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Racconti Erotici Etero

Ad una festa, trovando la follia…

By 6 Gennaio 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Quando arrivarono alla villa e scesero dall’auto per permettere al parcheggiatore di posteggiarla ,Alessia rimase senza fiato. Era davvero una tenuta molto grande immersa nel verde di un pineta di querce. C’era anche una piscina molto grande illuminata dai fari e dalla luna che quella sera era particolarmente bella.
A bordo piscina numerosi tavoli erano stati apparecchiati per il buffet che gli organizzatori della festa ,nonché del sito, avevano preparato.
Alcuni degli ospiti erano già arrivati , non molti per la verità , ma erano appena le 19 di pomeriggio.
-‘E’ davvero enorme questo posto’-disse Alessia ”forse hanno anche esagerato , non mi pare ci sia tutta questa gente e non credo nemmeno che ne arriverà così tanta , in fin dei conti il sabato sera qualcuno può avere di meglio da fare’-
-‘Bhe’forse non hai tutti i torti. In fin dei conti la festa &egrave qui a Roma e non tutti gli iscritti sono di qui. Da quel che ne so io ne dovrebbero arrivare una trentina dalla Puglia’ ho contatti con un ragazzo di Bari che mi ha detto che si sarebbero organizzati per venire. E’ simpatico , spero di fartelo conoscere’-
Arrivarono all’entrata e una hostess verificò i loro nomi sulla lista. Dopodiché diede loro dei cartoncini da spillare al petto con il nick-name che usavano nela community.
-‘Ma dimmi tu se posso andare in giro tutta la sera con un cartoncino con scritto Babba! Non &egrave una cosa normale ,qualcuno potrebbe anche prendermi per scema’-
-‘Invece &egrave normalissima. Si deve pur avere un modo per riconoscersi. Vedi , l’hanno dato a tutti’-
Alessia scrutò gli invitati che erano già arrivati. Alcuni si erano già riconosciuti e stavano scherzando come se si conoscessero da una vita.
Lei si stupì di quanto fosse vario e un po’ folle il mondo del web. Intorno a lei c’erano persone di tutte le età e di tutti i ceti sociali che parlavano tranquillamente fra loro , persone che se non fosse stato per quel sito di messaggi non avrebbero mai minimamente pensato di conoscersi e di fare amicizia.
Si potevano vedere persone adulte , uomini di mezza età che parlavano con adolescenti o con ragazze molto più giovani di loro , c’erano madri di famiglia che scherzavano con ragazzi che potevano essere tranquillamente loro figli.
Anche lei era accompagnata da un uomo che aveva circa 20 anni più di lei e in una situazione di normalità l’avrebbero scambiata sicuramente per l’amante dell’uomo d’affari. Questo pensiero la fece sorridere’sapeva di non essere indifferente al suo amico Cristoforo , lui glielo aveva fatto notare più di una volta , ma erano così legati da un sentimento di sincera amicizia che sapeva che lui non avrebbe mai osato chiederle di più.
Dopo un’ora dal loro arrivo Alessia e Cristoforo notarono, con loro grande meraviglia, che erano arrivati parecchi invitati , molti più di quanto avessero mai pensato , e la festa cominciava ad animarsi.
I tavoli dei buffet erano stati letteralmente presi d’assalto ma fortunatamente i due amici avevano già fatto loro visita appena arrivati ben coscenti che dopo ci sarebbe stato il putiferio.
Ora se ne stavano su uno dei tanti divanetti posizionati nel parco accanto alla piscina a chiacchierare e ad osservare ragazzi e ragazze intorno cercando qualcuno di loro conoscenza e sbeffeggiando chi aveva scelto un abbigliamento un po’ troppo eccentrico o un po’ troppo castigato.
-‘Sai Chris , anche io ho pensato molto a cosa indossare e non riuscivo a decidermi. Questa &egrave l’unica cosa che ho trovato di decente. Forse sarei dovuta uscire a cercare qualcosa di più elegante e di più adatto. Vedo molte ragazze vestite davvero molto bene.’-
-‘Ma finiscila! Stai benissimo così, ma quante volte devo ripertelo? Magari avessero tutte il tuo corpo e la possibilità di indossare qualsiasi cosa senza dover pensare alla pancetta , ai chili di troppo o alla cellulite. Sei perfetta, dammi retta.’-
Era sempre molto gentile con lei e Alessia sapeva che ciò che le diceva non erano solo frasi di cortesia ,ma ciò che realmente pensava e questo non poteva non riempirle il cuore di gioia. E’ bello essere apprezzata da chi ti vuole bene e a cui si vuole un bene dell’anima.
-‘Non ci posso credere! Cristoforo il padovano’Sei proprio tu? Ma che bello che ci sei anche tu e accompagnato per altro da una vera bellezza , proprio come me l’avevi descritta. Posso avere il piacere di conoscerla?’-
-‘Antonio! Che bella sorpresa. Non mi avevi più dato la conferma sulla tua presenza qui , ma alla fine ce l’hai fatta a liberarti. Certo che te la presento’lei &egrave Alessia, la più bella ragazza di Roma. Alessia, lui &egrave Antonio, il mio amico barese’-
-‘Molto piacere!Cristoforo me l’aveva detto che eri bella ma non immaginavo chge avesse ragione. Come va?’-
-‘ Piacere mio. Cristoforo deve sempre esagerare , &egrave fatto così. Sto molto bene, grazie.’-
Alessia lesse sul petto il nome che il ragazzo usava sul sito per massaggiare’ Mistral’ no , lei non ci aveva mai parlato.
Eppure sembrava simpatico. Doveva avere circa 28 anni, era alto e molto magro. Magrezza che aveva saputo ben coprire con un paio di jeans larghi un po’ a vita bassa e una polo verde che si intonava al colore dei suoi occhi. I capelli erano rasati e aveva le basette che gli scendevano sulle guance.
La ragazza pensò cosa centrasse un tipo così col suo amico, poi si ricordò che sul web sono tutti uguali e tutti appaiono l’opposto di tutto.
Non si era sbagliata, quel giovane era davvero molto simpatico e prese subito confidenza presentandole tutti gli altri amici che erano venuti con lui , un gruppo di ragazzi e ragazze alla mano e socievoli.
Chiacchierarono per un po’ del più e del meno e ogni tanto Mistral, nel bel mezzo di una conversazione, si allontanava per salutare qualcuno che conosceva.
‘Chissà da quanto tempo deve essere iscritto. Conosce mezza chat’ pensò Alessia mentre Antonio scherzava con l’ennesima persona con cui spesso massaggiava.
-‘Ti diverti?’- le chiese ad un tratto Cristoforo
-‘Sì , molto’difficile a dirsi ma mi diverto. Il tuo amico mi sembra molto simpatico. Lo trovo decisamente spontaneo.’-
-‘Sì lo &egrave. E’ per questo che mi piace parlare con lui , mi fa morire dal ridere. Vorresti ballare?’-
Per tutta la sera c’era stata la musica di sottofondo. Ora che il buffet era stato abbondantemente saccheggiato, avevano alzato un po’ il volume per permettere a chi voleva ballare di farlo.
-‘Volentieri ma solo questo che &egrave lento. Sai non sono una grande ballerina.’-
-‘Se &egrave per questo nemmeno io. Temo che dovrai guidarmi tu.’-
Quando arrivarono al centro della pista Alessia notò che il suo amico non aveva mentito, era davvero un pessimo ballerino. Era troppo goffo e questa sua caratteristica unita alla prestanza fisica lo rendevano sempre più somigliante all’orco buono delle favole. Quanto si divertiva con lui.
‘Peccato che sei sposato e che hai 20 anni più di me’saresti stato il mio uomo ideale, intelligente , premuroso , dolce e gentile.’ Pensò Alessia mentre lo guardava.
-‘Quanto ti arrabbi da 1 a 10 se ballassi un po’ io con lei?’- chiese Mistral, interrompendoli.
-‘Non mi arrabbio per niente ,anzi, non ce la faccio già più a muovermi qua in mezzo. Sento di avere la delicatezza di un elefante. Dovresti chiederlo a lei se vuole ballare con te.’-
-‘Posso madame? Mi concede questo ballo?’- disse Antonio facendo un inchino come se fosse un eroe di un romanzo ambientato nella Francia dell’800.
-‘Ok , basta che la smetti di fare il buffone Ti stanno guardando tutti e stai attirando l’attenzione.’-
-‘E qual &egrave il problema? Ti da fastidio che ci stiano guard”- il ragazzo si bloccò quando vide l’espressione di Alessia. Era rossa come un peperone. ”O mio Dio! Non ci posso credere , sei tutta rossa. Sei in imbarazzo perché qualcuno si &egrave voltato a guardarti. Troppo divertente.’-
-‘Non capisco proprio cosa ci sia da ridere. Tu non stai mai imbarazzo? No , evidentemente no visto il modo in cui ti comporti.’-
-‘Ma non c’&egrave mica niente di male nel modo in cui mi comporto. Perché dovrei entrare in imbarazzo? Io sono così , mi comporto come faccio sempre ,poi se gli altri pensano che sia un buffone tanto peggio per loro! In fondo l’importante &egrave che se ne parli , nel bene o nel male.’-
-‘Sarà ma non condivido molto il tuo punto di vista.’-
-‘Eppure mi sei sembrata una ragazza abbastanza socievole. Adesso mi sembri quasi intimidita.’-continuò Antonio mentre ballavano sulle note di ‘Candle in the wind’, una bellissima canzone di Elthon John.
-‘Non &egrave che sono intimidita’&egrave che non conosco nessuno qui a parte te e Cristoforo e mi ci vuole un po’ di tempo per sentirmi a mio agio, tutto qui.’- tentò di giustificarsi Alessia riconoscendo di aver auto una reazione troppo impulsiva.
-‘Bene! Allora farò in modo di farla sentire a suo agio Miss.’-disse Antonio col suo solito fare da jullare di corte.
-‘Se la smettessi con quest’atteggiamento mi faciliteresti le cose di certo. Andiamo a bere qualcosa ,ti va? Mi sono stufata di ballare.’-
-‘Ogni suo desiderio &egrave un ordine per me, Miss.’-
-‘Ma basta! Ma come te lo devo dire?’-tuonò Alessia infastidita dal comportamento dell’amico.
-‘Come vuoi’solo un’ultima cosa”-
-‘Che c’&egrave ancora?’-
-‘Quando ti arrabbi sei ancora più carina’-
-‘Sei davvero impossibile. Dai andiamo.’-
Si incamminarono insieme verso il bar. Alessia era proprio contenta di aver conosciuto quel ragazzo. Aveva dei modi piuttosto invadenti ma era simpatico e la faceva ridere e questa era l’unica cosa che contava.
-‘Che prendi tu?’- gli chiese Alessia che non aveva ancora le idee chiare su cosa bere.
-‘Credo una vodka alla pesca. &egrave davvero buona e dissetante’-
-‘Dissetante la vodka alla pesca? Ma cosa stai dicendo? Tu sei ubriaco ancora prima di bere. Dammi retta , fossi in te prenderei qualcos’altro’-
-‘No no. Voglio la vodka alla pesca. Dai prendila anche tu, vedrai che dopo ti sentirai un’altra persona.’- disse Antonio con un espressione che faceva chiaramente intendere quale fosse il risultato di quella bevanda alcolica.
-‘ Io non bevo, sono quasi praticamente astemia e col caldo che fa stasera rischio anche di sentirmi male.’-
-‘Ha ha ha! Esagerata! Cosa può farti un misero bicchierino di vodka? E dai non farti pregare! Provala e poi mi dici e se non ti piace la berrò io ,ok?’-
-‘Va bene, mi hai convinto. Sei sempre così persuasivo tu?’-
-‘ Purtroppo non sempre altrimenti avrei già trovato qualcuna in grado di sopportarmi.’-
-‘ Ora non esagerare! I miracoli non esistono!’- disse Alessia strizzandogli l’occhio.
-‘Ma bene’vedo che la timidina sta cominciando ad uscire dal suo guscio. La vodka non può che farti bene.’-
Ordinarono i loro bicchieri e tornarono al divano insieme agli altri e insieme a Cristoforo. Alessia si sentiva un po’ in colpa per averlo lasciato solo tutto quel tempo e lui, che sembrò intuire i suoi pensieri, le disse :-‘Non preoccuparti non mi sono annoiato qui senza te. Avrei preferito che tu ci fossi ma l’unica cosa che conta &egrave che tu ti diverta, so che ne hai bisogno.’-
Era vero. Alessia non aveva passato un bel periodo a causa della malattia del padre che era rimasto paraplegico a causa di un incidente in macchina. Non erano stati mesi facili tra la depressione della madre e la responsabilità di far forza a tutta la sua famiglia. Ora che il padre aveva concluso il periodo di convalescenza in clinica ed era tornato a casa , lei si sentiva esausta e cercava di rilassarsi il più possibile anche se non era facile non pensare a ciò che era successo anche perché per il padre non era facile abituarsi a vivere su una sedia a rotelle.
Cristoforo questo lo sapeva, sapeva ciò che aveva passato e l’aveva ascoltata durante i suoi momenti di sconforto. L’aveva aiutata a continuare a sperare dicendole che la sua presenza era fondamentale per il padre e che non doveva mollare anche se tutto sembrava esserle contro.
E per questo lei gli era riconoscente e lo sarebbe stata per tutta la vita.
Mentre pensava a ciò, si accorse di essersi intristita anche se aveva giurato a se stessa che quella sera non avrebbe permesso alle lacrime di prendere il sopravvento.
-‘Ma quell’uomo &egrave davvero bellissimo! Guarda che classe e che portamento.’- disse la ragazza seduta vicino a lei.
Questa frase la fece tornare alla realtà, cancellando i pensieri tristi che le stavano invadendo la mente.
-‘Hai ragione, &egrave davvero molto bello. Questa volta sono d’accordo con te ma non farti troppe illusioni, &egrave già accompagnato e la sua donna &egrave bella quanto lui.’-
Alessia ascoltava con la coda dell’orecchio il discorso delle due ragazze mentre con lo sguardo cercava l’oggetto della loro discussione.
Ad un tratto riuscì ad individuare l’uomo che le due ragazze stavano idolatrando.
Non riusciva a credere a ciò che aveva di fronte agli occhi. L’uomo che aveva attirato l’attenzione del pubblico femminile accanto a lei era davvero bello.
Era alto con un fisico prestante e i capelli neri. Indossava un paio di jeans blu scuro, una camicia bianca e una giacca nera.
Aveva lasciato i primi tre bottoni della camicia aperti e si poteva intravedere il suo corpo atletico e il torace glabro e scolpito.
Improvvisamente il cuore della ragazza cominciò a battere all’impazzata. Si sentiva strana , non aveva mai provato una sensazione del genere.
Forse quel calore che sentiva era dovuto alla vodka che aveva bevuto poco prima’forse il cuore le palpitava così tanto per colpa dell’alcool , del caldo e della confusione.
O forse era dovuto tutto a quella visione stupenda.
L’uomo era accompagnato da una donna , una bellissima donna.
Aveva un vestito verde pieno di lustrini , un trucco ricercato e una pettinatura raffinata. Sembrava un uccello esotico in mezzo ad uno stormo di piccioni. Anche lei aveva conquistato i riconoscimenti del pubblico maschile e dei suoi amici Cristoforo e Antonio.
-‘Ma quella donna sembra la Venere del Botticelli. E’ stupenda , sarebbe degna di diventare la mia signora.’-
-‘Scendi dalle nuvole e torna nel mondo reale. Tu sei un comune mortale, non puoi nemmeno per un minuto pensare che una del genere ti degni di uno sguardo.
E’ molto bella , questo &egrave vero, ma a me sembra anche molto snob.’- fu la risposta di Cristoforo.
-‘Magari prima o poi vorrà sperimentare un comune mortale.’-
-‘Forse ma per il momento credo che sia molto soddisfatta della persona che ha al suo fianco.’- disse indicando l’uomo che aveva attirato l’attenzione del genere femminile presente.-‘Tu , Alessia; che ne pensi?’-
La ragazza era ancora ipnotizzata dalla coppia. Seguiva ogni loro mossa , osservava con quanta disinvoltura si muovevano tra la folla non passando di certo inosservati. Erano così magnetici che non si poteva far altro che guardarli.
-‘Alessia? Ci sei?’- la chiamo Cristoforo guardando i suoi occhi spalancati e fissi in direzione della coppia.
-‘Lasciala stare! Non vedi che &egrave completamente presa da quell’uomo? Guarda; se lo sta mangiando con gli occhi.’- osservò ridendo Antonio.
Quella frase venne catturata dalle orecchie di Alessia che, avendo il vago sospetto di essere l’argomento della conversazione , si destò dal suo sonno e volse lo sguardo verso i suoi amici che la guardavano divertiti.
-‘Ma chi io? State forse parlando di me?’-
-‘Sveglia? Ma che ti sei invaghita di Never?’-
-‘Io? Ma non lo stavo proprio guardando. Cio&egrave’lo stavo guardando ma solo perché mi ci avete fatto fare caso voi e quelle ragazze sedute accanto a me che appena l’hanno visto entrare si sono messe ad urlare come se non avessero mai visto un uomo.’-
-‘Evidentemente non ne hai mai visto uno nemmeno tu’lo guardavi con un’espressione del tipo:’Sono tua, fai di me ciò che vuoi’! Eri divertente.’-
-‘Ma tu sei fuori. Ma ti pare che mi metto a guardare un ragazzo nel modo che dici tu. E poi non &egrave nemmeno un granch&egrave’&egrave normale’ce ne sono tanti nel mondo come lui, mica &egrave unico.’- si difese Alessia sentendo crescere l’imbarazzo ad ogni parola. Era cosciente che le sue guance stavano prendendo colore ma cercò di mantenere la calma per non far capire ai suoi commensali che ciò che aveva detto Antonio era vero. Da quando l’aveva visto non aveva smesso un solo attimo di fissarlo e non lo giudicava certo normale , ma l’uomo più bello e attraente che avesse mai visto.
l’amico notò il suo imbarazzo e non perse l’occasione per prenderla in giro.
-‘Guarda come sei diventata tutta rossa. Dì la verità, ho indovinato, ti piace.’-
-‘No no! Sei completamente fuori strada. E smettila di prendermi in giro ,non sei affatto simpatico.’-
Detto ciò ,Alessia si alzò indignata e se ne andò al bar. Voleva stare un po’ da sola , lontana dagli occhi indiscreti degli amici. Sapeva di avere nuovamente esagerato ma non poteva farci nulla; era istintiva e quel suo caratteraccio la portava spesso a discutere con le persone anche per le piccole cose. Quando sarebbe cambiata? Quando avrebbe smussato quei lati brusco del suo comportamento?
Ci provava da tutta una vita.
Mentre cercava di calmarsi , Alessia ripensò alle battute che le aveva rivolto Antonio , ma ottenne l’effetto contrario ; più ci pensava e più si indignava.
‘Ti sei invaghita di Never?’ La frese dell’amico che rimbombava in testa come un martello. Ma come aveva fatto lui ad accorgersene? Perché Alessia non era in grado di mascherare ciò che provava; il suo volto e le sue espressioni erano così trasparenti che bastava guardarla un solo secondo per capire se era felice , se era triste , arrabbiata preoccupata e , purtroppo, anche se era innamorata.
Innamorata? Ma che diavolo le era venuto in mente? Non poteva essere innamorata di quell’uomo, non lo conosceva nemmeno.
Lei no , ma qualcun altro si. Antonio lo aveva chiamato per nome , anzi, per nick name’ Never.
Non le ricordava nessun utente che l’aveva contattata ma se Antonio lo conosceva forse poteva presentarglielo. Che idea assurda che aveva avuto. Si rendeva conto di non essere così coraggiosa da conoscere quell’uomo che, tra l’altro, era accompagnato da una donna bellissima. Però poteva riuscire a sapere qualcosa di più sul suo conto.
Decise di andare a cercare Antonio. Doveva prima di tutto scusarsi per il comportamento che aveva avuto poco prima e già che c’era gli avrebbe chiesto qualche informazione sull’oggetto della loro discussione.
Lo trovò al centro della pista intento a scatenarsi sulle note dell’ultimo successo di Madonna ; ‘Sorry’.
-‘Antonio puoi venire un attimo con me? Devo parlarti.’-
Il ragazzo la fissava ridendo e continuando a ballare.
-‘non puoi dirmelo qui ciò che hai da dire? Questa musica &egrave elettrizzante.’-
-‘No qui c’&egrave troppa confusione. Ti prego andiamo da un’altra parte.’-
Detto questo lo prese per il polso e lo trascino lontano dalla musica e dal caos della pista da ballo.
Cominciarono a camminare per la pineta di querce che circondava la villa.
-‘Volevo scusarmi con te per come ti ho trattato poco fa. Ho avuto una reazione esagerata, me ne rendo conto. Non so cosa mi sia preso.’-
-‘Non devi scusarti , sciocchina. Sono abituato ad essere trattato male dalle donne.’-
-‘Ci sarà un motivo’- risposa sarcastica Alessia ”Comunque nel mio caso non c’era. Ti chiedo scusa.’-
-‘Si che c’era. Evidentemente avevo colto nel segno con la mia affermazione.’-
-‘Adesso che fai, ricominci?’-
-‘Tu potrai anche negarlo all’infinito ma i tuoi occhi parlano per te. Si vede lontano un miglio che sei attratta da lui, ma non c’&egrave mica niente di male, sai?’-
-‘Invece c’&egrave tutto di male. Primo perché non &egrave vero, e secondo perché non mi sembra che sia libero.’-
-‘No infatti non lo &egrave , ma sinceramente non credo che sia una cosa seria . Enrico ha la fama di essere un gran latin lover.’-
-‘Enrico?’- interrogò la ragazza ben conscia di essere riuscita a carpire all’amico la prima informazione.
-‘Si, Enrico. Si chiama così lui. Ha 33 anni ed &egrave direttore di una società di telecomunicazioni.’-
-‘Direttore? Così giovane? Deve aver avuto una grande raccomandazione!’-
-‘No, non &egrave così’-continuò il ragazzo- ‘Si &egrave fatto da solo. Dopo anni di gavetta ha fatto valere la sua intelligenza e il suo dinamismo. Con una buona dose di intraprendenza &egrave riuscito a farsi apprezzare dai suoi superiori e, quando il vecchio presidente se ne &egrave andato in pensione, ha lasciato a lui le redini dell’azienda con la benedizione del gruppo di azionisti proprietari che lo stimano tantissimo.’-
-‘ Ma tu tutte queste cose come le sai?’- chiese Alessia che non si era persa nemmeno una virgola di ciò che le era stato confidato. Si vedeva che Enrico aveva un gran carisma. Lo manifestava in tutti i suoi atteggiamenti, perfino nel modo di camminare.
-‘Alcune le so perché me le ha dette lui, altre le sono venute a sapere tramite terze persone. Con lui ci ho scambiato solo pochi messaggi. E’ un tipo molto riservato e non ama parlare di sé e dei suoi successi.’-
-‘Non mi piace nemmeno che gli altri parlino di me.’-tuonò improvvisamente una voce dietro di loro.
I due amici si voltarono un po’ scossi perché non si aspettavano che qualcuno stesse origliando i loro discorsi. Se poi la persona in questione era l’oggetto della conversazione, era davvero un bel disastro!
Alessia si sentì tremare la terra sotto i piedi quando vide lui, Enrico; che la fissava come se stesse guardando il suo peggior nemico.
Impossibile che il suo primo incontro con quell’uomo dovesse essere una figuraccia, e chissà quanto aveva ascoltato! La ragazza sperò che non fosse presente quanto Antonio le aveva ribadito che le piaceva. ‘Almeno quella parte speriamo non l’abbia sentita. Comunque sono nei guai.’
-‘Enrico, vecchio mio. Allora come va?-disse Antonio camminando verso l’amico per nulla preoccupato dal tono infastidito col quale gli si era rivolto.
-‘Mistral. Dovevo immaginarlo che c’eri tu dietro questa storia. Pare che spettegolare sia il tuo passatempo preferito. Sei peggio di una suocera.’-
-‘Suvvia, non ti arrabbierai per così poco, vero? Sul sito quasi tutti sanno chi sei, mi limito solo ad informare chi ancora non ti conosce.’-
-‘E a lei cosa interessa chi sono e cosa faccio?’-disse volgendo lo sguardo verso Alessia che se ne stava in disparte osservando la scena e pensando alla figuraccia che avevano fatto poco prima.
‘Ne sto per fare un’altra, sono sicura’-pensò mentre Antonio si avvicinava a lei per presentarla all’amico. ‘Ora nella migliore delle ipotesi gli dirà che mi piace e che sono stata io a pregarlo di parlarmi di lui. Oddio come ne esco da questa situazione?’.
Mentre se lo chiedeva , Antonio L’aveva avvicinata a Never.
Solo pochi centimetri li separavano’pochi centimetri e avrebbe potuto toccare il cielo con un dito.
-‘Questa &egrave la mia amica Alessia di Roma. Parlavamo del più e del meno e le stavo raccontando che, fra i tanti iscritti, c’&egrave anche un personaggio illustre come te.’
-‘Finiscila di dire fesserie. Comunque potevi risparmiartelo, o meglio, potevi parlarle di te.’-
-‘Credo che lei preferisca ascoltare la tua storia piuttosto che la mia.’-
‘Oddio l’ha fatto’-pensò Alessia sentendo per la seconda volta tremare la terra sotto ai piedi. Non aveva il coraggio di alzare lo sguardo. Sapeva che lui era davanti a lei e la stava fissando e, se non fosse stato per l’oscurità della notte, avrebbe visto chiaramente anche il verginale rossore che si era impadronito delle gote di lei.
-‘E perché ti interesso tanto piccolina?’- le disse.
-‘Io’non so’Antonio dice’la confusione quando sei arrivato”- Non riusciva a mettere insieme le parole per formare una frase di senso compiuto. Farneticava e si rendeva conto che in quel modo peggiorava soltanto la sua situazione. Stava facendo la figura della sciocca.
-‘Ma che le prende?’- domando Enrico rivolto ad Antonio.
-‘Credo sia un po’ imbarazzata. Non si aspettava che tu stessi origliando la nostra conversazione.’-
-‘Io non stavo origliando. Ero al telefono e poi vi ho visto camminare. Mi sono avvicinato per salutarti e ho sentito che parlavate di me.’-
-‘E hai origliato. Comunque, oltre a questo, credo che tu le piaccia, vero Alessia?’-chiese rivolto alla ragazza.
-‘Non’non essere sciocco.’-provò a dire-‘E poi &egrave già impegnato, vero?’-chiese, riuscendo finalmente ad alzare la testa e a guardare l’uomo che le stava di fronte e che non aveva smesso di fissarla. Quando i loro occhi si incrociarono, Alessia riuscì a vedere con più chiarezza l’intensità di quel grigio. Si sentì gelare il sangue nelle vene e le mancò il respiro per un secondo.
-‘Sì, ho portato Vittoria, la mia compagna. Finalmente una vera donna in mezzo a queste provincialotte.’-
Provincialotte? Perciò era questo ciò che pensava delle ragazze presenti. Era questo che pensava anche di lei. Se le avesse dato una pugnalata le avrebbe fatto meno male. Con il cuore in gola e la voce tremante guardò Antonio e gli disse:-‘Io vado a cercare Cristoforo. L’ho lasciato solo e si starà chiedendo dove sono. Ci vediamo più tardi.’-
Detto questo girò su se stessa e se ne andò verso la villa. Man mano che camminava i suoi passi si fecero sempre più veloci e si accorse improvvisamente che stava correndo. Scappava da quell’uomo e dall’umiliazione che le aveva inferto.
Entrò nel salone principale della villa e trovò Cristoforo che si intratteneva con una signora di mezza età su un bel divano ottocentesco davanti al camino.
Quando la vide si congedò immediatamente dalla sua ospite e le corse incontro. Il sorriso che aveva si tramutò in preoccupazione quando vide l’espressione dell’amica.
-‘Ma che ti &egrave successo? Hai visto un fantasma?’-
‘Molto peggio’ pensò lei,ma fece finta di nulla e tentò di darsi un contegno. Non voleva che Chris si preoccupasse per lei.
-‘Ma no niente, tranquillo. Forse sono solo un po’ stanca.’-
-‘Mmm’e devo crederti?’-
-‘Ti dico di si’davvero.’-
Chris rimase in silenzio ad osservarla, sapendo che le stava nascondendo qualcosa. Lei lo guardò e scoppiò in lacrime.
-‘Stellina ma che combini?’- il tono della voce dell’uomo era dolce e affettuoso quando la prese tra le braccia per consolarla e proteggerla.
-‘Oh chris, scusa- Non volevo farti preoccupare.’-
-‘Mi spieghi cosa &egrave successo? Prima ti ho visto che te ne andavi con Antonio. Non ti avrà mica costretto a fare qualcosa che non volevi,vero?’-
-‘Ma no, lui non centra. O comunque non centra nel modo che pensi tu.’-
Si sedettero sullo stesso divano dove poco prima l’amico chiacchierava con la donna, e gli raccontò delle scuse che aveva fatto ad Antonio, dell’incontro con Enrico che aveva sentito che parlavano di lui, e di come quest’ultimo aveva definito le ragazze presenti, lei compresa.
-‘Caspita che cafone. Poteva anche tenerseli per se certi giudizi.Ciò che non capisco &egrave perché tu te la sia presa così tanto.’-
-‘Perché non sono una provincialotta.’-
-‘Certo che non lo sei, ma generalmente di ciò che pensano gli altri a te non &egrave mai importato. Forse c’&egrave dell’altro.’-
-‘In che senso,scusa?’-
-‘non credo che quell’uomo ti sia indifferente. Me ne sono accorto da come lo guardavi quando &egrave arrivato, e da come ti sei arrabbiata quando Antonio te l’ha fatto notare. Probabilmente ti ha dato molto più fastidio avere la conferma da lui che ha un’altra donna, piuttosto che ti consideri una provincialotta.’-
-‘Ti ci metti anche tu ora?’-
-‘Lo vedi come ti scaldi subito? Se non fosse vero non avresti motivo di avere questo genere di reazioni. Sii sincera con me, ti piace?’-
Alessia rimase 30 secondi in silenzio. Non poteva mentire a Chris. Loro due erano amici per davvero e si erano giurati che sarebbero stati sempre sinceri l’uno con l’altra.
-‘Da morire. Da quando l’ho visto non ho fatto altro che pensare ai suoi occhi, al suo sguardo’non so cosa mi stia succedendo. So solo che ho sperato fino all’ultimo che la donna al suo fianco fosse un’amica e nulla di più, ma quando mi ha confermato che &egrave la sua compagna mi sono sentita crollare il mondo addosso. In confronto a lei &egrave vero che sono una provincialotta.’-
Cristoforo l’aveva ascoltata e quando lei ebbe finito di parlare la abbracciò di nuovo.
-‘Piccola mia, hai avuto il classico colpo di fulmine, ma non essere triste.Tu non sei una provincialotta e non lo sarai mai. Sei una ragazza stupenda e, anche se lei potrà sembrare più bella di te, sono sicuro che il suo cuore &egrave freddo’per quel tipo di persone l’unica cosa che conta &egrave loro stessi. Tu sei passionale, altruista e buona. Non ti cambierei mai per tutto l’oro del mondo.’-
-‘Grazie Chris, come farei senza di te?’-
-‘Non devi ringraziarmi. Ho detto solo ciò che penso. Ora vai in bagno a sciacquarti il viso. Ti aspetto qui.’-
Alessia si alzò e si diresse verso il bagno.
C’era un lungo corridoio da attraversare e, durante il tragitto, ripensò alle parole dell’amico. Era stato molto carino da parte sua averle detto certe cose ma, nonostante ciò, l’umore della ragazza era ancora a pezzi. Chris le voleva bene ma ciò che per lei contava in quel momento era ciò che Enrico pensava di lei e lui non la teneva proprio in considerazione. Aveva il cuore in frantumi.
Il bagno delle donne era proprio di fronte a quello degli uomini. Alessia entrò e si guardò nell’enorme specchio posto sopra il lavabo. Aveva un aspetto terribile e gli occhi gonfi e rossi. Aprì l’acqua fredda e si sciacquò il viso. Poi estrasse dalla borsetta la cipria e il rossetto e, quando ebbe finito di sistemarsi, si sentì un’altra persona. Chris aveva ragione. Non doveva preoccuparsi di ciò che aveva detto Enrico. Finita quella serata non lo avrebbe più rivisto. All’umiliazione di prima subentrò ora in lei tanta rabbia. Rabbia perché l’aveva definita provincialotta e rabbia perché aveva dato reta ad una persona che da due ora a quella parte non avrebbe significato più nulla per lei. Non avrebbe permesso ai suoi sentimenti di prendere il sopravvento sulla razionalità.
Uscì dal bagno come se tutto ciò che c’era stato poco prima non fosse mai accaduto.
Ma il destino tramava ancora contro di lei perché, mentre attraversava di nuovo il corridoio, incrociò Enrico e il suo sguardo penetrante.
Lo guardò per un secondo, poi voltò la testa e tirò dritta. Lui la vide, le prese il polso e la bloccò.
-‘Ciao, ci siamo visti poco fa in pineta.’-
-‘Sì, ti ho riconosciuto’-disse lei con un tono che non si aspettava potesse essere così freddo.
-‘Dove vai?’- chiese lui.
-‘Non credo siano affari che ti riguardano, comunque raggiungo un amico.’-
-‘Ehi, ma che ti &egrave successo? Prima sembravi un pulcino spaventato e ora ti comporti come una iena.’-
-‘Non ero un pulcino spaventato. E’ solo che mi sono sentita in imbarazzo quando ci hai detto di aver ascoltato la nostra conversazione. So che non &egrave bello parlare degli assenti.’-
-‘Non avete detto nulla di male in fondo.’-
-‘non &egrave carino lo stesso. Ora, se vuoi scusarmi, torno dal mio amico.’-
-‘Pensavo che potevamo tenerci compagnia un latro po’ se per te va bene.’-
Alessia si era già incamminata in direzione della sala. A quella richiesta si bloccò.
‘Non permettere all’impulso di prevalere sulla ragione’ continuava a ripetere a se stessa.
Nonostante le sue buone intenzioni si rendeva conto dell’ascendente che Enrico aveva su di lei. Era come una calamita ma doveva resistergli.
Si girò verso di lui e lo guardò con aria di sfida.
-‘Perché?’-
-‘Per passare un po’ di tempo. Dovresti essere contenta visto che ti piaccio.’-
Ma quanta arroganza! Ma cosa gli permetteva di avere quell’atteggiamento da chi ha il mondo ai suoi piedi? Non glielo avrebbe permesso, non poteva comportarsi così, non con lei.
-‘Non mi piaci e non credo che ti serva la compagnia di una provincialotta. Hai una compagna che ti aspetta da qualche parte, vai da lei.’-
La sua voce aveva un tono rancoroso che non aveva mai adottato con nessuno, ma con lui era necessario. Voleva tenerlo a distanza e non sopportava l’arrognaza dei suoi modi. Un’altra persona, al posto suo, se ne sarebbe andata via con la coda in mezzo alle gambe, ma lui no. Lui le si avvicinò con un espressione canzonatoria e le sussurrò all’orecchio:-‘Ma l’uccelino mi ha detto che da quando mi hai visto non hai avuto occhi che per me’.
Era talmente vicino che Alessia riusciva non solo a sentire il suo odore, ma anche il profumo del suo alito. Emanava così tanata sensualità che la ragazza si sentì scuotere da un brivido lungo la schiena. Doveva allontanarsi da lui il prima possibile.
-‘L’uccellino si sbaglia e tu sei un farlocco se credi a tutto ciò che ti dice il primo che arriva. Ti facevo più intelligente ma evidentemente mi sbagliavo. Stai bene anche tu in mezzo a questi provincialotti.’-
L’espressione dell’uomo mutò e il suo sguardo,prima languido, si indurì di colpo. Alessia aveva pizzicato la corda dell’orgoglio e l’aveva reso furibondo. Fece per allontanarsi, spaventata dalla reazione che poteva avere, ma lui la bloccò di nuovo per i polsi con più violenza i prima.
-‘Lasciami mi fai male.’-disse mentre cercava di divincolarsi.
-‘Ragazzina, non ti permetto di parlarmi così. Chi credi di essere?’-
-‘No, tu chi credi di essere? Come ti permetti di giudicare provincialotte persone che nemmeno conosci? Forse non avranno la stessa posizione privilegiata che hai tu in società ma non per questo valgono meno di te, e se tu sputi sentenze senza conoscere, quello che vale poco sei tu.’-
Era davvero furiosa’se avesse potuto l’avrebbe preso a schiaffi.
-‘Non avrei mai creduto che tu avessi un temperamento così forte e aggressivo.’-
-‘Ti ripeto, conosci prima di trarre conclusioni.’-
Detto ciò si girò e proseguì il suo cammino senza voltarsi mai indietro. Era fiera i come era riuscita a tenergli testa. Mentre si crogiolava in quel senso di soddisfazione, si sentì trascinare dentro una delle stanze che c’erano lungo il corridoio. Non capì subito cosa stesse succedendo. Se ne rese conto solo quando la porta si chiuse alle sue spalle. Si voltò e vide il suo ‘sequestratore’. Di nuovo lui, Enrico.
-‘Ma che cosa vuoi ancora? Lasciami andare mi aspettano.’-disse Alessia indignata cercando di arrivare alla maniglia.
Lui la fermò. ”No, tu ora resti qui.’-
Stava esagerando. Non le erano mai piaciute le persone che tentavano di comandarla a bacchetta. Nonostante le sue fragilità, aveva un carattere forte, più forte di quanto sospettasse.
-‘Io non ho tempo da perdere con te, e non credo nemmeno di starti simpatica. Non ti serve la mia compagnia e”-
Prima che potesse finire la frase, si ritrovò con le spalle contro la porta, il peso del corpo di lui addosso e con le sue labbra appiccicate a quelle di Enrico- La stava baciando.
Aveva davvero superato ogni limite. Con tutta la forza che aveva, si divincolò dal suo abbraccio e gli diede un ceffone.
-‘Ma cosa ti sei messo in testa? Come ti sei permesso? Sei un idiota e basta.’-
Più lei si infervorava e più lui sembrava divertito dalle reazione che provocava nella ragazza.
-‘Lo so che mi desideri e ,per tua sfortuna, ti desidero anche io. Non tentare di resistermi perché non ci riusciresti.’-
-‘La tua sicurezza supera la tua arroganza, ma non sono come le altre io.’-
-‘Diciamo che sono abituato ad ottenere ciò che voglio e in questo momento il mio capriccio sei tu.’-
Il suo capriccio?Era, dunque, solo un capriccio? Stavolta si sentiva davvero umiliata, trattata come un oggetto.
Accorgendosi che lui si era di nuovo pericolosamente avvicinato, dimenticò i suoi pensieri e gli tirò un altro ceffone.
Lui la bloccò di nuovo, stanco di combattere. Non aveva voglia di essere preso a schiaffi…aveva voglia di possederla, anche con la violenza se fosse stato necessario.
La prese, la girò e le appoggiò le mani sulla porta, tenendole serrate con una mano sola. Con la’altra le alzo la gonna e le spostò gli slip.
-“Ho detto lasciami…mi metto ad urlare.”-resisteva mentre tentava di divincolarsi.
Nonostante i modi bruschi dell’uomo la stessero facendo infuriare, la sua violenza le piaceva, il suo dominarla cominciava a farla eccitare ma sperò che lui non se ne accorgesse.
Troppo tardi…la mano di Enrico era già in mezz alle sue gambe e frugava tra le pieghe della sua carne.Si accorse che era bagnata e, stringendole nel pugno i peli pubici le sussurrò:-“Cred che qui qualcuno abbia un’immensa voglia di cazzo…del mio cazzo…lo senti?”-
Alessia lo sentiva appoggiato al solco fra le natiche. Curvò leggermente la schian, facendo scivolare quel membro eccitato perpendicolare all’apertura del suo fiore.Lo voleva, inutile negarlo. Voleva che lui la prendesse, voleva che lui la violentasse, voleva sentirlo dentro con tutta la brutalità di cui ne era capace.
E così fu…con un colpo secco le fu dentro, aprendo il fiore, distruggendo i petali, arrivando direttamente al nettare.
-“Lo so che ti piace…dimmelo che ti piace, dimmi che lo vuoi ancora.”-
-“Lasciami…”- ansimò lei con l’unico filo di voce che le era rimasto. Le forze la stavano abbandonando, le gambe tremavano, le gote in fiamme annunciavano l’arrivo dell’orgasmo.
L’uomo accellerò i movimenti del bacino…sempre più forti, sempre più incalzanti, sempre più duri.
Finch&egrave l’orgasmo giunse, invedendola come un mare in tempesta. Sperma caldo scivlava in lei, mischiandosi col suo.
L’uomo si staccò e, ancora ansimante, cercò di ricomporsi.
Fece lo stesso anche lei e, una volta pronta lo guardò.
-‘Stai lontano da me. Guai a te se ti avvicini ancora.”-
Mentre cercava la maniglia per correre via da quell’uomo che aveva scanetato in lei mille emozioni contrastanti, riuscì solo a gridare:-‘Ti odio, brutto bastardo!’-
Aprì la porta e corse via non accorgendosi che le lacrime le uscivano da sole e le rigavano il volto. Mentre correva incrociò Cristoforo che, non vedendola tornare, era andato a cercarla.
-‘Ale, dove corri? Che cosa &egrave successo?’-
-‘Chris ti prego andiamo via.’-
-‘Calmati! Dimmi perché piangi.’- Era seriamente preoccupato per l’amica.
-‘No. Ti spiegherò tutto dopo. Ora portami via da qui. Scusa se ti sto rovinando la serata.’-
-‘La tua presenza basta a renderla unica. Ora andiamo, ti porto via così ti calmi e mi spieghi.’-
L’abbracciò e la condusse via. Quando finalmente salirono in macchina, Alessia smise di piangere. Era tutto finito. Tra qualche minuto si sarebbe allontanata da quel posto e da quell’uomo che era riuscito a ferirla come mai nessuno aveva fatto, ma per il quale aveva perso la testa. Ora doveva solo calmarsi e poi ci avrebbe pensato il tempo a lenire la ferita. Doveva sforzarsi di dimenticare.

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