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Racconti Erotici Etero

Analizzando l’ano della psicologa

By 12 Agosto 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono rimasto a Roma e quest’anno non farò giorni di vacanza, mi sono rassegnato all’idea già diverso tempo fa, per cui ho metabolizzato e ora mi ritrovo con diversi hobby da coltivare nella città che non è vuota, anzi appare abbastanza vivibile. Certo nel mio palazzo sono rimasto fra i pochi a presidiare e questo solo per un po’ mi intristisce. Sessualmente non è stato un periodo felice, soffro di alti e bassi, come accade, e non essendo un uomo che cerca le avventure ad ogni costo preferisco vivermi le mie pause. Agosto è un mese di vacanza e al sole e al mare tutto può succedere in città di meno, o almeno così ho sempre creduto. Sento l’esigenza di storie vere e la mia ultima storia vera, quella con Ornella vive una fase di stanca. Mi sto chiedendo se cessarla nonostante lei continui ogni mattina ed ogni sera a chiamarmi al telefono e io continui a risponderle ma non so decidere al momento e così ci trasciniamo stancamente. Nello scorso fine settimana complice il relax, il forzato riposo e un po’ di quella noia atavica, indeciso sul da farsi, visto che mi ero svegliato tardi, e considerato il disordine che regnava in casa, ho fatto il clamoroso passo di compiere una opera di pulizia. In men che non si dica armato di scopa, paletta, swiffer, detergenti, cif mocho e quant’altro ho iniziato il repulisti

La mia attività è stata talmente efficiente che a fine mattinata avevo diverse buste di cianfrusaglie, carta, plastica etc. piene tutte da portare nei cassonetti e così sono sceso e ho lasciatoo chiudersi dietro di me il portone Dopo aver buttato quanto dovevo mi sono però reso conto che a fianco al portone stava trafficando per entrare Maura la dottoressa del sesto piano, una donna per me arrapantissima che spesso avevo incrociato, ma con la quale non eravamo mai andate oltre banali convenevoli e cordiali brevi discorsi, dandoci solo del lei. Maura era molto’ alta, capelli cortissimi un seno piccolissimo, androgino direi’ ma con un corpo sodo ed elastico nonostante avesse passato la trentina. La cosa stupefacente, però era il deretano, un culo veramente straordinario poderoso. Aveva delle cosce inimmaginabili e ogni volta che la vedevo era un’emozione ma anche un trauma. A spizzichi e bocconi avevo saputo che era una psicologa e questo mi piaceva ancora di più di lei. Se non avessi saputo che era felicemente sposata e non l’avessi vista con il figlio piccolo e il marito sorridenti e felici, avrei potuto pensare a lei come la donna da sballo ma lei sempre gioiosa il marito lo aveva e il bimbo pure, per cui nulla da fare. Siccome non era ancora riuscita ad entrare mi avvicinai e aprii io con la mia chiave: Mara mi sorrise ed entrò dopo di me. Aveva delle buste della spesa e io gli e le presi e le portai sino all’ascensore, premetti il pulsante e lei sorridendo mi disse che aveva degli impegni ma che nel pomeriggio avrebbe raggiunto suo marito e suo figlio che erano già a mare con i suoi genitori a San Felice Circeo. L’ascensore giunse a piano terra ed io entrai con le buste, pacchi e pacchetti, mentre Mara inavvertitamente premette il 6 piano e salimmo nonostante io stessi al 2. Si scusò immediatamente, voleva premere l’alt ma io le bloccai la mano con un certo vigore e’ Mara sorrise in modo forzato. Io le sorrisi apertamente e lei si tranquillizzò. Ci guardammo per degli attimi poi io iniziai a riprendere i bagagli, mentre lei rovistava nervosamente nella borsa a cercare le chiavi che non trovava disperandosi. Uscì dalla porta quasi in preda all’ansia mentre io dietro con le buste la seguivo e mi venne da sorridere. Mara scorse il mio atteggiamento e quasi a scusarsi mi disse che non trovava le chiavi di casa. Si scusò all’infinito ma io ero ammirato da lei. Con lo sguardo imbarazzato mi dava l’impressione di essere ancora più eccitante era una cavalla impazzita e io ebbi l’impressione che avrei dovuto fare di tutto per domarla. Non vedevo via di mezzo adesso lei non era la dottoressa che io conoscevo a malapena ma una cavalla da assoggettare, conquistare a costo di qualsiasi costo. Il mio sorriso fu ancora più evidente e lei a quel punto parse indispettita pur non dicendo nulla. Io appoggiai per terra le buste e le dissi di guardare nella tasca destra del suo pantalone di lino reso attillatissimo da quel culone a mandorla poderosissimo.. Mara inserì la mano e sorrise. Le aveva trovate. Senza perdere tempo con una fretta quasi esagitata fece tutti i giri della chiavatura e aprì di impeto la porta entrò e mi disse che potevo lasciare le buste nel soggiorno. E poi accadde l’irreparabile, mi voltò le spalle e’ fu una questione di attimi. Senza rendermi neanche conto di quello che stavo facendo la avevo presa dal culo e sbattuta con inaudita violenza sul divano in pelle al centro del salotto-soggiorno. Io le ero sopra e la tastavo e rimestavo senza tregua con lei che cercava di chiedermi cosa le stessi facendo e cosa volevo farle. L’avevo denudata senza molti complimenti e le mie mani erano corse veloci dentro le mutandine. Maura era ancora presa di sorpresa e questo faceva il mio gioco. Fui molto perentorio e la lavorai molto bene, con esperienza, infilando le dita tra la clitoride e le grandi labbra’ e intanto la baciavo mentre lei chiedeva ancora cosa le volessi fare. Baciai Tutto’ senza pensare a nulla e mettevo foga e sicurezza. Mi ero esposto troppo oramai non potevo ritirarmi. Posta come era da dietro non potei fare altro che cercare di infilarle il cazzo nella fica senza che lei gridasse e si esagitasse. Stava infatti per gridare ed esagitarsi. Questo dovevo evitare. Cercavo di calmarla in tutti i modi possibili e maledissi quel momento di follia ma rividi quel culo fantastico che mi diceva possiedimi teso verso di me e non resistetti. Sapevo che la molla che era scattata era stata questa ed ora la bonazza era sotto e il culo continuava a dirmi possiedimi, anche se la vagina che in virtù dei miei sforzi e dei miei giochi di dita iniziava a bagnarsi sembrava più facile da gestire in questo primo momento. Lei mi implorava di lasciarla in pace ma io la sentivo calda e mi infilai con forza. Lei ebbe un attimo infinito di pausa in cui iniziai a montarla sicuro che questa era la mia unica possibilità perché lei potesse accettarmi e io non passassi come un violentatore. Ebbi paura di non riuscire ma spesso ero riuscito e lei emise subito alcuni gemiti che mi fecero ben sperare. Si stava creando qualche segno di cedimento. Lei man mano che la pompavo sembrava esprimere meno rabbia e sembrava avere il fiato un po’ corto. Fu una scaramuccia, un duello con lei che faceva la parte della donna inflessibile e io che oramai la volevo dominare. Lottammo lei mugolava ma non urlava e quando trovai lo spiraglio giusto entrai più profondamente in figa e fu un mio personale trionfo mentre lei protestava più animatamente ma posizionata come era, alla pecorina, aveva pochissima possibilità di movimento. Per quanto facesse più lottava più subiva e lei lo capiva senza dubbio. Oramai avevo chiaro in mente che’ e si muoveva in maniera molto esperta’ e dondolava e dondolava, avanti indietro e indietro avanti sentendo i miei colpi sempre più duri e maturi che non le davano scampo. Aveva capito anche lei di avere a che fare con un amante scaltro ed esperto, per cui seppe come comportarsi e capi che a parte le scaramucce l’avrei dominata perché lei lo voleva. Ora potevo addirittura dare il ritmo alla scopata anche se le da buona psicologa diceva dei no a mitigare il suo complesso di colpa. Mi ero disteso sapevo di averla in pugno e questo mi galvanizzava oltre ogni aspettativa. Ero arrivato a dominarle le tettine tutto capezzolo’ e la mia esperienza si faceva sentire. Sapevo forzare al momento giusto il ritmo fino all’inverosimile e lo feci costringendola sulla difensiva mentre la vagina sbrodava succhi a non finire e il mio pene nuotava un quel magnifico oceano. Lei continuava a dire no e a muoversi come volesse liberarsi da un giogo che le avevo imposto ma sentiva i miei schiaffi sulle natiche e soprattutto i pugni teneri ma decisi che le davo sule reni e sui fianchi. Protestava ma subiva mentre io iniziavo a mungere. Titillai i suoi capezzoli tra le mie dita, senza fermare mai il mio ritmo di scopata ed ebbi oramai chiara l’impressione che era fatta. La volli senza tregua, montandola senza darle possibilità di recedere. Volevo sfruttare a pieno tutto il suo momento di défaillance e così feci senza grandi timori e senza particolari sensi di colpa, Maura dimostrò di essere molto esperta, per nulla sprovveduta e più io pompavo più lei interagiva con le sue dolci manine a provocarsi ulteriore godimento giostrando la sua fantastica clitoride. La ficona calda e bagnata era degna del mio nerchione ed io mi chiedevo come fossi stato scemo a non provarla prima. Da quattro anni la conoscevo e avrei potuto fottermela prima se non fosse che mi ero fatto prendere da una serie di scrupoli assurdi. Ora era lei che mi chiedeva di spaccarla senza tregua. Eravamo arrivati a questo punto. La psicologa fotteva per fottere, ormai non avevo più dubbi, e non servivano tante incertezze o delicatezze; era abituata ad essere presa alla maniera rude. Questo sistema io lo conoscevo molto bene e lo avevo adoperato molte volte per cui continuai a schiantarla nonostante i suoi no e a mungerla come si fa come una giumenta. Le feci un ottimo servizio e più sbrodava più io la conficcavo. La feci cavalcare elei ansimando e gemendo si dimostrava di un appetito sessuale quantomeno pari al mio. La sua vagina era magnifica e sebbene lei continuasse con la sua tattica la mia monta continua fece il suo effetto e lei perse il controllo chiese di cambiare posizione e di salire sopra e io la assecondai, quindi partì in una cavalcata senza ostacoli urlando il suo desiderio. Saltava su di me con una forza e un ritmo spropositati che comunque non mi lasciò in debito di ossigeno. Sentivo il mio per bagnato e sentivo lei indiavolata e fu fantastico’..era stravolta e c’era da credere dove era andata a finire la psicologa così controllata e misurata. Non poteva certo essere quella che saltava sopra di me. La lascia fare tutto quello che voleva e quando la sentii arrivare ancora e poi ancora e ancora, vedendo che rallentava la solevai e nonostante fosse mastodontica la deposi sul divano e le chiesi che intenzione aveva. Mi sembrava abbastanza massacrata ma io ancora non avevo mai raggiunto il mio orgasmo per cui in maniera brusca la misi davanti alle mie esigenze. Le feci capire che il mio desiderio era aprirle il culo e possederla analmente. La sodomizzazione sua mi avrebbe sbloccato senza dubbio ma lei si difese come se ciò fosse un desiderio impossibile. Nulla per me in quel momento era irrealizzabile e perciò le infilai con sicurezza prima un dito poi due e infine tre nel buco del culetto e iniziai a massaggiare con una giuste dose di umori e di saliva. Maura cercava invece di soddisfarmi attraverso un bocchino che io non avevo alcuna voglia di farmi fare. L’eccellenza di quella donna era nel culo da favola. In quelle natiche da paradiso e io volevo usufruirne a tutti i costi. Senza badare ai suoi giochi aprii le due natiche e iniziai a lavorarle con voracità il buco. Maura rispose in maniera netta cercando in tutti i modi di evitare persino l’ingresso delle mie dita e nonostante la colpissi sonoramente sulle natiche non ne voleva sapere di farmi introdurre. Iniziò ad urlare ma io feci finta di nulla. Era uno spettacolo meraviglioso. Più lei urlava, più io desideravo il suo culo fantastico che sino ad allora avevo solo potuto sognare Per quanto provassi a metterla sotto lei recalcitrava e non mi faceva accedere. Le diedi una passata di sculacciate che le fecero le natiche rosse per quanto forte la colpii. In tono serio le dissi che c’è la psicologa fa resistenza? Non vuoi che ti rompa il culo? Rispose di no, allora io continuai non mi vorrai dire che nessuno si è mai impadronito di questo ben di dio e lei nervosa: no, non mi piace, non mi è mai piaciuto no, no, no e fece per alzarsi. Io la trattenni alla pecorina, mentre lei aveva alzato la voce e mi intimava di lasciarla. Sentii una stretta al cuore era determinata, stavo rischiando ancora e il rischio fu ancora più evidente quando mi ripetè che sarei dovuto andare via e che avrebbe chiamato la polizia se non lo avessi fatto. Ormai credevo di aver capito come funzionava la sua dinamica femminile per cui senza darle credito la aggredii nuovamente infilandole di forza due dita nel suo adorato culo e l’ano si aprì. Iniziai a martoriarlo facendo entrare e uscire le dita in un entra ed esci rapidissimo che la colsero impreparata. Non si aspettava che io continuassi a farmela nonostante le sue minacce. Sapevo cosa volevo e quando lei cadde a muso avanti tra i cuscini del divano io approfittai si alzo di culo e io dopo’ una ventina di colpi insistenti potenti e mirati’ sfondai entrando con violenza. Il buco era strettissimo e lei si attorcigliava al mio cazzo come un verme all’amo e più forte si muoveva più il mio bastone’ si piantava’ profondamente all’interno del sui intestino. Saliva e scendeva, sembrava quasi si dovesse sfilare. Il suo ritmo aumentava, e le sue tette ballavano libere. Gliele presi tra le mani, sentivo i capezzoli duri contro il palmo, le stringevo forte le spremevo. Gemeva. Esprimeva tutto il dolore che sentiva. Quasi provavo un senso di pietà ma la voglia di spaccarle quel culo era troppo forte. La strizzavo forte, e lei cercava di sfuggirmi ma ero troppo forte per lei. Le lasciai il seno. Le infliggevo spinte sempre più forti con il cazzo; continuava a gemere, eccitato. Il suo corpo si inarcava all’indietro, teneva gli occhi chiusi. Si dimenava ma non poteva più scappare. La sfottevo era diventata la psicanale e lei si innervosiva sempre di più con me che sottolineavo che le avrei aperto il culo talmente tanto da farne un traforo. Spingevo e oltraggiavo la psicanale. Me ne ero impadronito a tal punto che con le mie dita potevo suonare a mio piacimento le graandi labbra della sua fica e la clitoride mentre la sfondavo e lei era in preda all’orgasmo vaginale più forte e continuo che avessi mai sentito. La sorreggevo con incitamenti continui e Maura era partita a mille era la mia psicanale urlava finalmente il suo godimento e godeva anche dell’inculata. Per meglio prenderla la bloccai mentre lei era nel vortice del desiderio e sebbene protestasse la costrinsi a mettere le sue lunghe cosce sulle mie poderose spalle e il nuovo ingresso nel suo buco fu facile, molto facile. Maura ora la potevo vedere torturarsi le grandi labbra ma soprattutto la clitoride, in maniera ossessiva. Si sditalinava senza ritegno. Non sapevo se fosse stata vergine di culo ma se non era vergine lo aveva preso pochissime volte e il fatto che io me ne fossi saldamente impadronito mi faceva sentire molto importante. Sapeva godere e soprattutto sapeva far godere e questo mi provocò una immediata crisi di gelosia pensando a quante volte il marito aveva potuto prenderla, sebbene mi consolava che ora a prenderla dal culo ero io e lei dichiarava nettamente e distintamente con voce stentorea il mio nome ad ogni colpo di ingresso nel culo. Potevo essere rude, il suo sfintere si stava prolassando e soprattutto aderiva magnificamente al mio cazzone che non intendeva ancora arrivare. Maura iniziava a mostrare segni di cedimento e mi chiedeva quando avessi intenzione di arrivare ma il bello è che non lo sapevo neanche io quando l’orgasmo sarebbe giunto. Ero lungo nei tempi, ero molto resistente e ogni volta era difficile per una donna tenermi testa. Maura stava arrivando in continuazione’ e alcuni suoi movienti inconsulti, finalmente mi fecero sobbalzare il ritmo di inculata era frenetico e maura incitava dicendomi che avevo voluto il suo culo e ora dovevo concludere la conquista. Ero concentrato. Volevo espodere in lei che si era stancata nella posizione in cui era. Maura agognava l’orgasmo mi voleva nel suo culo rotto ed erano tutti si i suoi e iniziai a sentire che l’eruzione della crema era oramai vicina. Lo annunciai alla donna che si impegnò ancora di più e dopo una serie di colpi ben attestati e in sequenza’ sbottai tutto quello che avevo annegandole l’ano e gettando un urlo gutturale che mi parve terribile, mentre Maura la mia psicanale si accartocciava’ e si contorceva al ritmo delle ultime pistonate arrivando ancora grazie alle sue fantastiche dita. Il culo era pieno come l’intestino ma ora a me interessava leccare la sua fica prosciugandola di tutti i liquidi e gli umori vaginali. Fu un’impresa perché era un oceano ma Maura dimostrò di gradire tantissimo e godette a tal punto che uscì la bava dalle sue labbra. Aveva perso ogni controllo su se stessa ed era in mia balia. Le mia dita e la mia lingua facevano tutto quello che volevo su di lei mentre lei si dimenava senza tregua e fiottava e sentendo i suoi fuochi d’artificio la faccio salire sopra e la invito a fare la sua cavalcata a briglia sciolta. Si infica senza problemi e parte come sa. Cavalca da cavalla quale è e geme, nitrisce e scalpita. Più volte le dico che è magnifica e che starei ore a goderla e infatti godiamo da ore ma il tempo a noi non sembra passare. Lei cavalca e io la seguo mungendo le sue tettine e i capezzolotti fantastici. Il suo ritmo è irresistibile ed io libero da ogni esigenza di dominio ho potuto gioire di lei e della sua forza travolgente e ho iniziato a segnalarle che sono in dirittura d’arrivo. Il mio secondo orgasmo sta maturando’ e Maura sorridente aumenta l’andatura. Sembra un vortice pazzesco. Lo smorza candela è irresistibile e lei parla parla, parla mi chiede se godo, quanto godo, e io so dire solo si, interminabili si con lei che brucia ha la fica calda suda e geme piena di liquidi. Arrivo arrivo e inondo e lei lo sente vibra con me mi percepisce e gode ancora sorridendo e sottolineando che siamo a due e che presto arriverò a tre. Io non capisco mi sentivo stordito. La vedo solo accasciarsi su di me impalata per l’ultima volta poi la vedo alzarsi con le sie lunghe cosce, prendermi per mano e portarmi in camera da letto e li prima che possa fare o dire niente stampa le sue labbra attorno al mio cazzo in un bocchino a dire poco selvaggio. Sento la sua lingua, la sua saliva il suo antro, le labbra voluttuose e la voglia come di gelato. Mi sento succhiato, osannato, consumato cresco in lei e solo in lei. Tutto si svolge all’interno della sua bocca. Tento una vana resistenza ma lei sa muovere bene le mani titilla i testicoli e il mio orgasmo parte e inonda la bocca con lei che sa tutto: tempi, modi, voglie e sorride con la bocca piena e sorride anche con quel misto di orgasmo e saliva che inghiotte tutto.’ So che devo cercare di riprendere la situazione in pugno lei mi schianta ma non mi è mai successo che una donna sia più famelica di me. Provo a lavorarla ma Maura sa come neutralizzarmi. Mi ritrovo sotto con lei che mi sta sopra questa volta rivolta di spalle ed è lei che si infila il cazzone in culo. Parte per un’altra cavalcata e io posso solo assecondarla. Guida lei e dice che è la mia’ psicanale. Il cazzo fa il suo mestiere e analizzarla è magnifico. Sa fare tutto e sembra così flessuosa nonostante sia altissima da farmi impazzire in una sorta di danza che parte dal suo ano. Quell’ano che qualche tempo prima voleva assolutamente lasciare inviolato. Tutto è piacere e inizio a credere che mi possa fare impazzire. Si volta e sorride. Sorride beata mentre mordicchia le labbra. Non vi è dubbio mi sta dando una lezione e io l’ho subita tutta. Utilizza la mia nerchia a suo piacimento e la trattengo per quanto posso capisce il mio ritmo, il mio corpo ed era entrata in sintonia. Passano momenti frenetici con lei che mena la danza e ad un certo punto mentre il mio tubo è dentro il suo intestino in maniera inossidabile si rivolge a me sorridendo e mi dice sono quattro fra poco esplodi ed io esplodo davvero senza parole come un idrante impazzito mentre lei prende tutto e si accascia accovacciandosi e scherzando mi dice ma non dovevi durare una vita? Cosa succede in mezzora quattro orgasmi? Sono stanco veramente stanco ma lei ne approfittava e continuando a giocare tra mani bocca e tettine mi ritrovai prosciugato e furono’ cinque, con lei che succhia beata il poco liquido rimasto. Non posso nascondere che mi ha messo sotto e quando mi chiese se andassimo a fare la doccia assieme. Lo feci con l’intento di poterla solo in parte soddisfare ma lei fortunatamente mi lasciò fare e io la succhiai, la lovorai con le dita le presi d’assalto la clitoride tanto da farla’ godere di gusto tenendomi la testa incavata fra le sue splendide cosce. Fu fantastico ma breve. Maura doveva raggiungere suo marito, suo figlioletto e i suoi genitori. Era stata una bella esperienza e ero convinto che la mia psicologa preferita, la dottoressa anale non si sarebbe più fatta analizzare nell’ano da me. Ci salutammo e io la lasciai preparare le ultime valige. Era tarda serata quando sentii bussare il citofono e lei mi disse e se prolungassimo un giorno? Io risposi in che senso? Ma lei era già entrata con armi bagagli e bussò alla mia porta. Lascio a terra il trolley e una sacca e mi fece segno di prenderla. Ma come tuo marito e tuo figlio? Beh domani e domenica e credo ci sia molto da analizzare nell’ano di una psicologa. Mi raccomando una notte e un giorno di fuoco. Lo promisi e lo mantenni credo di averla analizzata da cima a fondo, nel senso che la inculai di seguito circa una decina di volte tanto che lunedì quando la accompagnai alla stazione non era in grado di stare seduta. Maura raccontò che era stata vittima di un terribile attacco di lombo-sciatalgia e così è ancora infortunata”

 

Sono alle prese con Marcella, a dire la verità mi sto divertendo a mandarla in tilt, la sto facendo cuocere nel suo brodo e non le ho più dato occasione di incontrarmi, non rispondo al cellulare e neanche ai messaggi che mi fa recapitare. La donna che veramente mi ha preso e Maura la psicologa che abita al 6′ piano del mio palazzo e che è diventata per me una ossessione. Ebbene Maura da quando l’ho posseduta per la prima volta sembra mi tema ed ha tutte le evidenze che mi fanno capire che è in preda ai complessi di colpa per quello che abbiamo fatto. Lo capisco molto bene è sposata e ha ancora un bimbo piccolo e per di più il marito è un bravissimo uomo, dolce, tenero e comprensivo. Io, tuttavia,’ mi sento disperato. Se ci incontriamo è solo un cenno di saluto e nulla più e io la guardo e la desidero non posso fare altro. Maura non mi concede altro e sembra voglia castrare anche i ricordi di quanto è accaduto. L’ho desiderata soprattutto venerdì quando l’ho vista e l’ho desiderata sabato quando siamo saliti insieme con l’ascensore e lei a testa china non mi ha neanche rivolto un cenno di attenzione, un sorriso per cui potessi sperare. Sono arrivato al mio piano e neanche il saluto. Estranei completi mi è parso di essere pazzo. Avrei voluto prenderla li per quanto era eccitante. l’ho desiderata sabato, ho inalato quanto più possibile il suo profumo di donna e sono uscito dall’ascensore sperando di vedere i suoi occhi ma non li ho visti. Al culmine del desiderio ho deciso di agire. Sono salito sopra, in tarda mattinata e l’ho affrontata, rischiando di incontrare suo marito ma ero troppo determinato per pormi problemi del genere. Maura ha visto la mia determinazione e mi ha detto che suo marito sarebbe potuto tornare presto visto che era uscito a passeggio con il bimbo. Lei, tuttavia, mi ha detto che non intendeva continuare un rapporto con me, era stato tutto uno sbaglio e io l’avevo presa di sorpresa in un momento difficile. Poteva essere così, anzi per lei doveva essere così ma io? io l’avevo avuta e volevo averla ancora. Mi disse che si affidava alla mia correttezza e serietà di uomo e che mi chiedeva di dimenticare quello che di bello vi era stato per una volta. Rimasi solo un attimo perplesso ma subito dopo mi spinsi molto oltre a quanto mi ero spinto per prenderla la prima volta. Ero pronto a riprenderla nuovamente in quella maniera, la volevo proprio e nonostante la donna mi scongiurasse di dimenticarla la mia lingua era già penetrata irrimediabilmente a dominare la sua bocca, mentre lei provava a dire no no e mi implorava di lasciarla. Le mie mani abbrancarono tutto di lei soprattutto i gangli vitali e sentii che la sua resistenza non era così forte. La sua bocca cercava di esprimere quello che il suo corpo non voleva. L’avevo portata senza molto sforzo, in verità, dietro la scrivania e lei si era posizionata bene con me dietro che toltale la gonna ero pronto a eliminare lo slip per una sveltina sveltissima. Le dita arpeggiavano la vagina. Non avevo molto tempo e Maura sollecitata aveva incominciato a perdere la testa e a sentire il desiderio più che i complessi di colpa. Si era posta accovacciata mentre io la marinavo con entrambe le mani e la melodia dei mugolii e dei gemiti iniziò profondamente. Ci volle pochissimo per farla partire era calda e già fradicia e io le entrai subito in vagina. Avevo bisogno di lei del suo corpo del suo orgasmo e lei non mi fece mancare nulla. Fu perfetta e godetti di quella corsa contro il tempo. In quei frenetici istanti pensavo solo a quante cose sarei riuscito ad imporre alla mia psicologa che ora era piegata su se stessa sotto di me e godeva senza ritegno. Quante cose le avrei potuto fare prima di sentire il trillo del citofono che segnalava l’arrivo del marito e del figlioletto. Maura godeva ed io esplosi nella sua vagina con lei che seguì tutto e sorridendo mi fu grata. Anche io le fui grato e ancora più grato le fui quando lei prese il mio pene e lo rianimò con tutta la sapienza di cui era in grado. Fu fantastico e in breve nella sua bocca fui nuovamente turgido e pronto. Sarebbe stato, comunque un sabato ottimo. Cercai di entrare nel buco dell’ano ma Maura mi disse no e io feci finta di acconsentire continuando le mie operazioni di pastrugnatura della fica con le dita, in maniera sapiente tranquillla, sicura e senza frenesia’. mentre godeva passai alla parte perianale spalmando le mie carezze e i suoi dolci supplizi tanto sulla clitoride che sulla vagina e l’area perianale. Proprio in quel momento di beatitudine la mia nerchia chiese il conto e si infilò forte e dura nel buco delle meraviglie. Lei tentò di divincolarsi ma ero entrato per poco meno di metà dentro il culo e a quel punto le chiesi se potevo continuare o meno. Lei sarcasticamente mi disse che tanto non lo avrei mai tolto da dove lo avevo infilato con la prevaricazione” e invece io lo tolsi subito, chiedendole scusa e baciandole il collo in modo continuo, leccandole i lobi delle orecchie. Ero rientrato in vagina quando Maura rivoltasi a me mi disse: ma mi desideri davvero così tanto in culo ed io sorrisi e le dissi: si tantissimo. Fu lei, allora che prese il pene e se lo portò dritto sull’ano dicendo e allora inculami come vuoi! Fu splendido.la godetti senza remore senza limiti con tutta la forza che avevo e irrorai in lei tutto il mio seme. La baciai e la leccai ovunque, le ero grato per l’atto di amore che mi aveva concesso e in quel momento di estrema soddisfazione all’unisono mia e della mia psicologa capii che il nostro rapporto sarebbe continuato con lei che ancora mi succhiava conclusi un pompino bellissimo. Il citofono squillò e io lasciai il campo con Maura dagli occhi radiosi. Mi disse che una sveltina così non l’aveva mai goduta’.siamo agli inizi ancora

 

 

Ho desiderato Maura per una settimana e il venerdì sera l’ho desiderata talmente intensamente da essermi masturbato più volte. Volevo quella che oramai identifico come la mia psicologa nei miei pensieri più belli. La vorrei in ogni momento della giornata ma so che ciò non è possibile’lei è impegnata a livello professionale ma ha anche legami di tipo familiare, un bimbo piccolo e un marito, non sono cose da poco. Sono riuscito, con insistenza, ad ottenere la possibilità di sentirla nel corso delle giornate e tra messaggini sms e wathsApp rimaniamo in contatto. Lei nonostante le difficoltà è presa da me e questo rende la miscela esplosiva. Le ho scritto che non ci riesco più che ho bisogno di lei, ho voglia di baciarla, di toccarla, di sentirla mia e soprattutto sono geloso. Lei mi ha risposto che erano alle 23.30,’ circa, quasi tre ore dopo, dicendomi: ‘rilassati’ ti penso e domani farò in qualsiasi modo per venire da te. Ti voglio anche io, ma tu cosa mi farai? Annaffierai la mia boccuccia, la mia fichetta o il mio fiorellino. Non le risposi’perché così ero certo ci saremmo eccitati vicendevolmente. Aspettai il sabato contando le ore senza riuscire a prendere calma ne riposo. Mi sono sentito come un ragazzino al primo appuntamento e lo stesso è accaduto per tutta la mattinata.

Sabato

Sono rimasto in casa ad aspettare. Intorno a mezzogiorno su watshapp il messaggio che non avrei mai voluto leggere:. Mi dispiace tesoro mantieni tutto in serbo per una prossima volta non posso venire’purtroppo per me, per la mia boccuccia per la mia fichetta e per il mio fiorellino ma credo anche per te e per il tuo pistolone’la tua psicologa. In quel momento diventai furente non sapevo cosa fare e mi sentivo impotente, nel pieno di una crisi ansiosa. Avevo aspettato tanto ed ora era andato tutto in fumo per chissà quale motivo. Non poteva venire ed io ero tirato a lucido col cazzo a mille’Stavo impazzendo, mi stavo rendendo conto che Maura era veramente importante. Ragionavo talmente profondamente che non’ sentii neanche il mio telefono squillare e anche quando vidi che l’iphone segnalava la terza chiamata di Maura, per l’ansia chiusi maldestramente la comunicazione ma la richiamai non appena mi resi conto. Iniziai subito con un: perché non vieni, mi spieghi perché non vuoi venire.. me lo avevi promesso. Maura calma e tranquilla sorrideva emi rispondeva che non sempre si può fare ciò che si vuole e che impegni non le permettevano di venire.. quando mi disse che eravamo adulti e mi sarei dovuto comportare come tale non ci vidi più e mi arrabbiai mentre la sentivo sorridere e ebbi l’impressione che si stesse facendo gioco di me. Non alzai la voce ma si comprendeva che ero molto alterato e il mio nervosismo cresceva man mano che la sentivo ridacchiare. Lei ormai non si conteneva più rideva e ridendo ma con vocina eccitante mi continuava a dire: non posso venire ma fammi sentire se fossi venuta cosa mi avresti fatto? Avresti innaffiato con il tuo pistolone la mia boccuccia, la mia fichetta o il mio fiorellino? Non riuscii più’basta mi prendeva per il culo e chiusi la telefonata. Passarono circa 10 minuti e Maura richiamò. Ero indeciso se rifiutare la chiamata a meno. La accettai e lei mi chiese perché avevo chiuso la comunicazione, mi disse che non si faceva così e che ero infantile’mi arrabbiai nuovamente mentre il campanello della porta di casa suonava in continuazione ed io nervosissimo le dissi aspetta un attimo che c’è un rompicoglioni alla porta che deve finire di rompere il cazzo. Andai verso la porta e lei rideva e mi diceva: non ti vorrà rompere il cazzo magari te lo vuole succhiare. Aprii la porta indispettito pronto a guerreggiare ma era Maura che entrò a valanga e senza alcuna esitazione mi disse che volevi fare allora? Con un sorriso da porca. Allora che fai non abbiamo tanto tempo sai ‘e mentre parlava era già sul divano che mi mostrava uno splendido completino color prugna che esaltava il suo corpo slanciato e i capelli biondi. Io ero un po’ sconvolto ma lei no sapeva cosa fare e lo fece benissimo. Mi possedette salendomi sopra e cavalcandomi furiosamente fino all’arrivo del mio orgasmo tra gemiti e mugolii nella sua calda micia piena di umori. Hai visto che ti ho fatto arrivare allo champagne con la mia passerotta..diceva sorridendo la psicologa e poi non contenta scese giù e leccò succhiò e si diede ridendo come una matta. Abbiamo innaffiato la fichetta ma credo che per il fiorellino’ ci vorrà un po’ più di tempo. Tesoro devo scappare, devo andare a prendere il bimbo l’ho lasciato da un’amichetto. Io non l’ho lasciata anzi l’ho presa con decisione, come so che le piace e l’ho condotta in camera da letto. Li l’ho masturbata, succhiata e leccata con tutto il desiderio che avevo in corpo e Maura ha goduto senza tregua e mentre la baciavo lei continuava a chiedermi cosa le avrei voluto fare, mentre ero io a sorridere. Me la godetti tutta e lei riconoscente mi ha fatto un pompino anche questo fantastico. L’ho lasciata andare. Mi ero rassegnato ad un’altra settimana senza lei.

Domenica

Lo squillo di whatsapp era inconfondibile Maura con uno smile e una domanda. Che ne diresti di innaffiarmi il fiorellino del culetto? Ed io perplesso: quando? Lei di rimando sto arrivando abbiamo mangiato dai miei e mio marito è andato alla partita della Roma. Tutto molto rapido perfetto Maura fra le mie braccia. Un abbraccio, una serie di baci il desiderio travolgente. La desideravo e lei si diede tutta potevamo fare con calma. La masturbai con vigore e la mia lingua e le mie labbra sulla clitoride la fecero impazzire. Sapevo cosa voleva e lei sapeva cosa desideravo. Quando fu soddisfatta si posizionò alla pecorina mentre la sua micetta era sugosissima. Sorrideva, ansimava e gemeva e io montai la fica e la godetti pompando con il vigore che il suo incitamento mi chiedeva e non persi un colpo stantuffandola in un entra ed esci che la faceva urlare. Andai profondo e raggiungemmo l’orgasmo all’unisono e fu magnifico. Maura era soddisfatta e io anche. Non ci sembrava possibile poterci godere tranquilli. Potemmo coccolarci e baciarci teneramente finché Maura dovette rispondere al telefono. Era sua madre che come avevano concordato avrebbe accompagnato il bimbo a casa. Era già finita la pacchia? Maura sorrise” e mi disse: il tempo per innaffiare il fiorellino del culetto lo abbiamo’ che dici? Io la baciai e dopo aver lubrificato il tutto con la vasellina aprii le natiche e entrai nel paradiso iniziai a lavorarle con voracità il buco. Maura mi accolse. Il mio pene lavorò a ritmo febbrile la violenza dei miei colpi si schiantava contro le sue natiche poderose. La incitavo e lei di rimando mi chiedeva di andare sempre più forte, godeva strofinandosi la clitoride con maestria Le mie spinte erano senza controllo sempre più forti, Maura si immolava, inarcava la schiena, aderiva e godeva di me che la riempivo anche masturbandole la vagina. Cercavo la clitoride anche io mentre la sfondavo e lei era in preda all’orgasmo. Tutto era incitamento e sebbene lo champagne tardava ad arrivare. Maura ora era sudata presa dal desiderio e si masturbava le grandi labbra e la clitoride gemendo e urlando il mio nome. Ancora una volta ero lungo nei tempi, mentre maura appariva appagata e aspettava me. Io ho agognato l’orgasmo; lei mi voleva nel suo culo e finalmente stavo per venire. Lo dissi e la donna ha incentivato le sue manovre ha teso l’apertura delle natiche al massimo e ci sono voluti tanti colpi ben assestati e la sua voce che mi chiedeva di inondarla, per portarmi a sborrarle dentro l’impossibile Il culo era pieno come l’intestino ma ora a me interessava leccarla e Maura godette a tal punto che, come al solito le uscì la bava dalle sue labbra ad un certo punto il telefono la madre sono arrivati al portone. Un bacio fugace il rivestirsi di fretta manca la possibilità dell’intimità, di una doccia assieme un altro bacio la voglia e Maura che scappa. Sulla porta la promessa che dobbiamo trovare un modo non possiamo continuare cosi. Le mie dita hanno ancora il sapore e il profumo della sua boccuccia, della sua fichetta e del suo fiorellino. Ho innaffiato tutto ma voglio di più

 

Sono preso dalla psicologa in maniera sconvolgente. Più la prendo e più la voglio. I problemi ci sono e la gelosia è tanta. La vedo e impazzisco. Sono diventato dipendente dai messaggi, dal telefono da whatsapp. Sabato e domenica fantastici, dobbiamo trovare un modo il nostro desiderio non si può confinare e così ieri lo abbiamo fatto, ancora sempre di fretta, ma lo abbiamo fatto rischiando. Si deve trovare un modo che non faccia saltare le mie coronarie e la sua onorabilità. L’ho voluta fortemente e l’ho ottenuta per quello che è stato possibile ‘. CI siamo incontrati prima in cantina. Mi sembrava che il suo’ culo fosse ancora più eccitante’ e Maura era compiaciuta ed era fantastico vedere nei suoi occhi il ‘sorriso della ‘femmina’ che traspariva. So che in quei momenti le devo far fare le cose’ e così ho fatto assecondandola.. Ci baciammo con ardore era piena di saliva i baci furono molto umidi densi . Aprii la camicetta e sollevai la gonna. Raggiunsi’ la vagina, il culo la misi all’angolo e lei si lasciò fare , la spinsi. La mia bocca si era avventata sui suoi i capezzolotti turgidi. Era fantastica dopo una giornata di lavoro volevo sentire il suo profumo, il suo odore di donna, quell’odore tipico del profumo mescolato con il sudore e’ con il sapore della sua pelle. Ero eccitato come una bestia e lei pure si muoveva mentre io mi impadronivo di lei. Ansimava, gemeva la mia psicologa porca. Il suo viso era scomposto e io facevo di tutto per scomporla ancora di più. Maura era tutta polpa e sugo. Le succhiavo la vagina, la clitoride e solo così mi potevo rendere conto di come fosse possente possente. Con le dita la penetravo in ogni orifizio sono stato famelico, ma presente a me stesso, lucido. Maura era in mia balia, le spremute l’avevano trasformata, eccitata in maniera parossistica. Più succhiavo e più la masturbavo più lei si accartocciava tenendosi ad una piccola ringhierina in ferro battuto. Cercava di raggiungere il mio pene, mi toccava senza sosta, sembrava un polipo mi masturbava. Fu una fantastica ingorda battaglia. Il tanga era ormai un filino inutile mentre io ho palpato quelle natiche spremendole quasi come mi aspettassi che uscisse il succo. Era straripante Maura. Aveva in vagina l’indice, il medio e l’anulare, le labbra erano grandi. Fiottava umori caldi. L’odore era forte misto all’urina. La fica era perfetta e io ho leccato senza un attimo di tregua. Ansimava, gemeva e sgorgava liquido la mia porca. Lavorai la clitoride ‘e così lavorai anche il suo magnifico buchetto, una splendida rosellina rosata. Anche lì l’odore era forte, molto forte, ma io insinuavo alternativamente lingua e dita, dolcemente ma perentoriamente tra le sue natiche, e lei rispondeva o meglio si sottometteva sempre più. Ho continuato a titillar la vagina e la clitoride senza tregua e godevo del fatto che Maura si era abbandonata. In questi casi l’esperienza mi aveva insegnato tanto. Maura ha emesso solo gemiti di piacere, la sua voce era interrotta dall’eccitazione e dagli orgasmi implacabili, a cui l’ho fatta arrivare, Era un lago e voleva il pene’.era stravolta come me ma io la riempivo di saliva e poi la masturbavo con le dita sempre più forte. Fu un attimo si voltò e entrai nel buco del culo. Lei mi ha chiesto di incularla. Ho sentito che si è data tutta. In quel buco c’era tutta Maura si è sentita desiderata e spessissimo ha volto la sua testa all’indietro, La mia mazza è entrata con ripetute spinte, in modo spietato e Maura masturbava con una mano la clitoride mentre si era oramai appoggiata alla ringhiera. Gemeva, grugniva e mi ha incitato come un’invasata. L’ano era caldo, scintillava tutto e il pene iniziava a bruciarmi forte. Si era inarcata benissimo e mettendole un piede su un secchio di pittura avevo fatto alzare la coscia destra in modo che il cazzo entrava ancora meglio è stata una meraviglia. Almeno a qualche cosa servivano anche i materiali della casa in ristrutturazione di Marcella Un pistone fantastico La montai con una passione creescente. Stavo arrivando ma volevo prolungare il piacere e così pur sapendo che l’avrei fatta protestare quasi al limite del piacere tolsi l’asta, e lei uscì fuori di se. Non avevamo tempo ma io ho voluto godermela tutta per cui ripresi a succhiarla e a masturbarla nonostante i suoi accorati no, tra fica e culo, mentre mi implorava di rimettere il pene al suo posto. La fica era zuppa, fradicia di orgasmo, usciva un liquido sempre più vischioso e caldo, la tempestavo, e mentre singhiozzava la sua libidine, le imposi di nuovo il pene, ma questa volta nuotando nella sua vagina. Anche in quel caso protestò, lo voleva nel culo, ansimava e fui io a fiottarle dentro l’intestino, capitolando alla sua supplica. Il suo culo era un mantice, avevo l’impressione che mi risucchiasse tutto in lei e prima di esplodere’ si è contorta e si è dimenata come presa da una danza frenetica. A questo punto fu lei a sollevarsi e senza che potessi fare niente ancora una volta aveva preso il pene, me lo ha masturbato con la mano destra e in un attimo lo ha fatto scomparire nella sua larga bocca calda e ricolma di saliva. Con la lingua e le labbra ha fatto tutto leccava e succhiava alla perfezione, tanto che bastarono una serie di succhiate profonde in cui persi l’anima e scoppiai diffondendo nella sua bocca sino alla gola tutto quello che mi era rimasto. L’asta incandescente vomitò crema, panna tanto il liquido era denso e i testicoli mi facevano un male terribile. Fu fantastico. Avevamo esaurito il tempo poi la cantina iniziò ad essere affollata sentimmo rumori giusto in tempo per una serie di toccate e baci fugaci con Maura che si era ricomposta e la voglia era ancora di più . Sono rimasto tutta la giornata di ieri con l’odore di Maura addosso

 

Non è facile stare con Maura sono geloso di suo marito e ho bisogno di lei. Oggi Maura è rimasta a casa il bimbo aveva la febbre. Questo sabato è andato bianco, non mi interessano ripieghi quindi niente Carla niente per nessuno, a maggior ragione niente per la Signora Marcella che si propone sempre ma io credo di averla lasciata al suo destino. Sono rassegnato a passare il mio sabato solo. Una passeggiata siamo in autunno ormai fa freschetto e io ho messo la felpa scendo le scale ho voglia di camminare e cammino per Roma con un occhio all’iphone e un occhio all’orologio, cammino per il gusto di camminare e per dimenticare i pensieri su Maura, pensieri arrapanti, ossessivi. Maura e madre e questo è un aspetto fondamentale per lei. Fra l’altro io sono arrivato nella vita di Maura e ho creato la crisi del suo matrimonio. La nostra relazione si è innestata come un fulmine a ciel sereno. La vita di coppia era regolare eppure io sono entrato a fare da terzo incomodo e ora tutto per Maura è divenuto difficile. Il mio appetito di lei è famelico e non ve ne rimane molto per suo marito. La mia psicologa la prendo in tutti i modi, in ogni situazione e senza remore. è stata lei a dirmi’ che non bisogna limitarsi sessualmente e allora io non mi tiro mai indietro che sia sull’ascensore, in cantina, sulla lavatrice, in un bagno pubblico in macchina. Tutte cose fugaci ma utili a rinforzare il mio possesso di lei e a sottolineare la mia dedizione nei suoi confronti. Mi rendo conto che cammino veloce e mi sono stancato. Mi è servito come sfogo. Posso ritornare a casa soddisfatto. Il sabato spero passi in fretta e spero il bimbo stia meglio, voglio bene al bimbo di Maura perché voglio bene a Maura. Il messaggino arriva: è Maura con i suoi cuoricini e io divento turgido. Il bimbo è sfebbrato, meno male. In qualche modo riusciremo a vederci anche questa domenica, farà di tutto mi scrive ed io sono felice e metto le ali ai piedi. Arrivo a casa e mi rilasso pensando alla domenica. Penso che mi basterebbe un bacio, due, e poi penso che no voglio possederla, voglio penetrarla in fica, nel culo e poi ancora e ancora e intanto mi accarezzo e parto fino a quando steso sul letto mi rendo conto che la mia mano è piena del mio seme: mi sono masturbato con gusto e sento l’esigenza di scriverlo a Maura che mi risponde con un cuoricino’ e uno smile. La sera altri messaggini intervallati nel tempo poi nulla più e di nuovo notte insonne voglia repressa desiderio. La mattina di domenica è un fermento aspetto con ansia e il cellulare squilla. La mamma di Maura è già casa per custodire il bimbo è stata lei ad offrirsi per dare alla figlia il tempo di uscire un po’; sono giorni che non esce per la febbre del bambino.

Primo tempo

Maura mi ha detto che ufficialmente e uscita per andare a messa in parrocchia, realmente la mia porta è aperta e io la abbraccio’.Solita foga, da quando è entrata abbiamo avuto una ora circa, forse qualche cosa in più. L’ho spogliata ma lei si è dimostrata subito pronta. Non ci siamo risparmiati nulla. Sono stato io a scendere per primo e mentre lei era ancora in piedi l’ho leccata in vagina, sulla clitoride e l’ho masturbata. Maura impazzisce così, oramai lo so si è accartocciata e si è sostenuta a me che le ero davanti in ginocchio. Era calda, sugosa, pronta, gemeva da subito, ansimava ..ed era tutta liquida. Mi ha inondato il viso e io ho leccato e succhiato tutto con ardore, passione e senza tregua. L’emozione l’ha paralizzata mentre io mi sono eccitato ancora di più per questi suoi atteggiamenti. è caduta su di me sconquassata dagli orgasmi violenti. L’ho presa in braccio e l’ho portata sul letto. Li l’ho potuta amare come si deve. Lei ha accettato..il suo viso mi ha subito mostrato di gradire i miei assalti e tutto ha iniziato ad essere piacere. Mi ha voluto a provocarle ulteriori emozioni sotto e io ho continuato a farla godere con la lingua, le labbra, le dita. Maura era languida e io sono salito ad omaggiare i capezzoli, il seno’la ho baciata senza tregua lingua con lingua, la saliva si è impastata con l’orgasmo e io l’ho presa. Le ho fatto capire che volevo entrare e sono entrato in vagina. Lei voleva essere penetrata. Mi ha sorriso. Ha scelto la posizione si è fatta fa adorare da dietro e poi mi ha chiesto di lasciare la vagina e di entrarle subito nel culo. Io so che preferiva la vagina e che la fica è un lago, un mare dove le mie mani, le mie dita e il mio cazzone sono oramai inondati ma lei mi ha chiesto di metterglielo nel culo: nel culo, nel culo, nel culo, il culo dai dai dai e allora io sono pronto tra umori e saliva preparo l’ano infilo l’indice, poi il medio e poi entrambi e inizio a muoverli dentro di lei con lei che spasima e si attorciglia. E’ tutto perfetto il buchino è pulito, profumato. Entro con la nerchia grossa e Maura titilla la clitoride. Sono dentro e spingo con tutta la mia forza in lei. Tutto è splendido, soprattutto il ritmo che abbiamo; più la pistono più lei geme e mi incita. Fa bene ad incitarmi e intanto gioca con la clitoride. La mia psicologa godeva di essere aperta da me: bravo così spaccami il culo, spaccamelo e urla il suo piacere. E’ andato tutto a meraviglia. Una inculata fantastica. Nessuna difficoltà, nessuna inibizione, le i continuava a parlare mentre danzava con il bacino ed era fantastica con le sue contorsioni. Tutto in lei mi eccita sempre di più. Le mie mani arpeggiavano dentro la sua vagina e i suoi umori fiottavano, grondava di liquidi. Godeva senza ritegno non ho dovuto dirle nulla nulla faceva tutto quello che io immaginavo e anche quello che non immaginavo. L’unica preoccupazione era dovuta ai miei tempi. Lei sfogava i suoi orgasmi. Più volte si voltò indietro verso di me per chiedermi di riempirla. Mi chiedeva il piacere, voleva vedermi esplodere in lei. Io continuavo implacabile e lei mi incitava ancora: dai amore dai amore mio dai amore, come una cantilena’era una nenia con le frasi spezzate dai gemiti. Ascoltai quelle magnifiche parole con la parola amore e non capii più nulla. Ebbi in testa una sola cosa il piacere. Non so quanto ci impiegai non so nulla, so solo che stavo prendendo coscienza del fatto che il mio seme esplose dentro Maura e lei che si era posizionata con il culo nella maniera più alta possibile, per agevolare il massimo della penetrazione, affondava i suoi gemiti e le urla nei due cuscini. La riempii e oltra a sconquassare lei anche il letto era un campo di battaglia. Ero stremato e ci siamo accasciati insieme prima di staccarci. Siamo rimasti abbracciati e sfiniti. Credo di averle dato tutto me stesso e se avessi potuto avrei voluto darle altro ancora e ancora altro. L’ho abbracciata e le ho assicurato che appena rinvigorito sarebbe toccato alla sua fichetta ma lei con un sorriso d’imbarazzo mi ha detto che non può più. Mi ha detto candida che il tempo a nostra disposizione è finito e che dovrei imparare ad essere più rapido’.sono troppo lungo. Sembra una critica ma mi sorrise dicendo che non era affatto dispiaciuta della mia resistenza anzi’. Andata in bagno l’ho sentita farsi una rapida doccia e uscita si è rivestita fulminea. Io la aspettavo per salutarla. Mai e poi mai avrei voluto avesse problemi familiari. L’ho salutata e l’ho baciata in bocca. Lei mi ha sorriso è scesa giù e con dolce sicurezza ha aperto i miei pantaloncini e nonostante le mie proteste a subito iniziato a succhiare avida, a leccare ingorda. Non me la aspettavo ma sono stato felice. Un pompino fantastico e io l’ho lasciata fare tutto quello che ha voluto. Fantastico tutto, ha succhiato tutto e ha sorriso. Il bocchino si è prolungato non per me, lei sorride mentre io sono sulle spine è tardi la messa sarà finita ma lei ha indugiato ancora e ancora per un bel po’ mentre io ero già pronto a scaricare e poi mi fa esplodere e prende tutto in bocca cupida. Noto che si è sporcata il vestito ma lei sorride con la bocca piena le labbra assetate’ va in bagno e ritorna’sorride ancora. Io le dico cosa hai? e lei: ho il tuo odore e il tuo sapore sai amore sono felice e mi bacia in bocca mordendomi le labbra e giocando con la lingua. Questa è la fine del primo tempo’.sai amore? Non ho avuto tempo di chiederle cosa intendesse aveva già salito la prima rampa di scale.

Secondo tempo

Ho deciso di rimanere a letto tutto il pomeriggio, non mi sono fatto la doccia e sento gli odori di Maura che impregnano il letto e me, le mie mani, tutto parla di lei. Nel cuscino la sua saliva è rimasto tutto in quel letto. Sono le 18.15 quando ho sentito suonare il campanello e contemporaneamente un messaggio su wathsapp: ti sbrighi ad aprire la porta o tutto il palazzo mi deve vedere davanti al tuo uscio?. Sono rimasto incredulo e sceso dal letto sono corso ad aprire la porta con lei che era fra le mie braccia per la seconda volta nella stessa domenica. Non le chiesi come mai ma lei tra la foga dei baci mi disse Juventus-Roma che suo marito era andato a vedere a casa di amici. Amici benedetti e benedetto calcio pensai mentre con Maura ci spremevamo in una pomiciata interminabile. Alla fine eravamo a letto nudi e io ero ad adorarla facendola partire di fica e masturbandola mentre lei mi diceva: hai visto che facciamo il secondo tempo? Io ero impegnato a farla godere; gemeva e i suoi umori debordavano. Non ci volle molto perché lei si surriscaldasse. Prese il pene lo masturbò e io la lasciai fare, poi se lo fece passare più e più volte vicino alla fica prima di farmi entrare nell’oceano caldo fra le sue gambe. Le aprii le cosce, lei sapeva come posizionarsi ormai conosceva la mole del mio cazzo. Iniziai subito a possederla mentre lei provava piacere. Entrai tutto e più entravo più lei godeva. I gemiti divennero presto incitamenti ansimava la porca, se la godeva e io godevo lei. Venne magnificamente con me che la dominavo prima alla pecorina, poi di fianco e poi fu lei a salire su urlando tutti gli attimi dello straordinario smorza candela. La sua fica era talmente piena di liquido che dalle cosce grondava sul mio pene. Era tutto miele di donna. La lasciai fare con tutta la maestria che aveva. Lei non voleva che mi fermassi e io non mi fermai mai infilandola da sotto’ continuamente mentre lei urlava come una furia e gemeva cavalcandomi. Urlava la psicologa, urlava il suo piacere mentre io non ero ancora giunto al momento dell’orgasmo. Cambiammo tutte le posizioni più volte facendo una sorta di kamasutra e io vidi lo slancio di Maura nel darsi tutta. Mi piaceva soddisfarla e lo feci, mentre lei che iniziava a perdere colpi spossata voleva il mio orgasmo, la mia sborra e cercò in tutti i modi di gratificarmi. Si spostò e venne a sbocchinarmi. Il cazzo era turgido ma non ne voleva sapere svettò orgoglioso dentro la sua bocca, nonostante i suoi succhiamenti e i suoi leccamenti. In quei momenti non ho voluto altro se non sborrare con tutta la mia potenza notando Maura che cercava di ingegnarsi in tutti i modi per darmi il piacere. Era felice di questa sfida ed io avevo raggiunto un livello di eccitazione parossistico. Era fantastica come mi manipolava. Se il primo tempo fu utto mio il secondo fu il suo godette senza tregua e riuscì ad ottenere quello che voleva. La vidi soddisfatta quando mi disse che ora avrei irrigato la sua fica e senza perdere tempo si posizionò, mi fece entrare e io andai in goal finalmente in maniera intensa e duratura. La cosa assurda e che al contrario di tutte le altre volte nonostante avessi fiottato molto sperma rimasi duro e rigido e questo rese la mia psicologa preferita eccitata all’inverosimile: ma sei turgido? Subito così? Non sapevo cosa dirle mentre lei si avvinghiava nuovamente per sentirlo tutto e la sua voce era calda e sensuale impastata dal desiderio. Andai dentro con colpi secchi, continui e ripetitivi, poi le tolsi quasi totalmente il pene e gli e lo ributtai dentro con violenza ancora maggiore ad intervalli casuali, senza ritmi precisi facendola morire dal desiderio e lei godette, ansimò e richiese a gran voce di essere penetrata. Gemeva, godeva tutto e arrivò ancora. La misi a pecora e la presi da dietro nella maniera più selvaggia violandola brutalmente e li fu l’apoteosi con Maura che perse tutto il controllo e smanettava la sua clitoride come una forsennata. Godo nel vederla e godo nel sentirla così calda aperta e disponibile. Nulla mi sembrava potesse modificare questa situazione paradisiaca. Tutto era veramente sublime e io non sentivo la fatica, mentre lei giocava con i muscoli della vagina aprendo e chiudendo a suo piacimento. Questo gioco mi piacque particolarmente e in poco tempo da quando iniziò venni senza preavvertire sebbene Maura sapeva che avrebbe creato questo effetto. La riempii di burro caldo che si venne ad aggiungere al suo e fu un orgasmo raggiunto all’unisono per cui particolarmente appagante per entrambi. Lei era il mio amore, non ebbi più dubbi. Ci accasciammo di fianco l’uno all’altro e così riprendemmo un po’ le forze. Maura vide la telefonata di sua madre sul suo smartphone e richiamò, mentre io andai in bagno. Fu lei sculettante e allegra a raggiungermi nel bagno era sorridente e le chiesi perché, lei mi disse che il bambino non aveva la febbre e che sua madre era disposta a rimanere anche la notte. Il marito sarebbe tornato tardi e per noi era fatta. Giocò un po’ con me poi mi disse e allora? Hai fra le tue mani una giovane’ psicologa calda e assatanata di sesso e non fai nulla? Mi sembra che ci siano degli elementi chiari di malattia nel suo cervello mio caro paziente e sculettando sorrise. Come se non fosse stata esplicita mi disse: guarda che il buchino deve essere annaffiato assolutamente, mentre io l’avevo già cita fra le braccia e mi ero dato da fare. Lavorai sul buchino con una pomata per le emorroidi con cui unsi inserendo le mie dita. Tutto andò benissimo e con dolce fermezza entrai con la nerchia fino ai testicoli. La dolcezza finì quasi subito perché prevalse l’istinto. Nello specchio vidi la contrazione dei muscoli del volto di Maura che iniziò a dimenarsi senza tregua ansimando e gemendo, ma provocando in me una eccitazione febbrile che culminò quando lei iniziò a masturbarsi la fica e la clitoride chiamandomi porco bastardo e incitandomi a svaccarla. Voleva essere riempita e io iniziai con tutta la mia forza a spaccarla senza darle tregua. Era iniziato come un gioco ma ora era un gioco pesante. Lei cercava di liberarsi e io le andavo sempre più internamente. Guaiva laida e mi chiese di sospendere ma io oramai ero partito e lei era facile da inculare bastava tenerle il bacino, colpirle i fianchi per darle il ritmo e era posizionata a 90 gradi perfetti. Lo sguardo di sfida di Maura e la sua bocca aperta nell’atto di gemere e mugghiare, che si vedevano nello specchio, le sue parole erano tutto un incitamento al rendere il rapporto il più selvaggio e cruento possibile. La infilavo nel buco del culo con foga e passione sempre più duro, sempre più violento, secco e lei seguiva tutte le fasi dicendomi che lo voleva più forte e che la dovevo spaccare perche lei era una troia e nessuno lo aveva capito. Nella foga ricordo di averle tolto le sue dita dalla fica impadronendomene io e inficandola con violenza marinandola sino all’utero. Maura era in preda ad orgasmi continui. Stavo impazzendo anche io. Maura roteava il culetto in modo fantastico e fu una grande cosa guardarci mentre ci davamo l’uno nell’altra finché finalmente arrivò la sborra a sancire la fine della violenza dell’atto. Svuotai tutto me stesso stringendo lesue tette come due mozzarelle piene di latte e lei gettò un urlo terribile. Eravamo madidi di sudore, sconquassati e lei appariva martirizzata’ livida per i colpi che aveva ricevuto, per i morsi che le avevo inferto sulle spalle e sulla schiena, per i pizzichi sui fianchi e sulle natiche. Non se ne era resa conto. Tutto il resto fu dolcezza. Facemmo la doccia insieme e io la omaggiai con la lingua e le mie dita ancora una volta fino al parossismo godette molto e mi fece godere a sua volta oralmente, dopodiché mi cacciò via e rimase da sola a finirsi la doccia. Con me non lo avrebbe mai potuto fare, sarebbe stata una doccia infinita. In accappatoio venne e si raccolse i vestiti si preparò e dopo un bacio interminabile la lasciai andare. Lei sorrise e io anche. Ero felice ma angosciato al tempo stesso avevamo appena finito di amarci e già la volevo nuovamente. La abbracciai ancora e lei capi che il desiderio era tanto ma scherzando mi disse ahah, porcellino il terzo tempo non esiste… ma lo sai che sei un porcello.. Hai mai pensato di fare terapia da una psicologa?’

 

La tensione per me è insopportabile voglio Maura sempre. La voglio, la desidero in ogni momento della giornata e non mi basta sentirla o leggere i suoi messaggini su whatsapp’ anzi se è possibile le sue brevissime e arrapanti frasi aumentano il mio stato di brama per lei e lei lo sa! Fa la stronza’ le piace tenermi sulla corda. Io aspetto il momento beato. Sarà il Sabato’.sarà la domenica’sarà il sabato e la domenica. Non lo so non so mai cosa è nella testa di Maura. Ormai sono diventato un marine del sesso. Ogni momento è quello buono preavviso un quarto d’ora bene che va mezza ora e poi lei si catapulta da me’rapporti brevi intensi e poi di nuovo nulla e di nuovo la fantasia che diventa realtà per attimi fugaci ma prendere o lasciare e io prendo tutto da lei. Tutto è sbagliato, lei è una donna realizzata, sposata con bimbo piccolo’..tutte le difficoltà mi sono venuto a trovare. Sul piano della complessità del rapporto non mi sono fatto mancare nulla e ora per giunta mi sono innamorato. Sono rimasto sconvolto, però quando Maura mi ha telefonato per dirmi che niente sabato e niente domenica di sesso sfrenato. Un suo zio per parte di padre è morto e quindi sarebbe partita per accompagnare i suoi genitori al funerale fuori Roma al Circeo e portava con se il bimbo. Nella brutta notizia la buona: il marito rimaneva a Roma e quindi non dovevo neanche essere geloso. Rimaneva da gestire il venerdì, il venerdì sabato e la domenica senza di lei. Ero abituato alle dolcezze del sesso spregiudicato di Maura e tutto mi era apparso più triste. Maura era passata un attimo il venerdì ma giusto una sveltina. Sempre frenetica’ baci passionali, fretta, desiderio si è posizionata e fretta. L’ho denudata e il culo poderoso mi ha dovuto accettare. Niente pomate, niente creme, fretta di essere inculata e fretta di incularla. Monta selvaggia senza rispetto, forza brutale e dita in vagina a svaccarla senza riguardo. L’ho montata di forza una volta, in modo duro costante e aggressivo. Forse lei in quel momento avrebbe voluto un rapporto più tenero ma io no ero arrabbiato. L’ho riempita e non contento le ho chiesto di masturbarmi, lo ha fatto e quando la nerchia era enorme l’ho riposizionata e ho avuto il perverso godimento di riempirla di nuovo sempre nel culo, sempre allo stesso modo quasi oltraggiandola. L’ho inondata e lei ha subito godendo con la fretta di dover partire, con il timore che il bimbo si svegliasse o che i genitori suonassero al citofono per dire che erano arrivati e che si partiva. Lei era in piedi a 90′ a tenere aperto il culo e a subire lo sfondamento del mio cazzo ad un ritmo sempre più frenetico e godeva sperando che finissi presto. Ho finito e lei si è potuta ristabilire. Ha preso il bimbo con amore ed ora è partita. Non ho avuto il tempo di nulla le ho solo irrorato il culo due magnifiche inculate. Sono sceso al mio appartamento. Scrivo e ancora mi tocco, sento il suo odore e immagino il suo ritorno. E’ stato un buon venerdì alla fine. Io so che al prossimo incontro sarò un fuoco. Quanto è buono l’odore del suo culo, quanto è dolce il miele della sua fica e quanto è sugosa la mia psicologa””

 

Maura e Marcella. Maura la desidero Marcella la detesto. Non vedo l’ora di stare con Maura mentre evito Marcella ormai in maniera accurata e sistematica. Non rispondo più al telefono, ai messaggi, niente. Lei non lo può accettare, non è ammissibile, per lei che un uomo non la voglia, non la desideri e se prima mi ero messo in mente di umiliarla e di giocare con la sua vanità di superdonna femme fatale. mangiatrice di uomini, ora che c’è Maura, questo giochino non mi interessa più farlo. Maura mi soddisfa in pieno anche nei desideri repressi e sebbene vi siano molte difficoltà e i rapporti non vadano oltre le due o tre volte a settimana tutto è soddisfacente e il suo appetito sessuale è molto sostanzioso, ottimo per me. Marcella continua a cercarmi. Non si da per vinta. Io penso che prima o poi si stancherà. Ci sono tanti che sbavano per lei”.Invece no per lei sono un chiodo fisso oramai e non vuole capire che di lei non mi interessa nulla. Pazienza ho detto fino a qualche giorno fa. Ho lasciato fare e forse non ho valutato bene quanto Marcella possa essere vigliacca e terribilmente becera. Ho iniziato a rendermene conto venerdì pomeriggio quando Maura mi ha telefonato e non aveva lo stesso tono che ha solitamente. Mi è apparsa infastidita. Io ho capito che vi era qualche cosa che non andava e ho cercato di farmi spiegare cosa fosse, ma lei in un primo momento è sembrata non volermi dire nulla. Ad un certo punto della telefonata, però è stata diretta e mi ha chiesto: Cosa c’è tra te e Marcella? Io sono trasecolato ho risposto: quale Marcella e lei: come quale Marcella? sai bene di chi sto parlando’. Marcella del 6′ piano. Lei mi ha detto che vi frequentate. E’ venuta da me apposta e io vorrei sapere se è vero, vorrei sapere quanta intimità vi è fra lei e te. So che la nostra relazione è una relazione difficile ma esiste e io la voglio vivere. Voglio solo sapere cosa vi è fra te e Marcella. Avete avuto rapporti? Io risposi di no, però dissi che l’ho masturbata e l’ho manipolata in vagina e nel culo. Ho detto che mi ha fatto del sesso orale e lei mi ha chiesto se io l’abbia posseduta. Ho risposto nuovamente di no. Mi ha però’ fatto promettere di dirle sempre la verità e io le ho risposte che se voleva così lo avrei fatto, lei allora le mi chiese: prometti che quando la possiederai me lo dirai? Ed io: Perché vuoi questo Maura? Io non ti chiedo cosa fai con tuo marito e lei: Hai ragione scusa, hai ragione. Ora sono una donna, sono gelosa e ho paura’. Le dissi: paura di cosa? Paura di perdere quello che ho trovato, paura. Sorrisi e le dissi’ guarda che fino a prova contraria tu sei sposata e hai un bambino, io sono separato e figli non ne ho. Accusò il colpo ma subito dopo mi disse: Ti desidero da morire anche io le risposi ma moriremo credo, le dissi sorridendo: sei al tuo studio vero? Lei rispose: Si sto per far entrare un altro paziente, infatti, ti ho telefonato tra una seduta e l’altra. Ancora scherzando io risposi: vedi quanto sono paziente io? moriremo di voglia e di desiderio e allora un po’ imbronciata mi disse ti lascio’ e io rimasi con l’iphone in mano pensando a tutto il casino che avevo combinato nel momento in cui avevo posseduto Maura. Mi sembrava di non poterne più fare a meno e questo aveva fatto passare in secondo ordine la mia collera nei confronti di Marcella. Uscii per comprare alcune cose non era passata neanche una ventina di minuti dalla telefonata di Maura ed era di nuovo lei’.Maura cosa succede? Lei rispose: sono in macchina”ed io: come sei in macchina? La psicoterapia? i pazienti? Ho disdetto tutto salgo su’.Scopami senza tregua. Scopami a sangue, non ne posso più, ti voglio adesso.‘.Immediatamente lasciai il carrello del supermercato uscii e corsi all’impazzata. Feci tutto a tempo di record e varcato il portone salii le scale a due a due. Lei arrivò dopo dieci minuti circa era trafelata, piangeva e ci abbracciammo in un modo frenetico sulla porta. Mi trascinò verso il divano con tale impeto che lasciammo la porta aperta per diversi minuti mentre ci abbrancavamo in maniera selvaggia, poi mi accorsi la feci piroettare nuovamente nel corridoio e la sospinsi a chiudere la porta con un colpo delle sue natiche. Non ci siamo staccati neanche un attimo. Le nostre lingue frenetiche non avevano un attimo di riposo. Tutto è diventato straordinario. Il tempo di appoggiare Maura sul divano e le sono sopra con una forza e un ardore che sento febbrile. La scardino. Le strappo tutto quello che posso sono famelico. Sento l’odore della sua fica sulla quale mi avvento è piena di umori, bagnata all’inverosimile. Le sue mutandine sono zuppe e lei arrapata. Siamo entrambi irruenti in preda alla passione. La lascio fare gode da sola la voglio con tutte le mie forze. Maura mi chiede ossessivamente di scoparla, vuole questo. Ha lasciato studio e clienti per questo ed io sono sceso a fare il mio piacere con la linguua, con le labbra con le dita. Lei prova a dirmi di no:, non fare le cose che fai a Marcella, ti prego’.e io non faccio le cose che faccio a Marcella la faccio impazzire. Maura gode in una maniera irresistibile, trascinante e la vulva piena di orgasmo sugo che io lecco e succhio la fa uscire di testa e grida, urla il suo godimento mentre io continuo senza rispetto senza tregua, mentre lei convulsamente non sa come tenere sotto controllo il suo impeto e le sue reazioni. Non ci riesce esplode, si calma e riesplode. Sono più forte, molto più forte e si vede. Il mio cazzo è prepotente si inserisce mentre lei a gran voce mi chiede di chiavarla a sangue. Vado, duro, possente entro ed esco ad un ritmo forsennato mentre lei mi infila le dita nell’ano. Le gambe aperte lunghe Maura è totalmente aperta e succube della mia violenza. Le sue cosce si posizionano sulle mie spalle. Io penetro rigido a spaccarla e più profondo entro più lei ulula. La pistono senza limite ho lei che mi incita: di più sempre di più sbattimiiiiiiiiiiiii, sbraita, urla geme, singhiozza. Si muove in maniera. Maura si contorce vuole prendere tutto e io sono pronto a darle tutto. Chiede, esige di essere spaccata, riempita in quella sua ficona. Ormai le gambe le tremano per lo sforzo di rimanere così alte, ritte come pennoni di una nave mentre i miei colpi creano la tempesta in quel mare di succhi, miele di donna, sugo denso biancastro e appiccicoso. Maura è sfranta ma io continuo a sentire il mio istinto e il suo incitamento arrochito e vado, la tempesto di colpi assatanati. Non mi fermo più mentre i suoi si sono continui. Non sa dire altro che si, in continuazione. Sento i suoi fremiti si aggrappa alle mie spalle. Continuo imperterrito lei mi dice che è mia mi chiama amore, sento che graffia con le unghie il petto, le spalle. Non lo aveva mai fatto, ma questo è un rapporto particolare. Non posso fermarmi è più forte di me e lei chiede solo di essere riempita a questo punto mi vuole tutto. Le rispondo di si, la riempio senza problemi. Lei mi dice che sono grosso, sono enorme, sono forte con la mia violenza e io sbatto ancora di più ad un ritmo incessante e arrivo urlando mentre lei presa dal godimento strepita piangendo e urlando i suoi si. Ci siamo accasciati e distesi. Maura viveva il torpore delle sue gambe mentre io ero sfinito. Mentre la donna si era accucciata su un lato del divano-letto io guardavo senza capire le macchie di sangue che avevano bagnato le lenzuola. Toccai le spalle doloranti, guardai il mio petto e miresi conto: era sangue mio. Le unghie di Maura mi avevano marchiato in maniera furente, a sangue. Andai in bagno, mi guardai allo specchio e mi resi ancora più conto. Sembrava avessi lottato con una belva feroce. Bruciava tutto e faceva male in una maniera terribile. Mi misi sotto la doccia e anche l’acqua bruciava terribilmente su quelle ferite. Avevo finito e mi stavo asciugando con l’accappatoio e Maura entro nel bagno; vedendomi si spaventò: Cosa ti è successo? Io sorrisi e le dissi: sembra che abbia fatto l’amore con una psicologa” vero? E lei: Oddio sono stata io!!! Io dissi: beh non vedo altre donne e vedo i tuoi artigli. Non penso vi siano dubbi , che dici? Maura non disse, agì, si inginocchiò e mi fece un pompino magistrale. Mi vide agitarmi in preda alla passione e al desiderio, mi succhiava e mi leccava con una destrezza unica. Il mio pene fece tutto quello che lei voleva e quando fu turgido e grosso in maniera invereconda senza un attimo di esitazione mi disse: inculami a sangue’..I stavo prendendo la pomata sapevo quanto soffriva Maura quando la sodomizzavo, ma lei mi disse di no e vedendo il mio viso preoccupato dallo specchio con un sorriso dolce si riempì le mani di saliva e si infilo le dita insalivate nell’ano. Mi incitò a sputare nel buco e io abbassatomi lo feci. La mia saliva la sua saliva e io che iniziai a succhiare e leccare l’ano in maniera irresistibile per lei fu un buon aiuto. Intanto le mie mani e le sue titillavano la vagina mentre lei si accartocciava sempre più e in breve le sue cosce diventarono un diluvio di umori. Quando fu pronta inserii il cazzo nell’ano caldo e profondo e piano piano vedevo il sorriso di Maura trasformarsi in una smorfia, contraendosi, per poi lasciarsi andare mano mano che l’intero pistone era entrato dilatando il buco. Le ero dietro e Maura si era posizionata d’istinto nel modo migliore per favorire l’inculata. Dai fottimi chiavami selvaggiamente. Io la presi spremendo e carezzando le tette e sono partito a stantuffarla prima in modo leggero poi prendendo sempre più il ritmo. Lei godeva ma ora godevo anche io del mio entra ed esci in quel culo portentoso. Iniziai ad essere aggressivo e man mano che Maura iniziava a provocarmi dicendo frasi sconce io la morsi più volte alle spalle, le baciavo il collo e le orecchie diventarono prelibate per me. La sbattevo così forte che lei dovette sobbalzare più e più volte per la violenza con cui penetravo e nonostante in alcuni casi si fosse lamentata debolmente io continuai con il solito ritmo. La pompai sentendo solo Maura che mi implorava di riempirla, e di spaccarla mentre continuava a gemere e a mugolare il suo succo di donna usciva a fiotti stimolato dalle mie dita. Pastrugnavo e marinavo tutto con foga, desideroso di farla arrivare senza sosta e lei gemeva e non si tratteneva. La guardavo nello specchio e mi sembrava di non riconoscerla. Era stravolta in tutti i suoi lineamenti ma più ne aveva più ne voleva. Anche a me non bastava e mentre lei si contorceva in maniera smodata con le sue cosce lunghe ebbi la percezione che stessi per inondare il suo culo e così feci forzando la monta. Urlai intensamente con lei che a seguito della pressione che io facevo si era piegata su se stessa rendendosi più prona di quanto non fosse già esponendo il suo culo ai miei ultimi assalti e i suoi glutei a dei ceffoni consistenti. Fu appagante tutto anche il momento in cui Le cosce di Maura non ressero più e io la portai in braccio sul letto’ grande questa volta. Li Maura potette riposare distesa, quasi felice. Io la guardavo. Nulla non mi piaceva in lei. Era tutto fantastico mentre iniziava ad imbrunire e la donna continuava a dirmi che voleva essere mia. La abbracciavo, sentivo il suo trasporto e mi volle baciare in bocca in continuazione. Curiosamente e per la prima volta Maura non fece di fretta, non sembrava importare il tempo, niente venne a mancare e anzi fu lei a salirmi sopra, impalandosi sul mio nerchione che era a mezza asta, mentre io giocai con i suoi capezzoli modulandoli e titillandoli fra pollice e indice. L’attività del mio pene e delle mie dita la rese su di giri, nuovamente e lei iniziò una furiosa cavalcata montandomi senza tregua e si impossessò di me facendomi provare tutto quello che un uomo può provare quando è dominato. Aveva un esercizio perfetto della fica per cui era in grado con i muscoli pelvici di fare ciò che voleva. Sopra dominava alla grande mentre io contribuivo ad alimentare il nostro godimento. Fu splendido e irrazionale ma esplodemmo insieme con lei che al culmine stramazzò sul mio viso mentre io finivo di inseminarla allagandola ancora. La feci scendere, toccava a me succhiare tutto con lingua e labbra. Il sapore di Maura mi rende ebbro e sono voglioso del suo sugo, del suo miele di donna. Maura era calda in azione da tanto tempo ma sebbene iniziasse ad essere sfatta sapeva di buono. In men che non si dica ci ritroviamo in un favoloso’ 69 con lei che succhia il mio cazzo e io che lappo tutto quello che fiotta dalla sua vagina, in maniera avida. Ho sete e ho fame di lei. Torturo la sua clitoride e lei danza e si contrae nel letto. Tutto è fantastico senza tregua l’intero pomeriggio. Maura si è donata a me e io la omaggio per questo suo fantastico regalo. La mia lingua e le mie dita hanno fatto il loro mestiere ma anche Maura mi ha portato con la sua bocca quasi all’apice dell’orgasmo. Lei ha capito che ero al culmine, e allora ha rallentato stuzzicato, giocato con il mio cannone e poi quando ha ritenuto fosse il momento giusto lo ha infilato nuovamente nella sua bocca e mi fatto esplodere. Non ho il tempo di dire e fare nulla. Ha fatto già tutto lei e si è messa a ridere beatamente. Abbiamo fatto la doccia insieme, ci siamo toccati e baciati ancora finché Maura non mi ha detto che sarebbe dovuta andare via. Prima di lasciarmi mi ha sorriso baciandomi e chiedendomi se la seduta terapeutica mi era piaciuta. Io ero in visibilio. E’ stato un venerdì 17 fantastico

 

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