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Racconti Erotici Etero

Affari di famiglia

By 7 Giugno 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Avrò avuto 26 anni, nella mia vita ne avevo già combinate di cotte e di crude, poi avevo avuto un brutto incidente nel quale per poco non ci avevo rimesso le penne, avevo quindi deciso di starmene buonino per un po’. Frequentavo Michela da tre mesi, uscivamo regolarmente e mi piaceva fare l’amore con lei, era una ragazza molto bella e gentile, i nostri rapporti erano sempre molto romantici, senza quelle esagerazioni che avevano contraddistinto la mia vita sessuale fino ad allora. Per la prima volta in vita mia avevo anche sospeso qualsiasi altra attività collaterale, e mi dedicavo anima e corpo a questa ragazza.
Michela aveva 20 anni e viveva con la madre e le due sorelle, il padre era andato via quando era piccolina, e lei lo vedeva raramente, mi piaceva frequentare la sua casa, essere da solo in mezzo a tutte quelle donne che facevano a gara a coccolarmi era divertente e rilassante, c’era Andrea che aveva 16 anni, era una ragazzina sveglia e matura, con lei giocavamo spesso con il computer, era appassionata di informatica e videogiochi e le piaceva chattare con le amiche, Luisa aveva 18 anni, passava il suo tempo a leggere e disegnare, ed era molto brava, anche lei era una ragazza educata e gentile, e molto più riservata della sorella minore, e poi c’era Marina, la mamma, mi aveva permesso di darle il tu e chiamarla per nome, visto che aveva solo 10 anni più di me. Aveva avuto Michela a 16 anni, e non si era mai pentita di questo, nonostante una vita di lavoro e sacrificio era ancora una bellissima donna, molto minuta e piccolina, a differenza delle figlie che erano molto alte, e dimostrava molto meno della sua età.
Purtroppo chi nasce tondo non può morir quadro, e dopo un po’ che frequentavo quella casa, la mia mente iniziò a viaggiare, mi domandavo spesso come sarebbe stato bello fare l’amore con ognuna di loro, Andrea, la più piccola, era vergine, anche se forse molto meno ingenua di quello che sembrava, aveva due seni alti ed un sedere sporgente come quello delle sorelle, mi provocava spesso appoggiandosi alla mia schiena mentre eravamo al pc, e proponendomi gare con dei non ben chiari pegni da pagare per chi avesse perso. Luisa, invece, mi chiedeva spesso se poteva ritrarmi, diceva che avevo un bel corpo, ed una volta che eravamo da soli fuori al terrazzo, arrivò a dirmi che mi voleva disegnare come natura mi aveva fatto, poi era corsa via tutta rossa. Spesso mi domandavo se fosse ancora vergine, sapevo che aveva avuto una storia l’anno prima con un ragazzo che poi l’aveva tradita e per questo lei lo aveva lasciato, ma Michela non sapeva se con questo ragazzo ci fosse stata a letto o no, e questo dubbio mi intrigava ancora di più.
Ma torniamo a Michela, io non ero stato il suo primo ragazzo, ma, per sua stessa ammissione, con l’altro non aveva mai provato piaceri troppo intensi, il ragazzo era giovane e tendeva a venire velocemente, e lei molto probabilmente non aveva mai avuto un orgasmo. La prima volta che stemmo insieme ci tenne a specificarmi che non ero il suo prima ragazzo, ma nonostante questo quando tentai di penetrarla sentì una leggerissima resistenza prima di entrarle tutto dentro. Avevo indugiato a lungo dentro di lei prima di iniziare a muovermi molto lentamente, Michela era una ragazza molto dolce, ed avevo capito che le sarebbe piaciuto un amplesso tranquillo, profondo ma non violento, e cercavo di accontentarla in tutti i modi. Ci muovemmo a lungo tenendoci abbracciati, io uscivo quasi tutto fuori e poi rientravo lentamente fino in fondo, spingendo ancora di più, e la sentivo inarcarsi di piacere, cercando di prendermi ancora, allora iniziavo a muovere il mio bacino circolarmente, spingendomi sempre più dentro, per poi uscire di nuovo, continuai questo gioco finché non sentì che stava per arrivare, solo a quel punto iniziai a spingere più velocemente fin quando arrivammo insieme. I nostri rapporti erano sempre così lenti ma estenuanti, ma non ci spingemmo mai oltre, ne lei dette mai segno di voler provare altre cose.
Una domenica capitò l’occasione che aspettavo, ero passato per casa delle ragazze, sperando di passare la giornata in compagnia di una famiglia così bella, ma vi trovai Luisa da sola, Marina era dovuta andare dalla madre che non si era sentita bene, e Michela l’aveva accompagnata, mentre Andrea era a casa di una amica. Luisa fu molto imbarazzata di trovarsi sola con me, ma mi invitò lo stesso ad entrare per una bibita fresca. Ormai eravamo in giugno ed il caldo si faceva sentire, Luisa indossava un prendisole che le scendeva fino al ginocchio, era evidente che non aveva il reggiseno e questa cosa la imbarazzava molto, tant’&egrave che cercava continuamente di coprirsi. Ci mettemmo in terrazza a bere e chiacchierare, le raccontai i miei viaggi in barca, condendo il tutto con qualche episodio piccante che speravo la facesse eccitare. I miei sforzi, forse, furono ripagati, perché ad un punto lei mi chiese se poteva farmi uno schizzo, aveva il blocco dei fogli vicino, lo prese ed iniziò a tracciare varie linee, io restai steso sul lettino immobile, e per circa un’ora lei continuò a disegnare senza dire nulla.
Ad un certo punto mi disse:
‘ecco, &egrave solo un bozzetto, ma spero renda l’idea, ci devo però lavorare ancora molto prima di finirlo’ e mi porse un foglio. Aveva tracciato tutti i miei contorni, i muscoli delle gambe e quelli delle braccia che avevo scoperti, ma aveva lasciato vuoto il mio ventre ed il mio basso ventre, mi disse:
‘non conosco come sei fatto lì, per finirlo me lo inventerò’
‘perch&egrave devi inventare quello che puoi vedere con i tuoi occhi’ le risposi maliziosamente, e senza darle il tempo di ribattere mi alzai e mi spogliai nudo, continuando a fissarla negli occhi. Quando fui totalmente nudo le dissi:
‘ecco guardami, voglio che mi disegni così’, i suoi occhi iniziarono a scendere molto lentamente, scrutandomi il petto, il ventre e poi più giù, questa analisi attenta e silenziosa mi eccitò, e quando lei arrivò a guardarmi il pene, questo era bello eretto e pronto ad essere usato. Mi resi conto dai suoi seni che si alzavano sotto la maglietta che si stava eccitando, ma non volevo muovermi per paura che si spaventasse e che si rompesse l’incantesimo. Fu lei la prima a muoversi, si alzò e venne verso di me, sempre guardandomi il pene lo prese ed iniziò ad accarezzarlo mormorando:
‘&egrave bellissimo, liscio e duro come una statua, mi piacerebbe disegnarlo così’
‘fallo’ dissi io
Lei subito prese un foglio ed iniziò a disegnare la mia nudità, restare così immobile eccitato sotto lo sguardo di una persona che ti studia, non &egrave facile, e lei ad un certo punto si rese conto che ero in difficoltà:
‘no, non perdere l’erezione’ mi disse ‘&egrave un peccato non vedere più un cazzo così bello, ritto e duro’ e senza darmi tempo di reagire lo prese in bocca ed iniziò a succhiarlo avidamente. Lo succhiò per diversi minuti finché non mi tornò dritto come prima, allora lei riprese a disegnarmelo, per poi tornare a lavorare di bocca quando il mio pene sembrava volesse cedere, e così continuò per circa un’ora. Fu un’ora di inferno e paradiso nello stesso momento, il suo succhiarmelo me lo faceva venire duro, ma lei si fermava sempre prima che venissi, per potermi disegnare, quando finì mi disse quasi ridendo:
‘guarda, &egrave venuto perfetto, fa venire voglia di succhiarlo’
‘prendimelo ancora in bocca ti prego’ le sussurrai ‘mi stai facendo morire di desiderio, &egrave una tortura che non mi merito’
lei molto lentamente depose il foglio con il disegno sul tavolino e si avvicinò a me, sempre molto lentamente si abbassò davanti al mio cazzo e lo contemplò per qualche secondo
‘&egrave quasi un peccato pensare che dopo che sarai venuto non sarà più così’
io mi sentivo di scoppiare, dovevo sborrare ed allora avvicinai la mano al mio cazzo per venirle in faccia, ma lei mi scostò la mano e lo prese tutto in bocca fino alla radice, lo succhiava con lentezza in tutta la sua lunghezza fino alla punta, e poi di nuovo giù fino alla radice e poi di nuovo fino alla punta. Si stava muovendo così da pochi minuti quando capii che non resistevo più e che dopo pochi secondi le sarei arrivato in bocca, cercai allora di scostarla, ma lei con un ultimo risucchio mi fece arrivare nella sua bocca, bevendosi tutto il mio sperma. Io urlai di piacere e mi avvinghiai ai suoi capelli, mai avrei pensato che una ragazzina così timida e chiusa era capace di tanta perversione, ma ero felice da morire per questa inaspettata scoperta.
Mi stesi sul lettino esausto e me la tirai addosso, le carezzavo i capelli e le ripetevo:
‘mi hai distrutto, non mi era mai successo di dover soffrire tanto per avere un orgasmo’, la sentivo ridere schiacciata al mio torace, stemmo così parecchi minuti, ad un certo punto lei iniziò a baciarmi il petto, mi leccava intorno ai capezzoli e me li succhiava, poi iniziò a scendere verso la pancia, nell’inguine, scese sotto i miei testicoli e me li leccò, quando sentii la sua bocca che si chiudeva su di loro ebbi un’altra erezione sulla quale lei si avventò con furia questa volta, succhiandomi avidamente e velocemente, questa volta però ero deciso a non arrivarle in bocca, la volevo possedere ad ogni costo, vedevo il suo culo che si alzava ed abbassava ritmicamente, ed iniziai a fantasticare sul come potevo fare a farla mia. Le scivolai lentamente da sotto, dicendole:
‘stai ferma così, non ti muovere’ il prendisole le era salito ai fianchi e il suo culo era tutto esposto in pieno sole, ricoperto solo da un filino nero, mi abbassai su di lei e le tolsi il perizoma, con una mano poi le feci divaricare le gambe e mi abbassai a leccarle la fica. Era totalmente bagnata, le leccavo le grandi labbra, l’interno delle labbra, le infilavo la lingua nel buco e la sentivo gemere di piacere, mi impossessai del suo clitoride e lo titillai con la lingua per lungo tempo, alternando brevi succhiate che la facevano fremere e dimenare tutta. Ad un certo punto risalii con la lingua fino al suo culo, non faceva resistenza, anzi mi veniva incontro per avere la mia lingua dura all’interno, le leccai alternativamente la fica e il culo, passando i suoi umori da un buco all’altro, finché non sentì sotto la lingua il suo sfintere cedere, lo sentì che si ammorbidiva e che si apriva a quell’intruso. A quel punto mi alzai e le poggiai il mio glande sul culo, il buco era molto piccolo ma lo vidi dilatarsi lentamente mentre entravo dentro di lei:
‘ti faccio male?’ le chiesi
‘un pochino…. ma non fermarti….. ti prego spingi ancora….ahi…..dai spingi non fermarti…..’ era l’incoraggiamento che volevo, iniziai a muovermi lentamente dentro di lei, ed ogni volta che le tornavo dentro entravo sempre un po’ di più in quel buco, sempre di più, pochi centimetri alla volta
‘ecco’ le dissi ‘&egrave quasi tutto dentro’ lei si eccitò moltissimo a questa mia frase
‘dai ora’ mi disse ‘dai spingilo fino in fondo’ e dicendo questo fu lei stessa che si lanciò con violenza verso di me. La sentì urlare, tra il dolore e il piacere, mi volevo ritrarre ma lei continuava a muoversi verso di me, gemendo. Iniziai allora a muovermi anche io, prima lentamente e poi sempre più velocemente, le misi le mani sui fianchi ed inizia a tirarmela contro, ogni mia botta la spingeva lontano, ma io me la tiravo nuovamente sul mio cazzo, che vedevo sparire tutto nel suo culo. Quella visione mi eccitava come un matto ed allora presi a sbatterla violentemente, lei urlava tra il dolore e il piacere, ma io non la sentivo più, avevo un solo pensiero, venirle dentro. Velocemente, sempre più velocemente, sentivo il mio cazzo che stava per scoppiare:
‘ecco sto venendo’ gridai un attimo prima di inondarla con il mio sperma e con un ultimo colpo vigoroso le riversai nel culo tutto quello che avevo.
Sfinito mi stesi a terra per riprendere fiato, e lei presto mi fu vicino:
‘ci credi che non lo avevo mai fatto?’ mi disse, restai sbigottito, non avevo sentito nessuna resistenza a penetrarla ‘lo so che ti sembra strano, ma &egrave da quando ti ho visto la prima volta che l’ho desiderato, lo sognavo la notte e mi masturbavo all’idea di come sarebbe stato bello farlo con te, lo sapevo che lo sapevi fare e che non mi avresti fatto male, l’ho sempre saputo, perciò oggi non ho avuto paura e mi sono data a te come se lo avessi sempre fatto’.
Quel giorno la presi così altre tre volte, non voleva che la scopassi, mi disse che il suo sogno era sempre stato quello di farsi inculare da me, e che altre cose non l’interessavano.
Da quel giorno iniziai ad alternare scopate con Michela ad inculate con Luisa, non so si erano parlate, ma fatto sta che nessuna delle due mi creava problemi, e quando vedevo l’una l’altra magicamente aveva da fare. Tutto filò liscio così per un mese (continua)

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