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Ai ragazzi piacciono 3 cose

By 30 Dicembre 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

“Ai ragazzi piacciono tre cose: i perizoma, la patatina rasata, e i pompini”. Questa frase risuonava nella testa di Laura, mentre nuda nella sua stanza e ancora calda di doccia, apriva il cassetto della sua biancheria intima. A dirgliela era stata Michela, la sua compagna di banco, che aveva aggiunto: “Il perizoma li fa sbavare…la patatina rasata piace e non lascia nulla all’immaginazione e… E i pompini perché … perché adorano guardarti mentre glielo prendi in bocca”. Laura stava per uscire con Daniele, un ragazzo più grande di lei e per il quale si era presa una bella cotta. Le piaceva tantissimo, coi suoi occhi verdi acqua e profondi come il mare, con quel modo di fare sicuro e gentile, le sembrava così diverso da tutti gli altri ragazzi. Sicuramente lui aveva avuto altre esperienze, mentre Laura era ancora vergine. Si sentiva in ritardo rispetto alle sue coetanee, e forse anche fisicamente un pochino lo era. Le sue esperienze sessuali si limitavano a qualche bacio più o meno lungo, più o meno approfondito. Ma Daniele le piaceva proprio, e pur non sentendosi all’altezza, voleva fare di tutto per colpire la sua attenzione, per attirarlo. Era ormai diventato la sua fantasia. Erano sempre più frequenti le sere in cui, pensandolo, si ritrovava a cullarsi con le dita tra le gambe, procurandosi piaceri prima nuovi, poi attesi e desiderati.  Avrebbe voluto essere come Michela, ma aveva paura, paura di non essere all’altezza, paura di essere giudicata, paura.. beh.. forse paura di crescere. La verità era che non si considerava donna, per lo meno non ancora. I giorni passavano veloci e quello dell’appuntamento si avvicinava sempre di più, sentiva la tipica sensazione di tensione forte allo stomaco, e la paura di non piacergli, di non essere all’altezza, e di piacere meno rispetto alle altre donne da lui avute, le metteva ansia. Dunque, perizoma, rasatura, pompino. Perizoma ne aveva uno, regalatole quasi per scherzo dalle sue amiche per il compleanno. Però di rasarsi non se la sentiva…non lo aveva mai fatto, ed il solo pensare di vedersi la fighetta nuda, le faceva un pochino impressione. Ma se era vero che agli uomini piaceva, beh, avrebbe fatto uno sforzo, tanto in breve i peli sarebbero ricresciuti! Indossò il perizoma, una piccola mutandina di pizzo viola semitrasparente con un triangolino sul retro che le scompariva tra le natiche. Si sentiva un po’ ridicola, ma forse perché non era abituata. Si guardò tra le gambe, e con sgomento notò che la folta peluria della patatina le fuoriusciva dalla stoffa. Provò senza successo a sistemarla con le dita: il suo monte di Venere peloso si rifiutava di collaborare, ribelle. Si arrese piuttosto velocemente all’evidenza, spostando la sua attenzione sul resto dell’abbigliamento: jeans, reggiseno e camicetta, scarpe con tacco leggero. Ad ogni passo sentiva il perizoma nelle sue chiappe.. che fastidio… si chiedeva come facessero le altre ragazze! Si sentiva esposta, percependo il piccolo triangolino di tessuto lambirle giusto le grandi labbra e la vulva, lasciando libero tutto il resto. Per minuti interi combatté contro la tentazione di togliersi tutto ed indossare un paio di mutandine normali, ma resistette cercando di sviare l’attenzione sul trucco. Prese il mascara, e si avvicinò allo specchio. Mentre si truccava leggermente analizzò l’obiettivo della serata, concordato con la sua espertissima amica Michela: fare capitolare Daniele con un pompino da manuale. Già… peccato che lei non avesse mai preso un cazzo in mano in vita sua, figuriamoci in bocca. E se poi era vero quello che diceva Michela, e cioè che “non è un vero pompino se non ingoi”, beh, allora era veramente nei guai. “Io non l’ho mai fatto!!” aveva protestato Laura. “Tranquilla – rassicurava Michela – prima lo scappelli, però piano, altrimenti gli fai male, poi lo muovi su e giù con la mano finché non diventa duro, quindi, quando comincia a diventare bello rosso, lo prendi in bocca e cominci a succhiare. Appena sborra tu ingoia, manda giù senza pensare: più lo tieni in bocca e peggio è”. Il tutto non le sembrava molto rassicurante, in più temeva di essere giudicata male, una poco di buono insomma. E se il giorno dopo lo avesse raccontato agli amici? Era agitatissima. Una cosa però non le era chiara: il ruolo, in tutto questo, della fighetta depilata e del perizoma. Se soltanto di pompino si trattava, oltre a mani e bocca non avrebbe dovuto usare, quindi…le sfuggiva qualcosa, mentre lo squillo del cellulare la ridestò da quei pensieri. Era Daniele, che la avvisava di essere arrivato. Il cuore cominciò a batterle fortissimo e sentì lo stimolo di fare pipì. Ma non avendo intenzione di farlo aspettare, si guardò allo specchio, trasse un enorme sospiro e corse giù per le scale. Daniele l’aspettava nella sua auto, un’utilitaria grigia. Laura entrò nella macchina ed il profumo di lui la colse dalle narici al cervello in un viaggio di sola andata, passando come un pugno dallo stomaco, che si serrò. Inutile dirlo, era agitata. Per qualche minuto regnò un silenzio imbarazzato, durante il quale Laura cercò di tranquillizzarsi, immaginando di avere ancora un po’ di tempo. Invece arrivarono velocemente in un parcheggio poco illuminato fuori dal centro, dove l’auto si fermò. Uno sguardo, appena più lungo del dovuto. Laura chiuse gli occhi, e si ritrovò incollata alle labbra di Daniele. Sapeva di buono, sapeva di una cosa che aveva aspettato da mesi e che ora stava assaporando. Non se lo aspettava così velocemente, e adesso cosa avrebbe fatto? Come si sarebbe comportata? Non sapeva, e l’agitazione e l’imbarazzo aumentarono vertiginosamente. Si baciarono a lungo, con intensità. Poi le labbra di Daniele scesero lungo il collo, sbottonando con dita agili la camicetta, liberando con un po’ di fatica le tettine di Laura, che avevano capezzoli piccoli, ma duri e turgidi ed estremamente sensibili. Inutile dirlo, Daniele ci sapeva fare. Roteava la lingua intorno all’areola, li mordicchiava e li succhiava, poi tornava a far salire la lingua lungo il collo. Laura sentì di perdere il controllo, i capezzoli erano sensibilissimi e ad ogni tocco trasaliva, i respiri sempre più profondi la facevano tremare, e le mutandine cominciavano ad impregnarsi dei suoi umori. Era arrivato il momento, Laura era agitata e non sapeva come iniziare, il cuore le batteva a mille e l’imbarazzo lottava con l’eccitazione. Facendo coraggio a se stessa allungò la mano verso il pacco di Daniele, che doveva essere davvero eccitatissimo visto l’evidente rigonfiamento. C’era solo un piccolo grande problema. Dopo attimi di vero imbarazzo, ma spinta dalla necessità, Laura disse quasi vergognandosi e con un filo di voce:

“Mi scappa la pipì” .

“Cosa?” sbottò Daniele che stava già mentalmente pregustando un po’ di sollievo al cazzo ormai duro da oltre un’ora.

“Mi scappa già da prima… non c’è un bagno da queste parti?”
“Un bagno? Ma hai visto dove siamo? C’è solo campagna intorno a noi…”

“Ma devo farla…qui fuori è tutto buio, non mi va di calarmi i calzoni dove non si vede nulla”

Un lampo attraversò la mente di Daniele, forse poteva ribaltare la cosa a suo favore.
“Ti faccio luce con i fari. Vai davanti alla macchina e fai pipì tranquilla”

“Ma così tu mi vedi … tutta” disse Laura con un filo di voce evidentemente imbarazzata.
“Dai su non protestare.. altrimenti comincio a fare pss pss pss” disse, riuscendo così a farla sorridere.
Daniele si allungò sulla sua destra ed aprì la porta del passeggero.

“Coraggio, esco anche io, così non sei sola e non può succederti niente di male”
Laura avrebbe preferito farsela addosso piuttosto che spogliarsi davanti a Daniele. Era quasi paralizzata, in piedi, tette in vista, davanti a lui. Stava quasi tremando, l’imbarazzo era enorme ma al tempo stesso sentiva i capezzoli inturgidirsi…

“Coraggio, abbassati i pantaloni” esortò Daniele delicato ma deciso allo stesso tempo.

Laura obbedì: si slacciò i pantaloni e se li calò fino alle caviglie, rimanendo in perizoma.

“Che belle mutandine…le hai messe per me?”

“Non sono mutandine, è un perizoma” ribatté piccata Laura. Ma come, pensò tra sé, aveva fatto tutto sto sacrificio indossandolo, ed ora lui non lo riconosceva neanche? Era forse l’unico uomo al mondo che non distingueva un paio di mutandine da un perizoma?

“Lo so che è un perizoma” la bloccò Daniele. Il suo tono stava cambiando, notò Laura, stava diventando quasi imperioso.

“Toglietelo e dammelo”.

Laura spalancò la bocca incredula. Il cuore le pulsava forte, la vescica premeva, i capezzoli erano sempre più turgidi data anche la temperatura.

“Ovviamente se non vuoi farlo,  ti rivesti e ti riporto a casa, così puoi fare la pipì comodamente seduta nel tuo bagno”.

Bene, pensò Laura, la stava sfidando…decise quindi di stare al gioco, iniziando a togliendosi le scarpe, ed il contatto dei piedi con l’erba umida le procurò un brivido. Poi con sospiri profondi e vincendo coraggiosamente l’imbarazzo si sfilò i pantaloni, che porse a Daniele. Infine, il perizoma. Istintivamente si coprì la patatina con un mano, mentre passava l’intimo a Daniele. Era nuda, davanti a lui, ed era imbarazzatissima, si potevano vedere chiaramente i capezzoli turgidissimi!
“Carino…davvero carino…e soprattutto umido… e dall’ odore non sembra proprio pipì..”

“Mi scappa forte…” disse con tono di supplica Laura

“Allora falla..”

“Girati…”
“No, e togli le mani dalla patata, me ne sono accorto che non è rasata nemmeno lontanamente…”
Laura abbassò la testa, un “Te lo avevo detto di rasartela…” pronunciato dalla sua amica Michela le risuonò nella mente.

Si rimise le scarpe, si accovacciò, rilassò i muscoli e finalmente un copioso getto di pipì le svuotò la vescica… la stava facendo davanti a Daniele, si sentiva umiliata, mentre usciva il getto, illuminata dalla luce dei fari, chissà chi altri poteva vedere. Laura si immaginava selve di occhi indiscreti, sicuramente quelli di Daniele che non la perdevano di vista un attimo. Il rumore che faceva la pipì cadendo risuonava nella sua mente e le sembrava assordante. Vero, umiliata, si trovò ad un tratto a pensare, ma, in fondo, non le dispiaceva mica che la guardasse. E non le dispiaceva neanche di non essersi depilata: a lei piaceva, quando si toccava da sola, sentire i peli della sua fighetta impregnati di goduria, quindi se piaceva a lei, magari poteva piacere anche a lui, perché escluderlo a priori?

“Ho dimenticato il fazzolettino di carta nella borsa, me lo porteresti per cortesia, così mi asciugo?” gli chiese, guardandolo dal basso verso l’alto dalla sua postazione accovacciata.

“Non vedo perché dovrei farlo” gli rispose lui, calmo. “Alzati, e vieni da me, senza toccarti”.

Laura, titubante ma ubbidiente, gli si avvicinò, con la patatina ancora bagnata di pipì.

Daniele l’asciugò con il perizoma, soffermandosi molto più del dovuto su grandi labbra e clitoride, inumidendo ancora di più la stoffa delle mutandine.

“Sei fradcia…” sussurrò Daniele, portandosi il perizoma al naso, per annusarne l’aroma ad occhi chiusi. “Che buon odore che hai, sentilo anche tu” le disse porgendole l’intimo, mentre con la sinistra l’attirava a sé. Era eccitato, eccitatissimo. La ricondusse in macchina, sul sedile posteriore. Lui si accomodò alla sua sinistra. La baciò, le prese la mano, accompagnandosela sulla patta dei jeans, incitandola a sbottonarglieli.

“Ecco, ci siamo, è arrivato il momento” pensò terrorizzata Laura. “Ed ora, che faccio? Lo tocco e basta?” Penso mentre slacciava la cintura e abbassava la lampo. Era evidentemente nel panico, che aumentò notevolmente quando lui, facilitandola nel compito, estrasse l’evidente erezione dagli slip, avvicinandogliela alla bocca, incitandola a fagocitarlo spingendole con l’altra mano la testa verso il basso.

“Oddiooooooo, come è duro!!”

Laura proseguiva ad istinto, senza schemi, ed il risultato era una lenta sega… che però non stava soddisfano pienamente Daniele.

“No tesoro, stasera non te la cavi con una sega”

Alla parola sega lo stomaco di Laura si contrasse…

“Lo so che è la prima volta che prendi un cazzo in mano…”

…altra contrazione..

“…me lo ha detto la tua amica Michela…”

La mano di Laura si bloccò e lo sguardo, interrogativo, corse agli occhi di Daniele.

“…ma è arrivato il momento di imparare a fare pompini”

La mano di Daniele porto la testa di Laura ad un cm dalla punta del suo arnese…

 

E spinge pure la testa, ma che spingiiii!!! Tanto i denti mica li apro, non ci penso neanche” Laura era un blocco di paura. Aveva quel cilindro di carne sulle labbra, e non sapeva che farne. Aveva pure la punta un po’ bagnata, si ritrovò a pensare inconsciamente, era tutto rosso. Beh, pensò, se lo facevano tutte, forse non era proprio così terribile, magari un’assaggiatina con la lingua la poteva anche dare, si disse mentre apriva i denti, estraendo timidamente la lingua alla ricerca della sua punta.

“oh…” lo sentì gemere, a primo tocco. “Brava bambina, così…leccami la punta, bagnala” disse Daniele ad occhi spalancati, guardandola. In effetti non era niente male, bastava fare come quando si mangia un gelato, si ritrovò quasi allegramente a pensare Laura, “basta passare la lingua qua e là, non è così difficile, posso farcela! “ e prendendo confidenza con l’attrezzo, continuò la sua esplorazione leccandolo in lungo ed in largo, fino alla base dell’asta, mentre lui si toccava le palle ed accompagnava il ritmo della bocca di Laura premendole la nuca.

“Ora rotea la lingua intorno alla cappella..e prendilo in bocca e succhia…succhia..”

Laura obbediva, cercando di dare il meglio di se stessa…ma quel sapore caldo e acre in bocca le stava infiammando la patata… una parte di se desiderava ardentemente essere al sicuro nel proprio letto, per toccarsi il clitoride e darsi un po’ di sollievo….

“Ora prendilo in mano e ricomincia a segarmi…con la testa segui il movimento della mano…deve essere un unico movimento…e nel frattempo con la lingua vai intorno alla cappella e succhia…”

La cosa si faceva davvero complicata e richiedeva una certa coordinazione, soprattutto non riusciva a coordinare movimento della testa e della lingua

“Attenta cazzo, i denti no, non li devi far sentire, fanno male sulla cappella…”

Laura provò a chiedere scusa ma data la bocca piena non riuscì che ad emettere un suono incomprensibile.

“Si sta impegnando” pensò Daniele con soddisfazione. Reclinò la testa e provo a godersi il più inesperto pompino che aveva mai ricevuto in vita sua. Si sforzò di trattenere l’orgasmo il più possibile, chiedendosi come avrebbe reagito Laura quando le avrebbe sborrato in bocca. Ed ovviamente, giunto il momento, non l’avvertì…

Istintivamente, sentendo il getto caldo sulla lingua, Laura si ricordò delle parole di Michela, e provò ad ingoiare immediatamente, ma col risultato di sputare ed ingoiare senza neanche capire cosa stesse facendo, ritrovandosi poi le labbra piene di sperma e saliva. Si toccò con un dito una goccia che le stava percorrendo il mento, e Daniele, guardandola, le prese quello stesso dito e glielo portò alla bocca.

“Allora, è poi così terribile fare i pompini?” le disse, mentre con le dita le apriva le grandi labbra. “Oh sì, piccola maialina, ti è piaciuto, senti qua…sei tutta bagnata”

 Vide Daniele frugare sul sedile passeggero alla ricerca di qualcosa, che scoprì fosse il suo perizoma. Glielo passò sulle labbra, sulla bocca e sul mento raccogliendo ogni traccia residua di sborra.

“Avrei voluto darti piacere, credimi, ma odio i peli…se solo ti fossi rasata, come ti aveva suggerito Michela…”

“Ancora quella strega, gli ha detto tutto tutto tutto gliela devo proprio far pagare” penso Luciana. Daniele utilizzò l’intimo per pulirsi accuratamente il pene, ancora sporco di seme. Le aprì quindi la mano, posandoci il minuscolo tessuto umido e odoroso, e richiudendo le dita di Laura intorno, commentò: “non lavarle. Tienile nel cassetto del tuo comodino, e quando avrai voglia di me, annusale e toccati, come se fossi io a toccarti”. Quel momento sarebbe arrivato davvero molto presto, Laura ne era convinta.

 

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