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Racconti Erotici Etero

13. Una sfida eccitante

By 23 Settembre 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Lucia e Daniel si erano conosciuti in una chat. Presto la conversazione aveva preso una piega maliziosa e i due avevano iniziato a farsi reciproche confidenze su gusti ed esperienze in materia di sesso. Su proposta di Daniel, si accordarono per una sfida. A turno, avrebbero convocato l’altro in un luogo fissato e tentato di sedurlo ed eccitarlo fino al godimento. Il tutto senza mai rivelare l’un l’altra la propria identità. Al vincitore sarebbe spettato un premio da esigere dall’altro, che avrebbe dovuto soddisfarne i desideri.

Così, un giorno Lucia trovò nella mail questo messaggio:
‘Vai al parcheggio dei Taxi di via * domani alle 18. Troverai lì le mie istruzioni. Scegli un abbigliamento adeguato’.
Il messaggio intrigò e al tempo stesso spaventò un po’ Lucia. Che cosa le sarebbe successo, e che cosa intendeva per ‘abbigliamento adeguato’? Fino all’ultimo esitò.
Poi nel pomeriggio iniziò a prepararsi. Senza riflettere troppo, scelse una camicetta nera e una gonna dello stesso colore, un intimo semplice ma con il reggicalze. Scarpe con il tacco di media lunghezza. Si truccò come al solito.
Arrivò al parcheggio dei Taxi con qualche minuto di ritardo. Era l’unica cliente. Salì sul primo taxi e l’autista partì senza dire una parola. Vedendo nello specchietto il suo sguardo interrogativo, poi le chiese ‘Lei è la signorina Lucia, vero? Non si preoccupi, so già dove portarla.’
Lucia sentì un brivido correrle lungo la schiena.
Il taxi si fermò davanti a un elegante bar del centro. L’autista le aprì la portiera.
Lucia entrò nel bar e si sedette su un divanetto in velluto, guardandosi riflessa in uno specchio dorato. Il locale era quasi vuoto.
Appena entrata, il cameriere la guardò con complicità. Poco dopo si avvicinò con un vassoio e un cocktail.
‘Buonasera, l’aspettavamo. Questo è per lei’.
Sempre più spaesata, Lucia iniziò a sorseggiare il cocktail con la cannuccia, che segnò subito leggermente di rossetto. Non riusciva a capire di che cocktail si trattasse ma sentì subito l’alcol inebriarle la testa. Era forte e dolce al tempo stesso e Lucia continuò a berlo fino alla fine, sentendosi sempre più confusa.
Il cameriere tornò con un giornale e glielo aprì davanti alla pagina degli spettacoli.
Lucia all’iniziò non capì, stava per richiamare il cameriere, poi vide un segno rosso a pennarello intorno a un cinema che indicava l’orario di uno spettacolo. Mancavano venti minuti, ma il cinema era proprio lì vicino.
Lucia si avvicinò al bancone per pagare, ma il cameriere le fece cenno che era già tutto a posto.
Un po’ incerta sulle gambe, Lucia si diresse verso il cinema.
Era un multisala e nella saletta indicata c’era un film francese, ‘Confidenze molto intime’. Lucia entrò nella saletta non molto grande e prese posto in una delle ultime file. C’erano pochissimi spettatori, tutti piuttosto distanti da lei. D’altra parte era pomeriggio di un giorno feriale.
Il film iniziò, Lucia si rilassò sulla poltrona. Il drink aveva placato almeno in parte la sua preoccupazione. Dopo circa venti minuti Lucia notò una figura seduta accanto a lei. Quando era entrato? Forse si era assopita e non se n’era neppure accorta. Il film continuava.
A un certo punto Lucia sentì nel buio una mano che risaliva lungo la sua camicetta. Provò a cercare di fermarla ma la mano era decisa e si muoveva con destrezza lungo i bottoni e sotto il reggiseno. Presto la mano fu sul suo seno nudo e iniziò a titillarle lentamente il capezzolo, facendo roteare le dite attorno e stringendolo con grazia e forza al tempo stesso. Lucia sentì il suo seno inturgidirsi e il calore avvamparle il petto e il corpo e accolse con sollievo la lingua che scese dal collo fino al seno per poi leccarle il capezzolo che ormai fradicio di saliva scivolava in quella bocca sconosciuta ed esperta. ‘mmmhhh’.sììììì’ mugolò silenziosamente nel buio del cinema.
Lucia sentì un’altra mano sulle cosce e poi ad esplorarle l’inguine, trovò facilmente una strada tra gli slip ma quando lei già era pronta ad accogliere un dito nella vagina già madida la mano si spostò per scostarle le mutande e la gonna e fare spazio alla stessa lingua che le era scivolata intorno ai capezzoli.
‘Dai, leccami la fica’sono sicuro che sei bravo” ormai Lucia stava perdendo la testa.
La lingua indugiò sulle sue cosce e sull’inguine sudato di eccitazione e poi finalmente scese sulle labbra della fica, ne esplorò i bordi e poi le scivolò dentro.
‘Sì’continua, non ti fermare’.bravo, mettici anche il dito” Ormai Lucia godeva senza ritegno sentendosi la fica riempita da lingua e prima da uno, poi da due dita, poi non capì più da quante, sentiva un lago di sbroda scenderle lungo la fica e in bocca allo sconosciuto. Si sentì succhiare il clitoride e un dito penetrarle l’ano. ‘Ahh’.che bello’sto godendo’vengo”
Sobbalzò sulla poltrona, scossa da spasmi di godimento come non aveva mai provato.
Ancora ansimante, sentì la mano bagnata dello sconosciuto posarsi sul suo braccio. Si lasciò guidare e si trovò in pugno un cazzo già duro. Esitò qualche secondo, le sembrava incredibile di trovarsi lì, in un cinema, a farsi leccare la fica da uno sconosciuto che adesso le porgeva il proprio cazzo.
Sentì la mano spostarsi sulla sua testa e le parve già di pregustarne il sapore ancora prima di prenderlo nella sua bocca, tanto era ormai trasportata dall’odore di sesso e dall’insolita situazione.
Leccò quel sesso nodoso, lo assaporò in bocca e in tutta la sua lunghezza, se lo fece scorrere sulla lingua. Sentì il respiro dello sconosciuto farsi affannoso e poi lo sperma bollente debordare nella sua bocca e lungo le sue labbra. Quando aprì gli occhi come riprendendosi da una trance, lo sconosciuto non c’era più.
Lucia si alzò e andò verso il bagno mentre scorrevano i titoli di coda del film. Sulla porta interna del bagno trovò un biglietto: ‘Ti è piaciuto? Tuo Daniel’.
Tornando a casa dal lavoro, Lucia trovò un depliant infilato sotto la porta. Stava per buttarlo via credendo che si trattasse di una delle solite pubblicità, poi notò che su un angolo qualcuno aveva tracciato una scritta con un pennarello rosso fuoco ‘Domani alle 18. D.’.

Fu allora che aprì il pieghevole. Era la presentazione di un nuovo centro benessere di cui non aveva mai sentito parlare. Era in collina, a circa venti minuti da casa sua.

Lucia attaccò il depliant al frigo con un magnete.

Al mattino quando se lo trovò davanti, con la scritta rossa, decise che sarebbe andata. Ormai il gioco la intrigava.

Verso le 17,30 partì da casa. Stavolta non perse troppo tempo a curare l’abbigliamento, tanto nel centro benessere l’avrebbero fatta sicuramente spogliare. Si guardò però a lungo nello specchio, si compiacque di trovare il proprio seno ancora tonico e l’abbronzatura dell’estate ancora ben visibile.

Parcheggiò ed entrò nel centro benessere, un edificio nuovo dal design pulito e lineare.

La ragazza della reception l’accolse con un sorriso. ‘La signora Lucia? Prego, si accomodi’

La receptionist suonò un campanello e comparve una ragazza in divisa che l’accompagnò lungo un corridoio in legno fino a una porta. La condusse all’interno e le porse un pacco. ‘Si spogli e indossi questo. Poi si stenda sul lettino a faccia in giù, grazie’. Il pacco conteneva un perizoma nero sottile in una busta sigillata, un paio di ciabattine e un accappatoio. Il tempo di sollevare lo sguardo dal pacco e la ragazza era già sparita.

Lucia si spogliò. La stanza era avvolta in una luce soffusa e in un morbido profumo di sapore orientale. Si guardò intorno, poi si stese sul lettino come le era stato indicato. La ragazza tornò con un vassoio che ospitava un bicchiere e una boccetta lunga e stretta. Lucia accolse l’invito e sorbì dal calice un liquido che le parve una sorta di vino dolce ed esotico. La ragazza appoggiò il vassoio e sparì di nuovo.

Passarono alcuni lunghi minuti. Quasi impercettibilmente, la luce della stanza si abbassò fino quasi a sparire. Una musica indiana si diffuse debolmente in sottofondo. Forse per effetto della penombra, Lucia ebbe come l’impressione che i suoi sensi si stessero sviluppando, man mano che i minuti passavano percepiva ogni sfumatura della musica e dei profumi che si affacciavano sempre più intensi sulle sue narici. Ebbe una sensazione di sogno e di irrealtà che le dette un brivido. Poi, improvvisamente, sentì qualcosa sulla sua pelle. Un olio, forse, una sensazione inattesa e piacevole che le sfiorava la pelle a una temperatura ideale. Per alcuni lunghissimi secondi l’olio le scivolò inerte sul corpo, poi Lucia avvertì un contatto diverso, una mano sapiente la stava massaggiando sulla schiena con un tocco leggero e quasi impercettibile. Lucia fu tentata di voltarsi, ma la pressione delle misteriose dita la dissuadeva come un incantesimo. Con la coda dell’occhio riuscì solo a intravedere che alcune candele erano state accese dietro di lei. Il massaggio proseguì lento e aggraziato, scese dalle spalle lungo la schiena, poi verso la parte finale della schiena dandole la pelle d’oca. Non avrebbe neppure saputo dire se si trattava di mani maschili o femminili. Le mani indugiarono sulla linea dei glutei, poi scesero ad accarezzarle le cosce e infine le gambe. Quando sentì i polpastrelli che scorrevano sui suoi piedi, si sentì definitivamente irretita. Le dita toccavano sapientemente zone della pianta del piede che le provocavano un’eccitazione rilassata e mai conosciuta prima, le sfioravano e le lambivano le dita quasi come una bocca. Poi, una pausa che le sembrò lunghissima, mentre il suo corpo fremeva di attesa accesa da quei tocchi e dall’odore sempre più penetrante di olio, mentre il liquore iniziava a fare sempre più effetto.

Infine, un dito che scorreva lento ed inesorabile lungo la sua schiena. Il dito si fermò, risalì, poi scese e infine si fermò ancora. Dopo, come obbedendo a una sua preghiera inconscia, si riunì all’altro dito e si insinuò sotto il perizoma leggero e con un movimento morbido verso l’esterno le massaggiò i glutei aprendole al tempo stesso oscenamente la fica che ormai trasudava di eccitazione profumata. Lucia era così eccitata che avrebbe voluto spingersi verso quelle mani, infilarsele dentro lei stessa tanto le era cresciuto il desiderio di godimento. Sentì il dorso di una mano strofinarsi dolcemente sul solco della sua vagina, il bordo di quella mano misteriosa svolazzare sul suo clitoride come una farfalla e accarezzarle le labbra come nessuno aveva mai saputo fare..

…poi improvvisamente le dita si allontanarono, Lucia si sentì come sospesa sul vuoto, al limite di uno degli orgasmi più intensi della sua vita…respirò profondamente l’odore di incenso e di cera delle candele, come a imprimersi quel momento sul corpo oltre che nella mente…
invocò dentro di sè un nuovo contatto con quella mano misteriosa, finché non la sfiorò un nuovo contatto, ancora più soffice e languido…una lingua le stava sapientemente leccando i bordi della fica, insinuandosi di tanto in tanto a lambirle l’interno e sollevandole il clitoride ormai turgido…la lingua si ritrasse per un istante, come a lasciarle assaporare il piacere che entrava ed usciva come il liquido che ormai abbondante le grondava dalla fica…quando la lingua tornò dentro a solcarla con perizia, un’altra sensazione si aggiunse come in un’escalation di piacere…era una pressione leggera e al tempo stesso decisa, due dita probabilmente, che con un movimento rotatorio le aprivano l’ano senza per ora prenotarlo…con la lingua che affondava lentamente ma ritmicamente nella sua vagina e le dita che si muovevano concentriche verso il suo buco inviolato, Lucia sentì brividi di godimento scorrerle sulla pelle e invocò ad alta voce, senza rendersene conto, in quel silenzio irreale “sì, leccami e toccami il culo, ti prego…fammi godere…”
un dito si insinuò dolcemente nel suo culo senza farle alcun male, provocandole nuove piacevoli contrazioni che risuonavano con quelle della sua fica che teneva ormai prigioniera quella lingua vellutata…”sìììì, mi piace, non smettere ti prego…slinguami tutta…”
sentiva gocce di piacere scendere sulla pelle, le pareva quasi di sentirsi sgocciolare mentre la lingua correva a inseguire il liquido che le colava e il dito continuava a scorrerle sempre più profondamente nel culo…
con urlo liberatorio esplose di godimento, si sentì gridare senza ritegno, venne in quella bocca sconosciuta che le stava facendo provare sensazioni mai viste..
continuò ad ansimare di piacere per diversi minuti, e quando si riprese la lingua e il dito si erano ritratte dai suoi buchi umidi..
la stanza era tornata nel silenzio e nella penombra, Lucia sentì il cuore riprendere a pulsare normalmente ma al tempo stesso si sentì invadere da curiosità e inquietudine…che cosa sarebbe successo adesso? era tutto finito?
un movimento dietro di lei la fece sussultare. sentì una stoffa avvicinarsi alla sua testa, ebbe la tentazione di alzarsi, ma poi capì che era una benda che le veniva stesa con grazia intorno agli occhi…
lasciò fare, poi attese ancora mentre i profumi si fecero più intensi…stesa sul lettino a faccia in giù, con gli occhi bendati, non riusciva ormai più neppure a percepire il bagliore delle candele…
un oggetto freddo si avvicinò al suo viso, il bicchiere di prima, le fu offerto ancora un po’ di vino liquoroso che stavolta bevve con avidità sentendosi sempre più rilassata..
poi qualcosa le sfiorò la faccia, una mano, no, un sesso maschile che la sfiorò con malizia ma senza imposizione finché lei, quasi in un riflesso automatico, lo accolse tra le bocca.
era un cazzo ben proporzionato che le riempiva la bocca e si faceva accogliere nelle sue labbra bagnate e voluttuose, crescendole dentro, scivolando dentro e fuori dalla sua bocca finché non capì più se era quel cazzo a spingersi verso di lei o la sua bocca ormai famelica e incontrollata a risucchiarlo…
travolta da tutti i sensi, Lucia ebbe la sensazione che la sua bocca e la sua fica coincidessero magicamente, che quel cazzo la stesse scopando in gola e in vagina al tempo stesso.
e per la prima volta in vita sua venne facendo un pompino, venne e sentì la fica colarle di nuovo mentre quel cazzo misterioso le esplodeva in bocca e gli schizzi di sperma le traboccavano sulle labbra facendola mugolare e gorgogliare….

Una mano le porse un accappatoio profumato e scomparve. Indossandolo, trovò un biglietto scritto in rosso nella tasca. “Ti è piaciuto? D.” UNA SFIDA ECCITANTE

Da ormai due settimane Lucia non aveva notizie da Daniel. Cercava di non pensarci, ma ogni tanto la sua mente tornava a quegli incontri conturbanti’E se lui si fosse stancato? Forse era meglio così, dopotutto. Una mattina si sveglio, come in preda a un presagio e ad un’eccitazione. Frugò in una delle sue borse alla ricerca di un particolare sfuggito, un segnale non interpretato’Trovò un invito all’inaugurazione delle nuove collezioni di moda invernali. Veniva da un grande negozio che frequentava abbastanza spesso. La data e l’orario erano cerchiate in rosso, sotto la firma D. L’invito era per il giorno successivo e Lucia si preparò con una trepidazione meno inquieta del solito. Ormai sapeva che da quegli incontri non aveva nulla da temere, se non un rimescolamento dei sensi. Si preparò un bagno profumato e si massaggiò il corpo con una nuova crema per il corpo, indugiando sulle gambe e sul seno, come pregustando con il suo stesso tocco un nuovo contatto misterioso con quello sconosciuto’Scelse un nuovo paio di stivali di camoscio e una collana semplice ed elegante.

Si presentò in orario all’inaugurazione, osservò la sfilata delle modelle, salutò alcuni conoscenti. Con un calice di vino bianco appoggiato sulle labbra, incrociò lo sguardo con un uomo dall’altra parte del salone e immaginò che potesse essere Daniel. Era un appuntamento inconsueto rispetto ai precedenti, c’era tanta gente e non riusciva a immaginare come avrebbero potuto incontrarsi senza essersi mai completamente visti in volto. La sfilata era finita e la gente si muoveva verso gli altri piani e l’uscita. Lucia stava pensando ormai di andarsene, quando vide una commessa avvicinarsi verso di lei con decisione e discrezione al tempo stesso. La commessa le porse alcuni abiti. ‘Se vuole andare a provarli, le mostro camerino’. Il cuore di Lucia accelerò sensibilmente come se un campanello lo avesse messo in moto. Balbettò un ringraziamento, prese i vestiti e seguì la commessa verso il camerino. Il negozio aveva un elegante design in legno e il camerino si trovava dietro una delle casse, al riparo da un pannello in legno che formava una specie di salottino con un divano e due camerini, protetto dal passaggio di clienti e commessi sul resto del piano.

La commessa aprì il camerino e invitò Lucia ad accomodarsi. Era un completo intimo della nuova collezione, in color viola lucido, molto lineare e molto sexy al tempo stesso, e un abitino corto invernale. Lucia si guardò intorno, sentì i rumori lontani della gente che si allontanava e iniziò a spogliarsi. Vide i brividi solcare la sua pelle, più per l’eccitazione che per il freddo. Indossò il completo intimo e si osservò nello specchio, le stava davvero bene, faceva risaltare il suo corpo in modo ideale, l’eccitazione dei suoi capezzoli sembrava sul punto di sbocciare sotto il reggiseno come un fiore, la curva del fondoschiena e delle sue cosce invitava ad accarezzarle come un frutto invitante. Indossò anche il vestito, che si intonava perfettamente con il stivali e le calze che indossava, rimise la collana e anche quella sembrava fatta apposta, come se qualcuno avesse studiato o addirittura previsto accuratamente la sua mise di quel giorno’

Si guardò a lungo nello specchio, pensò che avrebbe senz’altro comprato quel completo e quell’abito, le stava troppo bene’

All’improvviso, tutte le luci si spensero. Lucia ebbe un nuovo fremito, sentì l’istinto di uscire dal camerino, ma non si vedeva niente, come se un improvviso blackout avesse colpito il negozio.

Stava per chinarsi a raccogliere i suoi indumenti, non poteva uscire con indosso i nuovi abiti provati, ma un contatto inatteso le fece balzare il cuore in gola. C’era qualcuno con lei nel camerino, qualcuno che approfittando del buio si era insinuato vicino a lei. Lucia pensò di urlare ma poi incontrò nuovamente quel corpo, era una mano che con un garbo e un calore che la rassicurava si poggiava sulla sua spalla e sulla sua schiena. Era quel tocco che Lucia aveva già conosciuto con piacere in altre e altrettanto misteriose occasioni. L’uomo la spinse delicatamente da dietro verso lo specchio continuando a carezzarle il collo e la nuca, Lucia sentiva il calore del suo viso sul suo collo e sui suoi capelli e questo la eccitava sempre di più’..i suoi occhi si erano un po’ abituati al buio e vedeva qualche confusa forma nello specchio, il suo corpo così sexy in quell’abito nuovo e quell’ombra dietro di lei sempre più vicina. Poi la mano di lui scese e Lucia sentì i brividi scenderle su tutto il corpo mentre i suoi capezzoli si intirizzivano. La mano le scese lungo il culo e tra le cosce, le sollevò il vestito. Tentò di opporre una blanda resistenza ‘No, ti prego, non qui’.ci’sentiranno..’ Ma ormai la sua voce si stava spegnendo sotto il calore dell’eccitazione, la mano si faceva largo, Lucia sentì un rumore inequivocabile che la fece sobbalzare: con decisione, ma senza brutalità, le stava strappando calze, sentiva le dita che si facevano largo verso il suo sesso. Sentì il perizoma che veniva scostato e slabbrato con decisione verso il basso e verso l’esterno, adesso le dita erano a un passo dalla sua vagina, Lucia perse ogni senso della realtà, sentiva la sua vagina sempre più umida e liquorosa e le sue labbra oscenamente dilatate ma non capiva se erano le dita di lui a procurarle quella sensazione o il suo stesso corpo che si apriva a pregustare l’inevitabile..

‘Fermo, cosa fai.. aspetta’

Ma ormai era andato tutto troppo avanti per poter arrestare quel flusso di sensazioni, Lucia sentì l’altra mano dello sconosciuto che le sollevava la coscia e l’aiutava ad appoggiarla sullo sgabello, ormai si intravedeva sempre meglio nello specchio e le venne quasi da ridere per l’assurdità della situazione, sembrava incredibile ma era proprio lei con una coscia sollevata, le calze strappate e le mutande calate nel camerino di un grande magazzino. Poi ogni pensiero svanì, ogni sensazione si fuse in quel cazzo possente che tutto in un colpo si faceva strada nella sua fica fradicia di umori, forse per effetto di quel buio e di quel silenzio surreale poteva sentirne addirittura il suono, lo sentiva scivolare e poi ritrarsi madido del suo liquido per poi rientrare e mozzarle ogni volta il fiato.

Lucia non si era mai sentita presa così a fondo, senza accorgersene si inarcava e si protendeva infuori come a ingoiare quel sesso sempre più avidamente. Era una sensazione animalesca mai provata prima, neppure nelle sfide precedenti con Devil, mentre quel cazzo le scavava sempre più dentro sentiva la bocca di lui scivolarle sul collo e i loro corpi unirsi in un’estasi selvaggia.

Avrebbe senz’altro emesso un urlo, venendo, ma la mano di lui si spostò sulla sua bocca con perfetto tempismo mentre lei gli inondava il cazzo di nuovi e più copiosi umori.

Le cosce madide di sudore e di godimento, Lucia si sfilò e si inginocchiò per terra col vestito sollevato, si sentiva famelica come una bestia selvaggia e con veeemenza per lei inaudita prese in bocca il cazzo ancora duro e con foga lo condusse all’orgasmo, accolse in bocca e sulle labbra ripetute onde di seme bollente che le colò sul collo e sul vestito.

Si tirò su ed era sola. Si sedette, ancora ansimando, sul panchetto e in quel momento tornarono la luce e i rumori del negozio. Si spogliò con calma, aveva il collo e il viso arrossato per il godimento, il sesso e le cosce ancora umidi. Tolse le calze rotte e le mutandine, bagnate e slabbrate. Rimise sopra i suoi vestiti e si diresse verso la cassa con quelli nuovi, ancora impregnati del calore e del profumo di quell’incontro pazzesco’

‘Prendo questi’ disse alla cassiera. La donna li fece passare sul lettore. ‘Guardi che questi li ha già pagati, con questo blackout c’è stata una confusione’ecco qua il suo scontrino.’

Glielo porse. Lucia lo girò sul retro, e vide la consueta scritta in pennarello rosso ‘Ti è piaciuto? Tuo D.’.

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