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Racconti Erotici Etero

4 BLU

By 7 Giugno 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Eccomi di nuovo. Vi avevo promesso un racconto erotico, ci ho messo un po’ ma alla fine &egrave arrivato, scritto a 4 mani con il mio compagno e unico amore. Ciò che andrete a leggere vi potrà sembrare irreale, quasi assurdo per la durata della situazione. Posso solo assicurarvi che ogni parola, ogni singolo movimento &egrave stato vissuto sa noi e tutto &egrave stato descritto come meglio si poteva per raccontare emozioni e sensazioni estasianti, tutto &egrave vero. Vorrei precisare che non vengono usate espressioni volgari per non sporcare una storia d’amore’ pulita.

Ancora addormentata nel letto mi arriva un sms stamane ‘Esco tra poco. Ci vediamo? Tra mezz’ora al parcheggio del centro commerciale’. Ancora incredula balzo dal letto, &egrave lui! ‘Certamente’ penso mentre scrivo la risposta di rimando, come potrebbe essere diversamente? Cerco di prepararmi in tutta fretta mettendo quelle coulotte che a lui piacciono tanto, quelle di pizzo nere con un nastrino rosa che incrocia dietro e un reggiseno di pizzo anch’esso nero che tiene il mio seno ben alto. Già il seno, &egrave difficile tenere su una sesta abbondante’ mi guardo un attimo allo specchio girando su me stessa’ si, può andare penso. Da sopra una semplice tuta grigia e scarpe da ginnastica, unico tocco visibile di femminilità un foulard legato in vita, e’. in borsa una sorpresa!. Non so ancora bene le sue intenzioni, potrei sbagliarmi’ se volesse anche solo fare una passeggiata almeno mi sentirei più a mio agio. Dalla macchina lo chiamo sul telefonino chiedendo, tanto per essere sicura, cosa pensa di fare oggi e dopo una brevissima pausa sento la sua voce rispondere che vorrebbe rifugiarsi da qualche parte. Conosco quella parola ‘rifugiarsi’, &egrave come un codice segreto, rifugiarsi in una stanza d’albergo, in quell’albergo in cui ultimamente passiamo qualche ora, un posto tranquillo, anonimo dove nessuno chiede chi sei o cosa fai, il nostro albergo. Un sorriso si spande sul mio volto, speravo mi dicesse quelle parole, lo speravo così tanto che mi ero anche preparata sotto la tuta! Un sorriso nascosto tra le onde telefoniche, uno di quelli che a lui piacciono tanto, peccato che non possa vederlo. Per fortuna per strada non c’&egrave traffico ed in poco tempo mi trovo sul luogo dell’appuntamento trovando lui già ad aspettarmi. Il posto &egrave sempre lo stesso, un parcheggio di un supermercato sotto al cartello che dice ‘4 BLU’, ormai &egrave diventato il nostro posto e puntualmente &egrave sempre libero, come se sapessero che &egrave riservato a noi! Lo vedo attraverso il parabrezza, “com’&egrave bello!” penso, mi sento emozionata come una bambina davanti le giostre, il cuore che batte veloce ed ecco nascere un altro sorriso, stavolta lo vede anche lui sorridendomi di rimando entra nella mia macchina con lo scopo di dirigerci verso l’hotel. Mentre guido mi volto spesso per guardarlo, mi piace particolarmente il suo profilo, sembra un dio greco con quegli occhi vivaci, quelle labbra tanto perfette che sembrano disegnate, per non parlare del naso e del mento’ &egrave un incanto, lui si accorge che lo guardo e sorride quasi compiacendosene ma quando si gira per guardarmi velocemente distolgo lo sguardo da lui’ &egrave quasi un gioco il nostro, mi tiene la mano e quel contatto sembra trasmettermi una scarica elettrica, chissà se si accorge di quanto sono emozionata, no non credo lo sappia, se ne meraviglierebbe di sicuro, perché poi? Non &egrave la prima volta che ci vediamo, non &egrave la prima volta che ci rifugiamo in quell’albergo, perché allora tanta trepidazione? Mi stringe la mano ancora di più come per dire ‘tranquilla piccola, ci sono io’, &egrave così rassicurante!
Dopo un breve tragitto arriviamo in albergo, ormai il receptionist sembra conoscerci tanto che ci dà la stanza dell’ultima volta, quella che ci piaceva’. Coincidenza?
Entriamo in camera e la frenesia dei baci ci rapisce, quei baci così dolci e teneri come solo lui sa darmi, quelli che desidero ad ogni incontro, che sogno di notte’Dolcemente mi porta ad appoggiare le spalle al muro, mi sento bloccata, come se non potessi muovermi da lì, &egrave una forma di possessione quella e gliela lascio fare, baci e ancora baci e carezze, carezze ovunque, sento le sue mani dappertutto’ non frenetiche perché hanno tutto il tempo di cercare quello che vogliono, quelle mani sanno dove andare, come muoversi. Con calma mi apre la zip della tuta per togliermi il giubbino mentre io con la stessa calma inizio ad sbottonargli la camicia, le nostre bocche perfettamente incollate, le mani esperte sanno dove andare’ con calma, senza fretta, abbiamo tempo, tutto il tempo per goderci ogni attimo che passiamo insieme. Il giubbino della tuta e la sua camicia vanno ad ammonticchiarsi su una sedia posta in un angolo della stanza accanto al letto. Il desiderio di sentire il calore dei nostri corpi &egrave tale da spingerci a sollevare le nostre magliette e premere noi ancora in piedi con i corpi che premono l’uno contro l’altro.
Poi tutto sembra rallentare, &egrave più bello se la frenesia lascia il posto una tranquilla calma, a quella calma che cerchiamo insieme, quella calma che ci porterà a godere appieno di ogni gesto, ogni carezza, ogni sfiorar di dita. Il resto degli indumenti vanno via con misurato tempo, uno ciascuno, io scopro te, tu scopri me, quello che prima poteva sembrare un mucchio più o meno ordinato di vestiti su una sedia, diventa sempre più caotico, indumenti femminili e maschili si mischiano, si amalgamano senza alcun senso. Si sofferma ammirando le mie coulotte con i loro complicati intrecci di nastrini rosa, un indumento antico dice, che dà femminilità al mio corpo, in netta contrapposizione con i tanga, che mostrando tutto e subito tolgono tutto l’erotismo al vestire. Così come i nostri corpi cominciano a unirsi, a scoprirsi come fosse la prima volta che ci vediamo, come se fosse la prima volta che un uomo vede una donna, si io e lui, come se fossimo i primi abitanti di questo pianeta. Io cerco il suo sesso, lui mi accarezza il viso, lo cerco con la bocca, lo prendo, lui ancora in piedi, io seduta sull’ orlo del letto, ed ecco la sua mano che scende lungo la mia schiena, si incurva, cerca di raggiungermi, mi alza il sedere, mi stà cercando, sento, mi alza dolcemente le gambe, và verso il punto dove io sento il calore salire. E la trova, calda, in fremente attesa, si accorge di come stò. Con dolcezza ma con determinazione mi fa stendere sulla schiena, mi tira sù, il letto mi accoglie, lui si gira, mi offre quello che mi ha tolto un attimo prima, lo vedo, così vicino, mi ci avvento con ingordigia, lui cerca altrettanto da me, ma non ci si avventa, piano piano le gambe sembrano aprirsi da sole mentre lui comincia a avvicinarsi con struggente lentezza, baciando ogni centimetro di pelle, accarezzando ogni piega del mio corpo, soffermandosi maggiormente nel punto in cui i glutei si congiungono con le cosce, adoro quel punto, lui lo sa e lo sfiora con la punta delle dita, e quel lambire dolcemente provoca in me un brivido al quale non so resistere. Io so perché lo fa, vuole trovare il mio sesso già pronto, già aperto, vuole che quel bottoncino gli si offra alle labbra già ben visibile, perché vuole baciarlo, succhiarlo, giocarci con le dita. E io reagisco alle sue carezze come lui desidera, le labbra si aprono, e quello che lui vuole lo trova, e lo trova come lo vuole lui, pronto, ma appena umido, gli piace vedere come godo! Anche se sarà solo la prima di tante volte! E a questo punto comincia il minuetto, la sinfonia! Le sue labbra mi baciano, la lingua pian piano mi lecca. Per fortuna la mia bocca &egrave già piena, non posso urlare, poi quando si rende conto che sono vicina al parossismo, si stacca, continua con la dita, quasi mi dispiace, ma lui vuole, deve, aspetta di vedere lo zampillo di cristallino liquido che io stò per emettere, &egrave quella una cosa che lo manda in estasi, so già che penserà a quell’ attimo per giorni e giorni dopo che sarà successo, forse smetterà di pensarci solo al prossimo nostro incontro.
Mi ha sempre detto che la cosa più bella che trova nei nostri incontri, &egrave il godimento che lui riesce a dare a me, che rinuncerebbe volentieri al suo godere, pur di vedere godere me. E io sotto le sue insistenti attenzioni, godo, godo con una vivace fontanella che lui descrive come una sorgente montana. Ha imparato che se continua a darmi le sue attenzioni, se continua ad accarezzarmi, io non mi fermo, continuo a godere, quindi, si alza, senza togliere la mano dal centro delle mie gambe, e si viene a mettere di fronte a me. Si perché ora vuole guardarmi in faccia, vuole vedere i miei occhi stravolgersi per il godere, e soprattutto vuole vedere il mio sorriso. Il sorriso, quello lo ossessiona, lui i miei sorrisi li osserva, li conserva, li cataloga, li colleziona. E io continuo a godere sotto quelle carezze e gli regalo sorrisi a valanga, si quanto più posso dargliene, più gliene do! Lo ricarico, gli riempio i serbatoi di sorrisi, che abbia sempre un mio sorriso a cui pensare durante il giorno e durante la notte! All’improvviso &egrave lui a regalarmi un sorriso, inaspettatamente mi prende la mano e la porta nel punto dove &egrave sgorgato quel liquido cristallino, ritiro la mano, non voglio toccarmi, lui la riprende imperterrito vuole che inserisca le dita all’interno e tenendomi per il polso imita il movimento che lui ha appena compiuto’ cosa vuol farmi fare? mi chiedo, vuole che mi masturbi per lui, davanti a lui? Vuole che impari come far uscire quello zampillo? Non &egrave una cosa nuova per me anche se non glielo ho mai detto, so farlo bene, ho una certa esperienza in questo ma sentire le sue mani in quel modo &egrave cosa ben diversa che sentire le mie. Lascio che sia lui a decidere i miei movimenti, in quel momento sono senza volontà, lascio che quei movimenti producano l’effetto desiderato anche se lui non ha la pazienza di aspettare e rimette le sue dita. Sento il mio corpo smaniare sotto le sue mani, i muscoli tesi come in un ultimo struggente spasmo ma lui non &egrave certo contento così, si rialza, a cavalcioni sul mio ventre comincia a torturarmi i seni, ho seni grandi, enormi, lo ho già detto, ma entrano senza problemi ognuno in una sua mano, li tira su, li accosta, li divide, scopre il punto dove si attaccano al petto, quel solco visibile solo a lui quando li tiene in mano così. Tenendomi le tette alzate, bacia quella sottile linea, e con l’ indice e il pollice continua a tastare la consistenza dei miei capezzoli, che manco a dirlo sono diventati durissimi, si elevano di un buon centimetro dalla collina che li sostiene. Un guizzo nei suoi occhi, ecco un’ altra idea che nasce e prende forma, scivola velocemente sul mio corpo, e mette il suo sesso tra i miei seni, collaboro, metto le mie mani lateralmente a essi e stringo il suo membro tra le tette. Comincia a andare su e giù, anche tra una sesta abbondante, buona parte del suo sesso esce fuori, in alto, mi tocca sotto il mento. A questo punto l’ idea viene a me! Con un piccolo contorsionismo glielo prendo in bocca, lui a questo punto esagera con l’ escursione, lo tira tutto in giù per poi spingerlo d’un colpo verso l’alto, lo sento attraversarmi il solco tra le mammelle, in tutta la sua lunghezza, e ancora molto prima che i suoi peli pubici si fermino sotto il seno, io ne ho già una bella parte in bocca! Lo vedo che gode di questo gioco, lo stò già portando vicino al suo godere, sarebbe un peccato fermarsi qua. Ma vedo anche che continua imperterrito, lo lascio fare, sà quando dovrà fermarsi e attendere quei pochi istanti, per interrompere la sua scalata alla vetta. Si ferma un attimo, ne approfitto per riprendere fiato e capisco che grazie a questo piccolo sacrificio, questa piccola pausa, questo suo stratagemma, ora durerà fino a quando vorrà. Signori, fino ad ora era solo una prova, il giro sulla giostra comincia adesso!!!! Le sue mani mi cingono la testa, tenta di portare il mio ritmo vicino al suo, non ci &egrave mai riuscito e manco ora ci riesce, meglio! ritmi diversi! sensazioni continuamente diverse, piace a entrambi, tutte le combinazioni di entrate e uscite seni bocca si avvicendano senza nessun nesso logico’ a volte mi trovo con la bocca ad aspettarlo lontano, altre volte mi si infila tra le labbra appena esce dai seni. Con i palmi delle mani aperti mi scorre il corpo, fino a metterle dietro la sua schiena, deve salutare la mia farfallina, non vuole che si senta estromessa dal gioco, la apre e ci infila dentro le dita, sento ancora una volta qualche cosa di caldo, un liquido scorrermi tra le gambe. Sale ancora, stavolta quasi si siede sul mio petto, potrò se voglio riempirmi completamente la bocca, e io ne approfitto e faccio il pieno, giù fino in gola, peccato, una buona parte resta fuori, più di tanto non posso, lui non vuole ammettere che &egrave fuori misura, ma deve sempre accontentarsi di restare fuori! Ferma – mi dice- aspetta un attimo, tienilo il più dentro possibile per un attimo e stai ferma! Eccolo, lo sento tendere i muscoli del ventre, pompa tutto il sangue possibile nel suo membro, che diventa a questo punto durissimo e comincia a vibrare, vibrazione che mi si trasmette dalla bocca a tutto il corpo, lo sento mio, tutto mio! Spinge dentro me, trova opposizione, la bocca &egrave l’ unico posto dove non &egrave mai riuscito a entrare completamente, ma ci tenta sempre, ogni volta, meno male che &egrave sempre presente a se stesso, o mi avrebbe strozzata più di una volta. Sò di non poterlo prendere tutto in bocca ma sò anche quanto gli piace sentirla alla base, dove si trovano i peli pubici e così lo tolgo dalla bocca e vado a baciare quella parte, premendo con le labbra e riuscendo a strappargli un gemito di piacere, gli piace e me lo dimostra. Non geme quasi mai, tranne quando &egrave all’apice dell’orgasmo, ma quello &egrave ancora lontano! Si ferma un attimo, si gira verso il fondo del letto e si alza, avrà visto qualche cosa, io con le mie continue preoccupazioni che qualche cosa non vada, mi agito, si alza, ha notato un lembo del foulard che esce dal mucchio disordinato di panni, lo prende e torna da me. In un attimo si fa strada in me la visione di un nuovo gioco, si mi piace giocare! Mi fa alzare e sento la stoffa serica che mi cinge la testa all’ altezza degli occhi, poi il buio, mi affido mai come ora tutta completamente a lui, non ho timori, sarà sempre e al solito dolce, forse anche troppo. Mi stendo di nuovo, cercando di capire in base ai movimenti del letto lui dove &egrave, cosa fa. Un alito sulla mia fronte, il suo bacio arriva, al centro della fronte, ma era più che scontato. Il contatto sulla bocca di un corpo caldo, invece non lo era, mi si appoggia sulle labbra, non devo fare altro che aprirle perché entri, e io le apro, lentamente, e altrettanto lentamente sento che la bocca si lascia riempire. Lo lascio libero di fare, sarà lui a doversi preoccupare di fermarsi al punto giusto, sarà lui a dover sentire il mio corpo esaurire la capacità di accoglienza, se sbaglia mi toglierà il fiato! Ancora una volta si ferma, esce da me, al buio si aggiunge il silenzio, cosa starà facendo? Non &egrave da lui lasciarmi sola così, sento che il materasso si alza leggermente, &egrave sceso dal letto, si muove piano nella stanza, sento il cigolio di una porta, una porta piccola, il frigo bar della stanza, &egrave il caso di mettersi a bere in un momento così? Sento che cerca qualche cosa, la avrà trovata, la porticina cigolando si richiude, ancora silenzio e buio, non ho paura, ho solo tanta curiosità! Il materasso si riabbassa, &egrave di nuovo accanto a me, mi gira piano la testa, scosta i capelli dal lobo dell’ orecchio sinistro, poi un brivido freddo! Ghiaccio! Ha in mano un cubetto di ghiaccio! Dall’orecchio lo fa andare con estenuante lentezza verso le labbra, ne sento la freschezza sulla punta della lingua, e poi giù sul collo, verso il solco tra i seni, sale la collina, e comincia a girare a spirale attorno al capezzolo, che si inturgidisce come una ciliegia, come quelle ciliegie rosa e bianche, quelle che quando le mordi schioccano! Sento rivoletti d’acqua scendere giù per i seni e poi spargersi sul ventre, il ghiaccio si sposta, gira intorno all’ ombellico e punta diritto verso il mio sesso che si apre ancora di più, un’ altra ciliegina lo attende là! Sensazione superba! Riesco solo ad immaginare quello che lui vede realmente’ quello che all’inizio era un cubetto di ghiaccio intero deve essersi consumato come gesso sulla lavagna, fuso dal calore del mio corpo eccitato, probabilmente ora farà fatica a stringerlo tra le dita. Godo con una improvvisa esplosione, lui se ne accorge, sa che in quei momenti voglio un attimo di tregua, me lo concede volentieri, si lamenta e dice ‘non posso godermi i tuoi occhi, ma il sorriso quello sì!’.
Ora ‘ penso – &egrave l’ ora di tirar fuori la mia sorpresa! Gli chiedo di aprire la mia borsa, ‘c’&egrave un pacchetto, prendilo!’. Lo sento ancora una volta alzarsi, sento la zip della borsa aprirsi, e lui tirando fuori il pacchetto esclama! ‘Uhhh!’ Ha capito al volo! Una delle cose belle tra amanti &egrave la inesistenza di muri, di pudori inutili, avevamo parlato spesso e approfonditamente di una certa scena di un certo film, roba per vecchietti della sua età, lui dice, roba che al tempo ha fatto impallidire le censure di tutto il mondo. Io incuriosita ho scaricato il film e lo ho visto più di una volta, fino a soffermarmi sulla scena che ritengo la più erotica mai messa su pellicola, quella del burro, in Ultimo Tango a Parigi. Il pacchetto manco a dirlo &egrave una pezzo di burro ancora ben fresco di frigo. Mi invita a girarmi, a mettermi in posizione prona, lo abbiamo già fatto in quel modo là, abbiamo usato i miei umori per lubrificarmi! Rumore di carta che si strappa! Sensazione di freddo attorno a quella che lui chiama la tua dolce Rosellina e poi con una lieve pressione del suo dito medio il fresco arriva dentro me. Mi descrive come la vede schiudersi, aprirsi come un fiore, come in quei documentari con le immagini accelerate che fanno vedere i fiori sbocciare in pochi secondi’ quasi non sento le sue parole’ sono in estasi! So che tra qualche secondo, qualche cosa di grosso, di enorme si appoggerà, busserà dolcemente, delicatamente a quella parte del mio corpo che &egrave normalmente un’uscita, e che si trasformerà in un ingresso. Sono qua a quattro zampe su un letto, impossibilitata a vedere ciò che mi accade attorno, pronta a essere violata ancora una volta nel modo più profondo che possa immaginare, un fremito mi attraversa quando le sue mani mi aprono i glutei e il fresco che sentivo in mezzo a loro si trasforma velocemente in tepore, &egrave là, sta per spingersi delicatamente in me, come fa sempre entra e si ferma appena, il suo glande &egrave dentro, ora spetta a me spingermi indietro e completare a mio piacimento la penetrazione. Tanto tempo fa avevamo un ‘segnale’, la sua mano sulle mie labbra e ad ogni bacio corrispondeva una leggera spinta, tanto per abituarmi a quella grandezza quasi sconosciuta’ ora questo segnale non serve più, sono io a spingere, ma la sua mano sulle mie labbra c’&egrave ancora sia per i baci sia per impedirmi di urlare dal piacere. Spingo piano, piano non perché senta dolore, ma perché voglio godermi centimetro per centimetro quel percorso, sento che mi apro, accolgo completamente quei ventitre centimetri. Una volta usavamo i miei umori per lubrificarmi ma non erano niente in confronto a questo e alle proprietà che ha il burro per far scivolare quell’asta dentro di me, ora lo sento tutto dentro, &egrave sublime! Mi ferma solo il sentire i suoi peli pubici prima carezzarmi e poi attaccarsi a me nell’ interno delle mie cosce. Un brivido mi percorre come una saetta che arriva a spandersi in tutti i muscoli del corpo, quel piacere intenso misto alla sublime abilità che ha di portarmi al godimento più puro per poi cominciare a uscire e entrare, prima con piccole escursioni, poi sempre più lunghe, lo sento scorrere in me, penso all’ immagine di quelle vecchie locomotive a vapore che partono, quei pistoni che vanno avanti e indietro. Lo sento tutto entrare e uscire, muovo i fianchi in modo che il movimento dia a me e a lui ancora altri piaceri inaspettati. Una sua mano si intrufola tra le mie gambe, alla cieca cerca e trova la mia vagina, due e poi tre dita entrano, toccano da dentro me, attraverso un sottile strato di pelle, il suo membro! E’ troppo! Mi sciolgo di nuovo con un lungo gemito, la sua mano si bagnerà in maniera inusitata, non importa, ne avrà sicuramente piacere! Urlo, lo prendo alla sprovvista, ha una sola mano libera, me la mette sulla bocca o si sentiranno le mie urla nel giro di cento metri. Perde l’ equilibrio, mentre &egrave tutto dentro me, mi cade addosso, il piacere centuplica, meno male che ho la bocca ben chiusa! Abbassati mi dice, &egrave l’unico ordine che sa darmi, mi piace quando mi dice cosa devo fare, anche questo &egrave come un ‘codice segreto’ un significato nascosto come per dire ‘ed ora si fà sul serio” non aspettavo altro che quella parola, ero pronta. Mi abbasso, se possibile entra ancora di qualche millimetro dentro, ma soprattutto geometricamente parlando, ora il percorso che fa dentro di me &egrave più lineare, continua imperterrito a stantuffare! Mi sento spaccare in due! Mi prende una mano e la mette sul mio culetto, mi fa sentire come tra me e lui non c’&egrave spazio, siamo attaccati fino all’ incredibile! Mi descrive quello che vede, quello che in ogni caso, anche senza benda io non potrei mai vedere, &egrave uno spettacolo di sua esclusiva proprietà dice. Mi parla della mia schiena arcuata, dell’ incavo che c’&egrave sul fondo della mia schiena, di come io muovo lentamente il bacino in un movimento circolare. Continua a entrare e uscire! Continua ancora, non si ferma. I miei orgasmi ormai non si riescono più a contare, sempre nuovi, di continuo, non finisce uno che un altro già comincia il suo percorso! Non so da quanto tempo &egrave dentro me, non lo so e non lo voglio sapere, spero solo non finisca mai! &egrave un guerriero sul campo di battaglia, esegue gli ordini che gli invio tramite il nostro portaordini, la sua mano e i miei baci. Ho io il comando in questo momento. Un bacio leggero significa leggera penetrazione, un morsetto una spinta potente, di quelle che mi sconquassano il fondo schiena. &egrave un guerriero sul campo, un guerriero non discute gli ordini ricevuti, li esegue! Mi bacia, mi accarezza alla base del collo, riesco anche a girarmi, gli offro la mia bocca, la accetta con un misto di stupore e di gratitudine, facendo attenzione a non spingere se prima non mi sta baciando’.. urlerei e lo sa bene! Gli chiedo di darmi cinque minuti di pausa per riprendermi, pausa che lui mi concede a malincuore fermandosi dentro di me, ma quando lui si ferma mi accorgo che non riesco a stare immobile ed inizio a muovermi sotto di lui. Sapeva quello che avrei fatto e me lo lascia fare dicendomi ‘ti stai facendo da sola!!’, dal tono di voce capisco che sta sorridendo mentre io continuo a muovermi piano. Dopo lunghi, caldi minuti in quella posizione, ci dobbiamo staccare, altre emozioni sono alla porta, bussano vogliono entrare. Esce fuori di me, un senso di vuoto fisico mi pervade, mentre lui và in bagno per le dovute pulizie, mi concedo una pausa, stavolta lunga, il mio corpo deve ricomporsi, riabituarsi alla sua assenza, via la benda voglio vedere tutto ora! Lo raggiungo in bagno, mi siedo sul bidet e lui mi &egrave subito dietro in piedi, la tentazione di riprenderglielo in bocca &egrave forte e comoda &egrave la mia posizione, basta che mi giro un po’ e lo ho di nuovo dentro, ci gioco, con rinnovata voglia, ma se devo concentrarmi alle mie pulizie, devo per forza chiedergli di aspettarmi di là. A malincuore se ne và sul letto, ci resiste poco, fa capolino più volte, senza parlare sulla porta del bagno, poi alla fine cede e mi dice’ ‘mi manchi! Fa presto, non resisto oltre!’.

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