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Mi chiamo Emilio e vivo in una città del nord della pianura padana, clima umido rovente d’estate e freddo d’inverno. Per questo motivo, appena possibile, sia io che i miei familiari ce ne andiamo in una casetta al mare in una delle prime località a nord della Versilia. La casa la acquistò mia suocera Matilde insieme a suo marito tanti anni fa perché era comoda da raggiungere col treno.
Quelli che vi racconterò è un fatto che mi è accaduto durante una estate di diversi anni fa.
Io ho sempre sofferto il caldo per cui quando comprai casa in costruzione feci mettere da subito un climatizzatore. Durante il giorno sono al lavoro ma di notte, senza, è difficile dormire.
Come dicevo sopra diversi anni fa, io avevo all’epoca circa 40 anni, mi trovai a casa da solo perché mia moglie Gennarina insieme a sua sorella Carmela, erano al mare con mia suocera.
A casa, in città, ognuno nella sua, eravamo rimasti solo io e mia cognata Alessia, moglie di Carmine, il terzo figlio di mia suocera. Carmine era via per lavoro all’estero per un mese mentre Alessia, che non va molto d’accordo con la suocera Matilde, aveva declinato l’invito, peraltro non troppo convinto, della stessa di passare 15 giorni con lei dicendo che sarebbe venuta quando anche Carmine avesse avuto ferie.
Dovete sapere che mia cognata Alessia è amante dello stile animalier, ha tantissimi capi maculati zebrati ecc. a partire dall’abbigliamento intimo per arrivare al copridivano.
Una domenica di questa estate particolarmente torrida la invitai a pranzo per passare un paio di ore al fresco almeno mentre si mangiava. Nulla di impegnativo, una fresca insalata di riso e lei avrebbe portato il gelato ed il vino.
Quando Alessia suonò alla porta, con in mano una bottiglia e nell’altro la vaschetta del gelato, la osservai attentamente. I suoi look estivi erano sempre molto ridotti, miniabiti leggeri con tacco con zeppa. Lei è piccina, meno di un metro e sessanta però ha un bel fisico, terza di seno molto sodo ed un culetto che fa venir voglia di visitarlo.
Come stavo dicendo la guardai con parecchia insistenza.
“Posso entrare che fuori si schianta?” mi disse. Io ero impalato osservandola. Quel giorno indossava un miniabito leopardato che le arrivava a stento due dita sotto il sedere, leggerissimo e scollatissimo davanti faceva intravvedere le sue bocce libere sotto il vestito.
“Prego scusa, ero sopra pensiero” le risposi.
Lei mi guardò e replicò: “Il pensiero era sopra o sotto?” scoppiando in una risata.
Diventai rosso come un peperone. Non ci avevo mai fatto un pensiero ma come donna è quella che la cultura maschilista definisce molto trombabile. Non mi era mai accaduto di restare solo con lei per cui i cattivi pensieri non mi erano mai venuti. Anche quel pranzo era senza malizia, far star bene ed avere compagnia perché la giornata di domenica in casa da soli è lunga da passare.
Alessia entrò, portò in cucina mettendolo nel freezer il gelato, io le presi la bottiglia di Pinot nero la aprii e ne versai in due bicchieri in salotto dove avevo anche disposto due coppette con qualche oliva e noccioline.
“Gradisci un aperitivo?”
Lei mi fece un bel sorriso prendendo il bicchiere dalla mia mano ed iniziando a berne un sorso.
Cominciammo a chiacchierare, il fatto che da seduta la già corta gonna le fosse anche risalita non i aiutava a concentrarmi per cui tagliai corto e le chiesi se voleva mangiare. Erano le 13 e rispose che andava benissimo.
Durante il pranzo chiacchierammo amabilmente, non avevo mai avuto l’opportunità di parlare molto con lei e la trovai oltre che simpatica anche arguta. Faceva battute che diventavano sempre più spinte man mano che il livello della bottiglia scendeva. Dopo meno di un’ora avevamo finito di pranzare gelato compreso e la bottiglia era terminata.
Preparai il caffè lì in cucina mentre continuavamo a chiacchierare, le offrii anche un mirto che apprezzò molto, tanto da prenderne una seconda dose. Non era ubriaca ma sicuramente un po’ su di giri ed il discorso, oltre che sul caldo e la famiglia, iniziò a confluire sul sesso.
Mi chiese dove fosse il posto più strano in cui avessi fatto l’amore con mia moglie o con le ragazze avute prima di lei.
Mia moglie da questo punto di vista rifiuta i posti strani per cui le risposi in spiaggia quando ero ancora fidanzato con Genni.
Le ribaltai la domanda e capii che aveva molto da raccontare. Mi disse che non aveva certezze per cui mi avrebbe raccontato di due o tre circostanze perché giudicassi io quale fosse il posto più strano.
Iniziò a raccontarmi che poco più che diciottenne lei ed una sua amica stavano con una coppia di fratelli gemelli. Una volta andarono a vedere un film porno all’ultimo spettacolo. Il cinema era pieno di coppiette che cercavano intimità non avendo dove andare. Loro si misero abbastanza in fondo, i due ragazzi all’esterno e le due ragazze all’interno, ognuna vicina al proprio lui. Si spensero le luci ed iniziò il film. I due gemelli iniziarono ad allungare le mani e le due ragazze lasciavano fare. D’altra parte nella sala cinematografica tutte le coppiette facevano lo stesso. Ad un certo punto le due ragazze tirarono fuori gli uccelli dei ragazzi ed iniziarono a succhiarli mentre i maschi facendo contorsioni le sditalinavano.
Nonostante non ci fosse molta luce in sala Alessia, che già conosceva il cazzo del suo ragazzo, si accorse che quello che stava spompinando non era il cazzo abituale in quanto aveva una voglia alla base del fusto. Fece finta di nulla ed andò avanti con rinnovata lena fino a trovarsi la bocca colma di sborra ed inghiottire il tutto. Poco dopo anche il suo ragazzo rovesciò nella bocca della sua amica una abbondante dose di sperma e, dopo 10 minuti, i quattro se ne andarono non prima di aver visto un paio di guardoni nella fila dietro col cazzo in mano ad osservare la loro prestazione.
Una volta usciti andarono in un bar a ricomporsi e prendere un gelato ed Alessia raccontò alla amica che i due ragazzi si erano scambiati. L’amica non fu molto sorpresa e le chiese cosa volesse fare. Lasciare credere ai due che la avevano fatta franca e che in questo modo ci avrebbero riprovato o smascherarli? Dopo una breve discussione decisero che non essendo gelose l’una dell’altra e non essendo particolarmente coinvolte nella cosa, potevano andare avanti, due cazzi diversi sono meglio di uno solo si dissero.
“Quindi lo hai fatto ad uno che non era il tuo ragazzo in un cinema porno, non è particolarmente strano come posto, raccontami il secondo episodio” dissi ad Alessia.
Mia cognata riprese a raccontare. I suoi look sono sempre stati molto ridotti, soprattutto d’estate ed una volta qualche anno dopo (sposò mio cognato che avevano entrambi 35 anni) era in auto in autostrada con il suo compagno dell’epoca. Aveva fatto risalire il vestito e si era tolta le mutandine, aveva preso la mano di lui e se la era messa sul pube. Il ragazzo dell’epoca era un po’ meno esuberante di lei per cui la sgrillettava con poca decisione. Lei allora gli mise le mani in mezzo alle gambe slacciando la patta, estraendo l’uccello che era barzotto ed iniziando a succhiarlo. Per non correre rischi il ragazzo, nemmeno troppo convinto, iniziò rallentare tanto che i camion iniziarono a superarli.
Pochi chilometri dopo c’era un’area di parcheggio con bagni, il ragazzo ci entrò e fermò la macchina lontana dalle altre due che erano lì in sosta con un paio di famiglie che facevano fare pipì ai bambini ed ai cani sgranchendosi al contempo le gambe.
Aspettarono che le due auto ripartissero poi lei si ributtò sul cazzo del compagno.
“Voglio scopare, li dietro è coperto andiamo lì”. C’erano infatti dei servizi igienici in un piccolo edificio in muratura e dietro un po’ di spazio. Il ragazzo non era tanto convinto ma lei lo trascinò ed iniziarono a scopare. Nonostante fosse quasi l’imbrunire i due non si accorsero dei fari alti che stavano entrando nel parcheggio. Così furono pescati da due camionisti tedeschi che si erano fermati per fare pipì e si erano accorti dei rumori inconfondibili che venivano da dietro l’edificio. I due, dopo aver fatto i propri bisogni, li raggiunsero e con il cazzo in mano cominciarono a segarsi mentre li guardavano. Lei che era spalle contro il muro se ne accorse quasi subito ma non fece nulla per dirlo al suo ragazzo che, nemmeno troppo eccitato, la stava scopando svogliatamente.
Quando lui se ne accorse, saltò subito fuori rimettendosi a posto i pantaloni. Lei invece lasciò il vestito sollevato con la patata in bella vista così come le sue belle poppe. Il vestito era di fatto diventato una specie di striscia.
“Ricopriti, non vedi che ti stanno guardando?” le disse il suo compagno.
Lei gli rispose che era da un po’ che lo stavano facendo e che la cosa non le dava fastidio, scoppiò una lite con lei nuda ed i due camionisti col cazzo di fuori che osservavano. La lite culminò con il suo ragazzo che le disse: “visto che ti piace farti guardare dai camionisti, fatti dare un passaggio ed una ripassata da loro, andò alla macchina, tolse la valigia di Alessia dal bagagliaio, la buttò in terra e se ne andò.
Alessia aveva troppa voglia di scopare e così, a gesti si fece capire dai camionisti che la soddisfarono. Sempre li contro il muro uno la prese da dietro ed uno davanti facendo un bel sandwich. Uno dei due aveva un cazzo veramente importante e così Alessia godette come da un po’ non riusciva a fare con il ragazzo poco portato per il sesso. Dopo averla scopata per una ventina di minuti i due le offrirono un passaggio. Andavano nella stessa città di mare dove era diretta lei. Non seppe mai nemmeno i loro nomi.
“Che te ne pare di questa? E’ abbastanza strana?”
“Decisamente sì ma non offenderti, sei stata un po’ zoccola nella circostanza”.
“Che colpa ne ho io se mi è capitato un ragazzo che non aveva voglia?” Lo disse ridendo.
“Ne hai altre da raccontare?”.
“Si l’ultima” ed iniziò.
“Questa te la racconto ma non devi dirla a nessuno, beh anche le altre è meglio che Carmine non le sappia. Stavo già con tuo cognato, che detto fra parentesi è un po’ un puttaniere. Quando lo ho conosciuto bazzicava come me i locali per single in cerca di sesso”.
“La sera stessa che ci siamo conosciuti abbiamo scopato nei bagni del locale e fin qui nulla di strano. Siamo poi andati a casa sua lui viveva ancora con i suoi ma non me lo aveva detto, mi aveva raccontato che aveva un coinquilino e che non voleva svegliarlo e che perciò dovevamo fare piano. Andammo in camera sua ed al mattino mentre stavamo scopando di nuovo, entrò sua madre con due tazzine di caffè che posò sul tavolino, senza guardare ma dicendo buongiorno, guardate che il caffè si fredda. Poi uscì chiudendo la porta”.
Questo ultimo racconto provocò in me una risata.
“Devo dedurre che è l’ultima la più strana?”
“Beh se parliamo di posto no, se parliamo di situazione decisamente imbarazzante. Io voterei per la seconda anche se mi dispiace un pochino per il ragazzo”.
“Beh tecnicamente non lo ho fatto cornuto, è lui che mi ha mollato in autostrada!”
“Hai ragione”.
Nonostante l’aria condizionata Alessia, complici anche vino e mirto, aveva caldo e si sbottonò un atro bottone del vestito, poi si girò di colpo per andare in bagno ed un seno scappò fuori ma non se ne accorse. Stavo per dirglielo ma ormai si era diretta in bagno, tornò dopo 5 minuti con in mano lo slip, leopardato e fradicio.
“Mi sono fatta la pipì addosso, fra il vino ed il ridere mi sono scappate alcune goccioline. Non è che mi puoi prestare un paio di slip di Genni?”
“Certo le risposi, andammo in camera e mi girai per aprire il cassetto dove mia moglie tiene la biancheria intima. Quando mi girai di nuovo con tre paia diverse per farla scegliere, il vestito non c’era più. Nuda con le sole zeppe ai piedi.
Si avvicinò e mi disse: “sei l’uomo che mi voglio scopare che ha fatto più resistenza, non ti piaccio?”.
Mi diede uno spintone facendomi cadere sul letto. Era da quando era entrata che avevo il cazzo semiduro. Lei fu velocissima a tuffarsi, senza trovare peraltro molta resistenza da parte mia.
“Il tuo amichetto sembra dire che gradirebbe” ed iniziò a spompinarmi. Dopo pochi secondi ero completamente nudo pure io ed iniziammo un 69 molto piacevole. Mi staccai ed andai al comodino a prendere un preservativo che indossai. Lei si era messa a pecorina sul bordo del letto. Entrai dentro di lei senza alcuna fatica. Cominciai a pomparla strappandole alcuni gemiti quindi si sfilò, mi fece sdraiare sul letto e si accovacciò sopra di me dando lei il ritmo e mettendomi le mani sulle sue belle tettone.
Non ci mettemmo molto a venire entrambi. Lei si sfilò, riprese il suo vestito e lo indossò.
“Grazie per il pranzo, se i nostri chiedono qualcosa me ne sono andata mezz’ora fa” disse strizzandomi l’occhio. Prese la porta e se ne andò.
Provai ad invitarla anche per cena ma non accettò. Quella resta la sola volta che me la sono scopata o meglio che lei si è fatta me.

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