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Racconti Erotici Etero

Adone è mio

By 27 Ottobre 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Eccolo li, lo vedo. Porca miseria, &egrave proprio bello. Non resisto, mamma mia, quei bicipiti così, così, poderosi’ mmm non vedo l’ora di sentirmeli attorno al corpo’ Il culo, manco a parlarne’ spettacolo puro’marmo michelangiolesco. A vederlo davanti, poi, quei pettorali, sodi, non enormi a sembrare due tette, ma belli, proporzionati al resto’Non riesco a guardarlo in faccia, mi perdo a seguire i capelli lunghi, che contornano la faccia, sempre ben rasata, con il pizzetto da figo. A perdermi, in effetti, ci metto poco’ anche se più che altro, mi sento calamitata, invischiata, in quel nero pece che sono i suoi occhi.
Ah dio mio, e lui manco mi calcola.
E’ davanti alla palestra dove sono iscritta anche io, indovinate perché? Si, si, certo, fare moto, come no’ Le flessioni gliele farei fare, si, ma con me sotto però’
E oggi &egrave il momento giusto’ Oggi deve fare pesi, e come al solito sarà l’ultimo a finire’ ma non sarà solo’ oggi tocca a me’ Today, is THE day.
Entra nella palestra, e comincia a fare i manubri. Dalla cyclette poco lontano, perfetto punto di osservazione, lo vedo flettere ed estendere bicipiti e tricipiti che scoppiano in quella manica corta, prima destra e poi sinistra, perfettamente armonico’ Le gocce di sudore che gli scorrono sulla schiena fanno il paio con quelle che colano dalla mia figa’ Mi alzo prima che lui abbia finito, sculettando un pochino in quella tuta super aderente che fa trasparire il mio sodo mandolino taglia 40. L’ora &egrave tarda, la palestra si sta svuotando. Io sono in pausa già da una ventina di minuti, sempre a guardarlo lavorare, infaticabile. Lo sento parlare con un amico, ormai siamo rimasti in tre in palestra, più il barista/proprietario, che presto lascerà le chiavi al mio Adone, come sempre in questi casi. Anche l’amico se ne va, insieme al proprietario. Consueta cerimonia di consegna delle chiavi.
IO sono entrata nello spogliatoio, la passera vuole il suo albero. Mi faccio la doccia, mi lavo ben bene, dieci minuti per insaponarmi e sciacquarmi tutta. Non riesco ad evitare di palparmi i capezzoli che, dall’alto della mia quarta, fremono al pensiero di Lui. I capelli, mossi, mi fanno perdere un po’ di tempo ad asciugarli.
Sono asciutta, finalmente, quasi dovunque’ Lei lo pregusta’ sa che lo avrà. Mi vesto, anche se, visto il mio abito, &egrave una parola grossa: scarpa col tacco, calza a rete gonna di jeans girofiga, e camicetta a righe verticali sbottonata fino a mezzo seno. Perizoma e reggiseno neri, di pizzo. MI specchio, il trucco, cazzo, me lo stavo dimenticando: tocco lieve di fondotinta, matita leggera per le labbra, lucidalabbra. Un piccolo tocco di ombretto blu, come i miei occhi e sono pronta. Esco dal mio spogliatoio. Dopo una fugace occhiata al resto della palestra per assicurarmi che lui sia nel suo spogliatoio, entro. Sento rumore di doccia. Mi siedo, dove lui non può vedermi, e dove io riesco a tenere sott’occhio la sua roba, poggiata su una delle panche. L’acqua si chiude. Il mio Adone ha finito. Il cuore batte forte, stavolta sarà mio. Mi eccito. Eccolo, &egrave davanti a me, in tutto il suo splendore. Slurp. Lui urla, sorpreso di vedermi li, specie così vestita e seduta a gambe aperte. Si riprende subito, i suoi occhi cambiano: mi guarda, mi ammira, non apre bocca, continua a squadrarmi da capo a piedi, non sa dove fermare l’occhio, se sulla mia passera bene in vista o sul seno appena scoperto. Lo aiuto, e porto una mano tra le mie gambe. La estraggo lucida. Comincio a masturbarmi davanti a quello splendore. Adone si rizza, ormai ha capito le mie intenzioni’ Godo, &egrave anche ben sviluppato, quello che sarà il mio ticket to paradise’ WoW. Si avvicina a me, non parla, mi toglie la mano dalla figa, la lecca, me la poggia sulla panca dov’ero seduta e mi bacia. Prima sul collo, poi mi morde l’orecchio. Mi soffia sulla guancia e sul collo. Finalmente arriva a baciarmi in bocca. Lo sento felice quando tocca il mio piercing sulla lingua, sa cosa significa’ WoW. Si, si, si, finalmente. Ce l’ho, &egrave mio. Si stacca dal mio bacio, scende con la lingua nel mio seno, non ha bisogno di sbottonare ulteriormente la camicia.
‘Non toccarmi’, mi dice. Obbedisco. Il suo bel cazzone &egrave in tiro, completamente, e raggiunge a occhio i 20-22cm’ slurp. Vuole aspettare a godere. Mi toglie la camicia, sempre leccando il seno. Le sue mani arrivano alla mia schiena. Il reggiseno lascia scoperte le mie tette e i miei capezzoli duri in un attimo.
‘Posso accarezzarti?’ chiedo, eccitata all’inverosimile. ‘Non ancora’ mi risponde lui, ‘tu mi hai voluto, ora ti prendo come voglio’. ‘Sono tua’, dico, ormai priva di freni. Spero che mi impali subito. Ma devo ancora aspettare. Si rimette in piedi e davanti alla mia faccia si presenta mr. Dick in tutta la sua beltà. ‘Apri la bocca’. Non me lo faccio ripetere. Lecco la sua asta, cosicché faccia meno attrito. Tutta, dal prepuzio alle palle, pazientando per qualche pelo. Le mie labbra ora circondano il suo cazzo, riesco a riempire la bocca per circa la metà, che cosa fantastica. Il piercing &egrave preciso sul suo glande, lì alla base del prepuzio. Lo vedo tirare indietro la testa, mentre mi guarda, lussurioso. Mentre da il ritmo con le sue mani alla mia testa, spingendomi contro il suo cazzo, io gli accarezzo palle e petto, più e più volte. Mi fa aprire la bocca, dice che mi vuole scopare.
Ecco il momento tanto atteso. Mi fa girare, mi mette a pecora, mi sfonda. La figa sembra burro,a contatto col suo membro che entra facile come fosse una lama calda. Si SI. &egrave mio, finalmente. Mi poggia le mani sulla schiena, afferra le mie spalle. Entra ed esce da me. Piano. Veloce. Piano. Veloce. Alterna i ritmi per non venire subito e farmi godere di più. Le mani scendono a prendere le tette. Le stringe forte. MI fa ansimare, mi piace troppo. Esce da me, lo sento fuori. MI giro. Viso implorante, sto per chiedere spiegazioni, ma mi zittisce subito. Infila due dita dentro la mia fighetta brodosa. Poi, quando mi stavo abituando alla loro presenza, e infila un altro. Restano fuori solo pollice e mignolo. Ma il medio finisce subito a solleticarmi lo sfintere anale. Ho paura, sarebbe la mia prima anal. Ma non voglio dirgli di no. Non potrei rimanere col rimpianto. Alterna magistralmente l’ingresso delle due dita nella figa e del medio nel culo. Forse non &egrave poi così male. All’improvviso, non &egrave più il suo dito a solleticarmi il buchetto, ma &egrave il suo cazzone a sfondarmi. ‘AHHH’ insieme a un urlo mi sfugge una lacrima. &egrave doloroso, nonostante tutto. Da due spinte vigorose, mi scende un’altra lacrima. Fa come per fermarsi, ma lo mantengo dentro facendomi verso di lui. Si eccita ancora di più:’proprio una troia sei, eh? Ti piace tenermi nel culo’ ‘ ‘sono la tua troia’ dico ansimando e prossima all’orgasmo. Le sue dita nella figa, fanno bene il loro lavoro. Colpisce ancora più vigorosamente e mi sento mancare le forze. Colo come una matta mentre urlo di piacere. ‘Brava la mia porcellina, ora tocca a me. Succhiamelo fino all’ultima goccia’. Esce da me, e mi rigira. Io mi inginocchio davanti a lui, e glielo prendo di nuovo in bocca. Lo faccio sparire in me per una buona metà, e stavolta bastano pochi tocchi del piercing sulla lingua per farmi riempire la bocca di calda sborra. Lui mi tiene attaccata finch&egrave non apro la mia bocca, vuota ormai, perché ho ingoiato tutto. MI fa alzare, e andiamo a farci una doccia, ancora piccante’ ma questa &egrave un’altra storia’

Per critiche/commenti feuerfreipc@aol.com
VenEros

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