Skip to main content
Racconti Erotici Etero

Agosto cittadino

By 19 Giugno 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Rientro al lavoro dopo la pausa pranzo, accaldato da questo agosto cittadino che sembra aver deciso di cuocere chiunque non sia riuscito a fuggire in vacanza.
Lavoro alla stazione di Porta Nuova e questo periodo dell’anno è pieno di turisti che si rivolgono al mio ufficio per informazioni e servizi vari, per cui sono nel periodo più caldo anche professionalmente parlando. Torino dalle Olimpiadi del 2006 sta lentamente cambiando, aprendosi ai turisti e facendosi conoscere per il gioiello che è in tutto il mondo e per chi come me ha un lavoro in questo ambiente il mese di agosto è il mese più importante dell’anno.
Anche i negozietti all’interno della stazione sono aperti e tu lavori in quello di fronte alla vetrina del mio ufficio. Ci siamo conosciuti tre mesi fa e ci frequentiamo da due, anche se senza troppo impegno da parte di entrambi, forse più per gioco che per reali sentimenti, ma non abbiamo mai affrontato l’argomento e a me va bene così; con questo caldo le discussioni troppo impegnate proprio non mi vanno. Sei alta 1.55 piccolina di struttura fisica e di forme, la carnagione ambrata da buona meridionale e i capelli scuri lunghi e lisci; vesti in maniera casual ma sempre femminile, visto il caldo e la bellezza delle tue gambe porti spesso la gonna a volte corta, ma più frequentemente lunga con dei profondi ed invitanti spacchi. Sai di essere bella e non lo nascondi, e spesso usi la tua sensualità per giocare con chi ti sta intorno, conturbando e intrigando, ma mai cadendo nel volgare o in maniera troppo esplicita. Ne ho visti parecchi, in questi tre mesi, entrare nel tuo negozio a dare un’occhiata, essere calamitati dal tuo fascino, iniziare ad intuire una mezza possibilità di successo salvo poi trovarsi fuori dal negozio, a bocca asciutta, senza neanche capire bene cosa sia successo. Ma non lo fai per cattiveria o noia, semplicemente giocare fa parte della tua natura e non ne puoi fare a meno.
oggi sei sola in negozio, a quest’ora non passano molte persone e quindi stai bighellonando sullo sgabello vicino alla cassa; ti vedo dalla mia scrivania, tu vedi me e guardandoci ci stiamo scrivendo su what’s app.
– Mi annoio’
– Io no.
– Beato te.
– Sto guardandoti, come faccio ad annoiarmi?
– Se non ti conoscessi direi che sei dolce..cosa stai guardando?
– Le tue gambe.
– E ti piacciono ?
– Molto..anche se questa gonna sotto il ginocchio le copre troppo per i miei gusti.
Ti alzi, tiri su la gonna fino a scoprire tre dita sopra il ginocchio e ti risiedi.
– Così va meglio?
– Decisamente sì, è un peccato coprire quelle belle cosce..
Entra un gruppo di turisti nel mio ufficio, sbrigo le varie pratiche per le loro escursioni, li congedo e torno a fissarti.
– Beh le copro solo per pubblica decenza..purtroppo non siamo in spiaggia..
– Purtroppo siamo qui, in spiaggia potrei guardarti meglio..e non solo le gambe..
– Monello..cosa mi guarderesti?
– Beh il seno, il tuo bel culetto, la tua pancia piatta..ma soprattutto il tuo bel culetto!
– Beh c’è anche altro da guardare..
E dopo avermelo scritto, scavalli le gambe e le allarghi un pochino..per non più di due secondi, ma sufficienti a lasciarmi intravedere il tuo sesso glabro privo di intimo. Seppur breve, quella visione mi manda su di giri e mi indurisce il sesso.
– Non ho visto bene, che cosa suggerisci dovrei guardare?
Sorridi, divertita dal gioco. Lentamente riapri in po’ le gambe e vedo quel bellissimo frutto che mi chiama a sé.. prima di essere ricoperto con la gonna molto velocemente. Clienti in negozio da te. Il sesso che mi pulsa eccitato.
Mi sistemo meglio con la sedia, in modo che appena potrai riprendere il gioco, sarò in prima fila. Mi eccita da morire questa tua sfrontatezza, il tuo desiderio di intrigarmi ed irretirmi incurante di dove siamo e di chi ti può vedere.
I clienti escono, tu ti appoggi al bancone, in piedi.
– Allora, dove eravamo rimasti?
– Stavi mostrandomi la tua sbadataggine nel vestirti..
Sorridi.
– Ah giusto, ti stavo mostrando che mi ero dimenticata le mutandine..ora mi risiedo, così puoi ammirare meglio..
Sposti lo sgabello in una posizione in cui puoi nascondere meglio i tuoi movimenti agli avventori degli altri negozi e nel farlo sporgi maliziosamente il tuo culetto verso la mia posizione, indugiando più del dovuto nel trovare la posizione adatta; il sapere che sotto la gonna null’altro copre i tuoi splendidi glutei, mi fa impazzire.
– Sistemato bene lo sgabello? Se vuoi vengo a darti una mano..
– Non è una mano quello che vorrei da te adesso’
– E cosa vorresti?
– Ci penso e te lo dico..intanto smetti di fissare le altre ragazze che passano, qui c’è di meglio..
Sorrido divertito (tra l’altro, mi hai beccato alla grande) e mi rimetto ad osservarti. Fai finta di ricontrollare gli ordini al computer, ma le tue gambe sembrano dotate di vita propria, aprendosi e chiudendosi maliziosamente e aritmicamente, quel tanto che basta per farmi intravedere spesso la tua micina, ma non così tanto da lasciarmela ammirare con calma. Ogni tanto mi guardi, ti assicuri che io ti stia osservando ma non c’è pericolo che io stacchi gli occhi da te.
Clienti aprono la porta del mio ufficio ridestandomi dall’incantesimo, e facendomi perdere di vista quello che stai facendo. Cerco di concentrarmi sul lavoro, ma il mio impegno maggiore è per cercare i nascondere la mia evidente erezione che non accenna a calare perché il mio pensiero continua a tornare a te e alla tua dolce tortura. Finisco il lavoro, e torno a fissarti.
Mi stai guardando anche tu, le tue gambe leggermente divaricate e il tuo sesso glabro bene in vista, solo per me.
– Ti voglio.
– Sono qui, vieni a prendermi.
Usciamo entrambi nella calura estiva, febbrilmente chiudiamo le porte, i cartelli ‘torno subito’ appesi alle vetrine, ti prendo per mano e quasi di corsa ti trascino verso il mio magazzino (mai stato più felice di averlo). Dentro, oltre alla penombra e ad un pochino di frescura, solo scaffali con scatoloni di depliant, un tavolino e due sedi su cui in pausa a volte mi concedo un breve sonnellino.
Ti guardi attorno brevemente, il tempo che impiego a chiudere a chiave la porta, poi le nostre bocche si scontrano fameliche nel vano tentativo di divorarsi, le nostre lingue iniziano a duellare vorticosamente mentre assaporo il tuo sapore dolce, quasi caramellato; ti mordicchio il labbro inferiore facendoti sfuggire un gemito, mentre le tue mani già armeggiano con la mia cintura. Mi tiri giù i calzoni e i boxer, liberando finalmente il mio sesso duro ed eccitato dal tuo spettacolo che va a cozzare sul tuo ventre. Non ci fermiamo un istante, troppa voglia e troppa ‘fame’ l’uno dell’altra, ti volti verso uno scaffale tirando su la gonna in un muto invito a possederti, le tue mani appoggiate al montante dello scaffale a bilanciare il tuo sedere che sporge verso di me; ansimiamo entrambi già eccitati a mille, nessuna parola e il mio cazzo che affonda con un sol colpo in te facendoti sfuggire un urletto strozzato di sorpresa. Sei un lago, bollente di eccitazione e di desiderio, sento il tuo calore attorno alla mia asta quasi bruciarmi le carni ma allo stesso tempo attrarmi magneticamente mentre inizio a stantuffarti forte, senza troppe remore, come so che ti piace. Allungo le mie mani sulle tue spalle, abbasso la tua maglia quasi strappandotela per accarezzarti i tuoi seni appuntiti da adolescente, ti strizzo i capezzoli mentre il mio bacino sbatte con sempre maggior vigore sulle tue natiche; inarchi la schiena presa dal piacere, gli occhi chiusi ad assaporare l’orgasmo montante, vuoi godere e non ti interessa parlarmi o altro, vuoi solo raggiungere la vetta del piacere che così animalescamente cerchiamo di regalarci. Pian piano sento scivolarmi alcune gocce di sudore lungo la schiena, lo sforzo insieme al calore iniziano a farsi sentire, ma la tua espressione estatica di piacere mi sprona a proseguire a sbatterti con forza finchè il mio sforzo non viene premiato dal suono gutturale del tuo godimento, quasi un ringhio crescente che indica che ci sei quasi, sei sul punto di venire ed infatti l’orgasmo esplode, scuotendoti la schiena e facendoti contrarre spasmodicamente la vagina. L’ eco del tuo orgasmo non si è ancora spento che godo anch’ io eruttando dentro il tuo corpo una scarica potente e copiosa di sperma.
Ti abbraccio da dietro, affaticato ma soddisfatto, quasi a controbilanciare con un minimo di dolcezza la furia dell’amplesso appena consumato.
Siamo stanchi, sudati ma soddisfatti. Ti volti a baciarmi passionalmente, prima di sussurrarmi:
– Mi piace questo sgabuzzino..ci farà comodo. ‘ e mi sorridi in modo malizioso mentre ti stacchi da me.
Ho idea che questo agosto cittadino sarà veramente molto ma molto caldo.

Leave a Reply