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Racconti Erotici Etero

Al ” bar (occasione inaspettata)

By 27 Gennaio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Avevo da poco aperto un localino alternativo nel mio paese, una specie di bar solo per ragazzi dove però non c’erano caff&egrave, alcoolici etc. etc. servivo solo bevande analcooliche oltre ovviamente a piadine, toast, the di tutti i tipi e tante macedonie.
Avevo preso questa decisione per togliermi di torno i soliti ubriaconi e avevo fatto bene perché così avevo un discreto successo e il locale era frequentato da molti ragazzi specie nella stagione estiva e fu proprio una sera d’estate che comparve lei.
Io all’epoca avevo circa 33 anni mentre lei poteva averne sei / sette meno di me, si piazzò davanti al bancone e dopo aver osservato bene tutto cominciò a riempirmi di compimenti dicendomi che un locale così non l’aveva mai visto etc, etc, insomma era proprio entusiasta e bla bla bla non la smetteva di lodarmi, forse le interessavo un po’ anch’io pensai e le dissi:
< senti domani mattina devo andare in città a fare un po' di rifornimento per il locale, mi accompagneresti? >.
Non ci pensò due volte e mi rispose: < va bene a che ora ci vediamo? >, così dopo esserci messi d’accordo si eclissò e non la vidi più per tutta la sera, ‘ che scemo che sono’ pensai ‘non so neanche come si chiama, probabilmente mi darà buca’.
Mi sbagliavo, quando l’indomani giunsi al posto convenuto era lì che mi aspettava.
In auto parlammo del più e del meno e non si accorse (o non volle accorgersene) che invece di andare in città mi dirigevo verso le colline in cerca di un posticino tranquillo.
Giunto in prossimità del bosco lasciai la macchina in uno spiazzo e ci inoltrammo dentro senza che lei dicesse nulla, ormai era chiaro che ci sarebbe stata, chissà perché ma a me il bosco mette sempre ‘un certo appetito’.
Prendemmo un sentiero camminando abbracciati e scambiandoci qualche bacio, a quel punto mi abbassai la zip delle bermuda e tirai fuori l’uccello non ancora in tiro.
Appena lo vide lei se ne impossessò subito prendendo ad accarezzarlo dolcemente mentre io, alzata la gonna, le infilavo la mano nelle mutandine solleticandole da dietro il buco del culo e la fica già abbondantemente bagnata.
Giunti ad un ruscello ci fermammo e appoggiati ad uno scoglio ci spogliammo del tutto, il mio cazzo ormai aveva raggiunto l’estensione massima e sentivo la cappella che si inumidiva piano piano, era talmente gonfio che le riempiva tutta la mano.
Lei si abbassò dolcemente e cominciò a leccare la punta ormai vistosamente bagnata, le piaceva proprio quel nettare, lo raccolse tutto poi se lo fece scivolare tutto in bocca spompinandomi a dovere infilandomi anche un dito nel culo, cosa che mi provocò un piacere immenso.
A mia volta con due dita nella fica le solleticavo il clitoride e la parte sotto la vescica facendola dimenare dal godimento, ad un certo punto si alzò e se lo infilò nella fica, era talmente bagnata che non me ne accorsi quasi.
La sensazione comunque era stupenda lo sentivo scivolare dentro tutto sino all’attaccatura delle palle e se insistevo sarebbero entrate anche quelle mentre lei continuava a dimenarsi dal godimento.
CHE FICA!!!!!!
Ad un certo punto visto che stava raggiungendo l’orgasmo gridando ‘ vengoooo’ lo tirai fuori giusto in tempo prima di essere letteralmente spruzzato dal suo liquido talmente abbondante che mi bagnò tutte le gambe, un vero e proprio squirting insomma.
Io dovevo ancora venire cosi le dissi di girarsi e avendo il cazzo già abbondantemente lubrificato dal suo liquido lo avvicinai al buco del culo e senza bisogno di inumidirlo alla minima pressione lo sfintere cedette facendo penetrare prima la cappella poi lentamente tutta la verga turgida come il ferro.
Scivolava senza problemi, sembrava fosse quasi la fica e le piaceva anche visto che si dimenava sotto i miei colpi, alla fina non ce la feci più e le vomitai dentro non so quanti fiotti di sperma calda.
Eravamo talmente esausti che rimanemmo così appoggiati allo scoglio, sempre con il mio cazzo dentro per parecchio tempo sino a quando ormai mollo scivolò fuori da solo.
Subito dopo scappò la pipì a tutt’edue e a tutti i costi volle tenerlo nella sua mano mentre pisciavo così feci lo stesso io aprendole le grosse labbra quando tocco a lei.
Finita questa ‘delicata’ operazione ci sciacquammo nel ruscello riprendemmo la strada del ritorno e finite le commissioni la riaccompagnai là dove l’avevo raccolta poche ore prima, solo allora scendendo dalla macchina mi disse: < a proposito... mi chiamo Rita. Ciao >.
Da allora non l’ho mai più vista. Che strana ragazza!!!!!

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