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Racconti Erotici Etero

16_ Vì per Vendetta

By 19 Novembre 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Ma se il principe azzurro non fosse mai arrivato? Biancaneve avrebbe dormito per sempre nella sua bara di cristallo? O dopo un po’ si sarebbe svegliata, avrebbe svomitazzato la mela, denunciato la strega all’associazione consumatori e al N.A.S., trovato un lavoro, acquistato un vibratore azzurro, affittato un bell’appartamento e fatto un bambino grazie alla locale banca dello sperma? Dentro ogni donna single determinata e sicura di s&egrave c’&egrave una delicata e fragile principessa che aspetta di essere salvata? Le donne vogliono solo essere salvate? Oppure rifuggono questi luoghi comuni?
Abbiamo proprio bisogno di un uomo al nostro fianco? O possiamo anche fingere di farne a meno?
Io penso che in ogni donna che ha portato sul capo il cerchietto di Dolce & Cornuta, collezione primavera ‘ estate ci sia il recondito desiderio di rivalsa. Rivalsa che vorrebbe concretizzarsi inizialmente nel dimostrare la propria capacità di non avere bisogno di un individuo possibile omaggiatore di protuberanze cornute sul capo della compagna, e che poi sfocia invece nella necessità di dimostrare a tutti (ma soprattutto a se stessa) di poter fare ‘COME GLI UOMINI ‘. Ovvero scopazzare senza metterci il cuore.
Personalmente posso dire di avere tentato entrambe le strade, e su entrambe le suddette carreggiate ho beccato i lavori in corso’i classici MEN AT WORK.
Credo che il nostro apparato riproduttivo sia stato creato per essere complementare ad un altro. Credo che il nostro apparato gastro-intestinale non sia fatto per essere cornificate, poiché ulcere e malesseri non piacciono a nessuno, ed infine penso che ogni individuo, portatore sano di corna o meno, dovrebbe avere al fianco un altro individuo più o meno simile con cui condividere quel cammino irto di pericoli e dispiaceri, ma anche di gioie e meraviglie che &egrave la vita.
Questa &egrave la mia teoria personale per spiegarvi e soprattutto per spiegarmi, perché mi vado sempre ad incastrare con qualche individuo del sesso opposto.
Sperimentato che il sesso occasionale deve essere consumato solo occasionalmente e solo quando si presenta l’occasione, senza andarsela a cercare, avevo pensato di prendermi un periodo sabbatico di disintossicazione-after Marco.
Non &egrave che non ci sia stata male’anzi’era come vivere ogni giorno con un buco nel cuore.
Vi siete mai svegliati con la sensazione di avere dimenticato qualcosa? Per me era cosi tutti i giorni.
La tremenda sensazione di voler correre a dire a qualcuno di una cosa splendida che abbiamo appena vissuto, e sapere che quella persona a cui vorremmo dirla non fa più parte di noi &egrave quanto di più terribilerrimo possa esistere’
Per questo &egrave stata inventata la Vendetta.
Vì si era trasformata subito the day after macello in Vì per Vendetta!!
Vì : ‘ ed ora Voglio Vaneggiare su quando Vedrà quanto la nostra Veloce e Verace Vendetta sarà Vendicativa e quanto Velocemente gli diremo Vaffanculo” ed altri sproloqui del genere’ io in verità non Volevo Vendicarmi’anzi Volevo solo dimenticare tutto’ma l’insistenza della mia Vì x Vocina mi stava lentamente lavorando ai fianchi..così pensai che era triste marcire in casa quando potevo organizzare giusto qualche cosuccia per diVertirmi.
E poi lo ammetto, cari lettori e lettrici, un Marco non &egrave facile da dimenticare!
Alzi la mano quella donna che non ha mai fatto gli appostamenti all’ex fidanzato o al fidanzato’NO FERME ALT’vabb&egrave rimettetevi le mani nelle mutandine’che prometto che alla fine della storia verrà la parte clou e sarete felici di averle messe lì quelle dannate manine!
E va bene forse siamo in poche lo ammetto, ma vi prometto anche che avremo la nostra Viennetta’
Vì : ‘ Vendetta!’
Sì scusate Vendetta, no &egrave che quando finisce una storia io mangio quintalate di gelato’

La prima parte del Piano venne a galla nella mia mente quasi per caso, una sera quando cercando le chiavi della macchina nella mia borsa che &egrave tipo quella di Mary Spompins, riemersi con in mano delle chiavi non mie.
Primo pensiero ‘ ma vaffanculo pure quando cerco le mie chiavi mi devono venire in mano quelle di scorta della macchina di quel cretino’.’
Vì : ‘ ma &egrave Veeero che ce le hai ancora tuuuu’V V V V V x Vendetta’.’
Secondo pensiero ‘ ghgh’
Ok il secondo pensiero non &egrave da premio nobel, ve lo concedo, ma avevo tutti i neuroni sotto a fare gli straordinari’cercate di capirmi!
Decisi di seguire Marco, ovvero dove cazzo andava dopo il lavoro? Andava a trovare la sua fiamma? Andava dritto a casa o’
Vì : ‘ andava affanculo?’
o’
cosi mi feci prestare la macchina da un’amica per non essere troppo riconoscibile, mi appostai nei pressi del suo parcheggio aziendale’ed eccolo che esce.
Vì : ‘ certo che &egrave un gran figo anche vestito da lavoro’anzi con sta tuta da metalmeccanico me pare un California Dream Men!’
‘ Alora!! siam venute qua per Vendicarci o per sbaVare?! ( e da quando sei romana??)’
Vì : ‘ per Vendicarci, ma se sbaviamo un pochettino che male c’&egrave? ( no era per dare enfasi alla frase)’.
-_-‘
Così lo seguii da lontano, districandomi fra il traffico urbano e gli urletti decisamente poco eleganti di Vì che quando vede Marco mi pare sempre una gatta in calore.
Si recò a casa di una sue ex fiamma’tale Eva'( epporca Eva ci sta proprio benebenebene)’ed eccola che scende in sciantosi fuseaux rosa shoking, minitop modello ‘ non &egrave la rai ‘ ( se me la dai? Boh non ricordo), coda di cavallo e tipo 4 cm di trucco in faccia’
Rabbia allo stato puro’
Vì :’ nu dai non fare così poteva andare peggio”
non credo’ecco lì una perfetta taglia 40 strizzata in fuseaux che se pigli una taglia in meno vanno bene alla barbie, con la piega sempre perfetta ( forse ha una miniparucchiera nel cassetto del comodino…)
Insomma la conosco sta tipa, piena di soldi, bellissima e disinibita.
No vabbe dei difetti li ha anche lei’non ha molto cervello ma quando hai un bel fisico, ed i soldi per farti strafiga in fin dei conti puoi anche avere poco cervello, penso che sia una regola non scritta.
Una piccola parte di me voleva solo scappare a casa a mangiare la Viennetta’l’altra voleva consumare la Vendetta.
Vì : ‘ no dai non possiamo arrenderci cosi, ora siam qui..proseguiamo’
Cosi seguii il fedifrago e la sua Ottusangola, fino alla loro destinazione ovvero la palestra.
Non una palestra normodotata tipo quella in qui vado io , ma ovviamente in una di quelle più alla moda di Verona beach’nel suo caso Verona BITCh!
Del genere che se entri con un tampax non di marca se ne accorgono perché suona il coatto detector alla recepiton.
Mi appostai in un angolo poco illuminato, complici le prima tenebre della sera.
Vidi entrare la P.E. ( Porca Eva), e un Marco un po’ ingobbito seguirla’ proprio lui che in palestra si iscriveva sempre e poi ci andava tipo 3 volte al mese’
Misi mano al pacchetto delle sigarette, fedeli amiche di chi desidera farsi del male’
Non ero neppure giunta alla metà della prima che notai Marco uscire dalla palestra, sedersi su una piccola panchina, tirare fuori anch’egli il fedele pacchetto di veleno ed accendersi una ‘paglia’ come la chiamava lui.
Un po’ di tenerezza albergava ancora nel punto dove prima stava il mio cuore ed ora invece vi erano locati solo cocci scricchiolanti e non so perché ma vederlo lì tutto solo mi fece venire una strana voglia di abbracciarlo’subito scacciata come una mosca fastidiosa e sostituito col più sano pensiero di dargli una roncolata sulla faccia!!
Rimasi un’ora fuori dalla lusso-palestra alias accademia di chi se la tira, e per tutto il tempo Marco rimase fuori a fumare’a volte guardava in alto, ma non potevo scorgere il suo volto.
Poi P.E. uscì ed andò verso di lui, salutandolo con una bel bacio, poco passionale devo dire ma comunque un inequivocabile bacio’e subito la voglia di dare una roncolata sul muso anche a lei divenne quasi insopportabile’
Era quasi un sollievo che la rabbia avesse preso il posto del dolore, seppure il fatto stesso di trovarmi lì fuori, camuffata in un’auto presa a prestito ledesse inevitabilmente al mio amor proprio. Devo anche ammettere che durante quell’ora avevo immaginato di iscrivermi anche io in palestra per poi casualmente eliminare fisicamente la porca eva, magari in un incidente del tipo ‘ OH SCUSA QUANDO ME NE SONO ANDATA NON SAPEVO CHE FOSSI RIMASTA CHIUSA NELLA SAUNA ED ORA SEI BOLLITA COME UNA TESTINA DI VITELLO”
Oppure ‘ ooops scusami non volevo farti cadere il bilanciere da 25Kg in piena fronte”
Ma accantonai la cosa ritenendola veramente poco dignitosa’o forse avevo solo paura di sfigurare in un confronto diretto’
E poi in fin dei conti la colpa era di Marco.
La cosa che più mi scocciava &egrave che non aveva nemmeno tentato di negare’aveva accettato di perdermi cosi senza lottare come se non gliene fregasse nulla anzi, come se non vedesse l’ora di liberarsi di me!
Li seguii fino a casa e notai che la borsa di lei era rimasta sull’auto di lui’ seguii anche lui fino a casa. Dopodich&egrave attesi mezz’ora e quatta quatta complice il buio mi avvicinai alla macchina, tolsi l’antifurto ed aprii il bagagliaio’ed eccola lì la borsa della Porca Eva!!
Decisi di rovistarci dentro e trovaii oltre ad un bell’assortimento di indumenti taglia bambola anche una bottiglia di Gatorade aperta e consumata per metà.
L’istinto era quello di scioglierci dentro un paio di lassativi ma in fondo sarebbe stata una vendetta inutile’.anche se il solo pensarci mi dava brividi di gioia’optai invece per chiudere il baule, salire sull’auto di Marco e parcheggiarla poco distante, più o meno 4 posti auto più a destra’
Felice della mia piccola vendetta innocente risalii sulla mia vettura e tornai a casa.
Il giorno dopo mi trovai all’uscita della sua azienda circa 20 minuti prima della chiusura, questa volta con la mia auto, nascosta solo da un enorme paio di occhiali da sole, i miei lunghi capelli raccolti in una crocchia severa sul capo… c’era da spostare una macchina’come cantava Francesco Salvi!’
Non ancora felice introdussi un CD della Pausini nell’autoradio.
Forse avevo esagerato?!
Dietro alla mia voglia di innocue vendette si celava forse il desiderio di avere comunque a che fare con lui?
Vì non commentava, se ne stava seduta mestamente appoggiata alle mie ferite, ed ogni tanto ficcava un dito dalle lunghe unghie smaltate di nero nelle cicatrici.
Io attesi nascosta che Marco uscisse e poi lo guardai mentre smarrito non trovava l’auto. Stava forse credendo di impazzire? Infine salì e dopo poco vidi volare il cd fuori dall’auto.
Desideravo forse in quel modo che mi venisse a cercare? Volevo lo scontro? O volevo soltanto rivederlo?
Se mi avesse chiesto scusa l’avrei perdonato?
Quand’&egrave che l’arte di creare un compromesso diventa compromettente?!
Presa da questi sinistri pensieri mi stavo avviando verso la mia auto parcheggiata poco distante quando, cercando con mani malferme le sigarette e l’accendino rovesciai quasi tutto il contenuto della mia borsa sul marciapiedi. Mi acquattai subito e mi sistemai per bene gli occhiali scuri, e mentre le mie mani scendevano a raccattare alla veloce tutti gli oggetti che si erano spappardellati a terra, compresi i tampax e vari mascara e rossetti, vidi un bel paio di scarpe accanto a tutto il mio necessaire x le unghie.
Titubante alzai gli occhi’e..TERRORE, il capo di Marco se ne stava lì in piedi sorridendo, poi si abbassò ed iniziò ad aiutarmi.
Lo avevo visto solo una volta, mesi prima quando Marco me lo aveva presentato, era un manager in carriera aitante ed ovviamente, rigorosamente single, un tipo alla Keanu Reeves, quando fa il ragazzo per bene, con un sorriso smagliante ed una duplice laurea in ingegneria ed in economia e commercio.
Dottor G. : ‘ La aiuto io signorina, tutto bene?’
Non mi aveva riconosciuta, bene, calcandomi gli occhialoni sul naso ostentai un sorriso ebete tralasciando un particolare : agli uomini che vogliono restare single piacciono le donne ebeti!
Mormorai : ‘ Sì tutto bene, sa ero distratta” mentre mi affannavo a strappargli di mano la confezione intatta di preservativi alla banana .
Vì : ‘ sempre le solite figure!!’
Lui sorrise e mi disse ‘ perché non mi fa compagnia per un aperitivo?’
DONNE AL BIVIO NUMERO DUE!!
Vì’ :’ e vacci e prenditi una rivincita su Marco, cambia genere, questo &egrave un bel ragazzo, tutto chic’.pensa a come faresti rosicare Marco se ti vedesse con lui”
Ma come posso accettare? Dovrei dirgli tutto?
Vì ‘ e da quando prendere un aperitivo con qualcuno presuppone che tu debba dirgli chi sei e spiattellare tutto?’
A volte l’amor proprio ferito ci fa fare cose impensabili’ero felice a mio modo di avere calamitato l’attenzione di quell’uomo’
Vì : ‘ o tu o i preservativi alla banana’.’
Quasi come se fosse una piccola rivincita sulla bambolona taglia 40 che si scopava il MIO Marco’
Dissi ‘ ok vada per un aperitivo’.
Gli uomini quando vedono terreno fertile sanno essere tutti dannatamente affascinanti…si vedono bene.
Il Dottor G. era una panacea per la mia autostima ridotta allo zero assoluto.
I suoi modi di fare gentili, la cura nel parlare, ed il suo sorriso affascinante e forse due martini di troppo mi stavano lentamente facendo dimenticare che quello era il capo di Marco, e soprattutto che nella mia vita c’era stato un Marco.Così quando mi chiese qualcosa di me, mi inventai un improvviso appuntamento, non sapevo se inventarmi una vita falsa che andasse bene con la donna che lui avrebbe voluto o se dirgli tutto sembrandogli una squilibrata patetica. Non avevo via d’uscita.
Ma prima di salutarlo volle che ci scambiassimo i numeri di telefono’uscii dal locale col cuore in gola.
Ed improvvisamente tutto quello che avevo fatto, gli appostamenti, gli spostamenti d’auto mi sembrarono ridicoli e patetici.
Guidai fino a casa col cuore in gola, e mentre cercavo un parcheggio vidi una sagoma familiare appostata accanto al mio portone: Marco.
Parcheggiai.
Scesi dall’auto e mi diressi con passo deciso verso casa mia, come se non lo avessi visto’ora mi sembrava quasi appartenere ad una realtà parallela’una realtà in cui io avevo perso’ avevo perso la possibilità del mio Happy ending’Marco aveva ucciso la nostra favola. In qualsiasi modo fosse andata sarebbe sempre stato cosi.
Non appena fui a portata di voce mi venne incontro.
Con la tuta da california dream men che piaceva tanto a Vì.
Strattonandomi per un braccio mi ringhiò ‘ adesso dobbiamo parlare’, e mi spinse verso la sua auto. Io me ne stavo zitta e tutta la miriade di cose che volevo vomitargli in faccia mi stavano roteando nel cervello come le palline di un flipper impazzito, e nemmeno una voleva uscire fuori’mi stavano per uscire solo le classiche lacrime da idiota, perché trovarmi in auto con lui mi risvegliava una marea di ricordi’
Vedendomi piangere in silenzio, accostò l’auto.
Marco : ‘ ora mi ridai le mie chiavi e la smetti con questi giochetti, stai solo facendo i capricci’.
Una rabbia sorda si impadronì di me’
‘ se non erro sei tu quello che ha pensato di andare a scopare in giro i capricci, li hai fatti tu’
In cuor mio sapevo di non avere scuse per le mie bambinate ma mi erano parse divertenti quando le avevo fatte ed ora non sapevo piu nemmeno perché.
E’ vero forse lo avevo tradito anche io ma era PRIMA che decidessimo che stavamo assieme ‘PER SUL SERIO.’. Quelle non contavano’
Vì : ‘ sei sempre indulgente con te stessa’.’
Frugai nella borsa e gli buttai le chiavi addosso, urlando
‘ sei un grandissimo bastardo, quando finalmente mi ero innamorata di te mi hai dato una coltellata alla schiena, grandissimo stronzo!’
La mia mano più rapida del mio pensiero gli diede un violento schiaffo.
Mi aspettavo uno schiaffo di rimando ma non arrivò
Marco ‘ colpiscimi ancora se ti fa stare meglio’.
Vì ‘ e spaccagli la faccia!! Staccagli le braccine ed usale per percuoterlo!!’
‘ Vaffanculo ! Scopati la tua troia vi meritate l’uno con l’altra!’
Odiavo la mia voce tremebonda come odiavo che lui anche cosi stravolto, stanco, sporco, con una guancia rossa e la barba trascurata fosse così bello.
Lui se ne stava zitto.
La sua passività mi mandava in bestia, optai per un altro schiaffo, sentìì un bruciore intenso sul palmo della mano, subito dopo, probabilmente lo avevo colpito molto forte.
Non reagiva. Se ne stava lì fermo’mentre stava oramai calando la sera, quella giornata si stava spegnendo, ed io non sapevo più cosa fare’ mi aspettavo una reazione, delle scuse, delle giustificazioni alle quali poter controbattere e non arrivava nulla’
Marco si voltò verso il parabrezza, guardando davanti a sé.
Poi mormorò qualcosa’
Sul subito non capii, mi sembravano le parole più assurde che potesse dire.
Vì : ‘ eeehh? Che cazzo ha detto? ‘
‘Cosa?’
Nella mia voce c’era rabbia.
E cosi lo disse di nuovo’
Ma ancora non riuscivo a collocarle in quel contesto’
Vì ‘ opporcamalura’
‘ Che cazzo stai dicendo??’
Il mio tono stava salendo, volevo capire, il mio cuore batteva forte, sentivo le orecchie ronzare, non capivo’
Poi lui si girò verso di me, e guardandomi negli occhi disse per la terza volta con voce calma, rassegnata
‘ Ti amo. Ho detto che ti amo.’
Un brivido mi corse lungo la spina dorsale’
Vì ‘ temo che siamo capitate in una puntata di AI CONFINI DELLA REALTA’ !!’.
Qualcosa si stava rompendo dentro di me. Ma ancora non riuscivo a cogliere il nesso’
‘ fammi indovinare: e per dimostrarmi il tuo immenso amore ti sei scopato un’altra’.o meglio mi butto ad indovinare’sei inciampato ed il tuo cazzo per pura sfiga &egrave scivolato dentro alla Eva.’
Ecco il pensiero di quella cosa mi fece tornare le lacrime’
Marco ‘ No. E’ successo due mesi fa. Quando non stavamo ancora assieme, cio&egrave non seriamente, sono uscito con lei perché mi ha chiamato piangendo che il suo fidanzato l’aveva lasciata e voleva suicidarsi, cosi per distrarla, sai in nome dei vecchi tempi.’
Pausa.
Aspettava che dicessi qualcosa ma io non avevo nulla da dire ero incredula stavo solo ascoltando’
Marco ”mi era sembrata cosi fragile e poi mi &egrave saltata addosso e”
La mia faccia doveva essere diventata cosi incazzosa che si zittì per un attimo, poi proseguì:
‘ e’lo so non ho scuse, potevo dire di no, ma non riuscivo a staccarmela di dosso e poi non sono più riuscito a dire di no e”
Io : ‘ se ti aspetti che mi intenerisca ti sbagli, non ti avrà mica violentato !! CAPISCI ANCHE TU CHE &egrave UNA CAZZATA!!’
Marco : ‘ No, l’ho voluto anche io, ad un certo punto me la volevo fare, mi stuzzicava e ho pensato che in fondo era solo una scopata, e basta ma invece”
‘ Invece ti sei innamorato della Troia, cazzo Marco già ci stavi assieme e le cose non andavano e ci sei ricascato?! TI ODIO SEI UNO STRONZO!’
Marco : ‘ Sì sono stato stronzo, ma non mi sono mai innamorato di lei, anzi me la sono scopata e basta e la cosa non mi &egrave nemmeno molto piaciuta cio&egrave insomma una scopata cosi , una roba stupida’e poi non l’ho più rivista lo giuro e..’
‘ ma smettila se &egrave pure stata da te’NON MI RACCONTARE BALLE MARCO ALMENO L’ONESTA ME LA DEVI’
Con voce calma ricominciò a parlare mentre le sue mani tremavano alla ricerca di una sigaretta :
‘ e poi qualche giorno fa &egrave venuta da me, &egrave incinta il bambino &egrave mio.’
SILENZIO, MACIGNO SUL CUORE. PANICO.
Marco : ‘ Ho fatto tante cazzate, stavolta devo fare la cosa giusta, se non ci sposiamo lei si libererà del bambino, mi ha minacciato anche di ammazzarsi’e non so cosa fare, ora stiamo uscendo per vedere se le cose funzionano’volevo solo che tu te ne andassi che non vedessi tutta questo schifo. Che la mia cazzata non ti facesse più male del dovuto’volevo solo che tu te ne andassi, lontano da me.’
La sua voce si faceva sempre più flebile, ed era come se si fosse tolto un macigno dal cuore’
‘ ma’non hai usato delle precauzioni?’
Marco ‘ sì certo ma a volta possono essere bucati o che so io’non lo so..’
‘ ma sei certo che sia tuo?! Marco cazzo s’&egrave fatta mezza città”
Vì: ‘ oh ma che sei solidale con il nemico?’
Marco : ‘ non lo so beh penso di si insomma i tempi, cio&egrave non lo so le ho creduto..’
Gli uomini’a volte cosi ingenui’a volte cosi stronzi..
Non sapevo cosa fare ma mi veniva da piangere.
Piccole lacrime iniziarono a scendere dai miei occhi, lacrime per la nostra favola che non poteva avere un lieto fine, per Marco che stava male, anche se aveva commesso un errore, per me che non sapevo come smettere di amarlo’
Io ‘ marco come si fa a smettere di amare?’
Dissi fra le lacrime’
Marco ‘ non si può Mirta.’
Aveva gli occhi lucidi
Marco ‘ non posso sopportare di farti stare cosi male..per questo avrei preferito non vederti mai più, ma forse non lo volevo davvero’sono uno stronzo!’
Con il pollice mi pulì le lacrime dal viso. Era cosi serio e cosi bello’che mi venne naturale sporgermi verso di lui e baciarlo.
La foga con cui rispose al bacio quasi mi travolse. Come se in quel bacio ci fossero tutte le cose che pensavamo ma che non volevamo o che non potevamo dirci.
E poi le sue mani che mi trascinavano verso di lui.
‘ Ti amo Mirta, ti amo tanto’ mi mormorava fra i capelli mentre oramai ero in braccio a lui e lo desideravo con tutta me stessa’ come se volessi riappropriarmi del mio territorio in lui.
Mi tolse la giacca con gesti rapidi impazienti
‘ ti voglio, ti prego non dirmi di no ne ho bisogno amore’
Io non parlavo lo baciavo e basta lo divoravo, con baci violenti e con mani impazienti.
‘ sarà difficile uscire da questa tuta’ mi disse ridendo e quella piccola risata ci commosse entrambi, come una piccola isola di felicità in un mare di casini.
Io non parlavo volevo averlo anche io, mi liberai dei pantaloni, mentre lui mi apriva la camicia.
La sua tuta non era facile da togliere come quella dei California Dream Men’fu difficile sfilargli le maniche, sotto portava una t-shirt macchiata.
‘ in effetti sono tutto sporco faccio schifo.’
Si fermò, guardandomi’.ma sapevo che dietro a quelle parole se ne nascondevano altre’ che voleva dirmi ‘ non voglio farti ancora più male’.
Voleva delle parole da me ma io non ne avevo’io avevo solo il mio corpo che desiderava il suo affanculo la ragione e affanculo la logica, l’orgoglio e la rabbia.
Gli sfilai la maglietta, e lo baciai sul petto, sentivo il suo odore forte e pungente ma invece di farmi schifo mi eccitava ancora di più, fu quello a farmi capire come e quanto lo amavo!
Riuscimmo non so come a sfilare anche la tuta e lì sul ciglio di quella strada, seminudi, nell’abitacolo della sua auto c’eravamo solo noi due.
Come era possibile che da fidanzata fossi diventata ora l’amante?!
La strana ineluttabile ironia della cosa mi lasciava stupita ed in un certo qual modo mi stavo prendendo una grossa rivincita’almeno al momento..
E poi fu dentro di me.
Inizialmente era dolce quasi timoroso che da un momento all’altro potessi cambiare idea, rifiutarlo, ma poi il suo corpo ed il mio iniziarono a muoversi in sincrono, i corpi non dimenticano.
Il suo cazzo era piantato dentro di me ed almeno in quel momento, finch&egrave mi restava dentro, era tutto mio, mente e corpo.
Spingeva e mi mormorava dolci sciocchezze sul collo, ma i suoi sospiri mi facevano pensare ai temporali estivi e a tutta la rabbia che sfogano.
‘ ma dopo quella volta ci sei andato ancora a letto?’
Gli chiesi cosi a bruciapelo mentre era dentro di me, mentre mi scopava.
Si bloccò senza uscire.
‘ No, a dire il vero non mi viene più nemmeno duro con lei, ci ha provato il giorno dopo che abbiamo litigato io e te, ha provato a farmi un pompino ma non ci sono riuscito’e te se ti bacio mi si drizza” mi disse sorridendo. Quel sorriso sbarazzino eppure da stronzo.
Lo amavo e lo odiavo per quello che mi stava facendo’
Poi riprese i suoi movimenti ed il mio corpo le seguiva in quella danza’
‘ Amore voglio sentirti godere’.’mi disse all’orecchio, mentre entrava profondamente in me , con un dito prese a stuzzicarmi il buchino posteriore, un dito, piano lentamente poi due’
‘ Godi amore lo so che cosi ti piace’ mi disse con voce roca mentre le sue spinte diventavano più violente sentii l’orgasmo arrivare come una liberazione, mi mancava il fiato e mi accasciai su di lui, poi mi spostai lentamente sull’altro sedile e mi abbassai per farlo godere con la mia bocca.
‘ lascia stare’
Mi disse sorridendo’
‘ perché? Dai’
Marco : ‘ non voglio sono sporco, ho cattivo odore e poi sono contento cosi, volevo solo sentirti venire e sentirti ancora mia’
Le mi insistenze furono inutili,ed alla fine prese a rivestirsi’
Non sapevamo ancora come sarebbe andata a finire questa storia’
Io sapevo che da cornuta ero diventata amante’
Mi trovai a riflettere sulla meccanica delle separazioni in un tribunale &egrave una giuria a decidere l’esito finale, in una relazione sono le vittime stesse che devono decidere il proprio destino. Ma come riuscire a trovare una via d’uscita? Abbiamo bisogno della distanza per riavvicinarci?
Avevo paura.
Paura di quella storia e di tutte le conseguenze’
Quando sei giovane tutta la tua vita &egrave dedicata al divertimento, poi cresci e impari a essere prudente, potresti spezzarti qualche osso, o il cuore. Guardi prima di saltare e qualche volta non salti per niente perch&egrave non sempre c’&egrave qualcuno ad afferrarti e nella vita non c’&egrave rete di sicurezza. Quando ha smesso di essere divertente e ha cominciato a far paura?
( to be continued)

Commenti come sempre a ghostofwinter@hotmail.it

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