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Racconti Erotici Etero

30. NONOSTANTE TUTTO

By 19 Giugno 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono trascorsi pochi minuti, da quando ti ho sentito dentro, da quando per un istante ci siamo appartenuti. Nella mia mente galleggia l’immagine nitida dei nostri corpi avvinghiati, delle nostre bocche incollate, dei nostri occhi eccitati e luccicanti.

Poi è arrivato inesorabile il momento del saluto, seguito dalla voglia di stare ancora insieme e dalla promessa che ci sarebbe stata un’altra volta, chissà quando.
Mi preparo al ritorno in autostrada interminabile ed un po’ triste; alla guida della mia auto, con la musica che mi risuona nelle orecchie, riascolto la tua voce ed i tuoi sospiri. Gli occhi mi si inumidiscono, nella consapevolezza di non sapere quando e se potremo stare ancora insieme. Non ho voglia di tornare alla mia vita, non in questo momento, non dopo averti avuto ed essere stata tua.

Faccio un profondo respiro, come per liberarmi dal senso di nausea che mi attanaglia la bocca dello stomaco. E’ trascorsa un’ora e già mi manchi da morire.

‘ Stupida, stupida, stupida!’ Mi urlo dentro.

Ma tu mi piaci così tanto, non posso fare a meno di pensare a te e al nostro pomeriggio di passione. A distogliermi dai miei pensieri, ecco il trillo del cellulare.

‘ Amore, dove sei?’

‘ Sto tornando a casa. Sono stanchissima, a pezzi, è stata una giornata massacrante.’

Mento io. E’ mio marito, premuroso come sempre, paziente come pochi saprebbero essere con una moglie troppo spesso in giro per lavoro.

Non è la prima volta che lo tradisco, ma sono sempre riuscita a mascherare bene le mie sensazioni e i miei stati d’animo, forse perché oltre al sesso non c’è mai stato nulla.

Questa volta, invece, è diverso. So che l’effetto che mi hai fatto non svanirà nel giro di una notte. Ho avuto un paio di avventure fugaci, ma non mi hanno lasciato quel senso di vuoto che ora la tua assenza mi sta provocando.

Di nuovo il cellulare, si tratta di un messaggio questa volta. Trepidante, cerco una piazzola in cui parcheggiare per poterlo leggere tranquillamente.

‘ Incontrarti è valsa la pena. E’ stato un pomeriggio molto speciale. Ti bacio, ciao pata, a presto!’

Pata’mi risuona nelle orecchie quel vezzeggiativo. A volte lo usi per me, con dolcezza e tenerezza ed io sono affezionata a quel nomignolo che mi fa sentire coccolata come una bambina.

Non so che cosa risponderti, non ancora. Non posso farlo, perché probabilmente riverserei in un messaggio tutta la mia angoscia per averti dovuto salutare frettolosamente in mezzo a quella strada; probabilmente ti scriverei qualcosa di sbagliato, di sconveniente e di inadeguato. Dopo un momento di indecisione, metto in moto e riparto.

Continuo a pensarti, non posso farne a meno. Ripenso a tutte le volte che ho desiderato averti accanto, mentre la mia voglia mi esplodeva dentro, mentre con le dita cercavo quel piacere che avrei voluto mi regalassi tu con la tua lingua, con le tue mani, con il tuo membro. Quante volte sono venuta pensando a te e sussurrando il tuo nome’

‘ Tu un elemento di disturbo nella mia vita? Non potresti mai esserlo, anzi sono io che mi ci sento per te. Lo so, sono insistente, ma se non lo fossi, significherebbe che non mi interessa conoscerti.’

‘ Il fatto è che non so che cosa potrebbe succedere se ci incontrassimo. Non so come mi comporterei con una persona che mi piace e a cui so di piacere.’

‘ Non succederebbe nulla che non voglia anche tu. Mi basterebbe incontrarti, guardarti negli occhi e conoscerti. Vorrei davvero dare un volto ed una voce alla mia fantasia proibita.’

Ricordo con precisione le parole delle nostre ultime mail, piene della tua titubanza e della mia speranza.
Poi, dopo qualche giorno, ecco un tuo messaggio, che mi ha aperto in un istante la porta del paradiso.

‘ Va bene, incontriamoci. Giovedì sarò piuttosto libero, spero potrai anche tu.’

‘ Per me non c’è problema, col lavoro che faccio posso prendermi tutto il tempo che voglio!’

Non riesco a crederci. Ti avrei incontrato, finalmente. Ci scambiamo qualche altro messaggio per i dettagli e poi ecco arrivare giovedì, il nostro giovedì, oggi, poco fa.

‘Ciao, piacere!’

‘ Piacere mio!’

Ci stringiamo la mano, con naturalezza, sfiorandoci la guancia con un bacio. Sei piuttosto alto, più di quello che mi aspettassi; ma io non stono, sopra i miei tacchi. Mi sono preparata con la massima cura, sperando di piacerti anche di persona. Tento di sembrarti disinvolta, ma sono in tumulto, il mio cuore batte all’impazzata ed ho il terrore che tu possa sentirlo, mentre camminiamo fianco a fianco per entrare in un bar tranquillo. Ci sediamo ad un tavolino appartato e con un velo di imbarazzo avviamo la conversazione. Ci sono numerose cose che voglio sapere di te, ma odio essere invadente e fare domande, così ti lascio parlare di ciò che vuoi.

Ti trovo un ottimo conversatore, mentre io sono piuttosto taciturna ed il più delle volte mi limito ad osservarti e ad ascoltarti. Riscopro in te quella pungente ironia che mi ha tanto colpita nella virtualità. Non sei così diverso da come ti ho conosciuto, ora che riesco a darti una fisicità ed una voce, mi piaci sicuramente di più. Mi piaci forse troppo. Abbasso lo sguardo al pensiero delle tue mani che mi sfiorano la pelle. Quando lo rialzo, ti sorprendo a sbirciare la mia scollatura. Ora sono in imbarazzo. Mi sono vestita in maniera piuttosto provocante, il mio body attillato e scollato attira l’attenzione, ma non mi sento adatta per fare la femme fatale.

Mi sorridi ed il tuo sguardo ammiccante mi fa sprofondare in pensieri peccaminosi. Non c’è bisogno di dirsi nulla, capiamo benissimo entrambi quanto sia forte l’attrazione fra noi. Faccio un sospiro e mi raddrizzo sulla sedia, mentre comincio a sorseggiare la mia bibita fresca, per darmi un certo contegno. Riprendiamo a parlare, lanciandoci intensi sguardi. I tuoi occhi nei miei mi mettono in un tale stato di agitazione, che non so più come stare seduta su quella maledetta sedia.

Forse volutamente cerchiamo di evitare i discorsi che potrebbero scatenare la passione, tralasciamo di parlare del gusto che troviamo nello scrivere racconti erotici, di quanto ci piaccia stuzzicare la fantasia nostra e degli altri. Dentro di me continuo a ripetermi che non si può, che non sono quelli i patti, che la conoscenza dovrà rimanere platonica. Ma per l’amor del cielo, tu smetti di guardarmi così!

Non ce la faccio più. Ancora un’occhiata così e l’istinto di saltarti addosso prenderà il sopravvento.

‘ Scusami, torno subito, ho bisogno di andare in bagno.’

‘ Tranquilla, devo fare una telefonata. Tutto bene?’

‘ Sì sì, non preoccuparti.’

‘ Ok, ti aspetto.’

Mi alzo e cercando di avere un passo quanto più disinvolto possibile, mi rifugio nella toilette. Sono agitata come una ragazzina. Mi guardo allo specchio, le guance arrossate tradiscono la mia eccitazione. Mi tampono il viso con un po’ di acqua fresca, per cercare di riacquistare l’autocontrollo. Mentre mi sistemo i capelli, scorgo la tua immagine riflessa nello specchio. Sei dietro di me.

‘ Tutto bene?’, mi domandi di nuovo.

‘ Certo, tutto bene.’ Ti confermo io, anche se con la voce un po’ tremante.

‘ Possiamo tornare di là. Anzi, se preferisci, possiamo anche salutarci, così la finiamo qua!’

Non so ancora il perché di quelle mie parole.

‘ Che succede? Non stai bene qui con me?’

‘ Che dici? Non è questo, è che probabilmente essere qui con te non è stata una buona idea.’

Non riesco a guardarti negli occhi, mentre ti rispondo così. Spero tanto che tu non mi chieda e non aggiunga altro. Ma evidentemente ti piace stuzzicarmi. Ti avvicini a me, ora mi sei talmente vicino, da riuscire a sentite i battiti accelerati del mio cuore.

‘ Perché non sarebbe una buona idea essere qui?’
Mi domandi con aria beffarda. Fortuna che dovevo essere io quella più sicura fra noi due.

‘ Lo sai bene il perché, o forse lo so solo io” Ti parlo, senza trovare ancora il coraggio di guardarti negli occhi.

‘ Ricordi?’, aggiungo io, un po’ titubante. ‘ Non succederà nulla che non vorrai veramente anche tu. Lasciamo stare tutto qui, prima che sia troppo tardi. E non chiedermi perché potrebbe essere troppo tardi’Il solo pensiero che tu possa pentirti di qualcosa mi fa stare male.’

‘ Se sono qui, una ragione ci sarà. E’ vero. Forse domani potrei pentirmi, se adesso ci provo con te; ma probabilmente mi pentirò maggiormente se ora ti lascio andare via.’

Mi sollevi il mento con due dita, costringendomi a guardarti negli occhi. Non riesco più a sviare lo sguardo, ora, e non riesco più a nascondere ciò che provo. Non posso mentirti, non posso farti credere che per me quei momenti non significhino nulla.

‘ Dovrei andare”

‘ Resta. Resta qui con me!’

Chiedimelo ancora così e sarò tua per sempre, mi dico.
Persa nei tuoi occhi, non trovo la forza di obiettare con sufficiente convinzione. E’ un attimo: appoggi le labbra sulle mie ed i buoni propositi svaniscono al contatto delle nostre lingue. Ci baciamo a lungo, spinti da una voglia a lungo repressa. Lentamente scendi a baciarmi il collo ed i brividi mi si diramano in tutto il corpo. Nemmeno nelle mie fantasie più sfrenate su di te avrei potuto immaginare un simile sconvolgimento.

‘ Fermarsi diventa difficile” Annaspo io, sorretta appena dall’ultimo barlume di autocontrollo.

‘ Non ne ho alcuna intenzione.’ Replichi tu sicuro.

‘ Promettimi che non te ne pentirai.’

‘ Prometto! Ormai dovresti sapere che ho praticamente sempre ragione io!’ Mi rispondi tu con un sorriso, strizzandomi l’occhio.

Come fai ad essere così maledettamente convincente? Il mio bisogno di te è talmente grande ormai, che non riesco ad opporre più alcuna resistenza. Mi dico che non mi resta che abbandonarmi al flusso delle mie sensazioni.
Dal mio collo, scendi a baciarmi l’attaccatura del seno, mentre cominci ad accarezzarmelo. Quel contatto mi fa sciogliere. Abbandono la testa all’indietro e tuffo le mani nei tuoi capelli. Toccami tutta, ormai non desidero che questo. Sembri leggermi perfettamente nel pensiero. Il tuo tocco è sempre più audace. Con decisione, mi spingi verso la parete del bagno, sono creta nelle tue mani capaci. Ci baciamo, le tue dita si perdono nei miei capelli, mentre io ad occhi chiusi assaporo il contatto delle nostre lingue. La tua mano si sposta sicura sulla mia coscia, mi sollevi la gonna e mi accarezzi le natiche con foga. Non posso più aspettare. Appoggio la mano sul tuo membro duro, liberandolo dalla costrizione di pantaloni e boxer. Ti ho fra le mie dita, fremente, sento la tua eccitazione crescere, mentre comincio a masturbarti. Dal canto tuo, continui a tormentarmi con le tue mani. Dal sedere ti sei spostato sul davanti, il tuo dito mi strofina impertinente il clitoride turgido, mentre mi sembra di impazzire dal desiderio. Ansimo, accelero il tocco delle mie dita su di te, mentre quello che vorrei di più al mondo è essere posseduta da te in tutti i modi possibili. Tento di avvicinarti a me, esigo un contatto ancora più stretto ed intimo col tuo corpo. Ma tu sei padrone della situazione, anche se fatichi ad opporti. Ti inginocchi davanti a me e cominci a torturarmi con la lingua. Trattengo a stento le urla di piacere, il tuo tocco mi sta facendo letteralmente impazzire. Ti stacchi da me, incontro il tuo sguardo, i tuoi occhi luccicanti mi trapassano.

‘ Chiedimelo, forza, dai, devi chiedermelo!’ Il tuo tono di voce roco mi eccita ancora di più.

‘ Scopami, voglio che mi scopi!’ Lo urlo, quasi. ‘ Non ce la faccio più”

Ti rialzi e mi fai girare. Tante volte ci siamo detti come avremmo voluto farlo. Appoggio gli avambracci alla parete, tu accosti l’uccello turgido all’imboccatura della mia femminilità e finalmente ti sento entrare, con impeto e con forza, come piace a me, quasi senza alcun riguardo. Mi scopi con foga, mi scopi come avevo voglia che tu facessi, penetrandomi in profondità e godendo della mia eccitazione. Sbatto contro il tuo bacino, per assecondare i tuoi affondi. Poi sfili il tuo uccello lucido dei miei umori e lo appoggi al mio ano. Sai che non ti negherò neppure quello, conosci bene i miei gusti. Ti fai strada nel mio culo ed ecco un’altra straordinaria gamma di sensazioni invadermi la mente ed il corpo. Mi penetri con foga, sono quasi stordita dal piacere, che mi si dirama dappertutto. Tu non plachi il tuo ritmo, fino a quando non mi esplodi dentro.

E’ stato strepitoso, probabilmente quello non era il luogo che avevamo immaginato, ma l’urgenza del nostro desiderio non ci ha lasciato molta scelta. Ci ricomponiamo, tu paghi il conto della consumazione e usciamo all’aperto, verso le nostre auto. Quello è il momento peggiore, il momento del saluto. Sappiamo entrambi che è meglio non indugiare oltre. Mi prendi la testa fra le mani e mi sfiori le labbra, con delicatezza. Chiudo gli occhi ed assaporo per l’ultima volta il contatto della tua lingua.

‘ Ciao, pata, a presto!’

‘ Ciao” sussurro io.

Salgo in auto, avvio il motore e mentre mi allontano, non riesco a staccare lo sguardo dallo specchietto retrovisore.

Sto guidando ormai da due ore, sono vicina a casa e non smetto di pensarti. Mi chiedo quando e se. Mi domando se tu non sia stato solo il frutto della mia immaginazione. Prendo il cellulare, il tuo messaggio è ancora lì, non sei una fantasia.

Decido di risponderti: ‘ Incontrarti è valsa la pena anche per me. Mi hai fatta sentire libera. Grazie per aver realizzato la mia fantasia. Un bacio!’

Cancello i messaggi dal telefonino e chiudo il ricordo di quel pomeriggio dentro di me.

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