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Racconti Erotici Etero

A caccia con sorpresa

By 16 Aprile 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Mi presento sono Marika, castana, non tanto alta ma fisicamente attraente. Terza di seno, un bel culetto, delle bellissime gambe sexy, un bel viso…insomma un bel tipino.
Il problema è che per tanto tempo sono stata prigioniera di me stessa. Timida per natura non ho mai cercato l’avventura, vestiti sexy e provocanti. Non ho mai provato a far girar la testa ai maschietti. Poi piano piano qualcosa dentro di me è iniziata a cambiare. Forse il fatto di essermi sposata abbastanza giovane e quindi di non aver vissuto tante avventure che altre ragazze hanno vissuto ha iniziato con il passare del tempo a farmi sentire incompleta, a darmi un po’ di prurito in mezzo alle cosce. Ho iniziato quindi ad accorciare le gonne, a mettere in vista le mie gambe, ad indossare top o magliette aderenti per farmi ammirare le tette.
Anche mio marito se ne è accorto ed ha decisamente apprezzato. Adesso mi scopa più spesso e più volentieri. Ma ormai la mia trasformazione è iniziata e non so se e quando finirà.
Ho deciso di andare a caccia di maschi. Resto sempre fondamentalmente timida ma ho pensato che la fortuna deve essere aiutata. Quindi un bel vestito, un po’ di movimenti del culetto ed in cerca di maschi. Non voglio sembrare una troia ma mi fa piacere la compagnia dell’altro sesso, sentirmi osservata e desiderata…. Se poi capiterà qualcosa spero che mi marito mi capirà. Non vorrei rovinare tutto per un mio prurito. Al limite cercherò di farmi perdonare regalandogli una bella coniglietta.
Cosi ieri ho deciso: oggi vado a caccia!!
Mi sono truccata in maniera un po’ vistosa ma comunque elegante: rossetto rosso fuoco, unghie ben curate e laccate, un po’ di fondotinta per darmi colore, ombretto e rimmel… tutto come si deve.
La parte più difficile è stato scegliere l’abbigliamento. Siamo in quel periodo dell’anno dove una giornata di sole ti cambia la vita. Puoi iniziare a sognare la primavera dove ricominciare a mettere gonnelline più sbarazzine, ma nel contempo le temperature non sono cosi calde.
Alla fine mi sono decisa non senza aver fatto numerose prove che hanno contribuito ad eccitarmi pensando alla giornata che volevo vivere…. Mi sentivo una scolaretta al primo appuntamento. Magliettina bella aderente con quelle stampe in brillantini proprio alla altezza del seno che grazie alle mie tette acquistano più valore. Ne avevo scelta una con disegnata proprio sulle mie tette due grandi occhi con la pupilla stampata con i brillantini. Il fatto di avere gli occhi proprio sui miei capezzoli davano a questa immagine una certa….vivacità. Forse un po’ troppo ma d’altra parte come a dire: a me gli occhi!! Ho scelto una minigonna nera veramente corta. In questo modo la gonna era a filo culetto ed anche molto mobile. Ovviamente non volevo essere scambiata per una puttana e poi come detto la temperatura non era ancora talmente calda da poter uscire con le gambe nude. Optai per un paio di pantacollant viola vivace. In questo modo se anche si fosse visto il mio bel sederino sarei stata comunque vestita. Alla fine ero comunque vestita in maniera sexy ma sobria… non mi azzardavo a fare di più  ma mi sarebbe tanto piaciuto una trasgressione. Di colpo mi illuminai: avevo visto su tanti forum per sole donne che tante ragazze uscivano senza mutandine ed a loro dire era una sensazione meravigliosa. Decisi che questa era la trasgressione che cercavo: sarei uscita senza mutandine. Provai da subito una sensazione di libertà e mi guardai allo specchio: ero una gran bella gnocca e mi pentii di non aver provato prima la libertà di uscire senza intimo. Calzai ai piedi i miei stivali preferiti ed uscii. La mia prima tappa decisi sarebbe stata un centro commerciale dove poter aggiornare il mio guardaroba. Mi ero ormai stufata dei miei abiti e volevo dare una svolta anche all’abbigliamento. Non cercavo cose da boutique ma cose sexy e provocanti senza scadere nella volgarità. Nella mia testa c’era ormai di cercare una avventura… magari di non arrivare fino in fondo ma di rendermi conto che potevo eccitare veramente qualcuno e pensavo che un po’ di shopping avrebbe potuto comunque darmi l’occasione di osservare le reazioni dei maschietti che incontravo. Potevo finalmente unire, come si dice, l’utile al dilettevole.
Durante il tragitto in macchina iniziai a sentire una strana eccitazione… mi sentivo come una scolaretta che inizia ad avere le prime pulsioni in mezzo alle gambe. Vedevo gli occhi della gente che mi guardavano le gambe specie quando mi fermavo ai semafori. Era per me una sensazione nuova e terribilmente eccitante e volevo farla durare il più possibile. Ad ogni semaforo speravo scattasse il rosso per permettere a chi era a fianco della mia macchina di buttare un occhio dentro l’abitacolo e guardarmi le gambe. Quando poi mi affiancò un autobus cercai di sollevare il più possibile la mia gonna già di per se corta, per permettere ai viaggiatori di osservarmi al meglio. Dall’altezza dell’autobus potevano spiare anche dentro la mia maglietta ed io facevo di tutto per aiutarli nell’impresa. Arrivata a destinazione, decisi quindi di parcheggiare dall’altra parte del grande parcheggio per potermi far ammirare un po’ più a lungo. Feci una splendida ed erotica passeggiata attraversando tutto il piazzale e facendomi ammirare il più possibile. Sentivo un po’ di umore che iniziava a bagnarmi le calze segno che anche la mia micetta approvava questa passeggiata. Per prendere ulteriormente coraggio salii al primo piano prendendo la scala mobile ma mettendo “ingenuamente” un piede due gradini più avanti. In questo modo finsi di cercare qualcosa in borsa e mi piegai in avanti. Sicuramente tutti quelli dietro di me potevano ammirare il panorama delle mie gambe e del mio culetto. La mia fica era sempre più bagnata. A questo punto presi il rossetto e mi ripassai in maniera sensuale il contorno delle labbra. Arrivata al piano, decisi di salire ancora ma questa volta con le scale normali, che sono una sopra l’altra. La visione riservata a tutti quelli che stavano salendo dal piano terra verso il primo piano ed avessero guardato in su darebbe stata della mia fica che iniziava a macchiare i pantacollant con il mio nettare. Mi sentivo letteralmente stordita da una eccitazione che non conoscevo. Iniziai a girare per le corsie cercando qualche abito che mi facesse sentire più troia e desiderata. A livello di biancheria intima ero molto ben messa ma questa era riservata solo al mio lui… ed io volevo qualcosa che fosse anche per gli altri. Provai nell’ordine una gonnellina molto frou frou che scoprii essere molto gradevole ma poco adatta alla mia personalità. Poi indossai un top di quelli a fascia. Mi metteva in risalto il seno lasciandomi le spalle ed il pancino nudi. Provai anche una gonnellina di circa 10 cm di altezza massimo, al suo interno aveva un bel pantaloncino. In sostanza si poteva ammirare il mio culetto bello sodo e nel contempo mi potevo sentire protetta da sguardi indiscreti. Provai altre due o tre cosette molto carine. Alla fine decisi di indossare un specie di vestito-body in rete. Manica lunga, girocollo, calza con piede… tutto in rete e quindi ovviamente sexy e trasparente ma soprattutto aperto in mezzo alle gambe. Ovviamente questo non era da portare tutti i giorni, non ne sarei stata capace ma completato con una maglietta ed una gonna sarei potuta andare in giro quasi come una santarellina ma sentendomi una troietta . Iniziai a spogliarmi completamente nuda per provare quell’abito. Quando mi tolsi i pantacollant vidi una macchia di umore: ero completamente fradicia e terribilmente eccitata. Non potei fare altro che massaggiarmi la mia patatina con una mano, ma entro pochi secondi fui costretta ad infilarmi due dita dentro. Dovevo cercare di darmi comunque una calmata, non potevo certo farmi godere nei camerini di un negozio. Sarei stata certamente scoperta e non l’avrei potuto sopportare. Mi infilai quel vestito a rete e mi sentii subito bene. Pensai a come sarei stata bene vestita cosi (ovviamente con sopra un top ed una gonnellina) in giro per le strade. Decisi che dovevo vedere l’opera completa. Mi chinai a raccogliere una gonnellina di jeans colorata che avevo provato in precedenza tenendo le gambe tese (come avevo imparato per far arrapare il mio maritino).

Ero con la fica nuda rivolta verso la porta e mi stavo ammirando nello specchio i capezzoli che spuntavano fieri dalle maglie della rete quando la porta alle mie spalle si aprii. Mi si gelò il sangue: lo spettacolo che stavo offrendo credo fosse decisamente erotico a dir poco. Chiunque fosse alle mie spalle si stava godendo la mia immagine riflessa nello specchio ma soprattutto la mia fighetta umida in primo piano. Mi rialzai di scatto cercando di coprirmi.
“Come ha fatto ad entrare?” Chiesi. “Era chiuso”.
“No” – rispose l’intruso – “era aperto ma non sapevo ci fosse lei, comunque non si preoccupi: faccia con comodo, io aspetto fuori”. E cosi facendo richiuse la porta ed usci dal camerino. Io ero sicura di aver chiuso ma l’espressione del mio intruso mi fece dubitare. Forse l’ultima volta che ero andata a prendere un vestito non avevo chiuso? Comunque ero decisa a dirgliene quattro quanto senti bussare e senza attendere la risposta lo sconosciuto di prima mise la testa dentro e mi disse:
“comunque le faccio i miei complimenti per il fisico ed anche per l’abbigliamento anche se a mio parere per lei ci vuole altro”.
Mi sentii ribollire di rabbia…ma come si permetteva questo tipo. Restai nel camerino a pensare indecisa se uscire e fargli una scenata oppure attendere che se ne andasse. Optai per questa seconda ipotesi. Infatti dopo cinque minuti se ne andò. Ricominciai a vestirmi per tronare a casa. Quello sbruffone mi aveva rovinato la giornata. Non avevo ancora finito del tutto di togliermi il body di rete che avevo addosso che si riaprì la porta del camerino. Era ancora l’uomo di prima che mi tese un vestito e mi disse:
“Ecco, provi questo”.
Io ero letteralmente scioccata dalla sfrontatezza dell’uomo. Lui prosegui guardandomi con aria di sfida mentre ero praticamente nuda di fronte a lui. Il suo sguardo mi ipnotizzava talmente che non riuscii neanche a coprirmi. Mi disse:
“Provi questo e poi mi faccia vedere. Io la aspetto qui. Ah, ovviamente, con questo vestito non serve biancheria intima”.
Richiusi la porta sconvolta ma allo stesso tempo eccitata. La situazione era al limite dell’assurdo, ma il fatto che quello sconosciuto mi avesse osservato più volte e mi stesse lanciando una sorta di sfida iniziava a piacermi. Non sapevo cosa fare ma decisi che tanto valeva provare…. Forse l’avventura che cercavo era alle porte. Guardai bene il vestito: era un abito da sera lungo di colore rosso fuoco realizzato in tessuto tipo organza e quindi completamente trasparente, con due spacchi laterali che arrivavano ben sopra il bacino. Il decoltè era molto ampio e quindi le mie tette sarebbero state decisamente esposte e la schiena era tutta scoperta. Devo ammettere però che il vestito era favoloso e l’idea di farmi ammirare dallo sconosciuto iniziava ad intrigarmi. Oltretutto adesso che avevo potuto guardare meglio l’uomo mi resi conto che non era niente male: alto, abbronzato, una leggera barba incolta, un bel fisico scolpito. Indossava una camicia aperta sul petto dalla quale usciva qualche pelo, un paio di jeans attillati tanto che avrei potuto subito misurare le dimensioni del suo uccello ed un paio di stivaletti a punta: tipo cow-boy mancato. Insomma sperando di non farlo arrabbiare (un po’ di timore per quello che avrebbe potuto accadere l’avevo, accidenti a lui!) ero comunque capitata bene. Mi vestii ed aprii la porta cercando di mettermi in una posa il più sexy possibile. Mi misi di profilo con una mano appoggiata allo stipite, lo spacco mi lasciava praticamente nudo tutto il fianco ed il mio seno era coperto solamente fino ai capezzoli. Per un attimo pensai che non poteva farmi niente ma lui intuii i miei pensieri e mi disse:
“tutti quelli che passano credono che io sia tuo marito e tu ti stia consigliando con me, quindi cerca di ubbidire”.
Ebbi un attimo di terrore. Lui sorrise di nuovo e mi disse:
“adesso girati e fatti ammirare per bene”.
Mi guardò in un modo che riuscì a farmi sentire ancora più nuda di come in realtà fossi. Poi mi disse:
“complimenti, avevo visto giusto. Adesso rientra e mettiti gli abiti con cui sei arrivata qua e poi apri un poco la porta in modo che io capisca quando sei pronta”.
Ero ancora di più ipnotizzata, comunque pensai che se mi faceva rivestire si era accontentato. In fondo provai un po’ di delusione ma mi vestii velocemente: pantacollant, minigonna e magliettina senza reggiseno. Per la stranezza della situazione e l’eccitazione che mi scorreva nelle vene avevo la fica inondata di umore. Aprii un poco la porta e mi misi nell’angolo più distante: non sapevo cosa aspettarmi. Lo sconosciuto entrò con un sorriso provocatorio sul volto.
“E brava la mia puttanella” mi disse “anche per andare in giro ti vesti da troia vero?” E cosi dicendo si mise davanti alla porta divaricando leggermente le gambe ed iniziano a massaggiarsi il suo arnese attraverso la stoffa dei jeans. Il suo cazzo aveva raggiunto dimensioni spropositate ed io ero ipnotizzata dalla volgarità del suo gesto. Il terrore iniziava a prendere il sopravvento.
“Non potevo scoparti prima… era tutto troppo accessibile per i miei gusti. Invece cosi potrò sfondarti la fica a mio piacere”.
Nonostante la paura mi sentii ancora più fradicia. Mi prese con forza mi girò contro il muro e mi infilò le mani sotto la maglietta trovando i miei seni nudi. Mi pizzicò ferocemente i capezzoli fino a farmi urlare. “Stai zitta, troia” mi sibilò all’orecchio. “Se ti scoprono se tu che fai la figura della puttana. Morditi le labbra e godi in silenzio”.
Continuò a lavorarmi con forza le tette. Ad un certo punto mi sollevò la gonna ed io sentii il suo cazzo attraverso la stoffa dei pantaloni che premeva contro il mio culo.  Poi di colpo senti uno strappo lacerante: il figlio di puttana mi aveva strappato i pantacollant. Essere trattata cosi con forza mi eccitava come una cagna in calore, non avrei dovuto godere ma ero incapace di trattenermi. Sentii il rumore della zip ed aspettai con paura mista ad ansia che quel palo mi dilaniasse la carne.
“Tieni troia un bel cazzo tutto per te”.
E cosi dicendo mi assestò con il suo arnese un colpo che mi spacco in due: non avevo mai provato nulla di simile e la mia figa colava come una fontana. Mi afferrò con i fianchi e mi tirò a se con violenza facendomi mettere a novanta. Il suo uccello iniziò a martellarmi con una serie di colpi ed io non sapevo più come fare per non farmi sentire. Mi morsi le labbra a sangue, quel grosso palo che mi stava dilaniando era la più sensazionale scopata che avessi mai fatto. Se il porco credeva di violentami si sbagliava di grosso. Stavo godendo come una puttana. Di colpo usci dalla mia fica con un rumore osceno, sembrava avessero stappato una bottiglia da quanto la mia fica era piena fino ad un secondo fa. Mi prese per un braccio facendomi ruotare verso di lui e contemporaneamente facendomi cadere a terra.
“Succhia cagna” mi ordinò e mi prese per i capelli infilandomi il suo cazzo in bocca. Facevo fatica a contenerlo tutto ed il sapore del suo cazzo misto ai miei umori mi fece sbrodolare ancora di più Iniziò a scoparmi in bocca: non gliene fregava un cazzo di me. Mi stava usando per il suo piacere e mi trattava come se fossi un suo giocattolo. La mia bocca era la casa del suo cazzo. Poi di colpo mi fece rialzar e senza tanti complimenti me lo mise nel culo. Cacciai un urlo di dolore: mi stava sfondando. Mi assestò tre colpi fino in fondo al buco del culo e poi non capii più niente: il dolore era diventato improvvisamente piacere. La testa mi girava. Mi sentito felicemente riempita e violentata. Avrei avuto voglia e bisogno di godere come mai mi era successo. Mentre mi inculava con tutta la sua forza riprese a pizzicarmi i capezzoli. Erano diventati duri come il marmo. Poi mi prese, mi fece girare e con un colpo secco mi fece sollevare dicendomi di mettergli le braccia intorno al collo. Mi tenne cosi sollevata per poi farmi cadere di colpo sul suo uccello. La grossa cappella mi apri la fica ed io sentii tutta la lunghezza del suo enorme cazzo entrare in me. I suoi coglioni sbatterono con violenza sul mio inguine quasi come un fine corsa. Più dentro di cosi non poteva infilarmelo. Ed a me dispiacque moltissimo. Mi fece saltare sul suo cazzo per almeno una ventina di volte ma io persi il conto quando un orgasmo mi sconvolse tutta con la potenza di un uragano. Penso di aver avuto un orgasmo lungo più di un minuto. La mia fica era in fiamme e grondante in maniera oscena. Senza tanti complimenti mi sfilò dal suo uccello e mi buttò a terra. Mi trovai cosi praticamente sdraiata a gambe larghe con le calze strappate e la maglietta tutta di traverso davanti ai suoi piedi. Lui mi guardo e mi sorrise dicendo:
“adesso tocca me a godere mia puttana e questo è tutto per te”.
Cosi facendo si diede due o tre colpi decisi con la mano sull’uccello. Dalla sua cappella usci una quantità industriale di sborra che lui sapientemente diresse dall’alto in mezzo alle mie gambe proprio sulla fica come una splendida cascata orgasmica. Qualche goccia cadde anche sulle tette e sulla maglietta. Quando ebbe finito si mise sulla mia faccia e mi ordino perentorio di pulirlo: cosa che io feci con enorme piacere con la mia lingua. Mi rialzai con le gambe tremanti e mi vidi oscenamente bella: mi sistemai la maglietta coprendo i miei capezzoli ancora turgidi e mi riabbassai la gonna. Guardandomi allo specchio vedevo lo strappo sul pantacollant e tutto il mio umore misto alla sperma del mio molestatore che mi colava lungo le gambe dandomi una eccitazione incredibile. Pensai come fare per tornare a casa in quello stato. Ero in uno stato di eccitazione ancora altissima ma soprattutto era chiaro a chiunque mi avesse guardata che mi avevano spaccato la figa e che mi ero fatta sborrare addosso come una troia. Tutto questo mi faceva sentire ancora più puttana. Non riuscivo a distogliere lo sguardo dallo specchio: vedevo l’immagine riflessa di una grande sgualdrina che aveva goduto come non mai. Il mio violentatore mi diede una mano a rialzarmi e mi diede un bacio profondo con la lingua in maniera dolce, totalmente diversa dalla brutalità di prima.
“Sei stata fantastica” mi disse. “E’ stato un piacere abusare di te e sono contento per tuo marito. Si divertirà molto con te. A proposito”, disse, “questo è un regalo per te da parte sua”. E mi diede un paio di pantacollant nuovi esattamente uguali a quelli che mi aveva appena strappato.
“Vedi”, continuò, “tuo marito si è accorto che le tue pulsioni sessuali stavano crescendo ed avevi bisogno di una esperienza nuova e forte e cosi mi ha chiesto di provvedere. Ed io l’ho fatto con piacere. Spero non ti dispiaccia”.
E cosi facendo usci dal camerino lasciandomi totalmente sconvolta: dunque tutto questo era opera di mio marito che aveva voluto regalarmi quel magnifico pomeriggio di piacere dove ho creduto veramente di essere violentata.
Mi rivestii in tutta fretta e volai a casa. Non vedevo l’ora di rincasare per saltare al collo al mio meraviglioso marito per ringraziarlo e poi slacciargli la patta e fargli il pompino più eccitante che avesse mai subito.

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