio dire . . insomma siamo arrivati solo ad un certo punto’
‘ho già fatto troppo e comunque, adesso siamo soli e sento che il tuo gioiello si sta ammosciando’
‘si ma, se mi dai tempo, provo a farmi la seconda mentre mi dici cosa hai combinato’
‘mm. . per farlo tornare duro qui ci vuole almeno mezz’ora, e io intanto mi freddo . . .’
‘ho un idea, prendiamo uno dei vibratori di gomma’ Giovanni si allungò verso il comodino ‘sarà un surrogato del ragazzo biondo, bello e con gli occhi azzurri’ disse acido
‘paura eh?’ lo sbeffeggiò Valeria ‘ma questo tuo amico pilota tiene certe porcherie in camera da letto?’
Giovanni alzò le spalle e senza rispondere apri il cassetto del comodino. Un asciugamano di spugna bianca conteneva avvolti due grossi vibratori ‘prendo questo grosso?’ chiese.
‘portalo a tua sorella quello’ rispose Valeria
‘allora prendo quello color carne, più piccolo non c’&egrave niente’ disse Giovanni prendendo il vibratore di silicone che imitava alla perfezione l’anatomia di un grosso pene maschile
‘ma sarà pulito?’ disse Valeria prendendolo in mano e esaminandolo con attenzione
‘il mio amico mi ha detto che quando stanno nell’asciugamano sono sempre lavati e puliti’
‘speriamo bene . . ma tu con il tuo amico parli di queste cose riferito a me?’
‘Ma no, figurati’ mentì Giovanni ‘gli ho detto che ‘per caso’ li abbiamo visti nel comodino’
‘lo spero bene per te’ disse seria Valeria’ ‘anche questo &egrave grosso’ considerò tenendo in mano il dildo e aggiunse chissà lui con chi li usa e in quali buchi li infila’
‘qui c’&egrave un tubetto di vaselina’ disse Giovanni frugando con la mano nel cassetto
‘appunto’ brontolò Valeria
‘pensi che il mio amico lo metta nel culo a qualche bella hostess?’ affermò eccitato Giovanni
‘ci vuole un bel coraggio a farsi ficcare un gingillo del genere nel sedere’
‘ma dai non &egrave tanto esagerato’
‘comunque nel mio culo non ci voglio niente. Rimetti la vaselina nel comodino, sono già tutta bagnata e questo coso dovrebbe entrare senza bisogno di ungersi tutti e sporcare i lenzuoli’

Giovanni accese la vibrazione girando la piccola manopola rossa in fondo al dildo e lo passò dietro le spalle di Valeria. Lo piazzò tre le sue gambe attaccato al sesso e la leggera vibrazione gli procurò una piacevole sensazione. Per tenerlo fermo serrò le cosce e lo puntò contro la vagina. Valeria si sistemò sopra il dildo con dei movimenti del bacino e lascio gocciare sopra la punta di silicone lo sperma del precedente amplesso. Spalmo lo sperma come un lubrificante e si abbassò di qualche centimetro.

‘Uffa come &egrave freddo’ si lamentò Valeria
‘un punto a favore di quelli veri’ disse Giovanni afferrandole i fianchi e tirandola forte a se.
‘Aia! Fai piano’ gemette Valeria, il dildo si piegò e poi la parte superiore sprofondò nella vagina. Contraendo la mascella si abbassò con cautela mettendolo dentro qualche centimetro. Iniziò a muoversi su quella verga di gomma e Giovanni osservò rapito l’eccitante scena dello ‘smorza candela’ allo specchio. Valeria iniziò a gemere e si impalò da sola sul fallo di gomma vibrante. Mano a mano che il livello di eccitazione tornava verso l’acme del piacere si carezzava le tette da sola. All’improvviso afferrò l’uccello di Giovanni, che ebbe un sussulto.

‘se non torma subito duro un punto a favore di quelli finti’ sussurrò Vale con malizia
‘mm . .’ brontolò Giovanni ‘allora che hai fatto di tanto particolare in quel cinema?’
‘non so che mi succede in certe situazioni, mi sento strana, fare sesso in un luogo pubblico mi manda in orbita. Al cinema ero priva di freni, più quegli uomini mi toccavano, più venivo. Alla fine ho stretto le gambe e ho bloccato quelle mani. I due finalmente si sono fermati e ho preso fiato. Mi hanno lasciato un po’ in pace, e mentre mi davo una sistemata si sono alzati e sono andati sulle scale di fianco alle poltrone a parlottare sotto voce tra loro’
‘e che dicevano?’
‘Io ero stralunata e il volume del film copriva le loro voci, ma dal tono si capiva che erano molto contenti’
‘ti credo, e poi?’
‘Quello che fa la maschera si &egrave avvicinato e ha detto che doveva fare un giro di controllo, per farsi vedere alla biglietteria. Il Professore mi ha scavalcato e si &egrave seduto alla mia sinistra per lasciare il posto all’amico. Io ho spostato il soprabito e la borsetta nella poltrona davanti. Il Professore mi ha detto che era stato molto bello masturbarmi e che adesso dovevo ricambiare loro il piacere. Ho sentito il leggero rumore della zip dei pantaloni mentre l’apriva. Nella semioscurità ho avuto un brivido lungo la schiena quando ho visto che armeggiava e tirava fuori l’uccello. Era ben fatto anche se al buio sembrava troppo pallido. Senza dirmi niente ha preso la mia mano e la portata a sfiorarlo. Ho sentito che era già duro e caldissimo. Mi ha detto con gentilezza che dovevo segare lui e il suo amico, mi &egrave sembrata una richiesta logica’.
‘se lo dici tu &egrave logica . . . ‘ disse Giovanni
‘Scemo’ continuò Valeria senza raccogliere la provocazione ‘io prima ci ho passato il dorso della mano e poi lo ho impugnato. Sentivo il respiro del Professore diventare affannato mentre lo masturbavo lentamente. Mi sono guardata intorno impaurita, i miei occhi si erano abituati del tutto all’oscurità e riuscivo a vedere chiaramente il suo uccello nella mia mano e buona parte del cinema. Per fortuna nessuno badava a noi e tutti gli spettatori in sala non potevano capire che gli stavo facendo quella cosa. . . mm . ancora mi eccita se ci pensò e sento il sangue bollire nelle vene . . poi &egrave tornato l’altro, si &egrave seduto alla mia destra e si &egrave subito tirato fuori l’uccello. Che potevo fare? Ho preso a masturbarlo e aveva l’uccello bello grosso’
‘grosso quanto?’
‘che ne so, mica li misuro’
‘Come questo vibratore?’
‘ . . più o meno . . mm. . ‘
‘allora immagina di avere lui dentro’ grugni Giovanni stringendo il dildo tra le cosce e spingendo in alto il bacino per farlo entrare tutto nella pancia di Valeria.
‘aia. . piano’ gemette Valeria ‘sento la punta arrivare su fino allo stomaco . . non posso continuare a raccontare’ sbuffò Valeria con il respiro affannato per l’amplesso ‘con questo arnese dentro che . vibra . . mm . . e va su e giù . .’
Giovanni guardò l’immagine di Valeria nello specchio ‘sei tu che vai su e giù . . sei bellissima, mi &egrave già tornato duro. Alza la schiena e curvala voglio vedere le tue fossette sopra il sedere mentre lo prendi dentro’
‘mm . . . mi sento tutta allagata’ gemette Valeria ‘e come penso a cosa ho fatto al cinema . . .’

Giovanni afferrò le tette con le mani quasi a fermare quel magnifico dondolio e strinse forte. Valeria non protestò, era in quei particolari momenti nei quali non aveva freni. Mezza brilla per tutto il vino bevuto si eccitava per la sua esibizione tanto che stava per godere di nuovo. Il suo amplesso, sinuoso come la curva dei suoi fianchi, fluiva sui ricordi dell’incontro. Giovanni, con gli occhi fissi allo specchio, guardava quell’esibizionismo che l’agitava come un potente afrodisiaco. Il corpo di Valeria, coperto da un sottile velo di sudore, brillava nello specchio mentre i muscoli della schiena e delle cosce guizzavano sotto la pelle vellutata. Il suo fondoschiena si alzò ed abbassò sempre più velocemente, come animato da una volontà propria e la sua vagina lasciò penetrare il pene di gomma completamente. Era uno spettacolo sensuale, bellissimo, impareggiabile e Giovanni si pentì di non avere portato la telecamera per riprendere quel corpo flessuoso preso nel vortice della passione. Avrebbe potuto far vedere agli amici guardoni Valeria cavalcare quel grosso dildo luccicante per le secrezioni che lo lubrificavano ogni volta che spariva dentro il suo fondoschiena. Immaginava i commenti dei guardoni su quel bel culo che si abbassava sulle cosce tese di Giovanni ingoiando oscenamente il grosso dildo di gomma. L’uccello finto quando il ritmo dell’amplesso aumentò inizio a fare un indecente suono di risucchio e Valeria, perso ogni timore, ci si muoveva sopra come se fosse vero.

‘sei magnifica, un vero spettacolo’ disse Giovanni ‘continua a raccontare, allora li hai segati tutti e due’
‘no, per fortuna Alberto si &egrave dovuto alzare perché una signora anziana cercava il bagno. Imprecando ha rimesso dentro l’uccello in fretta e furia e . . non posso raccontare ora . . . mm”

Valeria si distese sopra Giovanni, gli schiacciò le sue grosse tette sopra il petto e cominciò a baciarlo. Lui voleva parlare, voleva che lei continuasse il racconto, ma la lingua di Valeria gli guizzò in bocca. La punta sembrava animata da una sua vita, penetrava a fondo giocando, gli carezzava il palato e i denti, si avvoltolava sulla sua lingua portandolo in un giardino di delizie amorose. Giovanni sentì le tette che gli pigiavano contro, i capezzoli duri come borchie. La mano di Valeria lasciò il pene e scivolò tra i due corpi verso il clitoride. Si rese conto che aveva preso a masturbarsi e con i muscoli delle gambe spinse il dildo di gomma piantandolo dentro di lei che non protestò. Valeria tremò e solo i muscoli della pancia si contrassero quando, con un lungo lamento muto, annunciò nella bocca di Giovanni l’orgasmo, poi si rilassò su di lui esausta. Dopo un po’ si sfilò molto lentamente il dildo dalla vagina, come se fosse una punta di ferro che l’aveva trafitta. Giovanni rilassò le gambe lasciando che il pene di gomma cadesse sul lenzuolo.

‘fare sesso con degli estranei ti fa uno strano effetto, vieni in continuazione. Adesso però non girarci più intorno e dimmi come &egrave andata a finire’
‘e va bene . . . ecco Alberto si &egrave allontanato e io mi sono tutta concentrata sulla sega al Professore. Ho pensato che era meglio fare presto . . mm fermo che fai? .Oh. .’
‘sei bella aperta, adesso ti scopo io’ disse Giovanni muovendosi sotto di lei e penetrandola ‘era contento questo Professore?’
‘mm . . si perché ho sentito che il suo pene era diventato come un pezzo di legno e mi pulsava in mano di continuo, oramai lo so, quando un uccello fa così manca poco per sborrare e mm . . . . .’
‘va avanti, non ti fermare’ grugni Giovanni dandole una fitta serie di colpi da sotto
‘mm . . si ecco, mentre Alberto tornava a sedere il Professore mi ha confermato che stava sul punto di sborrare e mi ha chiesto di prendere un fazzolettino di carta. Ma io non avevo fazzolettini e mentre lo masturbavo ho chiesto ad Alberto, ma anche lui non aveva i fazzoletti. Alberto gli detto di trattenersi perché non si può sborrare per terra o schizzare sul velluto blu delle poltrone ma il Professore continuava a torcersi e allora lui ha detto che andava a prendere i fazzoletti. Io pensavo che c’era tempo ed ho ricominciato a segarlo ma Alberto non tornava e Il Professore ha cominciato ad agitarsi. Si torceva nella poltrona e mi ha fermato la mano e mi ha detto di stare ferma se no sborrava. Io tenevo stretto l’uccello con la sinistra e ho messo la destra sulle palle per cercare di calmarlo ma era troppo eccitato e ha cominciato a dire di non farcela a mandare indietro la sborrata. Ho sentito il cazzo gonfiarsi allo spasimo nella mia mano e i testicoli contrarsi forte e allora. . . .’
‘che &egrave successo?’ chiese impaziente Giovanni tenendola per i fianchi e prendendola con foga
‘stava per esplodere e io senza pensare . . mi sono chinata di scatto e lo preso in bocca’
‘in bocca?’ Giovanni sgranò gli occhi per la sorpresa e si bloccò dentro di lei
‘Al momento mi &egrave sembrata l’unica soluzione. . per evitare di sporcare poltrone e pavimento’
‘la tua logica &egrave semplicemente incredibile’ e afferrandole i glutei riprese a scoparla
‘mi aspettavo mm . . che mi riempisse la bocca e invece dopo il primo schizzo per diversi secondi non &egrave successo niente. Mi ha chiesto scusa e mi detto che la sborrata gli era tornata indietro’
‘succede qualche volta’ commento Giovanni sudato ed eccitato
‘ero con la testa china sotto le poltrone, scomoda perché un bracciolo mi spingeva su un fianco e speravo che nessuno degli spettatori in sala si accorgesse di quello che stavo facendo. Ho pensato che qualcuno poteva passare vicino e vedermi con la testa china tra le sue gambe. Non potevo rimanere in quel modo, la cosa migliore era finirlo presto. Mi sono fatta coraggio e ho succhiato, Il Professore si irrigidiva e si lamentava di piacere ma, niente, non veniva. Allora ho cominciato a muovere la testa su e giù e ho cominciato alternativamente a leccarlo intorno alla cappella e a succhiare forte e allora mi ha messo una mano in testa per tenermi ferma e ha cominciato a sborrare nella mia bocca’
‘e che effetto ti ha fatto? Ti ha fatto schifo?’
‘non lo so. . credimi . . sono molto confusa. Ho aspettato che si svuotasse e poi mi sono rialzata con la bocca piena. Mi sono guardata intorno, in macchina sputo fuori ma nel cinema non sapevo dove sputare quella roba. . ho preso la mia roba per andare in bagno ma una volta uscita mi sono sentita a disagio. Dovevo attraversare la hall e all’improvviso mi ha preso il panico. Mi sentivo nuda senza le mutandine, avevo paura di avere il rossetto sparso sul viso e l’impressione che tutti mi guardassero e . . . . insomma ho ingoiato tutto’
‘no . . . . ‘ disse Giovanni al quale l’uccello era tornato durissimo ‘con me non lo hai mai fatto’
‘qualche volta mi &egrave successo di ingoiare un po’per sbaglio. . . mm . . . io se continui a scoparmi . . vengo di nuovo’
‘non cambiare discorso’ incalzò Giovanni scopandola ‘dimmi ancora’
‘da ragazzina ho sempre pensato che non sarei mai riuscita mettere in bocca quella cosa viscida, ero convinta che mi avrebbe fatto schifo. Il solo pensiero di ingoiarla mi faceva vomitare e invece . . . ‘
‘e invece ti piace?’
‘non lo so . . comunque non ho rimesso.
‘Sei una bomba . . imprevedibile’ Giovanni la rovesciò di lato e si sfilò da lei dicendo ‘ma adesso lo sai quello che mi devi fare, vero?’ e prendendola per i capello le avvicinò il pene al viso
‘oh no’ piagnucolò Valeria, ma senza molta convinzione
‘ho si invece. Adesso fai a me la stessa cosa, mi finisci con la bocca e ingoi tutto!’ e gli infilò l’uccello in bocca . . . .

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