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Racconti Erotici Etero

Amore e handicap

By 15 Febbraio 2024No Comments

Dopo circa una settimana che abitavo in quel palazzetto conobbi Pina. La incontrai in ascensore. Era una donna sui 45, magra, lunghi capelli neri, seno zero. Il viso non era brutto, aveva la bocca larga, ma non era brutta. La incontrai in ascensore, lei era la domestica della signora che abitava all’ultimo piano, di fronte alla mia porta. L’ascensore era stretto e lei aveva molte buste di spesa, stavamo vicini, abbastanza da sentire il profumo del suo sapone da doccia.
– Abitiamo di fronte – disse lei – io mi chiamo Pina, sto con la signora Marcella.
– Piacere di conoscerti, Pina. Sei una persona molto pratica, a quel che vedo.
– Beh, sai, mi occupo io di tutto, la povera signora ha avuto un incidente, l’hanno tamponata, ed è rimasta colpita alla schiena. Dovrebbero operarla, ma il chirurgo ha detto che bisogna aspettare.
– Mi dispiace, avrai una vita sacrificata. Pina, se dovessi avere bisogno di qualcosa, che so, un aiuto o qualcos’altro, bussa da me. Mi chiamo Nello.
– Quanti anni hai? mi sembri ragazzo.
– 25. Mi sono trasferito per lavoro, vivo da solo.
– Beh, io ho qualche anno in più, ma tu sei gentile. E’ un conforto avere accanto a abitare un ragazzo giovane. Anche tu, se posso fare qualcosa per te….
Quando arrivammo la aiutai con le borse. Mi sorrideva ed io capivo quello sguardo intenso che mi rivolgeva.
– Pina, oggi sto a casa. Se vieni da me ci prendiamo un caffè, se puoi venire.
– Ci vengo – disse – e capii che aveva le mi stesse intenzioni. Ci eravamo piaciuti ed io sentivo la sua disponibilità.
Venne in pomeriggio.
– La signora dorme e sono potuta venire.
Indossava un vestitino da casa, con una fila di bottoni davanti, ma capii che sotto era nuda. Si toccava il petto e mi guardava intensamente. La presi e la baciai in bocca.
– E’ questo che volevi? ma lo voglio anch’io. Avere un bel ragazzo vicino è una tentazione.
Lo diceva mentre si sbottonava il vestitino.
– Ah, Nello, facciamolo. Non ho molto temo e sotto sono nuda, mi sei piaciuto molto.
La spinsi vicino al muro, ci baciavamo mentre io le passavo il cazzo tra le labbra della fica e lei lo sollevava per farsi penetrare.
– Dai, Nello, fammelo, lo voglio dentro; è tato tempo che non lo sento
La feci voltare e poggiare le mani al muro mentre la tiravo verso di me, la penetrai da dietro, fino in fondo.
– Mamma mia, Nello, co ce ‘hai bello e grosso, dai fammi venire. Tutto, mettimelo tutto.
La sbattei parecchio, di forza, ma sapevo che quel tipo di donna hanno bisogno di stimolazioni più lunghe per venire, e continuai ancora, e ancora finché non la sentii venire. Le venni nella fica, spingendo fino in fondo e mi piacque molto. Andò lavarsi in bagno, poi mi chiamò e volle lavarmelo lei.
– Mi consideri puttana? – mi chiese
– Per niente, Pina. Per me è stato bellissimo, mi sei piaciuta tantissimo.
– Stasera lavori?
– No.
– Allora lascia la porta accostata. Appena la signora si addormenta vengo di nuovo, ne voglio ancora.
Pina non aveva inibizioni. Le piaceva molto che le leccassi la fica o farmi il pompino; ebbe solo una esitazione quando capì che volevo incularla.
– Non farmi male – disse – ma voglio fartelo fare. Oramai io e te siamo amanti, lo facciamo ogni due giorni e non ci stanchiamo mai. Ti adoro quando mi lecchi anche in culetto, abbiamo una attrazione che è troppo carnale. Tu mi vuoi bene, vero?
– Certo, Pina. Io sono felice con te. E poi mi piace troppo come vieni, è bello farti venire. Sai che hai una fica bellissima?
– Mi fai uscire pazza, quando non ci sei, mi masturbo pensando a te. Io sono la tua femmina, la tua troia, voglio darti ogni piacere, e tu puoi fare di me quello che vuoi. Tirami i capezzoli, forte, a farmi male, così il dolore mi farà sentire ancora che sei con me.
Fu un mese nel quale chiavavamo quanto più potevamo; mi eccitava sentire che lei cercava di darmi tutto il piacere possibile. Lei era una donna molto esperta, sapeva come sorprendermi e infiammarmi. Mi succhiava e mordicchiava i capezzoli, mi teneva i testicoli in mano mente ci baciavamo. Non le chiesi mai dove avesse imparato a fare l’amore in quel modo. Lei si esaltava quando la penetravo col dito e poi lo succhiavo.
– Mi piace il sapore della tua fica
– Mi fai impazzire. Nessun uomo è come te, mi fai sentire così femmina.

Una mattina vidi Pina e la signora Marcella sulla seida a rotelle sul terrazzino. Salutai con la mano e dopo poco venne Pina.
– La signora vuole conoscerti, Nello.
– Pina, sto uscendo. Dille che appena posso vengo a farle visita. Mi dispiace che stia su quella sedia.
– Deve aspettare, forse guarirà, ma fino ad allora è tormentata dai desideri.
Ci andai il pomeriggio del giorno dopo. Mi vestii bene e poi bussai. Mi venne ad aprire Pina e volle un bacio in bocca. Quella signora aveva un bel viso, capelli curati e, nonostante la sedia ortopedica, si vedeva un bel seno soto il maglioncino. Era magra, ma doveva avere avuto un bel corpo.
– Vieni ,Nello. Sei stato gentilissimo a mandarmi quei cioccolattini squisiti. Perché così elegante?
– Beh, dovevo incontrare una signora….. che un viso così bello.
– Se potessi alzarmi, ti abbraccerei per quello che hai detto. Ma vedi , Nello, io devo stare così fino alla operazione. Il neuro-chirurgo è ottimista, dice che riuscirà a rimettermi in piedi, ma stare così per mesi, ora sono quattro, è una pena. Mi mancano troppe cose.
– Le ritroverà, signora. Sarò contento quando la vedrò guarita.
– Avvicinati.
Mi carezzò sulla guancia e mi diede un bacio.
– Ricevere complimenti da un ragazzo come te mi fa venire voglia di guarire presto.
Forse era più giovane di Pina ed era una donna intelligente; ebbi il sospetto che sapesse di me e di Pina.
– Chiamami Marcella, è più amichevole
– Allora diciamo che quando guarirà le ricorderò che è in debito con me di un abbraccio.
– Vieni di fronte a me, voglio pagartelo subito.
Riuscì ad abbracciarmi e mi baciava sulla guancia, Allora presi coraggio e le toccai i seni. Erano belli, turgidi, davano piacere. Le la baciai in bocca.
– Nello, sono piena di desideri. Non sai cosa dare per tenerti qui e farmi toccare da te.
– Non voglio sconvolgerti, Marcella, ma anche così mi attiri molto. Mi piacerebbe vivere qualcosa insieme a te.

– L’ha incantata – disse Pina – ed io sono gelosa di te.
– Pina, è una povera invalida, l’ho solo voluta consolare un po’.
– Lei è così buona con me, mi fa pena, lo so cosa le manca ma non so come aiutarla. Tu però sei mio.
– -Vuoi aiutarla? E come?
– Facendole fare un po’ di sesso, quello che può fare nella sua condizione. Ma ci vorrebbe un ragazzo come te, con la tua sensibilità.
– Vuoi che ci proviamo?
– Nello, se riusciamo, lei mi sistema per la vita. Aiutami, facciamolo.
– Pina, tu sei mia.
– Si, per la vita, lo sai farei qualunque cosa per te. E solo tu puoi aiutarmi.

Tornai da lei tre giorni dopo, quando fui libero dal lavoro.
Pina venne ad aprimi, la baciai in bocca. “stasera ti voglio”, le sussurrai. “Io ti voglio sempre” rispose, “ma adesso stai con lei, fai tutto quello che si può fare. Forse il modo c‘è, se tu mi aiuti”

Entrai nella sua stanza, lei mi tese le braccia e m abbassai a baciarla in bocca.
– Marcella, ho un rammarico che io e te non possiamo…..
– Vieni, baciami i seni, poi ti aiuto io a venire.
Si alzò il maglioncino, erano seni bellissimi, turgidi, eretti, con due capessoli molto lunghi, segno che se li tirava molto. Dovevo eccitarla al massimo e forse avrebbe avuto un orgasmo spontaneo. Le succhiavo forte i capezzoli, glieli mordicchiavo, lei era persuta nella libidine ed all’ungo la mano verso la mia patta.
-Vuoi?- le chiesi
– Si, voglio toccarti.
Mi avvicinai e lei aprì la bocca. Non muoveva la testa, solo la lingua ma era abilissima, mi dava i brividi, avvolgeva il glande con la lingua, cercava di ingoiarlo per farmi sentire la deglutizione. Stavo per venire e la fermai.
– No, amore – disse- vieni nella mia bocca, voglio darti piacere.
– Continuò.. finche non persi l.’erezione nella sua bocca ed io la baciai con il mio sperma nella sua bocca.
– – E’ un bacio da amanti – le dissi
– E’ amore così.

Quella notte con Pina facemmo l’amore a perderci, volevo compensarla del sacrificio. Qundo ci fummo un po’ calmati lei disse:……
– C’è riuscita a farti il pompino No le basterà, le vorrebbe il tuo cazzo nel suo corpo. Adesso puoi farle fare quello che vuoi. Ti darebbe tutto.
– Pina voglio sapere cosa devo fare per te.
– – Lo saprai quando sarà il momento. Ora dobbiamo farglielo fare….
– Manon può, la schiena.
– Ascolta. Io la preparo e la depilo. Te la metto nuda sul letto.
– Pina devi esserci anche tu, se mi smonto solo tu puoi tirarmi su.
– Domani sera lavori, dopodomani. Starò vicina a te, non temere. Facciamola felice.

Quando entrai, Pina mi abbracciò, ci baciammo con passione.
– Tu sei mio e resti mio anche dopo. Sono io la tua donna, solo io.
Nuda sul letto era davvero una bella donna. Pina le allargò le gambe. La baciai in bocca, sui seni, sulla pancia, sulle cosce, poi negli inguini e le passai il ruvido della lingua sul clito. Pina la carezzava mentre io le stavo eccitando il clito, succhiando le piccole labbra, penetrarla con due dita.
– La piace? – le sussurrava Pina- Voglio vederla felice. Io le voglio bene.
– Pina, come bravo. Glielo hai detto tu di farmi così?
– Si, l’ho convinto che potevamo provare. Si rilassi, lo lasci fare, voglio sentirla venire.
Pina dovette bloccarla mentre veniva, e venne respirando affannata, come se si fosse liberata.
La baciai in bocca.
– Marcella, con l’aiuto di Pina, cercheremo di darti la penetrazione. Vuoi?
– Vi amo, tutti e due. Facciamolo, non importa quello che succede, vieni dentro di me.
In quella posizione la potei penetrare solo per metà e non potevo spingere. Lei allungò la mano e si masturbava il clito mentre ero dentro di lei e venne di nuovo. La sentii che si rilassava.
– Sei contenta ?– le chiesi
– Siete due angeli, tu e Pina. Ah quanto l’ho desiderato.
– Aspetterò che guarisci, poi dovrai darmi tutto. Lo faremo ancora così , se lo vuoi.

– Abbiamo fatto una buona azione; tutto questo le darà il coraggio che le serve. Teniamola accesa.
– Pina, però io voglio farlo con te. Lo dovremo fare ancora?
– Si,ascolta Nello. Il suo chirurgo non voleva operarla, diceva che è molto pericoloso, potrebbe rimanerci, ma lei non ha voluto sentire ragioni. Prima che vada ad operarsi devi farle scrivere una carta in cui dice che io e te siamo i suoi eredi. Mi dispiace per lei, io le voglio bene, ma il pericolo è grande ed io perderei tutto. Basta un foglio di carta qualsiasi, ma deve scriverlo di suo pugno. Se supera l’operazione dovrò assisterla, forse per sempre. Lo faccio volentieri, ma anch’io devo avere qualcosa.
– Noi cosa faremo?
– Tu resti con me, sei i mio uomo e io la tua femmina. Ho sofferto mentre lo facevamo. Dimmelo, lo voglio sentire, dimmi che mi ami.
– Lo hai detto tu, sei la mia donna, la mia troia e ti adoro.
– Sono molto più grande di te.
– Nel letto non me ne accorgo. Avanti, aprimi le cosce.

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