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Racconti Erotici EteroRacconti erotici sull'Incesto

050 – Roberto e la mamma super maiala

By 29 Giugno 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Io sono Roberto, trentenne da pochi giorni, e vorrei raccontare la mia storia di incesti con mia mamma e con la mia famiglia.
Fin dall’adolescenza, ho sentito sempre forte, una intensa attrazione verso mia mamma, lei è ancora oggi, a cinquant’anni, una donna molto bella, soprattutto fisicamente integra e quindi molto, molto attraente. Quando siamo assieme per la strada, mi accorgo, che molti uomini, si girano a guardarla con grande ammirazione e alcuni, non si controllano e la apostrofano con complimenti anche piuttosto salaci. All’epoca in cui risalgono i fatti che vado a narrarvi, mia madre aveva quarantaquattro anni, il viso da madonna, occhi azzurri cristallini, nasino piccolo, che ben si sposava, con la sua bocca, dalle labbra carnose e vermiglie. Il tutto incorniciato da lunghi capelli biondi che cadevano sulle spalle e sul seno, abbondante e sodo. La mamma ha sempre avuto delle bellissime gambe, ben tornite, ma non muscolose; lei è sempre stata consapevole della bellezza delle sue magnifiche gambe e non ha mai evitato di mostrarle abbondantemente con il massimo orgoglio. I fianchi pieni e il culo che meriterebbe un capitolo a parte per poterlo descrivere bene; quando indossa i jeans attillati e soprattutto i vestitini fascianti, il sedere lotta contro il tessuto, per mostrare la sua forma perfettamente sporgente e tonda e, anche in questo caso, per strada o in qualsiasi luogo pubblico essa sia, i fischi e le battute si sprecano. Devo dire che mio padre, talent scout di una notissima agenzia per i casting nel mondo dello spettacolo, scoprì, in tutti i sensi, mia madre, durante le selezioni per il concorso di miss Italia, quando lei di anni ne aveva venti. Quando raggiunsi l’età della ragione e vidi con occhio diverso le foto della mamma, che mio padre aveva scattato a centinaia, riprendendola in tutte le pose, dentro di me non potei fare a meno di dire: Minchia che figa!!!!!
In un album segreto, che io appena diciottenne, post adolescente, discolo e perennemente eccitato, avevo scoperto, nascosto in un cassetto del comodino di papà, vidi poi delle foto, che la ritraevano, completamente nuda, in pose che nulla lasciavano alla immaginazione e che davano l’impulso alla mia mano destra, a impugnarmi il cazzo duro e rigido e a segarmi, fino ad ottenere delle eiaculazioni da guinnes dei primati, che puntualmente innaffiavano il sottile strato di nylon trasparente, che proteggeva e conteneva le foto porcelle. Ogni volta ripulivo quella che per me era ormai una importantissima ‘reliquia’ e riponevo l’album, nascondendolo dietro i fumetti di Zagor e dell’ Uomo Ragno, nella mia libreria personale. Mio padre non mi chiese mai se l’album proibito l’avevo preso io, ma di sicuro lo immaginò e forse, benevolmente, me lo lasciò ‘in prestito d’uso’ conoscendone certamente, l’uso che io ne potevo fare.
Da un paio di anni, ho conosciuto una bellissima ragazza, Sabrina, che è divenuta l’amore della mia vita e un po’ per volta, mi sono riappropriato del mio essere figlio, direi, normalmente figlio, amando mia madre per quella che è, ovvero semplicemente mia madre e non come l’oggetto dei miei insani desideri.
Ora voglio raccontarvi come iniziarono i rapporti incestuosi tra mia madre e me, che un po’ alla volta si ingigantirono, propagandosi all’intera mia famiglia. Già la mia famiglia, abbastanza numerosa direi, ho due fratelli, Samuele e Giorgio, gemelli identici, nati quando la mamma aveva vent’anni, poi all’età di ventidue anni, lei diede alla luce Cristina, a ventiquattro Daniela e poi a ventisei il sottoscritto. Credo che dopo di me, i miei genitori, scoprirono l’uso della pillola e da allora, per fortuna dico io, l’impollinazione ebbe termine.
Io, ho due passioni importanti nella vita, la prima è il sesso e l’altra è il calcio. Difatti, giocando a buon livello, sono riuscito in questi anni ad infortunarmi alcune volte; la prima, a diciotto anni e fu anche quella più grave, il referto recitava: lesione del legamento crociato del ginocchio sinistro con interessamento della cartilagine meniscale. Questo infortunio, era il preludio ad un intervento chirurgico e di conseguenza, ad almeno sei mesi di inattività, e quindi di rieducazione, fisioterapia e altre manipolazioni varie. Per fortuna, tutto ciò, accadde a fine stagione calcistica, durante un torneo estivo e così ebbi il tempo di recuperare senza perdere molti mesi di attività sportiva.
Dopo l’intervento, rimasi in clinica pochi giorni e poi fui dimesso, a casa mi posizionai, sdraiato sul divano, seminudo, con i soli pantaloncini corti indosso, ghiaccio sul ginocchio e telecomando della tv, per assistere a qualche film o evento sportivo. Il primo giorno, dopo alcune ore a sudare per il caldo intenso, chiesi a mia madre se potevo farmi una doccia magari cercando di coprire con del nylon la parte fasciata della mia gamba. Ecco, è qui che iniziò tutta la storia. La mamma, anche lei accaldata, era vestita con un abitino corto, ampiamente scollato sul davanti e un esiguo e inutile perizoma a cercare di velare appena, appena, la sua vagina””

‘Aspetta Roby, arrivo subito e ti fascio il ginocchio con del nylon, poi ti accompagno e ti aiuto a farti la doccia’

‘Ok mami’

Mami, arrivò dopo alcuni minuti e utilizzò il nylon sottile che si usa per coprire il cibo e altri alimenti prima di metterli in frigorifero, mi fece appoggiare la gamba sullo schienale di una sedia, mettendoci sotto, un cuscino e poi, volgendomi le spalle si chinò e iniziò a girare attorno al ginocchio, con il rotolo del nylon, per fasciarmi e impermeabilizzarmi le fasciature. Io sdraiato, avevo davanti a me, a portata di mano e di vista, il suo culo praticamente nudo, solcato fra le chiappe, da un sottile filo interdentale.
Lo stretto lembo di stoffa, si infilava poi tra le labbra della sua figa, interamente depilata, esse sporgevano gonfie, ai lati del tessuto. Credo che in quel momento, battei tutti i record di erezione, vedere quello spettacolo e trovarmi il cazzo duro, fu una cosa simultanea. Cercai di coprire la ‘canadese’ che si era formata dentro i miei calzoncini e mia madre, in quel momento, si sollevò e girando attorno alla sedia, iniziò a confezionarmi la parte sottostante del ginocchio. Lo spettacolo cessò di colpo, ma subito, fu rimpiazzato da un altro tipo di esibizione, le tette dure, puntarono contro il bordo estremo della scollatura e poi, vidi la stoffa sganciarsi repentinamente dai suoi capezzoli eretti, e potei così ammirare, le splendide mammelle che si offrivano spavalde e sfacciatamente prepotenti, al mio sguardo eccitato e concupiscente.
Sotto le mie mani, sentivo il cazzo vibrare, durissimo e dolorante, pensai che il mio cervello veicolasse tutto il sangue del mio corpo, facendolo interamente affluire, nei corpi cavernosi del mio pene.
In corrispondenza della mia cappella, una macchia scura si allargava lentamente, bagnandomi i pantaloncini azzurri. Mia madre, apparentemente, parve non accorgersi di nulla, si sollevò e le sue belle pere si rituffarono dentro la scollatura del vestito, nascondendosi alla mia vista. Mi sentii sollevato e ringraziai la mamma per il lavoro svolto, e lei”””

‘Ok adesso alzati e ti aiuto a farti la doccia’

Mi aiutò ad alzarmi dal divano, abbracciandomi sotto le ascelle e tirandomi su, io, una volta in piedi, cercai di tenere il basso ventre un po’ all’indietro, in modo da non fargli sentire contro la pancia, la mia dura e persistente erezione. A peggiorare le cose, in compenso, sentii premere contro il mio petto le sue tette dure, mi staccai, e parecchio turbato, mi avviai zoppicando verso il bagno. Mi sfilai i pantaloncini dandogli la schiena ed entrai nel box doccia. Aprii l’acqua e per calmare i miei bollenti spiriti, gradatamente la portai ad essere quasi fredda, mi infilai sotto il getto e rimasi immobile per alcuni secondi, accorgendomi con sollievo, che il mio cazzo stava perdendo di consistenza e di volume. Mia madre a questo punto”.

‘Ti lavo la schiena?’

‘Si mami, eccoti la spugna e il bagnoschiuma”

Lei prese la spugna e la innaffiò con il bagnoschiuma, percepii un buon profumo di borotalco e poi sentii la morbida spugna percorrere ed accarezzarmi le spalle delicatamente, meticolosamente la mamma scese un po’ per volta verso il basso, fino ad introdursi fra il solco delle mie natiche’..

‘Tieni la spugna Roby, qui è meglio che faccio con la mano se no magari la spugna ti da fastidio’..’

Mi consegnò la spugna e sentii la sua mano fra le mie chiappe e poi in mezzo alle mie gambe divaricate, arrivando fin sotto le mie palle gonfie. Riprese la spugna e mi lavò le gambe fino ai piedi, poi””

‘Adesso girati che faccio davanti”’

Secondo voi, il mio cazzo com’era? Si avete ragione, era di nuovo durissimo, puntava in avanti come un cannone pronto a sparare, formando con il mio corpo un angolo di novanta gradi.

‘Ehi, Roby, girati forza, che poi devo andare a preparare il pranzo!!’

‘Ma no mami, tranquilla, faccio io davanti, non c’è problema!’

‘Dai su, ho fatto trenta e faccio trentuno, muoviti !!’

Mi girai, lei mi guardò negli occhi e rimase sconcertata, così duro non me lo aveva mai visto e la vidi ammirata e compiaciuta di avermi fornito una cosi abbondante dotazione. Poi, apparentemente si riprese, e fingendo assoluta indifferenza, continuò la sua opera, iniziando a lavarmi con la mano nuda le spalle e il torace, poi scese verso il mio ventre e il mio pene a questo punto parve vibrare come il bastone di legno del rabdomante quando trova l’acqua. Quando la sua mano incontrò il mio rigido cilindro di carne calda, lei lo prese in mano e con dolcezza fece scorrere il prepuzio fin sotto il glande, scoprendolo completamente, poi con le dita passò sotto la cappella e me la pulì minuziosamente, la sua mano scivolò ancora sul fusto e scorrendovi sopra continuò il lavaggio, ancora la sua mano destra fra le mie gambe divaricate e con estrema delicatezza accuratamente mi lavò le palle. Vidi per un istante i suoi occhi, e notai che non erano limpidi e lucenti come sempre, il suo sguardo era torbido, pareva intriso di passione, ed ebbi piena conferma di ciò, quando la vidi indietreggiare e liberarsi del vestitino sfilandoselo dal sopra il capo, si liberò pure del perizoma e fu nuda, splendidamente, meravigliosamente nuda. Ebbi la fuggevole visione della figa depilata e poi lei fu sotto la doccia con me, mi abbracciava, la sua bocca sulla mia, la sua lingua si contorceva e lottava con la mia, le nostre salive si mischiavano, le sue mani dietro la mia schiena, le unghie che mi artigliavano la pelle del dorso, una mano, non so quale, mi piegò leggermente e faticosamente il cazzo verso il basso, lo sentii imprigionato tra le sue cosce”’..

‘Scopami amore di mamma!!!!!’

‘Mamma io ti amo da sempre, sei bellissimaaa!!!’

‘Non ti avevo mai visto così, anche tu sei un maschio fantastico!! Ma adesso fottimi, scopami amore mio!!’

La mia cappella scivolava fra le labbra della figa fradicia ed estremamente lubrificata dai succhi della sua eccitazione, abbassai il bacino effettuando un movimento del ginocchio che mi provocò dolore, ma nulla mi avrebbe potuto fermare, ero lì, vicino al paradiso, alla meta che tanto avevo agognato fin da adolescente. Lei infilò una mano fra le cosce e abilmente, da donna esperta quale era, guidò il mio cazzo dentro di lei. Sprofondò fino alle palle, avrei voluto spingere ancora di più dentro di lei, e in effetti lei se ne accorse e”.

‘Amore, dove vuoi arrivare? Allo stomaco??? Se fai cosi, con il cazzo che ti ritrovi, mi sfondi!!’

Poi in un attimo di lucidità””’

‘Mami, usciamo di qui, andiamo in camera mia è più comodo no!!???’

A fatica, mi sfilai da lei e la mia dolce mammina mi prese per mano e aiutandomi nella andatura claudicante, mi condusse in camera mia, poi, mi fece sdraiare sul letto, salì sopra di me e guardandomi negli occhi, mosse il bacino e senza usare le mani si trafisse la figa scivolando verso il basso, fino ad introdursi il mio cazzo completamente dentro. Si muoveva su e giù cavalcandomi ad occhi chiusi, io i miei li aprivo qualche volta e vedevo le sue tette marmoree sobbalzare con un leggero movimento continuo e sussultorio. Fui bravo, riuscii a non sborrargli dentro e facendo violenza a me stesso mi trattenni fin quando”’

‘Amore mio, sto per venireeeeee, oohhhhh siiiiiiii, siiiii, spingilo dentroooo, siiiiiiii, ti amoooooo, vengoooooooo, oddiooooooo, vengooooooo, siiiiiiiiiiiii, siiiiiiiiii, ahhhhhhh, ahhhhhhh ahhhhhh mmmmhhhhhhhh”’

Gli artigliai le tette con entrambe le mani e poi”’..

‘Anche io mamiiiii, sborrooooo, sborrooooo, siiiiiii, che troia che seiiiiiiiiiiii, siiiiiiii, sborrroooooo, sborrooooooo”’..’

Sentivo il mio cazzo affondato dentro la sua figa contrarsi ed espellere sperma a fiumi, non ero mai venuto cosi tanto, mai e poi mai avrei creduto di sborrare cosi abbondantemente, lei continuò a muoversi su e giù con movimenti veloci ma brevi e continuò, fin quando cessarono anche le ultimissime contrazioni del mio cazzo. Poi si sfilò e fu come una bottiglia quando viene sturata, un sonoro ‘plop’ e lei, con la mano a cucchiaio, si coprì la figa e si precipitò in bagno. Mi alzai a fatica e riuscii a scendere dal letto, la raggiunsi e la vidi seduta sul bidet, ancora con la mano che copriva la figa; poi la tolse e vidi che era piena del mio seme. Lei mi guardò fisso negli occhi e con lo sguardo porcello ed estremamente libidinoso raccolse con la lingua, sempre guardandomi intensamente negli occhi, gli spessi e densi filamenti biancastri e dopo aver ripulito coscienziosamente il palmo della mano, sollevò il viso verso l’alto, come quando si prende una pastiglia per il mal di testa e ingoiò tutta la mia sborra. Poi ancora più troia, mi prese per il cazzo mezzo floscio, mi attirò a se e mungendomelo per bene lo leccò avidamente e golosamente, suggendomi le ultime gocce di sborra che fuoriuscivano dal meato.
Era mezzogiorno e lei sorridendo mi schioccò un bacio sulla fronte, mi aiutò poi a ridistendermi sul divano, e poi assunse ancora la posizione precedente per liberarmi dalla prigionia del nylon, ora le mutandine erano sparite dentro al cesto della biancheria sporca ed io, vedevo la sua figa ancora umida, esposta al mio sguardo e questa volta sicuramente lo faceva, in modo intenzionale e calcolato. In questa occasione allungai il braccio sinistro e le mie dita scivolarono fra le pieghe della sua vagina. La troia incontentabile aprì ulteriormente le gambe per favorire il mio movimento. Poi si girò e vide il mio cazzo puntare ancora contro i pantaloncini, resuscitato e riportato a nuova vita dalla sua porcaggine.
Incontentabile, mi abbassò i pantaloncini e la sua bocca mi circondò dapprima la cappella, sentivo che la sua lingua lambiva e circumnavigava il glande, leccandolo con la punta, a piccoli colpi rapidi, poi mi succhiò a lungo la cappella, aspirandomela appassionatamente. Era una puttana in calore, quando faceva queste cose, non tralasciava mai di guardarmi fisso negli occhi, per poter capire, se quello che stava facendo, mi da va più o meno piacere. Poi il suo caldo e umido cavo orale, si impossessò completamente del cazzo e le sua labbra, si fermarono solamente e obbligatoriamente, quando raggiunsero i peli del pube. La grande troia di mia madre, era una maestra di sesso e fece, in quel momento, una cosa che non sapevo potesse esistere. La lingua uscì da sotto di qualche centimetro e mi accarezzo e inumidì a lungo le palle, poi ancora la sua mano passò fra i coglioni e un ditino raggiunse il mio buco del culo; lo tastò e poi lo ritrasse, lo stesso dito si infilò fra le sue cosce, dentro la sua figa allagata, lo ritrasse bagnato, e lo introdusse ancora sotto le mie palle, raggiunse nuovamente il mio buco del culo, e questa volta, vi penetrò all’interno per qualche centimetro, iniziando a scoparmi il culo mentre, contemporaneamente mi spompinava il cazzo. Io completamente goduto e perso nell’estasi del piacere, estremamente sollecitato da tutte queste manovre, iniziai a mugolare””..

‘Uuummmmm, mamiiiii, sborrooooo, sborrooooo,’

Mi aspettavo che lei si ritraesse, magari segandomi e invece continuò il pompino fino alla fine e ancora una volta, vidi il suo capo andare all’indietro ed ingoiare tutta la mia sborra. Deglutì un paio di volte e si leccò le labbra all’esterno, raccogliendo un piccolo rivolo, che gli colava al lato della bocca, poi”.

‘Amore mio, per oggi basta, se no ti prosciugo le palle eh, eh, eh ‘

Gli accarezzai il viso e lei si chinò verso di me e mi baciò con la lingua in bocca, naturalmente, come se io fossi suo marito’

‘Vado a preparare pranzo se no fra un po’ arriva tutto il gruppo degli affamati e non c’è nulla di pronto!!’

Ecco, la maiala di mia madre, era rientrata nel suo ruolo istituzionale, finito di fare la troia con suo figlio, ora aveva indossato i panni della brava e buona madre di famiglia!!!

Buon sesso a tutti Ombrachecammina

Di questo racconto ci sarà una seconda parte e una terza conclusiva, con tutti gli sviluppi famigliari che avverranno in seguito.

Come sempre se volete scrivere vostri pareri e critiche sia positive sia negative potete inviare una e-mail a: alexlaura2620@libero.it ed io vi risponderò.

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