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129 – Marta inizia la trasformazione…

By 12 Febbraio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Marta ed io, ci conoscevamo sin da bambini, eravamo in pratica cresciuti assieme, poi verso i quattordici anni, la nostra infantile amicizia si trasformò poco alla volta in una attrazione fisica molto forte e così appena dopo la pubertà ci trovammo dolcemente e romanticamente innamorati. Lei era una ragazza ben educata, fin troppo ben educata, timorata di Dio e poco incline a lasciarsi andare e mai che mai a trasgredire.
Verso i venticinque anni, stanchi delle frequentazioni discontinue e poco soddisfacenti, decidemmo di compiere un passo importante e dopo aver cercato un bilocale molto carino e adatto alla nostra coppia di ‘ innamorati di Peynet “, andammo a convivere.
Lei mi chiamava affettuosamente ‘Cicci’ e io le rispondevo con ‘Ciccia’ e così tra un bacio e l’altro, tra una lieve carezza e l’altra, senza nemmeno accorgersene, erroneamente ci abituammo uno all’altra. L’abitudine in effetti divenne la costante, che da un certo punto in poi caratterizzò i nostri rapporti. Rapporti che, da discretamente passionali, si trasformarono ben presto in rapporti quasi platonici. Se andava bene lo si faceva una volta la settimana ed io mi accorgevo che lei non era affatto soddisfatta delle mie prestazioni e sicuramente, leggeva nei miei occhi che anch’io molto contento non ero. Una sera, fummo invitati a casa di nostri amici e in quella occasione si verificarono delle situazioni piuttosto eccitanti che modificarono radicalmente il nostro modo di vivere e anche i nostri intimi rapporti.
Adriana, la padrona di casa e anche la migliore amica di Marta, aveva invitato per il suo compleanno, oltre a noi, altre cinque coppie. Aveva organizzato un buffet di salatini e pasticcini con la torta finale e sul lungo tavolo della sala, assieme ai vassoi, aveva distribuito diverse bottiglie di bibite, alcune di spumante e molte altre di buonissimi vini bianchi e rossi di etichette prestigiose.
Ad un certo punto, a festa inoltrata, vidi Adriana avvicinarsi ad un impianto stereo ed inserire sul piatto un vecchio ‘LP’ in vinile. Una musica slow molto calda e avvolgente colmò l’ambiente riempiendo la casa di impregnante sensualità. Probabilmente, percepivo quell’atmosfera in modo così esponenziale, a causa dei troppi bicchieri che avevo tracannato e quando, una grande figa, lasciò il suo fidanzato sul divano per venire da me ed invitarmi sfacciatamente a ballare, io, imbambolato e incredulo, mi alzai in piedi e la condussi in mezzo all’improvvisata pista da ballo, quindi, la avvolsi caldamente tra i miei tentacoli bramosi di sesso e assieme iniziammo a muoverci come un sol corpo. Con i tacchi lei era alta come me ed io mi trovai il suo viso a pochi centimetri dal mio. Marta seduta e scosciata su un altro divano mi osservava divertita, io intanto, sentivo premere contro di me le durissime tette della mia compagna di ballo, il suo ventre aderiva perfettamente al mio, la mia coscia, tra un passo e l’altro, si infilava tra le sue, le mie mani si erano posate distrattamente sui suoi glutei di marmo. Al ritmo lentissimo della musica, il suo corpo si muoveva flessuoso mentre i suoi occhi verdi erano fissi nei miei, essi spiavano le mie reazioni o forse cercavano semplicemente di attirare ancora di più la mia attenzione su di lei. La sua bocca vermiglia e tumida, era provocatoriamente vicinissima alla mia. Alcune altre coppie si erano aggiunte a noi e anch’esse ballavano stretti, stretti languidamente, gli altri, chi seduto chi in piedi guardavano e ridevano commentando sottovoce quanto stava succedendo tra me e la bellissima donna. Ce l’avevo duro, come non mi succedeva più da molto tempo, lo premevo contro il suo pronunciato monte di venere e lei flessuosamente mi strusciava consapevole il pube contro. Le sue labbra sfioravano le mie, mentre mi accarezzava languidamente la nuca con entrambe le mani. Marta mi osservava ancora, ma ora meno divertita di prima, io ero fortemente combattuto tra il lasciarmi andare e quindi cedere a tanta lussuria, oppure staccarmi da quel corpo e tornare dalla mia donna. La mente mi diceva di smettere e tornare da Marta, mentre il corpo mi teneva appiccicato a quella fantastica femmina. Lei in effetti era una figa come quelle che si vedono solo al cinema o sui calendari sexy, quelle fighe che da sempre ti eccitano fino a farti segare spasmodicamente, chiuso da solo in bagno, magari seduto sulla tazza, con in mano da una parte il calendario e con l’altra il tuo durissimo e colante cazzo. Così, mentre le sue labbra instauravano uno stretto contatto con le mie, l’ago della bilancia si spostò dalla parte della creatura che tenevo stretta fra le braccia e la mia bocca si posò con forza contro la sua, lei dischiuse le labbra e le nostre lingue iniziarono un lungo e delizioso combattimento. Millimetro dopo millimetro esplorai la sua bocca, lei fece altrettanto dentro la mia. Mentalmente pensai che con Marta mai mi ero baciato come stavo facendo in quel momento con quella donna che pochi minuti prima mi era perfettamente sconosciuta. Pensai anche che non me ne fregava niente di Marta, del suo fare l’amore in punta di piedi, senza mai una parolaccia, senza mai discostarsi da quella classica posizione del missionario, senza’. , senza’.. . La figa ed io, soli in mezzo alla musica, mi sembrava che attorno a noi non ci fosse nessuno, che le voci fossero lontane, attutite da soffici nuvole che lasciavano passare solo le calde e morbide note di quel lento così permeante e avvolgente. Poi la musica terminò, lei mi tenne ancora per mano e mi trascinò in un angolo della sala, prese due bicchieri e li riempì con del fresco Pinot Chardonnay, poi si appoggiò con la schiena contro ad una colonna alzò il calice e senza mai spostare il suo sguardo conturbante dai miei occhi, bevve avvolgendo il bordo del calice con quelle fantastiche labbra. A quella immagine la mia mente bacata mi portò ad immaginare che al posto del calice ci fosse il mio cazzo, chissà quanto era brava a fare i pompini!!. Già, il pompino, faceva parte di quei senza’. , che si ripetevano con frequenza nei rapporti di coppia fra me e la mia Marta.
La mia Dea ed io uscimmo da una porta a vetri con le cornici color avorio e ci incamminammo lungo un vialetto alberato che si inoltrava dentro al giardino della villa. Dopo una ventina di metri il viottolo girava a destra dietro una siepe di alloro altissima, ancora qualche metro e fummo completamente nascosti agli occhi di tutti. Tra una siepe e l’altra ci era una colonna, tipo vecchi ruderi romani, con sopra un capitello e un grosso vaso di gerani francesi pendenti. Posammo i bicchieri ancora mezzi colmi dentro alla terra del vaso, poi lei si appoggiò con la schiena contro la colonnina e da quel preciso momento, febbrilmente le sue e le mie mani iniziarono ad esplorare i nostri corpi, in un attimo il suo vestito fu sollevato e il mio pene comparve fuori dai pantaloni, le spostai le mutandine, e immersi il mio cazzo in mezzo a quell’anfratto bagnato, meravigliosamente scivoloso e accogliente. Mi si era avvinghiata al collo, una gamba sollevata da terra che io sostenevo con una mano sotto la coscia, mentre iniziai a penetrarla spingendoglielo dentro con forti colpi dal basso verso l’alto. Sentii che mi mordeva il lobo dell’orecchio e mi sussurrava delle parole di fuoco, poi la udii gemere sempre più forte e contorcersi contro di me, e venne, il suo fu un orgasmo bollente, squassante come un terremoto, io godevo più a guardarla che a penetrarla, la sua era una passione estrema, non pensai nemmeno di togliermi da dentro e così le riempii di sperma la figa allagandogliela ancora di più di quanto già non fosse. Ci risistemammo, raccogliemmo i calici e brindammo alla nostra conoscenza. Piacere Michele, piacere Norma’..
Quando tornammo in sala, fummo accolti da un fragoroso applauso, tutti batterono le mani, a parte Marta, lei no, era scura in viso e non mi guardava nemmeno in faccia. Diedi un’occhiata al fidanzato della mia occasionale amante e vidi che era allegro e sorridente, come se niente fosse abbracciava affettuosamente la sua donna. Poi lui si alzò e venne verso di me, mi alzai a mia volta preparandomi ad un duro scontro e invece, lui mi passò davanti e porgendo la mano destra invitò la mia Marta a ballare. Fecero più o meno le stesse cose che avevamo fatto prima Norma ed io. Me ne stupii, ma mi accorsi che la cosa non mi turbava affatto. Ero troppo soddisfatto di quanto era successo prima per lasciarmi infastidire da queste scaramucce tra Marta e l’uomo di Norma.
Tornammo a casa molto tardi quella sera e durante il viaggio non parlammo proprio, poi una volta a letto, lei mi venne vicina, aderì al mio corpo come mai aveva fatto in vita sua, mi si mise sopra e si calò sul mio cazzo eretto. Wowww, danzava su di me in modo assolutamente inusuale, le abbrancai le tette, lei mi lasciò fare, la bocca spalancata, i suoi denti bianchissimi, i gemiti ravvicinati e prolungati, erano quasi rantoli gutturali, mi gridò che stava per venire, io spinsi verso l’alto andandole incontro, una, due, tre, quattro,cinque volte, poi un grido più forte e rimase ansante e sudata seduta immobile sul mio pene rigido. La feci alzare, la piazzai a pecorina e glielo ficcai ancora dentro, iniziai a sbatterla forte fin quando compresi che stavo per venire, lo sfilai e immediatamente iniziai a schizzarle sulle chiappe e sulla schiena fiotti abbondanti e densi del mio sperma. Che scopata interplanetaria!!!
La guardai bene, per accertarmi che non mi fossi sbagliato portandomi a casa un’altra donna e invece quella donna, con la parte posteriore ben esposta e piena di sborra era proprio lei, la mia dolce e timida Marta.
Dopo una mezz’ora lei mise il suo viso a pochi centimetri dal mio e mi chiese a bruciapelo se quella troia me l’ero scopata. Non risposi, ma lei comprese comunque tutto, la guardai e anch’io le feci la stessa domanda, anche lei mi guardò senza rispondere.
Entrambi eravamo cornuti, ma cornuti contenti però!! Quella digressione dal nostro usuale percorso di coppia, ci aveva portati a cambiare rotta, diventando una coppia magari un po’ più aperta, ma sicuramente molto ma molto più soddisfatta e appagata.
Da quel momento lei fu l’ispiratrice di mille situazioni intriganti ed elettrizzanti, come per esempio quella volta che andammo in un club privé””’

to be continued””.

Buon sesso a tutti da parte di ombrachecammina
e-mail alexlaura2620@libero.it

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