Skip to main content
Racconti Erotici Etero

Alba a quattro mani – scritto con Sbronzolo

By 28 Marzo 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Sbronzolo

Al mare la mia insonnia diventa ancora più antipatica: non fatico ad addormentarmi, mi sveglio presto! Lucky, il mio cane, fortunato lo è di nome e di fatto. Ogni mattina vedo l’alba mentre lui porta a passeggio me sulla battigia. Mi siedo con il culo affondato nella sabbia umida e guardo il sole sorgere. A nulla valgono i tentativi di restare a letto: mi spiace svegliare mia moglie con il mio agitarmi. Anche se magari domani la sveglio e……chissà.

Sono qui….i pensieri abbandonano la mia mente, assaporo la quiete dall’alto delle occhiaie.

L’orizzonte pieno di mare placido e il lieve rumore della risacca. Un odore penetrante e maschio: sì, il mare è maschio, ho deciso! Una figura di donna cammina coperta da un pareo, muove sul limitare dell’acqua. Si starà bagnando i piedi? Le domande cretine tipiche della mia testa. Mi alzo per sbrogliare il nodo gordiano della questione. Sì, decisamente i suoi piedi affondano nell’acqua.

Mi alzo e mi avvicino….mi piace parlare con le persone. Adoro capire dai gesti, dalla inflessione della voce, dalle pause, cosa ogni donna o uomo porta con se del proprio vissuto. Le donne poi, sono innamorato delle donne, ciascuna nella propria unicità. Belle, meno belle, giovani, meno giovani, hanno tutte un aspetto, anche solo uno,che le rende interessanti. Mi piace scovarlo.

Una morbida donna, non troppo alta, accogliente nelle forme e rotonda nelle curve. Il capo chino: un soldo per i suoi pensieri. Si accorge di me, mi rivolge uno sguardo indagatore. Non di paura, solo indagatore: che sia più vorace di me, della mia curiosità? Ho l’impulso di rallentare la camminata: voglio darle il tempo di farsi un’idea. Sembriamo due animali che si annusano: istintivi, prima che razionali. Sorrido del pensiero. Eppure, eppure ci squadriamo, ci osserviamo, ci valutiamo. Sicuramente la scenografia consente il lento tempo necessario. Come due pistoleri ci fermiamo a pochi passi l’uno dall’altra. Entrambi chiediamo tempo in un’ideale partita a scacchi.

Colgo un aroma nuovo: capelli lavati di fresco, crema idratante. Attorno nessun altro, solo lei. Mi guarda, ora sorniona valuta il mio cazzo. Ehi ma sto sbagliando, il solito maiale, dai è solo un’impressione! L’impressione fa inturgidire il mio paletto. Lei oltre ad indugiare con lo sguardo, stira le labbra leggera e scioglie il nodo del pareo. I morbidi contorni celati dalla stoffa emergono nella lieve luce dell’alba….Ho capito: è un’incantatrice di serpenti! Il mio è incantato…

Sostiene con un braccio il pareo, allarga l’altro con la mano aperta e me la porge. Come uno scolaretto stringo l’offerta e iniziamo a camminare, mano nella mano, al limitare delle onde. I piedi nudi infreddoliti dall’acqua, la mano scaldata dal contatto con la sua. Non una parola ci siamo detti, non i nostri nomi. Mi spiazza: io, solitamente ciarliero, ho timore di parlare e rompere l’incantesimo.

Passeggio con una sconosciuta, persino Lucky gira attorno perplesso.

La voglio, la voglio, la voglio! Il pensiero gira nel mio cervello obnubilato dal calore che sale dal braccio. Maddai che sto pensando!Su dai, un pizzicotto e sveglia!

Si ferma, le braccia si tendono e mi attira a se. Mi accoglie una bocca dischiusa che calamita le mie labbra. Il calore non sale più solo dalla mano, si irradia da ogni punto di contatto dei corpi. I miei piedi paiono scaldare persino l’acqua….

 

Lampone

Inutile davvero provarci. Non riesco a cancellare dalla memoria pavloviana il riflesso sonoleseiedevialzarti! Mannaggia ! il mio compagno dorme della grossa e io passeggio. Mi è sempre piaciuto farlo. Affondare con i piedi ben saldi dentro la sabbia e schiarire la mente. Adoro osservare le piccole cose che l’incessante movimento del mare regala alla sabbia dorata. Rientro sempre piena di conchigliette, sassolini di vetro e ciarpame salato. Il mare gioca in me uno strano effetto. Mi eccita il suo odore, così intimo e famigliare. Sarà poi che sono anche a stecchetto, ma sono davvero eccitata in questa passeggiata mattutina. E se mi sdraiassi al sole ad accarezzarmi? inutile, la mia è proprio voglia di cazzo!

E quello chi cavolo è? ma con tutto lo spazio qui attorno deve proprio venirmi incontro col cane? Oddio! odio i cani! stai ferma, non ti muovere! non una parola.

 

E guarda questo qui come mi sta fissando ! E il cane che gira attorno. Non deve guardare il cane non farlo, ignoralo.

 

Guarda il padrone. Guarda che cosa sta capitando nei calzoncini del padrone. O stai immaginando? Eh no, cara coscienza mia! Sono ancora in grado di riconoscere l’eccitazione di un uomo!. Ho caldo improvvisamente, modello scalmane della sciura Giulia. Mi slaccio il pareo, così gli faccio vedere che cosa si nasconde dentro due coppe striminzite? Ecco qui! Poderoso vero? Dammi la mano, dai. Allungo il braccio verso di lui. E’ caldo, e mi sto sciogliendo come un ghiacciolo al sole mentre il clitoride inizia a crescere. Cammino e lo sento tra le gambe, una presenza che urla scopami ! scopami! Mi giro verso di lui, chiedo contatto , chiedo il suo corpo e un bacio.

Arrivano entrambe. caldi, umidi di sale e di sole

 

Sbronzolo

Ehi ma che calde tettone appoggiano su di me, le giro la lingua in bocca e non riesco a staccare le mani dalle piccole coppe che le costringono. Come si chiama? Chi è? Come bacia bene, ha voglia, ho voglia….cazzo se ho voglia, talmente intensa che nemmeno sento il freddo dell’acqua. Devo averla, adesso! La mia mano abbranca decisa un seno, mi sospira in bocca, stringo il capezzolo per farle capire l’urgenza del mio desiderio. Si sa mai non abbia sentito quanto il mio uccello le forza il ventre. La stringo e forzo il suo corpo contro il mio, irradia calore: quasi una stufetta. Il sentiero! Il sentiero per giungere alla spiaggia, la panca per il picnic nella pineta. Luogo di pranzi familiari, voglio sia alcova per sfogare il mio piacere, devo trascinarla con me, non mi basta un bacio. Finora sono stato marionetta nelle sue mani ora lei è abbondanti liquidi nelle mie. E’ morbida e bagnata la stoffa del costume sul suo sesso, lo tocco, lo accarezzo e ne scopro i contorni. Non ci siamo detti parola ma la sento imitarmi. Accarezza il mio cazzo sulla morbida stoffa dei pantaloncini. Toglimeli, toglimeli e dammi il tuo sollievo. Una piccola prece che giunge mentalmente a segno. La sua mano allarga l’elastico e afferra il mio cazzo, lo studia, lo percorre sino ai coglioni che accarezza lieve. Ci sa fare, sa come fare per eccitarmi. Si lascia esplorare dal mio bacio e valuta la voglia liquida che monta nei miei testicoli. Sono gonfi, alti e raccolti nella sua manina. Percorre l’asta e sente quanto la mia cappella sia umida e gonfia. Le mani toccano avide i nostri sessi, si stacca e ci guardiamo: “Voglio scopare con te”, altre parole non mi vengono, altre parole non avrebbero senso.

“Vieni con me”, inizio a tirare ora io il suo braccio. La vedo seguirmi con un sorriso….

 

 

 

Lampone

Oddio, il bacio di un uomo. Il suo alito caldo in bocca che si fonde con il mio. Scintille color metallo mi percorrono la mente. Sa leggermi dentro, lo scopro mentre mi impugna un seno e inizia a stuzzicare il capezzolo. Cosa stai facendo? Pazza! Inutile, la mia coscienza non trova ragioni a sufficienza per impedirmi di stringermi a lui. Il cazzo duro addosso, mi struscio, roteo piano i fianchi. Che voglia di sesso, lui sa di sesso e io annuso. Si spinge ancora verso di me, la mano scivola lungo il contorno del costume. Sono bagnata di voglia, ho voglia di lui. Il dito percorre le labbra quasi tumefatte dall’eccitazione. Lo slip favorisce questa piacevole tortura. Insinuo una mano nei calzoncini. Eccolo! pulsa dalla voglia di essere toccato. Lo impungo restando immobile. Voglio sentire il suo richiamo . Tum tum, tum tum…mi sta chiamando . Umido, bollente e bellissimo . Duro come lo desideravo . La mano scende piano verso l’asta. Lo voglio in bocca, voglio che sia mio. Accarezzo piano con la punta dell’unghia e scendo a carezzare le palle. Voglio leccarlo come una gattina. Mi anticipa di un attimo. Non lo ascolto davvero. La risacca mi riempie le orecchie, così come il suo odore la mente. Scopami adesso. Lo seguo…………….

 

Sbronzolo

Ecco la panchina finalmente, ora le faccio sentire io quanto ho voglia di prenderla, di infilarmi in quelle tette e di scoparla. Non mi siedo, mi trattiene di colpo, avrà pensato alla pazzia che stiamo facendo…..oh no, si avvicina,allenta il mio pantalone, mi tira fuori il cazzo si china e con la lingua tocca per la prima volta il glande. Mi piace leccare per primo…..volevo leccare quell’umida figa che ho solo toccato sulla stoffa. Brava, sì quanto è brava,come lo cura, lo circonda di umido calore, le labbra mi lambiscono i coglioni, lo prende profondo. Mi cedono le gambe e lei segue il movimento del mio corpo. Aspetta, piano, piano che qua esplodo come un coniglietto…. La sollevo per le braccia, lei libera quelle tettone morbide che rigurgitano dalle coppe, abbassa con malizioso strip il piccolo costume: ha una figa curata, morbida, dalle labbra turgide e sporgenti. Un caldo nido in cui entrare per riscaldare il mio cazzo ora umido ed esposto al fresco dell’alba.

 

No, no aspetta: con un cenno la faccio sedere, ho sete di lei, del suo sapore. Mi riempio le narici dell’odore di donna, una donna che arde di insano e lubrico desiderio. E’ fradicia e senza senno: si lascia leccare senza temere altri occhi la vedano. Siamo pazzi! La lingua affonda e labisce quel succoso frutto. Si apre oscena per facilitare il mio compito. Ama il sesso, come me non si nega nulla. La sollevo e mi stendo sull’asse ruvida: la schiena lancia urtata dal piano scabro, non sento dolore, bramo di averla sopra di me

 

Lampone

…………….dandogli la mano ho deciso di scoparlo e basta. Non mi frega nulla del resto. Se ci fosse qualcuno qui intorno, si riempirebbe di seghe guardandoci.

Siamo due animali in calore, talmente smaniosi che pure il cagnolino ha deciso di starsene in disparte. La pineta, eccola. Incredibilmente avvolti dal caldo umido degli aghi dei pini marittimi. Non un rumore attorno. Troppo presto per le cicale. Adesso finalmente posso assaggiarlo. Assaggiare il mio peccato, questo pensiero mi rende ancora più eccitata . Bel cazzo davvero. Si alza da solo verso le mie labbra da tanto desidera essere succhiato. Lo assaggio appena, soppesandolo sulla lingua . Mi farà godere, lo so. Non so neppure come si chiama ma i suoi gemiti sono un biglietto da visita che implora. Il seno esce prepotente dal costume e abbasso lo slip. Voglio che mi lecchi. Lo sapevo! un’altra volta mi ha letto nel pensiero e intanto che penso a questo pensiero la sua lingua si è già impadronita delle mie labbra e si sta facendo strada attorno al clitoride che urla impazzito. Ruggisco quasi dal desiderio di averlo dentro. Lo capisce, ancora una volta! e sono sopra di lui……………………….

 

Sbronzolo

Scende con le gambe aperte, mi guarda negli occhi, due dardi fiammeggianti. I nostri sessi si incontrano, si scoprono, si fondono. Sento ogni centimetro del mio affondare e del suo accogliere. E’ infuocata, sento la cappella bruciare del suo calore. Ha la figa morbida, una sensazione liquida di abbraccio. Rimaniamo immobili a gustare l’istante. I suoi fianchi fermi e con la figa mi manda in estasi: la muove in un massaggio vibrante….cazzo sto già partendo….cerco di colpirla con il mio cazzo, a fondo, ancora più a fondo. Maledico la dura panca di legno che non mi permette altro che di graffiarmi la schiena. Sorride guardandomi andare in orbita…..solleva i fianchi e li riabbassa, li solleva e li riabbassa un lento e misurato massaggio mentre si carezza il clitoride gonfio e saporito………scopami più forte! L’urlo del mio cervello deve essere sonoro perché ora sì, ora sì dai muoviti sì, di più…..no, no, aspetta non lasciarmi nudo della tua figa…..dove vai? dove vai? cazzo no vieni qua….. Si gira per mettersi alla pecorina poggiata alla tavola dei picnic…..una piccola apnea mi prende ad essere nudo di lei………………………..

 

Lampone

Oddio, non so davvero quanto posso resistere. La traccia liquida lasciata dal mio sesso lo risucchia all’interno. Mi manca il fiato. Resto immobile per assaporare meglio la sua forza. Mi abbasso sulla sua bocca. Voglio essere piena di lui, piena nella figa e nella mente. La mia mano scende in una carezza verso il clitoride impazzito e intanto mi muovo , roteo i fianchi i spingo più a fondo che posso. Poi…cazzo no! un ragno porca puttana! Non posso proprio restare così a scoparmi lo sconosciuto della mia vita nel parossismo della passione con davanti una bestiaccia pelosa! Immediatamente le dita si fermano e i fianchi pure. La forza primordiale dell’aracnofobia si impossessa di me. Lo stappo come fosse champagne e scendo rapida dal tavolo. Sto colando, sono piena di calore mentre fingendo indifferenza prendo il pareo abbandonato sulla panca e arrotolo elegantemente il ragno guardone……………….

 

Sbronzolo

Il respiro riprende furibondo quando duro prendo il suo corpo, la trafiggo di piacere. I suoi fianchi morbidi sostengono le mie mani, Mi infilo tutto nella sua passera madida e morbida; la coglie un sussulto, un gemito lanciato al vuoto. In piedi spingo forsennato i miei colpi. Il sangue mi diventa crema, rallenta e continua a gonfiare il mio cazzo, Sento montare l’orgasmo, intonarsi alla frequenza dei suoi gemiti, sento che sta venendo con me. Il suo capo sussulta, il volume dei gridolini aumenta. Mi incita, mi sprona, mi provoca…………riesce.

 

Esplodo in lei: una, due, tre, quattro scariche di intenso godere….. l’intera mia essenza racchiusa nella forza dell’eruzione dello sperma, lo accompagno con i fianchi tirati e spinti con tutta la forza che ho. Sorrido al rumore del nostro orgasmo quando gli ultimi colpi nuotano nel mare caldo e ondoso della sua figa….

 

Lampone

appoggio il ventre sul legno del tavolo, pensando ironica a quanto possa sembrar strano a quella materia viva reggere una donna invece di uno spiedino. Sorriso e prego che il mio sesto senso non mi abbia ingannato, spero che mi infilzi lui , che mi metta in gratella. Voglio godere, godere libera di farlo, certa che l’orgasmo sarà intenso da mozzarmi il fiato. Sporgo il culo, alto come più posso. Che si un richiamo, un chiaro invito muto alla parola fottimi fottimi. Eccolo, arriva. Sufficientemente freddo da farmi avvolgere tutto nel calore che mi investe. Potente entra e mi trafigge fino in fondo. Non resisterò a lungo davvero. Le gambe iniziano a cedere sotto i suoi colpi. Gli vado incontro, lo sprono con la forza dei fianchi. Attorno il silenzio è ancora più irreale perché i nostri gemiti sono la forza della pineta. Arriva il piacere, per entrambe. Il ventre si riempie di spasmi e sento che mi sta riempiendo. Respiro strozzata e il suo alito caldo mi investe il collo mentre si lascia cadere sulla mia schiena. restiamo immobili per un attimo. La pineta deve riappropriarsi dei suoi spazi.

Non una parola.

 

Ci prendiamo per mano ed entriamo in acqua. Solo un mare più grande potrà toglierci ancora il fiato

 

Leave a Reply