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Racconti Erotici Etero

ANIME AFFINI, LA LUNGA NOTTE

By 10 Agosto 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

La lunga notte che avevamo tanto sognato era ormai vicina. Avevamo organizzato tutto splendidamente, e ogni volta che il pensiero andava a quel giorno l’eccitazione saliva. Ecco quindi che sono venuto a prenderti in stazione e mi sono ancora una volta meravigliato per quanto eri stupenda. Quella gonna corta, quella maglia che ti lasciava le spalle nude e quei capelli così sciolti che accrescevano il mio desiderio. E da subito non ho resistito. Il treno era sufficientemente vuoto per sentire il tuo corpo. Per baciarti avidamente, con le lingue fuori dalla bocca, per stringerti quel seno morbido e invitante ma soprattutto per infilarti la mano nella gonna e sentirti la figa, così già fradicia e vogliosa di me. Soprattutto, per incrociare quello sguardo insistentemente malizioso che da solo, al di là di tutto e per tutte le volte che l’abbiamo fatto, mi ha sempre fatto impazzire. Tu mi lasciavi fare, eri completamente arrapata e priva di inibizione, come quando gemevi sentendo un mio dito che spostato lo slip stava già iniziando a scoparti. Così, sul treno, col rischio di essere beccati da chiunque si affacciasse a quello scompartimento, persi in un desiderio che non era più possibile comprimere. L’attesa di giungere all’albergo era fremente così come la nostra insaziabilità. Ed eccoci quindi in camera da letto, a spogliarci di ogni intima barriera e finalmente a prenderci, a scoparci in modo intenso e forte, con la sola voglia di farci godere da morire a vicenda. La sensazione divina della tua bocca golosa del mio cazzo, e quella della mia lingua sulla tua figa bagnata, da penetrare, con l’aiuto di un dito nel culo che ti faceva sentire ancora più porca, ancora più cagna senza controllo. L’abbiamo fatto davvero in modo molto animale, ma sempre con la dolcezza che arricchisce ogni momento di noi due, per sfogare la voglia inconsulta accumulata in quel mese. Ti ho sentita venire, così come forte sono venuto io, tutto nella tua bocca’dovevamo però separarci, ma presto ci saremmo riavuti. La tua voglia non era passata, non passa davvero mai, e così ti sei masturbata nell’attesa. Quando sono passato poi a riprenderti per la cena ti ho trovata solo con l’intimo addosso e il cazzo mi è tornato subito duro all’istante. Ho voluto riaverti, ho voluto scoparti ancora in modo irragionevole, ho voluto ancora sentirti godere. Mi sono aiutato col tuo vibratore, così non finivi mai di essere scopata anche quando me lo succhiavi fino in gola con quella tua bocca meravigliosa. Mi hai cavalcato, sentendotelo dentro fino in fondo mentre giocavo con quelle tue tette così stupende e coi capezzoli turgidi. Mi hai eccitato continuando a toccarti perché volevi sempre godere di più e senza sosta. Mi arrapa da morire vedere quando ti masturbi, quanto puoi spingere in là il tuo desiderio. E dopo aver goduto ancora, siamo andati a cena, con quel tuo vestitino scollato che continuava a provocarmi mentre ci raccontavamo. è stato bello sentirti lì anche con l’anima e il tuo passato, scoprire ancora qualcosa di te che non sapevo, così intimi e intrigati in quella serata volevamo essere ancora molto lunga. Ho voluto aspettare però, di uscire dal ristorante per baciarti in un abbraccio di nuovo eccitato, mentre ti leccavo quelle tette che uscivano vogliose dal vestito, e mentre sentivo la tua figa ancora bagnata mentre la toccavo. Dovevamo pazientare però, sarei tornato da te dopo un’ora, già distrutto ma ugualmente voglioso di te. Ed eccomi di nuovo nella tua camera a metterti il cazzo in bocca per scopartela. E a toccarti nuovamente dappertutto per far salire quel desiderio inimmaginabile verso nuove vette. Mi hai cavalcato in ogni modo, hai voluto che ti sbattessi come una cagna mentre ti sollevavo per le gambe, lì sul bordo del letto. Mi hai fatto venire nella tua bocca ed è stato meraviglioso, mentre poi io ti ho fatta venire col vibratore e la mia lingua, quella sì infaticabile. Ero morto, il mio corpo ti aveva donato ogni sua energia ma la mia testa no. E così, fuori sul balcone a fumare abbiamo iniziato a toccarci ancora, le mie dita scivolavano nel tuo vestiti fino a entrarti nel culo e a farti gemere, così come la tua bocca non ha resistito a chinarsi e a farmi un pompino, lì, che chiunque avrebbe potuto vederci. Dio quanto mi hai eccitato in quel momento, e così tornati dentro non abbiam potuto resistere dal farlo ancora. In piedi stavolta, io che ti sbattevo a novanta come una cagna in calore davanti a uno specchio, di modo che hai potuto leggere la voglia nei miei occhi e il godimento nei tuoi. Io vedevo le tue tette sbattere e ti davo dei colpi ancora più forti. L’immagine del tuo sguardo eccitato mentre ti possedevo non me la leverò mai dalla testa, così come ogni minuto che abbiamo passato insieme. Anche quelli abbracciati ad accarezzarci, per realizzare che era tutto vero e non un sogno meraviglioso. Essere insieme mi fa stare infinitamente bene, la tua erotica dolcezza mi prende la mente. Dovevamo dormire separati quella notte, ma poche ore dopo ero di nuovo lì. Le mie energie se n’erano tutte andate con la passione notturna ma la voglia di te era sempre troppa e così l’abbiamo fatto ancora, solo per il gusto di provare a dare ancora godimento. Sei meravigliosa cucciola e sai benissimo quanto e come lo penso, sei stata in tutto e per tutto il regalo più bello. La prossima volta sarà ancora più speciale, e su questo ho davvero pochi dubbi.

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