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Racconti Erotici Etero

Al Centro Commerciale

By 7 Ottobre 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Accompagnai Ambra al centro commerciale quel pomeriggio a malavoglia. Non era il massimo passare mezza giornata tra un negozio e l’altro facendo compagnia alla tua collega d’ufficio in preda a quelle crisi d’astinenza da shopping che solo le donne possono avere. Quel giorno, il Boss in ufficio concesse al nostro reparto mezza giornata libera.Evidentemente anche lui aveva il cuore addolcito dalle prossime ferie natalizie . Nonostante avessi in mente altri progetti, non riuscii a dire di no al suo invito… La sua migliore amica era al lavoro e col suo ragazzo era finita da poco. Per giunta il centro commerciale era fuori mano e non voleva avventurarsi li da sola . Avrei preferito di gran lunga un comodo aperitivo al bar in centro ma da buon amico, decisi di farle compagnia per le sue “spese folli” . Ambra era una ragazza un paio d’anni piu grande di me, bella, solare e anche molto appariscente. Seguiva la moda e le piaceva osare, nei colori e nell’eccentricità dei modelli dei capi d’abbigliamento che sceglieva. Una insomma che non passava inosservata, in ufficio come altrove. Aggiungiamo un corpo voluttuoso e una femminilità spiccata, si puo’ ben capire come in pochi riuscivano a dirle di no.
Mangiammo un boccone con gli altri a fine turno e poi ci congedammo per raggiungere il centro commerciale. Riuscii a sentire il brusio pettegolo dei colleghi quando ci videro allontanare. Non ho mai pensato che Ambra avesse mire di un certo tipo verso di me. Non credevo di essere il suo tipo, ero solo quello più accomodante gentile e disponibile . Il classico bravo ragazzo a cui rivolgersi per un consiglio o nelle difficoltà. Non che fossi uno sfigato, non mi reputo brutto o antipatico, ho un bel fisico da nuotatore e qualche conquista l’ho fatta anche io … ma non ho l’aria da bell’imbusto modaiolo stile tronista di Uomini e Donne, come invece era il suo ex da poco mollato.
Entrammo in 3 negozi nella prima mezzora: niente che le piacesse o che le stesse bene. La mia pazienza era già a livelli di guardia. Mi chiese di salire al piano superiore e cercare qualcosa che le stesse bene per una serata in discoteca. A detta sua erano mesi che il ragazzo non la lasciava uscire a godersi una serata in compagnia, ossessionato dalla sua gelosia.
Il negozio era proprio adatto a lei. La vetrina proponeva capi costosi e all’ultima moda. Questa volta mi chiese di darle un parere… visto che non riusciva a spiegarsi come non le piacesse niente fino a quel momento. Scelse due o tre vestitini e si diresse verso la zona dei camerini. Ovviamente gli sguardi dei commessi e degli uomini con fidanzate al seguito erano tutti per lei.
“Cristian! Cristian! ” mi chiamò un paio di minuti dopo. :-” Aiutami a tirar su la zip che non riesco.” la raggiunsi nel corridoio della zona prova. C’era lei a piedi nudi, di spalle che si tirava i capelli su dietro la testa per permettermi l operazione. :-“Si ecco ecco” balbettai un po sorpreso mentre mi accingevo a tirar su la zip. Non l’avevo mai vista cosi, quei piedini nudi e quel vestitino che saliva parecchio sopra il ginocchio avrebbero steso chiunque. :-“Allora..che ne dici? può andare?” mi diceva mentre si girava e rigirava allo specchio. Io subito fuori il camerino la osservavo ammirato da tutti i punti di vista. :-“Non è che mi fa i fianchi larghi?” mi diceva mentre con il solito broncio dubbioso si guardava e riguardava allo specchio. Di quelle parole a stento sentivo il suono…dell’idea assurda dei fianchi larghi non mi curai per niente, la mia attenzione era tutta per quel sedere a mandolino che cosi fasciato in quel vestito meritava un premio Oscar. “Vabbè me ne provo un altro” mi disse delusa e insoddisfatta. Tirò la tenda che faceva da separè e prese a cambiarsi. Le ragazze si alternavano nei camerini di fianco. C’erano le commesse che mi guardavano un po stupite della mia presenza li. Quasi tutti i fidanzati aspettavano fuori. Ambra ,dopo un turpiloquio sui difetti del vestito appena indossato, riaprì la tendina. Questa volta ne aveva uno con una scollatura vertiginosa, cortissimo sulle gambe da un lato , più lungo dall’altro. :-“Questo? come va?” :-“Benone… ehm… ti sta benissimo” dissi imbarazzato. Non sapevo che pareri potevo darle io che non ne capivo un fico secco di moda, ma potevo dirle che quei vestiti la facevano tremendamente sexy. :-“Sai non sono convinta del colore, poi questa scollatura… mi fa il seno strano” :-“Forse sarà il reggiseno” aggiunsi io mentre le squadravo la schiena nuda fasciata dal reggipetto. :-“Hai ragione, questo vestito andrebbe indossato senza” Io:-“eh prova no… altrimenti come fai a vedere la differenza” Dopo una scrollatina di spalle , si slacciò in un battibaleno il reggiseno e con maestria se lo sfilò da sotto il vestito. Quell’operazione mi fece gelare il sangue visti i centimetri di pelle che regalò alla mia vista. Per poco non uscì fuori un capezzolo e praticamente mezzo seno (una 5 abbondante) per qualche secondo fu in bella vista ai miei occhi. Rimasi imbambolato a fissarla un istante. Lei evidentemente se ne accorse e sorrise divertita. “Ehi.. tutto bene?” rise del mio imbarazzo. Era abituata ad avere gli occhi puntati addosso e quella situazione evidentemente era il massimo per il suo essere vanitosa ed egocentrica. Richiuse la tendina per una nuova prova vestito. Questa volta però la tendina che scorreva fissata con degli anelli ad un asta sopra le nostre teste non si chiuse del tutto. “Lo aveva fatto apposta? o solo una dimenticanza?” non ebbi il tempo di rifletterci quando vidi dal triangolo di specchi laterali il vestito scenderle sulle spalle. L’angolo di visuale era strettissimo ma riuscii a scorgere lateralmente i suoi seni nudi, enormi, sodi e alti come scolpiti nel marmo. I capezzoli di tanto in tanto facevano capolino, piccoli e rosa dominavano quei capolavori. Cercavo di fingere di non guardare verso il camerino, visto lo sguardo inquisitore delle commesse poco lontano. “Allora…che ne pensavi di questo? per una serata in disco può andare no?” Mi faceva compagnia chiacchierando mentre si cambiava. Io rispondevo da automa come potevo. La tenda si arrotolò di nuovo a un lato del camerino. Altro vestito, altro colore, scollatura meno generosa della precedente. I miei occhi finirono subito li.. :-“Non male questo eh?” mi chiese curiosa. Io:-“Si…anche se preferivo l’altro” :-“a si? come mai?” mi disse voltandosi per guardarsi allo specchio. :-” Aveva una scollatura più profonda l’altro… questo non mi piace tanto” Con aria stupita :-“Hai capito Cristian… che vai a guardare le scollature monello!? ” :-” Eh be… Perchè non dovrei” risposi . lei :-“eh gia.. anche te c’hai ragione..non ti facevo cosi vispo” Io :-” Con la fortuna che hai… sarebbe un delitto non guardarti” e faccio riferimento al suo meraviglioso e prosperoso corpo :-“dici..!?” mi fa con aria smorfiosetta da finta ingenua :- “hai capito il bravo ragazzetto… credevo fossi solo studio ufficio e calcetto ” mi da qualche schiaffetto leggero da finto rimprovero. :-“Girati va, che da quello che ho capito finisci per sbirciarmi mentre mi cambio” cosi con una risatina si richiude la tenda per cambiarsi l’ennesima volta.
Lo spiraglio è rimasto aperto come prima. Mi sposto leggermente per vedere meglio e la scorgo sfilarsi il vestito e riappenderlo alla cruccetta. E’ con il solo perizoma addosso. Si guarda allo specchio, ha ancora il sorrisetto divertito e orgoglioso stampato sulla faccia . Sta per rivestirsi quando i suoi occhi incrociano per un momento i miei dall’angusto angolo di specchi dal quale la spiavo. Abbasso subito lo sguardo e faccio qualche passo piu in la cercando stupidamente di far capire che mi trovavo in “traiettoria” per sbaglio. Poi dopo qualche istante ci ritorno e per un momento la rivedo: non aveva richiuso per bene la tenda ed era rimasta li, con gli occhi fissi forse per capire se fossi tornato o meno . Mi allontano nuovamente. L’imbarazzo per una figuraccia palese e sfacciata era grande. Non sapevo come poter rimediare.
Sbuca fuori con un altro vestito. :-“Allora questo?” :-“Bello dai..” cercavo di blaterar qualcosa come se nulla fosse…”Lei :-” si questo è carino… ma te l’avevi capito anche vedendolo dallo specchio vero?”Io con aria stupita :-” Ehm come? “mi aveva colto in castagna… non sapevo che risponderle. Lei divertia ridacchiava e mi lanciava occhiate maliziose da far eccitare anche un prete. Si tirava sui fianchi il vestito, facendolo aderire ancora di più sui seni che lasciavano intravedere stavolta i capezzoli duri come chiodini. Io la squadravo da capo a piedi. Lei era felice di destar tanto interesse… si pavoneggiava orgogliosa davanti i miei occhi.
:-“Vabbe provo l’ultimo e poi andiamo” Cosi dicendo richiuse la tendina… Aveva fatto finta di niente pensai . Tirai un sospiro di sollievo. La mia paura più grande sarebbe stata quella di una scenata isterica nel bel mezzo del negozio. Sarei morto di vergogna. La tendina anche stavolta rimane qualche centimetro aperta. In maniera più circospetta sbircio di nuovo : lei si è già sfilata il vestito e sta mettendo quello nuovo. Faccio mezzo passo avanti x veder meglio quando vedo aprirsi di scatto la tendina. :-” Allora ho visto bene! Mi sbirci dallo specchio! ” mi sorprende lei sgranando gli occhi. Divento rosso come un peperone. :-“Ma che pervertito! ora capisco perchè hai accettato di accompagnarmi…” io abbasso lo sguardo. Lei ride del mio imbarazzo. Forse mi sta prendendo in giro , ma il solo essere colto in flagrante mi faceva vergognar come un ladro.
:-“Che cosa volevi vedere eh?” mi dice provocatoriamente gesticolando con le mani :-” Niente Ambra…” le rispondo cercando di piantarla li. Ma i miei occhi come una calamita le finiscono per un secondo ancora sulla scollatura. “Ah ecco..” capisce lei… Si volta verso lo specchio e con mezza tendina aperta prende a cambiarsi. Sorprendentemente , da esibizionista consumata, tira giù la zip e sfila il vestito da sopra. Mi mostra senza pudore il suo seno enorme. Rimango quasi a bocca aperta… è meraviglioso e il fatto che sia lei a volermelo mostrare senza scrupoli mi eccita in una maniera pazzesca. :-“Ecco…cosi vedi meglio che dallo specchio no!?” mi dice. Procede a tirarselo giù rimanendo col solo perizoma. Per fortuna non ci sono commesse di passaggio a sgamare il siparietto. Ambra con un coraggio quasi irresponsabile continua a cambiarsi, indossa l’ultimo vestito. Non mi rivolge più la parola, fa come se fosse sola. Mi lascia guardare e di tanto in tanto manda un’occhiata dallo specchio per vedere se ci sono ancora. Non mi sarei mosso per niente al mondo. Quella scena troppo eccitante viene sublimata da un paio di piegamenti a 90 di Ambra che mi regala oltre al suo sedere perfetto , le tettone penzolanti viste da dietro. Ormai sono fuori giri. Mi si fa duro da far schifo nei jeans. Non sono un finto modesto, son stato trattato bene da madre natura, ma non sono il tipo spaccone che se ne vanta o ne fa motivo d’interesse per le ragazze che corteggio. Ma in quella situazione non sapevo proprio come nasconderlo ad Ambra.
Si stava per rivestire definitivamente quando dalle occhiatine allo specchio scorge il mio bozzo dai pantaloni. Fa finta di niente, ma la cadenza delle occhiatine di sfuggita aumenta. Ora mi guarda anche negli occhi con uno sguardo a metà fra lo stupore e il divertito. Rimette la gonna, indossa i tacchi , è ancora tette al vento. Io ormai fuori di me per l’eccitazione prendo a maneggiarmi la patta. Il solo contatto mi da piacere e mi allevia il fastidio di tenerlo costretto in quel modo. ” Eh chi se lo sarebbe mai aspettato” ridacchia con gli occhi incollati allo specchio sulla sagoma del mio cazzone mezzo duro. Io la fisso ora con aria di sfida mentre me lo strizzo a un lato della zip. Ci guardiamo per qualche istante…ora forse ero io a metterla in difficoltà. Non riesce a staccarci gli occhi di dosso. Sempre Incrociando i nostri sguardi dallo specchio mi fa :-” Beh perchè non lo liberi?” Io:-“Ah si? qui?!” le rispondo io. “e se ci vedono”? rincaro io provocatoriamente . :-“Se stai attento e non ti vede nessuno…..” mi dice lei facendo finta di rimettere i capi appena provati in ordine.
Do un rapido sguardo nelle vicinanze. C’è solo una commessa che parlotta qualche camerino più in la. Mi avvicino al camerino e sulla soglia richiudo la tendina fino al mio fianco…in modo da aver un minimo di protezione visiva in più . Lei sorride compiaciuta della mia intraprendenza. Mi fissa l’uccello duro nei pantalone e incolla i suoi occhi alla mia mano che lenta tira giù la zip , scosta lo slip nero e lascia uscire imperiosa la cappella enorme , violacea , venosa già bagnata in punta. Leggo lo stupore nei suoi occhi mentre mi aiuto con l’altra mano nel completare il lavoro e farlo uscire il piu possibile . Ora è durissimo , enorme e svettante verso l’alto. “Cazzo Cristian…. complimenti alla mamma” dice piacevolmente stupita. Perso del tutto il mio imbarazzo lo chiudo in pugno e tiro giù la pelle scappucciandolo completamente. Il glande enorme scompare e riappare un paio di volte nei miei lenti su e giù. :-“Non vorrai farti una sega in camerino davanti a me spero!?” mi dice lei sottovoce. “Perchè no? ormai….” continuo io senza smettere di accarezzarmelo. Lei vede che non riesco a non a fissarle le tettone al vento. Sorride , si gira e si inginocchia verso di me. “Hai ragione …sarebbe davvero uno spreco” cosi dicendo sostituisce la mia mano con la sua e scappucciandomelo per bene . Tira giù la pelle menandomelo fino alla base dell’asta per poi cingerlo fra le sue calde labbra. Gli riempio la bocca con la mia carne. La vedo dimenarsi sul cazzone come un’assetata. Lecca a fatica con la bocca piena della mia cappella. Intanto la sua mano prende abilmente a segarmi… E’ tutto un succhia , lecca e sega. Me lo mena decisa e con ritmo e di tanto in tanto si struscia la cappella su una guancia..” Ti piace eh?” mi dice trafelata e sottovoce mentre legge le contrazioni di piacere sul mio viso e lungo il corpo.E’ incredibilmente brava, con quel corpo e quel modo di fare non poteva che essere una intenditrice in fatto di sesso. Dopo un paio di minuti resisto ancora eroicamente ma quando mi porta una mano sotto i testicoli e aumenta il ritmo con la bocca sento vicina la capitolazione.. Una Cliente ci passa accanto con i suoi jeans da provare in mano. Probabilmente avrà capito qualcosa penso per un secondo, ma son troppo preso per badare ad altro. Il gioco stava durando troppo e stava diventando troppo pericoloso. Lo estrae dalla bocca e comincia a menarmelo furiosamente. La saliva umida rende facile e veloce il movimento soprattutto se concentrato sulla cappella che con maestria e infinita porcaggine viene segata proprio a contatto con una tettona e il suo capezzolo. Durissimo mi finisce un paio di volte sulla fessura della punta del mio sesso che allo spasmo si abbandona finalmente in una clamorosa sborrata. Trattengo qualsiasi gemito di piacere mentre invece vorrei urlare dalla goduria mentre lascio partire una pioggia di fiotti carichi che finiscono prima sul suo seno, poi indecentemente sullo specchio alle sue spalle e sul parquet del camerino. Ambra si gode lo spettacolo affascinata… mi sega fino all’ultimo con forza e passione. “Guarda che macello che hai combinato…” ridacchia sottovoce. Io faccio lo stesso e cerco di riprender fiato. In tutto ciò mi sarà passato qualcuno alle spalle almeno un paio di volte. Cerco di ricompormi come posso, sento un “signorina” detto da qualcuno nel vicino corridoio. Potrebbe esser riferito a chiunque ma è un buon motivo per sgattaiolare dal camerino come due furfanti , ridendo come matti e pensando alla faccia che avrebbero fatto le commesse poco dopo .Consapevoli del fatto che in quel negozio non ci avremmo messo più piede. Ambra mi prende per mano e mi trascina verso l’uscita secondaria ..:-” Sbrigati non farti vedere…. usciamo di qua verso le scale , a piano terra c’è un altro negozio che ha i camerini molto più grandi…” Scendemmo al piano terra ancora col fiato corto vista la fuga vera e propria dal negozio. :-” cioè ma ti rendi conto?! non potremo entrarci più in quel negozio! ” diceva Ambra sghignazzando :-” E ti immagini la faccia della commessa quando vede lo specchio? ” proseguivo io . In un minuto percorremmo tutta l’ala del centro commerciale, l’idea di essere inseguiti ci terrorizzava. Ambra mi prese per mano e a passo svelto girammo l’angolo. Era davvero un’altra, niente piu quella dalla puzza sotto al naso e quel distacco nei miei confronti . Aveva varcato quella soglia di intimità che faceva di me il suo miglior complice.

Sembrava avere le idee molto chiare: come due fidanzatini che pareva stessero perdendo l’autobus, entrammo in un negozio di biancheria intima. Inutile dirvi che in altri frangenti mi sarei sentito a disagio , ma dopo quello che era successo poco prima, tutti quei perizomi, calze e reggiseni non facevano altro che risvegliarmi la voglia. :-“Che ne dici come mi sta questo? ” diceva ridendo e prendendo fra le mani un tanga nero… :-“Non lo so , meglio questo” ribattevo io indicando un perizoma sottilissimo e semi trasparente davanti. Giocavamo come due adolescenti che si punzecchiavano. Ci aggiravamo fra gli scaffali tenendoci per mano, strusciandoci e pizzicandoci non appena c’era la possibilità di non esser visti. In un angolo Ambra prese a visionare un paio di completini. Per qualche secondo non vidi nessuno nel corridoio e ne approfittai per farle sentire il mio membro sulle natiche. La sentii come rabbrividire per un istante, mi guardai intorno circospetto ancora un attimo e poi le passai due dita nell’inguine. Le baciai il collo da dietro…risalendo giusto in tempo per una leccatina al lobo dell’orecchio prima che un paio di signore girassero l’angolo. Feci un paio di passi più in dietro…Il ghigno divertito ed eccitato di Ambra mi incitava a continuare. Passarono le due signore, poi una coppia … Mi appostai qualche metro piu in la, sulla stessa fila di scaffali di Ambra che, con la coda dell’occhio, mi teneva sotto controllo. I due erano di spalle , feci una linguaccia alla mia amica, poi mi passai la mano sul pacco mettendo in evidenza l’arnese curvo e mezzo gonfio a un lato della zip. Ambra arricciò un mezzo sorriso malizioso. Prese a passarsi la lingua fra le labbra appena era sicura di non essere vista. Io replicavo abbassando la zip e mostrando lo slip gonfio. Ancora pause… stavolta per due ragazzine che forse riuscirono a scorgere anche qualcosa che “non andava” nel mio jeans. Si dileguarono. Ambra si scostò le coppe del reggiseno.. i capezzoli durissimi erano ora visibili sotto la maglia. Con aria di sfida e senza vergogna si girò verso di me. Al suo fianco una donna e il fidanzato. Bastarono pochi secondi per vederlo fissarle le tettone come ipnotizzato. Era divertente vedere l’imbarazzo mentre cercava di evitare gli occhi controllori della moglie . Le feci cenno di scostare la stoffa della maglia… lei sorrise e mi fece di no con la testa :-” sei matto” mi disse senza emettere un suono , scandendo i movimenti delle labbra affinchè leggessi il labiale. :-” Dai” replicai io.. Poi sopraggiunse una commessa con cliente al seguito. “E’ troppo pericoloso” mimò lei con la bocca in un momento in cui la nostra “traiettoria comunicativa” divenne sicura. Feci un faccino dispiaciuto per risposta… lei allora si apposto qualche passo piu indietro e tenendo il viso rivolto verso la commessa e la cliente abbassò lo scollo della maglia fino a farmi vedere il solco dei seni e un capezzolo : roseo e durissimo. Poi si ricoprì di scatto….evidentemente la commessa si era girata verso di lei, mi guardò quindi per accertarsi che la stessi osservando. Riprese ad abbassarsi la maglia con lo sguardo ancora attento ai movimenti nei dintorni e contemporaneamente si portò una mano sulla figa dandosi qualche palpatina con indice e medio. Pochi attimi e ritrasse subito le mani girandosi ad osservare la merce come se nulla fosse. La commessa ci sfilò davanti con aria alquanto insospettita. Io e la mia provocatrice ci guardammo maliziosamente… mi strizzò l’occhio e mi invitò a seguirla.

Pochi passi e ci ritrovammo di nuovo nella zona per le prove della merce. Qui i camerini erano pochi ma più “sicuri” dei precedenti. C’era una comoda porta di legno, che lasciava vedere giusto una decina di cm da terra. All’interno uno specchio grande su un lato e un puff per facilitare il cambio abiti. Ambra aspettò che uscisse una cliente per entrare e trascinarmi dentro con forza. Quasi non riuscimmo a chiudere la porticina alle nostre spalle per la foga con cui ci prendemmo. Mani, gambe, lingua e labbra si fusero in un agitarsi smanioso. Le strappai quasi la maglia da dosso, presi in mano quelle enormi tettone dai capezzoli durissimi. Le portai alla mia bocca per succhiarle avidamente. A stento riusciva a soffocare i mugolii mentre la mia lingua lavorava i capezzoli duri come chiodi. Infilai una mano piu in basso , mi feci strada nel suo slip e riuscii a piazzare due dita sul cuore del suo piacere. Aveva il sesso fradicio di voglia.In un attimo il movimento del palmo della mia mano divenne fluido sullo spacco della figa umidissima. Si contorse, tremò per un istante..ma non riusciva a staccare le labbra dalle mie.
Sentivamo parlottare fuori dal camerino. La commessa consigliava un capo piuttosto che un altro alla cliente. Misi una mano sulla bocca di Ambra a mo di museruola senza farle uscire neanche un fiato.Le tirai giù lo slip e in un attimo abbassai la zip liberando il mio cazzone durissimo . In piedi la scopai conto il muro. Aprì le gambe per facilitarmi il movimento. La mia verga le saliva su per la figa riempiendogliela tutta. Vedevo strabuzzare gli occhi ogni volta che il movimento si faceva più profondo. Il lento dentro e fuori divenne più veloce. Vedevo i seni saltellare e comprimersi poi sul mo petto. Sentire il contatto dei capezzoli duri sulla pelle mi mandava fuori di testa. Aumentai il ritmo , ora il mio bacino batteva in maniera frenetica sul suo. Le sue mani mi cinsero il sedere dai muscoli contratti per lo sforzo .Fuori sentivamo un alternarsi di voci andar e venire. Il camerino a fianco si aprì e si chiuse un paio di volte. Evidentemente però il rumore dello strusciare dei vestiti e i respiri affannati un po insospettirono qualche cliente. Sentimmo infatti un paio di risatine provenire dal camerino adiacente. “shhh” faceva una all’altra mentre ridacchiava, quasi a volerla zittire per sentire meglio. Ambra dopo poco inarcò il bacino, contrasse i muscoli e mi strinse le braccia forti intorno al corpo quasi da stritolarmi. Capii che era vicina all’orgasmo. Aumentai quanto possibile i colpi finchè venne con la mia mano sulla bocca chiudendo gli occhi e soffocando un esplosione che se non fossimo stati in un camerino si sarebbe tramutata in gemiti osceni.. Si abbandonò per un attimo su di me., Mi sorrise e mi abbracciò . Non disse una parola col fiatone che aveva. Cercai di ricompormi orgoglioso di averla soddisfatta. “Ma cosa fai..aspetta..” mi disse lei mentre mi impediva di riabbottonarmi il jeans. Le sue mani tornarono sul mio cazzone, in un secondo riprese del tutto vigore. Sentimmo bussare. “un attimo!” rispose squillante Ambra mentre la sua mano mi segava il cazzo. Mi venne da ridere ma mi trattenni tappandomi la bocca . La sega passò rapidamente a un pompino. Questa volta molto piu lento e appassionato del precedente. La cappella era preda della sua lingua che si muoveva in maniera convulsa. I testicoli massaggiati sapientemente , pronti per riesplodere. Non riuscii a resistere molto. Affondai il cazzo fin a sentire la gola come se fosse una seconda figa. Sentivo le membra contrarsi per accogliere il mio sesso sempre piu in profondità. A costo di soffocare voleva darmi ancora una volta piacere… concedendomi di scoparle la gola . Sentimmo bussare di nuovo alla porta. Questa volta non ci fu risposta. Solo i fiochi rumori dei rantoli di saliva. Cercai di sbrigarmi a godere, non avremmo avuto ancora molto tempo . Strinsi la testa di Ambra fra le mani e capitolai eruttandole un litro di sborra in gola. Lasciai andare qualche gemito soffocato, non riuscii a venire in silenzio assoluto. Chi poi ci sarebbe riuscito in quella situazione… Ambra ingoiò tutto. I fiotti di sperma caldo le riempirono la gola e la bocca ma fu brava a mandare giu tutto , ripulendomi per bene. Stavolta dovetti sedermi io sul puff esausto da quel pompino che avrebbe stremato un cavallo.
Ambra soddisfatta ,aveva il trucco ormai sbavato. Cercò di ricomporsi per quel che poteva. Io feci lo stesso e dovemmo aspettare alcuni minuti prima di non percepire alcuna presenza fuori dal camerino. Come nei film al “tre” aprimmo la porta pronti a sgattaiolare via. Ci ritrovammo davanti una ragazza intenta a sistemare i capi d’abbigliamento provati e non acquistati dalle clienti. Si girò subito curiosa. Chissà da quanto tempo era li fuori. Ci sorrise abbassando lo sguardo rossa in viso .Mi piace pensare che fosse rimasta tutto il tempo dietro la porta a origliare eccitandosi. Noi replicammo complici il sorriso e scappammo via.

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