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Racconti Erotici EteroRacconti erotici sull'Incesto

210 . Marco prende analmente sua sorella Alba

By 5 Marzo 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Ci svegliammo nello stesso letto, abbracciati, fratelli e amanti, poi lui ancora mezzo addormentato, si girò dall’altra parte e io potei ammirare il suo bellissimo fisico. Scostai il lenzuolo che gli copriva appena il sedere ed estasiata rimasi a guardare le sue meravigliose forme mascoline. Avevo l’impressione che Marco si depilasse, era troppo liscio perché lo fosse naturalmente. Comunque, per me, che amavo vedere sulle riviste di gossip gli attori in costume e senza peli sul corpo, era una visione paradisiaca. In quella posizione fetale, notai come le sue gambe fossero muscolose, da atleta quale lui era, e poi il suo sedere, perfetto ben esposto al mio sguardo; fra le natiche il solco lasciava intravedere appena la sua rosetta anale. Avrei voluto toccarlo, proprio lì, per capire, per vedere, per cogliere le sue reazioni; poi lasciai perdere e a malincuore lo ricoprii. In quel momento, forse disturbato dai miei movimenti, lui si girò supino. All’altezza del suo pube il lenzuolo formava come una piccola tenda canadese; io attratta come un pezzo di ferro da una calamita, fissai il mio sguardo in quel punto ed immaginai la sua potenza, la sua durezza, la forma cilindrica con il suo fungo alla sommità, il tutto era appena celato da un leggero e candido telo di lino. Senza provare vergogna, senza remore o condizionamenti, portai la mia mano destra su quel cucuzzolo e ne accarezzai la sommità. Lui aprì finalmente gli occhi e mi guardò, poi ‘.

‘Ciao Alba, uuummmhhh il buongiorno si vede dal mattino ”

‘Ciao Marcuccio mio, hai dormito bene? Hai ripreso energie?’

‘Uuummhhh, si, non vedi che le ho recuperate del tutto? Guarda !!’

Scostò delicatamente la mia mano e fece volare le lenzuola in fondo al letto. Il suo pennone inalberato e maestoso svettò finalmente libero. Lo desideravo, ne ero stregata e incantata, mi sentivo sedotta da quel grosso e lungo cilindro di carne ‘

‘Che voglia che mi fai venire, sei troppo bello, amo te e amo pure ‘ lui ”

‘Più me o più lui?’

‘Ummmhhh ‘. tutti e due allo stesso modo ”

‘Toccalo ancora come prima ”

Glielo presi in mano; una sensazione stupenda stringerlo fra le dita, tastarne la durezza, la consistenza marmorea, sfiorargli la delicata pelle del fusto e quella del glande, paonazza, tesa e lucente, vellutata ed estremamente sensibile.

‘Alba, fermati, prima devo fare la pipì ”

‘Anche io la dovrei fare ”

Scese dal letto mi prese per mano e ci avviammo in bagno, io con un desiderio irrefrenabile d’avere il suo grosso cazzo infilato fra le gambe e lui preceduto dal suo cannone che sussultava e vibrava ad ogni passo. Lo vidi prenderselo in mano ed abbassarlo verso la tazza del wc, mi avvicinai a lui e sostituii la sua mano con la mia. Che sensazione particolare, mi parve d’essere io un maschio e provai la soddisfazione di guidare il getto d’urina dirigendolo qua e là. Il cazzo era sinonimo di potere per gli uomini. In quel semplice gesto loro dimostrano la loro potenza, mentre noi accovacciate sembriamo quasi subire dimostrando all’uomo la nostra sottomissione. Il nostro è un gesto dettato dal bisogno di urinare, mentre il loro è anche la soddisfazione psicologica di farla da in piedi, gestendo liberamente il getto d’urina. Per i maschietti è diverso, fin da piccoli tengono in mano la loro virilità, la guidano, la infilano nei nostri buchi, ci penetrano, ci ordinano di prenderglielo in bocca, ci innaffiano con il loro sperma omaggiandoci del loro nettare, facendocelo gustare assaggiandone il sapore e la densità. Sono loro che ci rendono madri.
Io pur amando moltissimo l’essere nata femmina, invidiavo un po’ questo loro predominio, dovuto a quella appendice che spesso ci può dare gioia e qualche volta anche forte dolore.
Ecco del dolore vi vorrei parlare, il mio, quando lui in quello stesso giorno, dopo avermi leccata a lungo dappertutto, mi aveva fatta mettere supina e mi aveva poi sollevato in alto le gambe, poi ‘.

‘Ti lecco per bene il culetto ‘. T i piace??’

Con le mani sotto le mie ginocchia mi teneva le cosce spinte quasi contro il busto e con la bocca mi baciava il mio piccolo forellino posteriore ‘

‘Ti piace??? ‘

‘Si, mi piace, mi piace ‘ maaa ‘ mettimelo nella figa, mettimelo nella figa ti pregoo ‘.’

La sua lingua si adoperò invece ancora sul mio foro anale, spingendosi fra le sue grinze a lambirlo e ad insalivarlo abbondantemente. Mi infilò un dito dentro, pochi millimetri ‘.

‘Marcoo ‘ togli il ditoo, toglilo mi da fastidio ‘ mettimi il cazzo nella figa, mettimelo dentrooo ”

Invece di sfilare il dito lui lo spinse ancora un po’ all’interno, sentii nel mio sfintere una sorta di contrazione che mi provocò un lieve dolore ‘

‘Non mi piace Marco, non mi piace più, togli il dito, non mi toccare più il sedere, la figa, la figaa, leccami la figaaa ‘.’

Sembrava non sentire le mie parole, il dito era dentro e io stringevo più che potevo i muscoli dell’ano per cercare di espellere lo sgradito intruso.

‘Te lo voglio mettere nel culo, non l’hai ancora capito???’

‘Non rovinare tutto Marco, lasciami stare, lasciamiiii ‘.’

‘Stai ferma, adesso te lo allargo per bene, vedrai che non sentirai più dolore, fidati di me ‘.’

‘Ti ho detto che non voglio, non mi va!! Capito????’

Inginocchiato fra le mie cosce si sporse in avanti spingendo con le spalle l’incavo delle ginocchia ancora più in avanti. Mi sentivo alla sua mercé, gli diedi uno schiaffo sul viso, lui si infuriò, fu la fine ‘

‘Adesso basta!!’

Prese uno dei cordoncini che tenevano il copriletto legato ai pomoli e lo tirò a sé. Con una mano mi bloccò il polso destro legandomelo alla colonnina del letto, poi fece altrettanto con il cordoncino opposto e nonostante che io mi agitassi per tentare di liberarmi riuscì a stringere il mio polso sinistro all’altra colonnina.

‘Adesso ti rompo il culo bambina bella !’

Ancora le sue spalle possenti nell’incavo delle ginocchia e ancora io in quella posizione dalla quale non mi potevo sottrarre ‘

‘Non farlo, non farlo ti prego, ti prego ‘.’

Piagnucolai cercando di farlo desistere dal suo intento, lo supplicai di non farlo, lo minacciai di riportare tutto ai nostri genitori, ma lui, rosso in viso, trasfigurato davanti al mio vergine buchetto, non arretrò nemmeno di un millimetro. Anzi, urtò la sua cappella contro il mio forellino e poi la pigiò ulteriormente, urlai forte quando si fece strada all’interno, urlai e piansi copiosamente quando mi spaccò il culo, ma il tutto non servì a nulla. Ebbi l’impressione che i miei lamenti e le mie suppliche sortissero solamente l’effetto opposto. Quando la corona del glande superò il mio piccolo orifizio credetti di svenire dal dolore; ancora gli urlai di toglierlo ma lui ‘.

‘Che stretta che sei!!! Uuuummm ‘. che culoooo, che culoooo ‘.. ti amooo, ti amooo, che culoooo ‘ te lo spacco in dueeee, te lo rompooo ‘..’

Le lacrime sgorgavano copiose dai miei occhi e colavano sulle tempie e quindi bagnavano il cuscino; lui lo spinse ancora dentro, poi ancora ‘..

‘Bastaaaa’ bastaaaa’ svengooo ‘ mi fai maleeeee ‘.’

‘Fra un po’ ti piacerà, dai troietta, dai che fra un po’ godi come una vacca!!! Te lo sbatto tutto dentrooo, tuttooooo, tuttooooo ”’

Millimetro dopo millimetro penetrava nel mio intestino e pareva non finire mai, gli dissi che non l’avrei più voluto vedere, che lo odiavo a morte, ma lui sorrise e mi sbeffeggiò, poi ancora spinte dopo spinte fin quando sentii il contatto delle sue palle contro le mie natiche’.

‘Uuuuummmhhhh ‘ ce l’hai tutto dentroooo, tuttooooo dentroooo ” Voglio goderti in culooo, ti sborro nel culoooo ”’

Non provavo assolutamente nessun piacere e fu così fino alla fine, fin quando lui mi riempì di sperma le viscere e dopo un affondo bestiale si sfilò di colpo. Quando la sua mostruosa cappella uscì, udii un ‘plop’ come quando si stappa una bottiglia di Spumante. Mi slegò i polsi che per di più erano parecchio doloranti; appena la mia mano destra fu libera le diedi un paio di ceffoni sul viso, poi lui mi tenne ferma per i polsi e mi disse ‘

‘La prossima volta ti piacerà vedrai!!!’

‘Bastardooo, non ci sarà un’altra volta!!! Sei un figlio di puttanaaa’ Mi hai violentata, hai distrutto tutto, ti odiooo.. ti odiiooooo ‘..’

Trascorsero alcuni giorni senza che io e lui ci rivolgessimo la parola, poi il sabato seguente lui ‘

‘Alba, vieni qui che ti devo parlare…….’

‘Cosa vuoi?’

‘Siediti che voglio spiegarti una cosa……..’

Mi sedetti e lui iniziò a parlare……

‘Volevo parlarti di quanto è successo la settimana scorsa. Ecco io sono un ragazzo normale che fa tutte le cose dei ragazzi normali. Ho una ragazza e con lei mi sono divertito fino a poco prima di essere folgorato da te. Fin qui è tutto chiaro?’

‘Si chiarissimo…..’

‘Ok, la mia ragazza e io facciamo l’amore anche come l’ho fatto con te….’

“Cioè? ”

‘Eee.. cioè…..cioè che lei mi da anche il culo e dopo le prime volte poi ci ha preso gusto e specie negli ultimi mesi, gliel’ho messo spesso in quel buchetto lì e lei gode come una matta. Hai capito adesso?’

‘Si Marco ho capito, ma il dolore per me è stato troppo forte, forse la tua ragazza ha il buco più largo, non lo so, ma insomma a me non è piaciuto per niente e mi hai fatta soffrire molto!!’

‘Alba, la prima volta è la prima volta, ma la seconda sarà diversa, vedrai che comincerà a piacerti…..’

‘Marco, non ci sarà nessuna seconda volta…….’

‘Ci sarà, ci sarà, tranquilla, vedrai che ci sarà. Vedi, la mia ragazza ha un bel culo anche lei, ma tu sei un capolavoro, nemmeno il più bravo scultore del mondo potrebbe scolpirlo uguale!!!’

‘Marco, io non voglio più sentire quel dolore…..’

‘Vieni con me, andiamo a letto……..’

Tentai di scappare girando attorno al tavolo ma lui mi corse dietro e mi raggiunse prima che potessi uscire dalla porta di casa. Prendendomi per un braccio mi trascinò verso la camera da letto.

‘Vieni con me, non te ne pentirai, fai tanto la troia e poi diventi schizzinosa per un po’ di dolore al culo??’

Mi prese e mi buttò sul letto, la sua mano destra artigliò la mia gonna e me la lacerò, la stessa fine fecero le mie mutandine seguite dalla maglietta e dal reggiseno. Mi fece girare prona poi con forza mi sollevò i fianchi e mi sputò della saliva per lubrificarmi l’ano. Lui spogliò usando una sola mano e contorcendosi tutto, infine tirò fuori semplicemente il suo grosso e lungo randello e me lo appoggiò al culo che ancora era abbastanza slabbrato e dolorante.

‘Toh, prenditelo nel culo troietta!!!!’

‘Ahiaaaaa, ahiaaaaa, mi fai maleeeeee…..!!!!’

‘Mi ecciti di più se ti lamenti sai???’

Me n’ero accorta dalla durezza del suo cazzone che ad ogni mia protesta sembrava gonfiarsi all’interno del mio intestino, dilatandomi ulteriormente lo sfintere.

‘Perché fai questo alla tua sorellina???’

‘Perché mi piaci, perché sei una bella troia e perché mi fai godere come un matto!!!

‘Fai piano Marco fai piano………….’

‘Dimmi che ti piace puttanella!!!!’

“Noo, non mi piace, non mi piace mi fai malissimo!!!!”

Mi appioppò quattro o cinque sonore sculacciate sulle natiche indifese e poi…..

“Zitta, zitta, prenditi il cazzone nel culo e godi, godi troietta del fratellino tuo!!”

“Ahiaaaa,ahiaaaaaaa,che maleeeee”

“Ohh, ce l’hai quasi tutto dentrooooo”

“Ti pregoooo….”

“Ancora cinque centimetri poi te lo sei preso tutto troia!!!!!”

Me lo spinse dentro ancor di più, lo fece senza alcuna pietà…..

“Aaaahhhhhh, tuttooooo, tuttooooo, tuttoooooo, ti ci ficco dentro anche i coglioni!! Che maialina che sei!!!”

“Fai pianooo, ti prego pianooooo”

“Ti ho spaccato il culooooo, ce l’hai quasi tutto piantato dentroooo!!!!!”

‘Mi fa un po’ meno ma..le……’

‘Adesso te lo ficco tutto dentro fino ai coglioni!!!’

‘Nooo, piano, pianoooo……’

Lo sentii entrare fino in fondo, la base larghissima del suo cazzo mi slabbrò ulteriormente lo sfintere anale. Le grosse palle pendenti, mi sbattevano contro la figa, lui grugniva come un maiale e continuava a spingere. Per fortuna, che ormai la sua grossa mazza, aveva raggiunto il “fine corsa”. Interminabilmente lo sentii sfilarsi da dentro e poi ancora affondare millimetro dopo millimetro nel mio intestino.
Poi accelerò le sue immersioni e cominciò a sbattermi con colpi rapidi e profondi.

Percepivo ormai chiaramente, un certo piacere, che si mescolava al dolore dandomi delle sensazioni di godimento estremo. Il mio fratellone bastardo non smise un attimo di pomparmi il culo e dopo un po’ di tempo cominciai a sentire arrivare da lontano un piacere sempre più forte. Alla fine, compresi che se mi fossi impegnata un po’ di più, la goduria sarebbe a mano a mano aumentata d’intensità. Provai a spingere come se dovessi fare la cacca e mi accorsi che il dolore diminuiva moltissimo, così in breve tempo arrivò il mio primo orgasmo anale.
Lui, subito dopo, con il cazzone affondato fino alla radice, mi sborrò in pancia, mi parve che una marea di liquido bollente mi avesse allagato completamente il ventre, poi, lui, ancora con un sonoro ‘flop’ sfilò il suo pitone dal mio culo ed io constatai con le dita che ce l’avevo aperto come la bocca di un vulcano .

Mio fratello, durante quei giorni di vacanze e anche poi una volta tornati a casa, quando ne aveva voglia, mi faceva solo segno ed io, ubbidiente, lo seguivo in camera sua. Beh per qualche anno la cosa continuò fin quando io conobbi il mio attuale marito. Passai così dalle mani di un bastardo a quelle di un altro. Il mio fidanzatino aveva anche lui i suoi vizietti, gli piaceva vedermi alle prese con altri e così ‘.

by ombrachecammina
e-mail: alexlaura2620@libero.it

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