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Racconti Erotici Etero

Alla scrivania

By 5 Gennaio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Erika, una affeziona lettrice mi ha scritto raccontato una sua avventura pregandomi di trasformarla in racconto:

Ci incontriamo dopo il lavoro. Mi dici di raggiungerti in un parcheggio pubblico. Arrivo, mi fai scendere dalla macchina e senza nemmeno salutarmi mi fai segno di seguirti nell’ atrio di un palazzo.
Sono un po’ delusa, pensavo di fare sesso in auto sperando che qualche passante si fermasse a guardarci; l’idea mi eccita da morire. Invece mi fai salire in ascensore, 5′ piano e mentre saliamo mi infili una mano in mezzo alle gambe per toccare la mia figa calda e bagnata. Arriviamo al piano anche troppo presto, questi ascensori moderni sono troppo veloci e funzionanti per i miei gusti. Bei tempi quando si bloccavano ogni due per tre.
Ci sono solo uffici, apri una porta e mi fai entrare. Mi dico che forse è ancora meglio del sesso in auto che immaginavo e spero che i tuoi colleghi siano lì ad aspettarci. Invece l’ufficio è deserto, sono già andati via tutti. Per un attimo sono contrariata ma tutto sommato è eccitante sapere che fino a pochi minuti prima avrei potuto farlo con te davanti ai i tuoi colleghi… e poi con loro davanti a te
Mi porti in sala riunioni e mentre ti precedo mi afferri per i capelli e mi fai mettere a 90′ sopra la scrivania. Mi alzi la gonna, abbassi il perizoma già umido e ti inginocchi dietro a me. Cominci a leccarmi il culo, quel buco stretto che tanto brami. Le tue dita si alternano alla lingua che poi scende lentamente fino alla figa, rossa carnosa e tremante di piacere. Lecchi le grandi labbra e ho un fremito indescrivibile quando me le mordi. Sai che mi piace da morire. Continui a tormentarmi così, con la lingua che batte sul clitoride, i denti che mi stringono e tutta la tua bocca che sembra voglia risucchiarmi . Sono bagnata fradicia e riesco a malapena a trattenermi dal volerlo dentro. Ma ho sete, così mi giro e sono io ad inginocchiarmi davanti a te che l’hai già tirato fuori e non vedi l’ora che te lo prenda in bocca. Ti accontento subito. Comincio leccando la cappella, come fosse un gelato, poi passo la lingua lungo tutto il cazzo, da cima a fondo dove mi dedico anche alle palle. Le prendo in bocca mentre le accarezzo con la lingua. Scendo fino al buco del culo, so che ti piace, e i tuoi apprezzamenti lo dimostrano. Poi mi prendo in bocca il cazzo, mentre tu mi afferri per i capelli e detti il tempo, spingendomelo sempre più giù in gola. Ma ora non resisto più, ora lo
voglio dentro.
Mi fai mettere ancora a 90′ e grondo di piacere pregustando quello che mi aspetta. Mi apro a te, impaziente di sentirlo entrare e riempire quella cavità che non aspetta altro. Ma tu vuoi farmi soffrire, d’attesa e di piacere. Con le mani mi fai allargare le natiche e le tue dita prolungano il tormento di entrambi gli orifizi. E poi finalmente, dopo avermi sculacciata a dovere cominci a scoparmi. Con un colpo secco mi penetri e dopo poco le tue spinte si fanno sempre più prepotenti, impazienti e veloci, proprio come piace a me.
Mi prendi per i capelli e mentre i tuoi colpi si fanno sempre più violenti e profondi mi schiacci il viso contro il duro legno del tavolo tanto da lasciarmi i segni sullo zigomo. Poi con le mani mi allarghi le natiche e mentre continui a pomparmi le dita si fanno strada nel culo, prima uno solo poi due.
Continui così finché senti che stai per venire. Allora mi fai girare e sedere sul tavolo, mi spalanchi le gambe e ancora posso godere del tuo cazzo. Cominci con dei colpi brevi e ripetuti per poi aumentare il ritmo estraendo quasi del tutto il cazzo e infilandomelo sempre più prepotentemente. Vuoi che mi masturbi mentre tu mi sbatti, e io lo faccio. La mia figa è fradicia e il clitoride gonfio e quasi dolente dal desiderio di venire. Mi sollevi le gambe sulle tue spalle e continui a scoparmi facendomi sbattere con forza il culo sul tavolo, più e più volte, mentre ripeti in continuazione che sono la tua troia e che vuoi che goda, vuoi sentirmi urlare di piacere e di dolore, finché non veniamo contemporaneamente, in un orgasmo che mi riempie di caldi e densi schizzi e che ci lascia sfiniti e doloranti. Almeno per quanto mi riguarda… mi farà male l’osso sacro per due giorni.
La prossima volta che mi porti a scopare nel tuo ufficio provvedi ad arredarlo con un divano e per favore fammi trovare anche i colleghi… anzi, solo i colleghi.
Commenti a gladius44@libero.it

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