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Racconti Erotici Etero

Anime dannate 15 L’arte del piacere

By 30 Gennaio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono passati altri due giorni, Patrizia, ha litigato con il suo ragazzo e sta
passando un periodo negativo.
Troppe novità possono destabilizzare.
Ho rallentato la pressione su di lei.
Credo di avere fatto la cosa giusta, lei, però, ogni tanto mi lancia occhiate
interrogative dall’altra parte del vetro che io fingo di non vedere.
Il nervosismo la sta attanagliando.
La sera del secondo giorno verso l’ora di chiusura, bussa alla mia porta.
– Avanti.
Entra e non parla.
Al solo vederla li davanti, con quella faccia mogia e insicura, mi sono
eccitato di brutto.
Cerco di stare calmo;
– Dimmi Patrizia.
lei prende fiato;
– Niente, avevo voglia di vederti da vicino…
Gli sguardi si stanno infiammando.
– Hai bisogno di qualche cosa?
Lo dico sospirato, eroticamente sospirato.
– Si, di te…
Mi piace quello che ha detto, sentire che la mia ragazzina ha bisogno di me, &egrave
molto intrigante.
Guardo la sua gonna semi seria, grigia, lunga stranamente sino alle ginocchia,
camicia libera sopra di colore nero, difficile capire se porta il reggiseno,
immagino di si, sotto, scarpe semplici nere con piccolo tacco e calze grigie
velate.
Ha quel viso così pulito, così per bene, che contrasta nettamente con il suo
vestire.
Lei non si rende conto di essere una bomba sexy, non si accorge della
sensualità che trasmette alle persone con i suoi movimenti fisici.
– Chiama che non vai a casa.
Subito prende un espressione di gioia.
Trenta secondi dopo, siamo tutti e due al cellulare che troviamo scuse.
Altri trenta secondi e siamo avvinghiati in un primo bacio. Sale il calore.
Cresce la passione.
I suoi colleghi sono usciti e siamo soli.
Le mani cercano e trovano.
Salgo sotto la gonna, con soddisfazione sento la fine di una autoreggente e
l’inizio di qualcosa di umorale subito poco sopra.
Il gemito spontaneo al contatto delle sue intimità, &egrave un grido di passione che
sferza le mie remote resistenze.
Lei, ricambia energicamente le mie iniziative sessuali, allarga le cosce per
facilitarmi e cerca la cerniera dei calzoni, mentre palpo e entro, lei, apre e
libera.
Gli estremi si trovano e le mani apprezzano, portiamo avanti il nostro piacere
stando in piedi fregandosene delle possibili alternative.
Troppo presi a trovare il piacere dell’altro, masturbiamo i nostri corpi
portandoli al frangersi delle onde.
E tutto continua incessante incuranti del mondo.
Le uniche parole dette in un sussurro;
– Fermati Patrizia o vengo…
– Non mi fermo, non voglio fermarmi…
Buio e stelle.
Tremo e esplodo.
Le sue mani mi ricevono e non smettono di plasmare il mio piacere, io faccio
altrettanto quando la sento stringere le cosce e gemere forte.
Difficile non cadere in ginocchio.
Tengo gli occhi chiusi, ma, sento benissimo.
Aspetto che tutto torni normale, riapro gli occhi, lei mi sta guardando con
aria felice, lo sguardo di chi sa di avere fatto felice il proprio uomo.
La guardo, scendo a scrutare i vestiti, suoi e miei;
– Stavolta abbiamo fatto un bel casino…
Era inevitabile, in quella posizione eretta, uno davanti all’altro;
– Troveremo una scusa, le abbiamo sempre trovate.
– Si piccola, hai ragione.
Mi sposto sulla poltrona, abbasso i calzoni e i boxer
– Vieni qui, vediamo di rimediare al meglio…
Lo dico tenendo il sesso in mano, &egrave semi morto esteticamente, ma, la mia mente
lavora e ha voglia di continuare a rubare piacere dalla mia ragazzina.
Il suo sguardo trionfante, &egrave già un inizio di eccitamento, i suoi movimenti
fisici, ancora di più.
I pochi passi che ci dividono li fa alzando la gonna ai fianchi, mostrandomi
la fine delle calze e l’inizio del perizoma nero, intravvedo il luccicchìo
dello slip bagnato, immagino le grandi labbra dischiuse che fameliche aspettano
la preda.
Tutti pensieri erotici, tutto un vedere pieno di libidine.
Arriva a dieci centimetri, poggia le mani sulle mie cosce e scende piano a
mettersi in ginocchio.
Lo guarda , respira leggermente, alza gli occhi un attimo, mentre la mano
cerca e trova;
– Questa volta, ho proprio voglia di farlo come piace a te, per che adesso,
piace anche a me…
Non dice altro, non aspetta, ne si aspettava risposte, abbassa gli occhi sul
suo piacere, scende con la testa, vedo i capelli dondolare, mentre sento il
caldo fuoco delle sue labbra asserragliare il forte e prendere d’assedio le
mura fino a farle cedere.
Ho solo smesso di pensare.
Le gambe larghe, la mente piena di soddisfazione.
Le mani, hanno seguito e accarezzato i suoi capelli per tutto il tempo.
Lei, ha dato vita al mio sesso e l’ha fatto morire di nuovo.
Per minuti e minuti, ha crepato le mura facendole cedere e ha aspettato il mio
seme, se ne &egrave appropriata con gemiti di piacere, mentre, io morivo in lei.
‘Veramente delizioso, un pompino fatto con amore e passione; il massimo per un
uomo.’
La sto riempendo di complimenti.
Lei continua imperterrita, le stringo i capelli;
– Ehi, son venuto gìà due volte, mi hai fatto morire di piacere, fermati, o
svengo.
Patrizia, mi guarda, si libera un attimo del mio sesso;
– Oggi va così, sta a te morire, per che io ho intenzione di continuare e se
per te, &egrave un record, beh, allora che si faccia un record .
E stavolta, &egrave lei che non aspetta risposta. Si ributta sul suo piacere e
riprende a farmi morire per poi rivivere e morire di nuovo.
Sono distrutto e estasiato, questa iniziativa della mia piccola, &egrave una
sferzata di vitalità, sento le sue mani che toccano i punti più erotici per
cercare di aiutare la bocca, il tempo lavora a mio favore, comincio a sentire
un certo fremito laggiù.
Patrizia, &egrave uscita di nuovo e ha cominciato a baciare e poi succhiare le
palle;
– E questo chi te l’ha insegnato?
E la guardo quasi geloso.
Si ferma un attimo,;
– L’ho letto da qualche parte, oppure me l’ha detto una amica cara…
E mi fa capire che allude a mia figlia
Quella immagine, pur essendo incestuosa, da una sferzata violenta al mio
vigore, improvvisamente sono0 eccitato, lei smette di giocare con lo scroto e
si ributta a capo fitto sul suo obiettivo principale non senza avere detto una
frase veloce;
– Lo sapevo che avrei vinto io…
Poi, tutto diventa fuoco ardente.
In poco tempo sento il vulcano pronto a eruttare, le sue mani hanno
accompagnato le sue labbra e stretto sulle vene gonfie, bloccando e rilasciando
l’eccitazione, un pensiero veloce mi passa per la testa’ Questa ragazza, &egrave nata
per dare piacere’ poi, tutto si fa confuso, sento gli angeli applaudire e le
trombe suonare, cerco di tenere gli occhi aperti per guardare la mia piccola
finire il proprio sforzo e mi perdo nell’oblio del momento.
Lei, ha smesso di torturare il mio piacere, mi guarda soddisfatta, tronfia
della sua vittoria, sa che ha fatto qualcosa che nessun altro ha mai fatto con
me;
– Vedi che anche io posso fare cose nuove?
La guardo Serio, poi, mi scappa da ridere;
– Si, sei stata brava e hai una bocca fatta apposta per dare piacere, hai
imparato veramente in fretta come dare e trattenere il piacere di un uomo.
– Solo con te, tu riesci a farmi sentire al centro del mondo e mi fai pensare
che sia bello qualsiasi cosa faccio o ricevo.
L’accarezzo sui capelli, scendo sulla schiena, arrivo all’inizio delle
natiche, le do un pizzicotto;
– Ahi…
urla sorridendo a quel leggero dolore, Mi viene un idea improvvisa,
– Vieni qui.
Mi guarda, si alza in piedi.
Stringo le ginocchia;
– Mettiti a sedere.
Fa per sedersi normalmente;
– Non così, devi sdraiarti con la pancia, voglio il tuo sedere a portata di
mani.
Mi guarda seria, &egrave curiosa e preoccupata.
Le faccio un cenno autoritario.
Si mette sulle ginocchia con le gambe a penzoloni e le braccia uguali.
Ha un sedere stupendo con una carnagione bianca appena nascosta dal piccolo
perizoma.
Infilo il filetto tra le natiche lasciando liberi i glutei, li accarezzo e
poi, improvvisamente le do una sculacciata decisa, violenta;
Urla sorpresa;
– Ahi!. Sei scemo?
E cerca di alzarsi.
La blocco, vado vicino all’orecchio;
– Te ne darò dieci uno più forte dell’altro e tu ogni volta dovrai dirmi
grazie.
– Per che?
Rispondo mentre parte il secondo;
– Per che mi va, voglio vedere il tuo culo rosso e voglio sentirti piangere
per me.
Comincia a singhiozzare.
Parte un terzo ceffone sui glutei, ancora più deciso.
– Ahi…
Guarda che se non dici grazie, arrivo a venti!
– Sei uno stronzo…
E parte il quarto.
Adesso piange davvero;
– Fermati ti prego…
– sai cosa dire!
E parte il quinto
– Ahi…Grazie…
– Brava.
E parte il sesto. La vedo tremare, mentre il sedere prende un colore
rossastro;
– Te ne devo dare ancora quattro per arrivare a dieci, più quattro che non mi
hai ringraziato.
– Ti prego Maurizio, mi brucia un casino.
– C’&egrave solo un modo per accorciare gli schiaffoni, se dopo il grazie
aggiungerai padrone, ogni schiaffone varrà due.
E parto con il settimo.
Un urlo strozzato, un gemito, una lacrima che cade inerte sulla mia coscia;
– Grazie…Padrone.
– Brava la mia ragazzina…
E parte l’ottavo a cercare un punto meno colpito.
Lei, ha uno scatto inguinale, lo schiaffo, &egrave calato sul perineo toccando anche
la parte alta della vagina.
– Oh Dio, ti prego fermati…Padrone,
Poi, si ricorda della frase esatta;
– Grazie, padrone…Per favore basta…
– Ne mancano solo due, resisti.
E parte il nono.
– Grazie, padrone….basta ti prego…
L’ultimo, il più violento.
– Ahi…Bastardo…Grazie padrone…
E adesso piange di brutto, singhiozzando.
Guardo il sedere violaceo, stasera farà fatica a sedersi.
Prendo dei soldi dalla tasca;
Vatti a comprare un olio ristoratore e non lavarti, voglio che senti il mio
odore in bocca e sul corpo.
Mi sta guardando con odio e ammirazione, si alza e si massaggia il sedere, si
vede che soffre, ma, &egrave orgogliosa per dirlo;
– Godi a farmi male?
Adesso mi guarda inferocita;
– No! Godo a saperti mia completamente!
Si addolcisce, si tocca il sedere, comincia a rivestirsi con cautela, ogni
volta che la stoffa le tocca le natiche fa una smorfia di dolore;
– Ho trovato un masochista bastardo e me ne sono innamorata, oh Dio, povera
me…
Mi metto in piedi, la bacio passionalmente;
– I giochi sono fatti, ormai, &egrave tardi per tornare indietro, adesso vai e
domani vieni senza slip, mi piace l’idea del tuo sedere arrossato che tocca la
sedia senza nulla addosso.
Prende e parte per uscire;
– Hai dimenticato di dire qualcosa?
Mi guarda un attimo pensierosa, poi capisce cosa voglio sentire;
– Grazie di tutto padrone, ci vediamo domani..
Non le parlo, faccio cenno di si con la testa e la guardo sparire dalla mia
visuale.
‘ Questa ragazza mi porterà alla perdizione’ poi, sorrido di gioia interna’
però che culo averla incontrata…

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