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Racconti Erotici Etero

24. LA BABY SITTER

By 16 Settembre 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Non aveva mai tradito sua moglie. L’idea non l’aveva concretamente sfiorato prima di allora.
Prima dell’arrivo di Marika.
Ragazza attraente, Marika. Diciotto anni appena compiuti, lunghi capelli neri, occhi vispi, sorriso accattivante ed un culetto alto e sodo.
Da un paio di settimane, l’adolescente era stata assunta dalla moglie di Filippo per fare da baby sitter al loro unico figlio di quattro anni.
Filippo, un impiegato quarantenne, era rimasto piuttosto colpito dalla scattante figura di Marika e dalla sua esuberanza.
Cinzia, la moglie dell’uomo, aveva ricevuto buone referenze della giovane da un’amica e, notando l’immediata empatia tra lei ed il piccolo, aveva subito deciso di assumerla alle proprie dipendenze.
Così la ragazza si era presentata un lunedì pomeriggio a casa della coppia per stare col piccolo Francesco, permettendo così a moglie e marito di assentarsi per i propri impegni.
I pomeriggi volavano veloci per la ragazza, completamente assorta tra le cure del piccolo e lo studio per l’esame alla facoltà di giurisprudenza.
Alle venti circa, i due coniugi rincasavano e Marika si congedava in fretta, per non perdere l’autobus.
Il sorriso della fanciulla e le sue gambe scattanti alimentavano le fantasie di Filippo. Ma lui cercava di soffocare quella strana e nuova attrazione, ignorando volutamente la tensione che avvertiva al bassoventre.
“Nemmeno fossi un ragazzino alla prima cotta…”
Si ripeteva, quando sentiva il principio di un’erezione.
Una sera Filippo e Cinzia avevano fatto l’amore e lui si era sorpreso a sovrapporre al volto ed al corpo della moglie quelli di Marika, che con fare lascivo ed ammiccante si abbandonava al piacere. Con quella immagine stampata suo malgrado nella testa, aveva avuto un orgasmo esplosivo.
Le giornate trascorrevano veloci e la routine era più o meno la stessa. Più Filippo cercava di soffocare la propria attrazione, più il suo cervello si affollava di immagini spinte, di cui Marika era protagonista. Le erezioni erano a volte dolorose, tanto il desiderio era sfrenato, e lui non ne poteva più, così da dover ricorrere talvolta alla masturbazione furtiva. Sognava quel corpo adolescenziale e perfetto, quella bocca rosa e carnosa, quel seno sodo, quel culetto. Tutto di Marika lo attraeva. Gli piaceva quella maliziosa inconsapevolezza, quel fare spensierato ed anche quel modo di vestire, che metteva in risalto tutta l’acerba bellezza.
Erano trascorse due settimane da quando la ragazza aveva fatto il proprio ingresso in quella casa.
Era venerdì. Marika aveva ricevuto una telefonata da Cinzia, che le domandava di trattenersi un’ora in più.
“Non c’è problema!”
Aveva risposto la giovane.
“L’unica cosa è che l’ultimo autobus passa alle venti e dieci. Non so come fare per tornare a casa.”
“Non devi preoccuparti per questo!”
L’aveva tranquillizzata la donna.
“Mio marito ti riaccompagnerà a casa al suo ritorno.”
Alle ventuno circa, i due coniugi erano rientrati e Cinzia aveva chiesto a Filippo di accompagnare Marika a casa.
“Certo!”
Aveva risposto lui, non senza un senso di disagio. Prese le chiavi dell’auto, aveva invitato la ragazza a seguirlo.
Marika non abitava molto lontano, ma il pensiero di essere solo in auto con lei turbava Filippo come un ragazzino.
Quella sera la ragazza indossava un vestitino leggero e corto e sul sedile laterale, Marika sfoggiava un paio di cosce ben tornite.
Lo sguardo di Filippo cadeva spesso su quelle gambe illuminate dalla luce soffusa del cruscotto e dei lampioni. L’uomo cercava disperatamente di combattere la tentazione di mettere la mano in mezzo alle cosce di Marika, instaurando con lei una conversazione pressoché insipida. Le chiedeva dell’università, del lavoro di baby sitter, cercando di soffermarsi su argomenti neutri ed innocui.
Ma il suo sguardo era tutto per quelle fantastiche gambe e per quel sorriso incantevole.
“Arrivati. Io abito in fondo al viale.”
Il posto era piuttosto buio, distante dalla strada principale. Filippo spense il motore. Il silenzio era quasi irreale.
“Comunque mi piace molto lavorare per voi, Francesco è un bimbo adorabile.”
Dicendo così, Marika si era girata verso Filippo ed il suo ginocchio nudo aveva sfiorato la mano dell’uomo ferma sul cambio. Istintivamente, lui la ritrasse, quasi come se avesse ricevuto una scossa.
“E poi…”
proseguì la ragazza
“Mi piace il modo in cui lei mi guarda…”
Se ne era accorta? Si domandò Filippo imbarazzato.
“Sì, mi sono accorta di come lei mi guarda.”
Ribadì la ragazza, facendo eco al suo pensiero.
Filippo non sapeva come reagire.
Pensò lei a compiere il primo passo. Prese la mano dell’uomo e la portò esattamente dove lui aveva desiderato che fosse per tutto il tragitto. Le cosce di Marika erano lisce e calde. Quel contatto scatenò un accenno di erezione. Troppo tempo aveva fantastico su di lei, per poterla ricacciare indietro.
“Marika…sono sposato, Marika…”
“Lo so, Filippo, ma per me non é un problema. Mi piaci.”
“Marika, ti desidero come un pazzo, ma non ho mai tradito mia moglie…”
La ragazza prese la mano dell’uomo e con decisione se la mise sotto il vestito.
“Mi piaci, Filippo, se penso al modo in cui mi guardi…Non immagini quanto mi sono masturbata, pensando a te…”
A quel punto era davvero difficile resistere. Filippo con la mano
sentiva il calore provenire dagli slip di Marika.
“Sono tutta bagnata, Filippo, lo sono per te…”
In preda al desiderio, lui allungò la mano, facendosi strada dentro le mutandine umide di Marika, per assaporare tutto il suo calore.
“Sì, dai, toccami così…”
Ansimò la ragazza.
“Marika, ti voglio!!!”
Ormai era tardi per tornare indietro.
Filippo abbassò il sedile e si sdraiò sopra Marika, facendole sentire l’urgenza del proprio desiderio.
“Come sei eccitato!”
Notò lei con soddisfazione.
“è da quando sei arrivata a casa mia, che ti voglio. Ora non ce la faccio più, voglio entrarti dentro, scoparti con tutto me stesso!”
“Sì, scopami e fammi godere. Sai, i miei coetanei sono tutti degli incompetenti, ma tu sei un uomo maturo, so che mi farai godere tantissimo…”
“Che piccola troietta furbetta che sei. Mi hai fatto ammattire in queste due settimane. Ho fatto l’amore con te non so quante volte nella mia mente. Ce l’ avevo sempre duro. Ed ora ti ho qui, sotto di me, sei fantastica.”
Cominciarono a baciarsi con bruciante passione, poi la bocca di Filippo scese a baciarle il seno candido e sodo. Le mani dell’uomo erano bramose e l’accarezzavano ovunque.
“Sì, Filippo, adoro le tue mani grandi e forti…”
Poi le dita dell’uomo arrivarono lì, all’ingresso della sua femminilità calda e ansiosa.
“Sei un lago…stretta e bagnatissima, il sogno di qualsiasi uomo…”
Filippo godeva nel sentirla gemere e contorcersi sotto di lui.
“Sì, voglio farti godere tantissimo, troppe volte ho immaginato questo momento.”
“Dai Filippo, sì, dai, mi fai venire!”
“Voglio sentire il sapore della tua fichetta!”
La baciò sulle labbra carnose e morbide e poi si abbassò, fino ad assaggiare quella meraviglia che si schiudeva come un fiore sotto i guizzi della sua lingua. Il clitoride era turgido ed infuocato, quando Marika venne. Il succo del suo orgasmo lasciò un piacevolissimo sapore nella bocca di Filippo. Il suo membro si era ulteriormente ingrossato.
“Marika, non ce la faccio più.”
Disse ansimando per il desiderio, mentre lo infilava dentro di lei. Il suo ritmo fu subito sfrenato, come per guadagnare il tempo perduto, come se fossero secoli che non scopava più.
I due gemevano all’unisono, mentre l’eccitazione cresceva spinta dopo spinta.
“Marika, sono vicinissimo…”
“Vienimi in bocca. Ti voglio bere tutto!”
Filippo non se lo fece chiedere due volte. Si inginocchiò davanti alla ragazza, che con quella bocca fantastica cominciò a spompinarlo con una maestria inaspettata. Ci sapeva veramente fare. Non ci volle molto, perché Filippo esplodesse in uno degli orgasmo più intensi che ricordava. Trattenne a stento un grido che si sarebbe probabilmente sentito fino alla strada. I suoi schizzi riempirono la bocca di Marika, che ingerì tutto lo sperma con gusto.
“Marika, mi hai regalato un momento fantastico!”
“Tu a me!”
Rispose lei di slancio, stampandogli un sonoro bacio sulla guancia.
“E non sarà l’ultimo, spero.”
Disse con quell’incantevole sorriso.

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