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Racconti Erotici Etero

Amici d’infanzia

By 14 Settembre 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

CAPITOLO 5

(capitolo rosa)

Si erano incontrati in strada, si erano riconosciuti come amici d’infanzia, chiacchierarono un po’ in bar, ma gli occhi iniziarono ad incrociarsi in sguardi strani, poi pericolosi, poi sapienti.

Lei bionda, studentessa universitaria, lui moro, musicista in conservatorio. Entrambi fisico atletico. Lui faceva trasparire dalla maglietta la forza di spalle e pettorali ben scolpiti, lei, non puntando sulla generosità del suo seno, ne riusciva ad esaltare la naturalezza e la rotondità della forma soda giovanile.

Gli occhi continuavano ad incrociarsi; sorrisini scappavano quando si coglievano le occhiate di interesse, palesi come non avrebbero voluto.

Lui le studiò tutto il corpo mentre s’alzava e si dirigeva verso il bagno, sognando di passare la mano sotto quella maglietta, carezzarle i seni, scendere verso la pancia, abbracciarle i fianchi ed inserire la mano nei pantaloni… e poi afferrarle con forza il sedere.

Lei in bagno invece chiuse gli occhi davanti allo specchio per calmarsi un attimo ma si immaginava soltanto mentre passava entrambe le mani sul suo petto duro, scendendo verso la pancia sentendo sotto le dita gli addominali e la morbidezza dei peli… scendendo sempre più per trovarsi qualcosa di caldo e pulsante in mano… basta!

Uscì dal bagno, lo raggiunse che era già in piedi, lo prese per mano e si avviarono.

Non c’era più bisogno di parlare, gli sguardi avevano detto già tutto a tal punto che pronunciare una qualsiasi parola avrebbe solo saturato l’aria di suoni con significati ridondanti.

Philippe seguì docilmente Francis aggrappato all’indice della mano di lei, della quale fino ad allora non aveva per un secondo lasciato il contatto. Lei, dal lato suo, lo trascinava su, con fretta ma lentamente, voltandosi a guardarlo ogni tanto, e sorridendogli… sorridendo più a se stessa che a lui, in realtà, non capacitata ancora dell’ebrezza che le emozioni le stavano facendo provare lungo tutto il corpo per quella situazione tanto inaspettata quanto desiderata.

Philippe osservava il corpo sinuoso della sua amica ondeggiare curiosamente, forse volutamente, salendo quelle scale; quelle rampe di scale che avrebbe voluto protrarre all’infinito godendo della visione tanto sublime quanto eccitante di Francis… del suo sedere, e dei fianchi che ne seguivano il contorno continuando la dolce curva naturale di donna. Quei movimenti, quella leggera corsetta ed i sorrisini che la ragazza ogni tanto gli regalava durante la salita lo stavano facendo impazzire, ma decise di trattenere ogni gesto o azione, proprio nel momento in cui si fermarono davanti ad una porta; evidentemente della casa di lei visto che agilmente vi inserì la chiave, girò ed aprì l’uscio permettendo al compagno di entrare.

La stanza era buia, come al solito. Francis percepì forse il lieve disagio a quell’impatto con l’oscurità di Philippe ascoltandone il respiro affannato, o forse solo per lo sforzo delle scale, o forse solo d’eccitazione.

Voleva capirlo subito; lasciò perdere l’idea di alzare le tapparelle (che sempre teneva chiuse per non far entrare animali o sguardi indiscreti in casa) e nel momento in cui la porta si chiuse afferrò il ragazzo per la maglietta, con forza e lo spinse contro il muro del corridoio.

Sapeva che poteva farlo. In quel momento lei sapeva benissimo cosa poteva e cosa non poteva fare, cosa avrebbe fatto e cosa lui avrebbe voluto che lei facesse… ma sopratutto lei sapeva cosa ardentemente desiderava fare.

L’eccitazione; voleva sentire l’eccitazione di lui; il suo fiato, come un soffio caldo sul collo, palesava oramai desideri e voglie, che nemmeno lontanamente potevano ora esser confusi con un affanno di fatica dovuto alle scale.

Mentre si lasciava circondare dalle sue forti braccia, tenendo la testa appoggiata su una spalla per sentire il suo respiro rabbrividirgli il collo, scese con le manine direttamente sulle sue cosce e carezzandone i muscoli contratti da una gamba all’altra, passò con la mano sul membro, che riuscì a sentire pulsante sotto le sue dita.

Sì… una sfera di calore in espansione la colse nel basso ventre e le formicolò per alcuni secondi l’interno del corpo, scaturendo all’esterno solo con un piccolo tremolo ma iniziando a bagnare d’eccitazione la sua intimità.

Le scappò un ansimo non voluto quando, nello stesso attimo, lui le passò la mano massaggiandole e stringendole il seno.

Decise che doveva trattenersi. Si sarebbe volentieri svestita, denudato lui ed unito i due sessi con fretta e violenza per esplodere in un orgasmo che sentiva vicino… stranamente vicino per aver solo appena conosciuto di striscio l’erezione del compagno.

Ma volle trattenersi per provare, e far provare all’amico, gioie più profonde ed elaborate… quindi lo respinse, lo afferrò e lo rispinse, continuò una terza volta ma sempre fissandolo con gli occhi e il sorriso cattivo di chi stando zitto ti dice: Ti voglio!

Alla terza spinta sbattè contro il muro della camera, fingendo eccessivamente remissività e debolezza.

Lei si abbassò subito e tolse con lestezza i pantaloni della tuta.

Scoprì quindi l’arnese che, colpa l’erezione, fuoriusciva dai boxer, avendone già bagnato alcune parti.

Tolse anche l’ultimo intralcio e prese in mano il pene del ragazzo. Lo osservò bene, gustandone forma e dimensioni. Ne constatò la “lubrificazione” ma con la lingua lo pulì minuziosamente assaporando il gusto sempre uguale ma sempre diverso dei liquidi maschili.

Tenendolo con forza nella mano fece rientrare la cappella, poi di nuovo fuori, e dentro, e fuori, e continuò per alcuni istanti a masturbarlo così, finché non raggiunse il massimo della grossezza e rigidità… quindi lo fece sparire dentro di sé.

Alcuni sussulti dell’uccello tradirono il godimento che provò nel sentire la bocca calda di lei circondarlo ed accoglierlo in quel dolce antro di piacere.

Mentre la lingua lo massaggiava sapientemente inondandolo di saliva, le labbra, strette in un dolce morso senza denti, lo percorrevano su tutta la sua lunghezza.

Lei poteva sentirne la durezza con tutta la bocca; provava un piacere sconsiderato a passare la lingua e sentire il sapore di tutta la parte superiore, ingrossata ed irrigidita.

Quando lei gli afferrò le natiche e si spinse accogliendo il cazzo sempre più in profondità, lui non poté fare a meno di prenderle la testa tra le mani ed accompagnarne il movimento… fino a che un’aspirazione improvvisa di lei lo fece sussultare, sentendo che l’amplesso era dietro l’angolo si ritrasse immediatamente.

Ora doveva comandare lui!

La prese e la distese a terra, togliendole tutto ciò che aveva addosso.

Le mutandine rosa coi bordi neri le tolse piano piano, afferrandone il bordo con la bocca e sfiorando le labbra della ragazza… bagnate d’eccitazione.

Lei intanto gli teneva il membro in mano, non riuscendo a lasciar la presa di cotanta virile durezza.

Breve attimo di delusione quando lui si divincolò, ma con grazia, dalla sua presa, per scendere a baciarle tutto il corpo.

Brividi freddi la percorsero quando lui le passò la lingua su tutto l’interno coscia, arrivandone a sfiorare le labbra esterne, ma senza toccarle.

Un respiro, appena appena percepito nella zona intima, le fece allargare le gambe spropositatamente invitando la bocca di lui ad iniziare il suo dolce lavoro… e lui seppe che in quel momento non doveva farsi desiderare né aspettare.

Si avvicinò piano ma con decisione e leccò a bocca aperta l’intera zona ed un sospiro sincronizzato uscì dalla bocca di lei.

Era bagnata, era calda, era dolce… lui la sentiva dolce sotto la lingua che continuava muovere su e giù ripetutamente per farle sfogare gli attimi di attesa in ansimi di godimento.

Dopodiché decise di darsi da fare.

Allargò le labbra con le dita della mano per far scoprire il clitoride che immediatamente prese tra le labbra iniziando a giocarci con la lingua.

Lei era in affanno mentre lui magistralmente le stuzzicava l’organo con movimenti veloci e scattanti della lingua e mentre inseriva una e poi due dita all’interno.

Le dita le fece entrare ed uscire un paio di volte per poi penetrare a fondo e stuzzicarle la parte anteriore delle pareti vaginali.

Con il pollice passava dolcemente sul buco posteriore, ma senza voler far altro e lei non capiva più che sensazioni provava… era un concerto, un’orchestra di percezioni e stimoli eccitanti e sentiva che liquidi e produzioni sessuali le uscivano lubrificando la pelle.

Lui tolse la mano e penetrò quanto più possibile con la lingua, iniziando a muoverla in tutte le direzioni, cercando movimenti e contrazioni di lei in risposta ai suoi stimoli.

Un calore vibrante la stava cogliendo partendo dalla sua intimità, lo sentiva che cresceva, e la colse l’orgasmo mentre lui ancora girava con forza la lingua nei meandri della vulva.

Sentì le contrazioni di lei e aumentò forza e velocità finché ansimi e gridolini si attenuarono e l’orgasmo lasciò in lei una piacevole sensazione di stanchezza.

Ma non era ancora il momento di dormire.

Lasciò il monte di Venere e iniziò a baciarle il corpo e a massaggiarlo, abbracciarlo, stringerlo.

La avvolse tutta in un abbraccio e stette un po’ disteso assieme a lei stringendola tra le braccia aspettando che si riprenda.

Non ci volle molto che lei sentì l’eccitazione di lui premere contro il suo corpo, nell’abbraccio.

Non resistette e scese con la mano verso giù. Lo prese in mano. Sembrava ancora più grosso e duro di prima. Sicuramente era più bagnato.

Lui la baciò profondamente, muovendo la lingua in sintonia con la sua e spingendo il corpo contro il suo… le divaricò le gambe mentre la sovrastava e lei si lasciò penetrare.

E penetrò facilmente, erano entrambi bagnati nelle zone erogene che scivolarono in perfetta sintonia nell’entrare l’uno nell’altro.

Lei lo sentì scorrere dentro in tutta la sua lunghezza. La larghezza della cappella che si faceva spazio le stimolò tutto il basso ventre.

Lo sentì salire e farsi spazio in quei meandri, che non sembravano aver toccato l’apice dell’orgasmo poco prima, tanto erano in contrazione ed eccitazione in quell’istante accogliendo il fallo.

Sentiva il respiro di lui sull’orecchio mentre l’abbracciava andare quasi a tempo con i movimenti del suo bacino.

Lo sentiva dentro, lo sentiva muoversi ma sembrava lo facesse in ogni direzione.

Lo sentiva ingrossarsi sempre più e questo la faceva impazzire… stava impazzendo mentre si sentiva posseduta da lui.

Gli afferrò le natiche con entrambe le mani e lo tirò a sé… sempre più in profondità.

Lui aumentò il ritmo e lei iniziò a passare le mani su tutto il corpo… un po’ sugli addominali per ammorbidire i suoi movimenti e sincronizzarli al movimento accogliente della sua pancia, poi sopra e strinse le mani sul suo petto, sulla durezza dei pettorali passando poi alle braccia e cingendolo alla fine sulle possenti spalle, lo abbracciò mentre in quella posizione lo sentiva ancora più in profondità e una scossa la prese su tutto il corpo, partendo dalla vagina fino al collo la percorse interamente.

Lui uscì, ma per poco… la girò e la fece appoggiare sul divano mentre ritornò a prenderla sempre con la stessa foga. Lei lo sentì farsi spazio tra le gambe per dietro ed immediatamente dentro a ripetere i movimenti di prima.

Lei si lasciò andare ed iniziò a muoversi in sintonia a lui e la cosa prese un andamento automatico. Non sentiva più le mani di lui cingerle il sedere ma sentiva solo il suo membro entrare ed uscire completamente per farle sentire ad ogni penetrazione la grossa cappella farsi spazio tra le labbra grandi e tra quelle interne facendo nascere ad ogni passaggio un godimento particolare.

Stettero un po’ ballando così assieme, entrambi eccitati nel venire uno contro l’altro… con foga ma non con violenza. Non importava il casino che facevano i loro corpi incontrandosi, né gli ansimi ed i suoni ormai liberi da qualsiasi pudore.

Lui la abbracciò da dietro, creando una forma unica dei due corpi e le strinse il seno continuando a muoversi dentro di lei… ora più dolcemente.

La girò nuovamente, riscoprendo la sua pancia, così morbida… il suo seno, così bello… il suo viso, così dolce e con espressione estasiata.

Si avvicinò e la baciò, labbra su labbra mentre ora entrava dolcemente in lei, con delicatezza ed attenzione ai movimenti e alle zone da stimolare.

Lei distesa a terra lo circondò con le gambe mentre in ginocchio ma a dorso quasi eretto le teneva i seni tra le mani.

Continuarono ad amarsi in quel modo per secondi, minuti, ore… non ha importanza.

Potevano anche essere attimi ma erano preziosissimi.

I sudori di entrambi si mescolavano tra gli abbracci e le effusioni.

Le labbra spesso si incontravano e lei godeva continuamente a sentirlo dentro di lei in quel modo quasi totale… in tutto il corpo. E lui godeva a sentirsi accolto così dentro di lei, calda e morbida.

Dolci spasmi li colsero.

Sentiva l’interno della vulva contrarsi attorno al suo pene, stringendolo e rilasciandolo mentre un orgasmo la attraversava in ogni parte del suo corpo lei percepiva solo brividi di piacere e il cazzo penetrarla sempre più velocemente; nel momento in cui lui massaggiò con la mano la parte alta della vagina e stuzzicò con due dita il clitoride stringendolo tra pollice ed indice, lei esplose all’apice del piacere ed i suoi muscoli si strinsero attorno all’ospite che sobbalzò durante l’ennesima penetrazione ed inondò di un caldo fluido entrambi i sessi unendo ed ungendo i loro piaceri in un’unica esplosione di sesso.

Caddero così assieme sul letto, abbracciati ed uniti; sprofondando in un sonno quasi immediato, di svenimento, con il sorriso sul viso e la testa immersa nei sogni che di lì a poco li avrebbero accompagnati entrambi in un’altra avventura… serena, pacifica, adatta a due persone che hanno appena fatto l’amore e che si sveglieranno molte ore più tardi, lui ancora dentro di lei, innamorati in una maniera che forse sul momento non riusciranno comprendere.

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