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Racconti Erotici Etero

Anime dannate 17 Dolci tentazioni

By 3 Febbraio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Di nuovo domenica, di nuovo tanta voglia di lei.
I miei ormoni impazziti sragionano molto peggio di me, purtroppo, in questo
periodo non posso fare altro.
Le ho mandato un messaggio ieri sera sul tardi, sapevo che era sola;
– Domani pomeriggio, ore tre, ti aspetto al solito Hotel’ Tal dei tali’ per
approfondire nuove discussioni.
Laconica la risposta, ma efficiente;
– Ci sarò!
Ed eccomi qui, in questa camera d’albergo con i pensieri in testa i giochi
nelle mani, il cuore in tumulto, aspettando che lei bussi.
Non un secondo di ritardo, ne uno d’anticipo, puntuale come sempre.
Apro e chiudo.
Cerco di guardare gli occhi, ancora una volta li trovo pieni di luce, di
passione.
Un attimo e scruto i vestiti.
Il mio primo pensiero nel vedere che ha un vestito lungo grigio, &egrave’ Non ha
niente sotto’, poi, noto un inizio di calze nere e parto con la fantasia.
‘reggicalze, autoreggenti? E lo slip? Perizoma, brasiliana, culotte,
niente…’
Cazzo, sono già fuori di testa e devo ancora toccarla.
Due ore insieme, forse tre.
Poco per i miei desideri, tanto confronto al solito.
Torno a guardarla, sicuramente il seno, &egrave libero da vincoli.
Le accarezzo i capelli e l’attiro a me dandole un bacio furioso e, nello
stesso tempo le faccio sentire Il sesso già in erezione..
Si stacca, &egrave felice;
– Vedo che l’attesa ti fa bene.
– Tu mi fai bene, non l’attesa.
La spingo di nuovo a scontrare i corpi, una mano licenziosa va a saggiare i
glutei, ha un fremito;
– Niente strane idee oggi, mi devo ancora riprendere…
Sorrido;
– ho altri pensieri che mi girano nella testa.
Mi sposto e le indico il letto.
La guardo civettuola, mentre muove esageratamente il sedere nell’andare a
sdraiarsi sulle coperte chiare.
Guarda che se fai la Lolita, cambio idea e ti sculaccio.
Ha un attimo di incertezza, le viene in mente quello che ha passato qualche
sera prima;
– No, grazie, padrone…
– brava la mia piccola, &egrave meglio per te se mi assecondi.
Sono davanti a lei che &egrave ancora sdraiata, le gambe penzolano inerte fuori dal
letto, mi metto tra loro e le apro divaricando le mie, lei mi segue dolcemente
aspettando di capire dove voglio andare a parare.
Il vestito forza e lega, lo sollevo mettendo in mostra le sue autoreggenti che
stringono esageratamente le cosce, una riga nera dietro le stesse a renderle
più erotiche.
La mano sale e trova il piccolo perizoma nero;
– Per quello che ho in mente io, anche questo, &egrave troppo.
Il suo sguardo, &egrave sempre più curioso, le sue gambe, sempre più aperte, le mie
carezze, sempre più lascive.
Ha chiuso gli occhi, aspetta.
Il dito supera l’ostacolo e trova il miele che sta scaldando e bagnando le sue
intimità;
– Mi piace vedere e sentire che sei eccitata per me.
Mi prende in giro aprendo gli occhi;
– Pronta come mi vuole il mio padrone…
Spingo e lei richiude gli occhi mordendosi il labbro, un leggero sospiro
accompagna il tutto.
– Togliti il vestito e anche lo slip, ti voglio come Dio ti ha fatta!
Esegue con quei suoi movimenti erotici naturali.
Il cuore saltella felice, sa cosa verrà…
Nuda, si distende di nuovo, i seni sono quasi spariti, solo i capezzoli mi
fanno capire quanto sia pronta per me:
– Chiudi gli occhi!
Esegue.
Una mano sotto il letto a cercare la prima variazione sul tema.
L’oggetto freddo appoggiato sul suo corpo la fa sobbalzare;
– Cosa &egrave?…
– adesso lo scopri…
Salgo sui piccoli seni e spingo il becco a u, subito della schiuma bianca si
riversa a coprire i capezzoli, lei geme sorpresa, continuo sino al suo caldo
fiore, immergo il beccuccio nel centro del mondo e spingo.
Sento il rumore del getto e immagino la crema bianca che si appropria dei suoi
luoghi più reconditi, poi, la vedo sbordare e uscire colando per le cosce.
Lei, ha urlato e poi ha sospirato
– Dio mio…fammi aprire gli occhi, voglio vedere.
– No! Potrai sentire!
Esco dal suo bocciolo e salgo oltre i seni;
– Apri la bocca.
Esegue;
– Di più!
La forza dilatandola.
Spingo il beccuccio e altra schiuma bianca si sparge sul collo fino ad
arrivare alla bocca;
– Pronta?
– Si…
spruzzo oltre le labbra e riempio la bocca.
Un gemito e comincia a ingoiare;
– Panna montata! Wwwwww che buona.
– Piace anche me, quindi, adesso rilassati per che ne ho tanta da mangiare e
il contenitore bollente che hai tra le gambe, l’ha in parte già liquefatta.
La bacio e seguo la linea bianca sparsa sul collo, sui seni.
Lecco con dovizia, Patrizia, fatica a stare ferma;
– Fallo fare anche a me…
– shhhhhh, per te, ho altro, resisti-
Scendo all’ombelico pieno di crema sciolta, lo avvolgo con la lingua, mentre
due dita giocano più in basso.
Un misto di umori uniti alla panna mi aspettano, scendo, prendo le cosce, le
allargo dolcemente e nello stesso tempo le tengo ferme per non fargliele
rinchiudere nel momento di massimo piacere,.
La lingua tocca e cerca, le labbra si adagiano sulle sue intimità e lei urla
contorcendosi.
– Dio, oh Dio, sto impazzendo, mi fai impazzire…
Cerca di stringere il suo piacere ma viene placcata dalle mie braccia.
– Calma, stai calma e riaffondo deciso a cercare tutto il nettare in lei.
Attacco la clitoride gonfia succhiando forte, quando la sento bestemmiare
oscenità dal piacere, la mordo facendola sobbalzare;
– Basta, basta…
Smetto solo quando la sento inerte e sconvolta dal suo violento orgasmo.
Aspetto che si riprenda.
Apre gli occhi,
– Ecco un modo incredibile per assaporare la panna montata.
La guardo compiaciuto;
– trovo sia un modo molto originale anche per mangiare la nutella.
Scendo con la mano sotto il letto, prendo e le porgo il barattolo, mi metto
con il mio sesso teso a dieci centimetri dalla sua bocca.
Guardo il mio sesso teso e poi incontro il suo sguardo, sposto il bacino
portandomi a cinque centimetri dalle sue labbra;
– Immagino tu sappia cosa fare…
Non dico altro.
Un lampo malizioso attraversa i suoi occhi.
Un dito scompare nella cioccolata e ricompare poco dopo tutto coperto.
Sento il contatto delle dita con il mio sesso, lo sento accarezzare, guardo
sotto, mi sento un negro. Quando le labbra avvolgono completamente il sesso
cominciando a cercare ogni angolo nascosto della cioccolata, mi devo appoggiare
con le mani al letto per non piegare le gambe dal troppo piacere.
Minuti difficili da raccontare, direi che tutti dovrebbero provare questa
esperienza, Patrizia, al contrario del solito, non mi sta facendo un pompino,
sta veramente gustando la sua cioccolata, gli effetti sono da infarto.
Finisce il suo pranzo nero e subito dopo le arriva in bocca la cioccolata
bianca, l’assapora e se ne nutre con la stessa passione e io muoio stremato sul
letto.
Siamo abbracciati, giochiamo, scherziamo, ridiamo, sogniamo…
Scambiamo baci voraci con altri teneri.
Le accarezzo i seni, sono appiccicosi per la panna, scendo tra le gambe, &egrave
ancora bagnata da prima;
– Girati!
Si mette subito in allarme; lo sguardo diventa serio e preoccupato;
– Avevi promesso…
– Girati!
E questa volta lo dico cattivo e deciso.
Guardo la gamba destra spostarsi e fare leva e in un attimo il mondo, &egrave
cambiato.
Le sue due lune svettano imperiose, il solco sensuale del perineo delinea il
confine;
– Rilassati.
Lei interpreta male la mia ultima frase e innalza quel ben di Dio mettendosi
in posizione per essere domata;
– Sdraiati normale e allarga bene le gambe.
Mi guarda pensierosa, non capisce cosa voglio fare;
– E chiudi gli occhi.
Appena le palpebre fanno il loro dovere nascondendo la visuale, scendo ancora
con la mano sotto il letto a prendere l’ultimo mio desiderio.
Una bottiglia di Don Perignon a suggellare l’ultimo gioco;
– Sei pronta?
– Per cosa?
– Ti fidi?
No… Non mi fido di te, ma mi piace questo mistero
Guardo le grandi labbra in fibrillazione, umide, luccicano di umori.
– Stai ferma, non ti muovere assolutamente, qualsiasi cosa senti.
– Mi fai paura…
– Prendi il cuscino e mettilo sotto la pancia.
esegue
Il sedere si &egrave leggermente alzato e il suo bocciolo, &egrave completamente alla mia
merc&egrave.
Poggio delicatamente la bottiglia oltre le piccole labbra, lei fa un tentativo
di stringere le gambe al contatto gelato, ma la fermo e spingo il liquido
freddo a scontrarsi con il caldo.
Un fremito violento, un gemito diverso, lungo, estremamente lungo, come il mio
movimento in lei:
prima di togliere la bottiglia, vado avanti e indietro per qualche centimetro,
lei si adegua e mi segue delicatamente.
La tolgo, mi metto dietro di lei, avvinghio le cosce bloccandole bene, poi, la
tiro su mettendola a pecorina e , mentre lei spaventata geme sospirando;
– No, ti prego….
Penso’In questo momento di delirio sessuale, i suoi no, sono un si nascosto’
Scendo deciso a finire e lenire i miei desideri erotici.
La lingua s’impossessa della vagina e beve il suo contenuto fino a saziare la
sete, solo i gemiti di piacere non finiscono mai.
Esploro e mi disseto fino allo sfinimento, Patrizia, ha ceduto molto prima di
me spostando l’aria con le sue mani nel tentativo vano di fermarmi.
I suoi orgasmi multipli hanno annientato le sue residue energie
– Dio mio, Dio mio…Mi stai uccidendo…
Ho continuato ancora per diversi minuti, la mia speranza, era quella di
tornare sessualmente pronto per cogliere il suo stretto pertugio e godere in
lei.
Non ci sono riuscito, l’erezione non ha seguito le mie voglie, ma, questo,
sarà un mio segreto, a lei, lascerò la convinzione di una promessa mantenuta…

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