Erika, una affeziona lettrice mi ha scritto raccontato una sua avventura pregandomi di trasformarla in racconto:
Ci incontriamo dopo il lavoro. Mi dici di raggiungerti in un parcheggio pubblico. Arrivo, mi fai scendere dalla macchina e senza nemmeno salutarmi mi fai segno di seguirti nell’ atrio di un palazzo.
Sono un po’ delusa, pensavo di fare sesso in auto sperando che qualche passante si fermasse a guardarci; l’idea mi eccita da morire. Invece mi fai salire in ascensore, 5′ piano e mentre saliamo mi infili una mano in mezzo alle gambe per toccare la mia figa calda e bagnata. Arriviamo al piano anche troppo presto, questi ascensori moderni sono troppo veloci e funzionanti per i miei gusti. Bei tempi quando si bloccavano ogni due per tre.
Ci sono solo uffici, apri una porta e mi fai entrare. Mi dico che forse è ancora meglio del sesso in auto che immaginavo e spero che i tuoi colleghi siano lì ad aspettarci. Invece l’ufficio è deserto, sono già andati via tutti. Per un attimo sono contrariata ma tutto sommato è eccitante sapere che fino a pochi minuti prima avrei potuto farlo con te davanti ai i tuoi colleghi… e poi con loro davanti a te
Mi porti in sala riunioni e mentre ti precedo mi afferri per i capelli e mi fai mettere a 90′ sopra la scrivania. Mi alzi la gonna, abbassi il perizoma già umido e ti inginocchi dietro a me. Cominci a leccarmi il culo, quel buco stretto che tanto brami. Le tue dita si alternano alla lingua che poi scende lentamente fino alla figa, rossa carnosa e tremante di piacere. Lecchi le grandi labbra e ho un fremito indescrivibile quando me le mordi. Sai che mi piace da morire. Continui a tormentarmi così, con la lingua che batte sul clitoride, i denti che mi stringono e tutta la tua bocca che sembra voglia risucchiarmi . Sono bagnata fradicia e riesco a malapena a trattenermi dal volerlo dentro. Ma ho sete, così mi giro e sono io ad inginocchiarmi davanti a te che l’hai già tirato fuori e non vedi l’ora che te lo prenda in bocca. Ti accontento subito. Comincio leccando la cappella, come fosse un gelato, poi passo la lingua lungo tutto il cazzo, da cima a fondo dove mi dedico anche alle palle. Le prendo in bocca mentre le accarezzo con la lingua. Scendo fino al buco del culo, so che ti piace, e i tuoi apprezzamenti lo dimostrano. Poi mi prendo in bocca il cazzo, mentre tu mi afferri per i capelli e detti il tempo, spingendomelo sempre più giù in gola. Ma ora non resisto più, ora lo
voglio dentro.
Mi fai mettere ancora a 90′ e grondo di piacere pregustando quello che mi aspetta. Mi apro a te, impaziente di sentirlo entrare e riempire quella cavità che non aspetta altro. Ma tu vuoi farmi soffrire, d’attesa e di piacere. Con le mani mi fai allargare le natiche e le tue dita prolungano il tormento di entrambi gli orifizi. E poi finalmente, dopo avermi sculacciata a dovere cominci a scoparmi. Con un colpo secco mi penetri e dopo poco le tue spinte si fanno sempre più prepotenti, impazienti e veloci, proprio come piace a me.
Mi prendi per i capelli e mentre i tuoi colpi si fanno sempre più violenti e profondi mi schiacci il viso contro il duro legno del tavolo tanto da lasciarmi i segni sullo zigomo. Poi con le mani mi allarghi le natiche e mentre continui a pomparmi le dita si fanno strada nel culo, prima uno solo poi due.
Continui così finché senti che stai per venire. Allora mi fai girare e sedere sul tavolo, mi spalanchi le gambe e ancora posso godere del tuo cazzo. Cominci con dei colpi brevi e ripetuti per poi aumentare il ritmo estraendo quasi del tutto il cazzo e infilandomelo sempre più prepotentemente. Vuoi che mi masturbi mentre tu mi sbatti, e io lo faccio. La mia figa è fradicia e il clitoride gonfio e quasi dolente dal desiderio di venire. Mi sollevi le gambe sulle tue spalle e continui a scoparmi facendomi sbattere con forza il culo sul tavolo, più e più volte, mentre ripeti in continuazione che sono la tua troia e che vuoi che goda, vuoi sentirmi urlare di piacere e di dolore, finché non veniamo contemporaneamente, in un orgasmo che mi riempie di caldi e densi schizzi e che ci lascia sfiniti e doloranti. Almeno per quanto mi riguarda… mi farà male l’osso sacro per due giorni.
La prossima volta che mi porti a scopare nel tuo ufficio provvedi ad arredarlo con un divano e per favore fammi trovare anche i colleghi… anzi, solo i colleghi.
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Bhe...è difficile che si ricevi un commento, Questo sito non è tantissimo frequentato da gente attiva :)
Una serie di racconti sempre più eccitanti, alla fine Gianni ha raggiunto il suo scopo
Mi sa che alla prossima Gianni raggiunge l'obbiettivo
Un vero cuck, lei senza problemi gli racconta, d'altronde lui glielo aveva permesso al telefono