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Racconti Erotici Etero

Anime dannate 19 Ben wa ( Rosario cinese)

By 5 Febbraio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Il nostro rapporto sta continuando con ritmi vorticosi, siamo chiaramente nel
periodo dell’innamoramento, difficile stare un giorno senza vederla, difficile
non stare dentro di lei, in un modo o in un altro.
Sono le dieci del mattino, ovviamente siamo in ufficio, la chiamo;
– Patrizia, vieni un attimo da me, grazie.
Lei bussa, entra con quel piccolo gennellino di jeans e io devo trattenermi
per non saltarle addosso.
Intelligente fare quei vetri oscurati nell’ufficio, in queste settimane me li
sono pagati alla grande con lei.
Entra felice, mi fa la lingua, poi, scatta a saltarmi tra le braccia
rischiando di farmi cadere per la sorpresa.
Afferro il suo corpo e lo tengo stretto l mio, ne palpo le rotondità piene
desiderabili da morire.
La stacco a fatica;
– Stamattina, ho bisogno che tu faccia un sacco di giri, oltre che al catasto
devi andare anche da diversi clienti.
– Va bene capo e fa il segnale militare.
La guardo serio, gli occhi decisi.
Lei, ha un attimo di smarrimento, poi, pensa di avere capito, abbassa
leggermente la testa, prende un atteggiamento remissivo,
– Va bene, padrone…
‘ Mi fa impazzire, quando fa così, mi fa letteralmente andare fuori di testa!’
Salgo con la mano sul pube, lo trovo leggermente umido, l’accarezzo per
aumentare il suo desiderio, lei chiude gli occhi e stringe le cosce cercando di
stare in equilibrio.
Sono passati un paio di minuti, il dito che sto guardando, mi conferma quanto
sia eccitata;
– Rimani ferma!
Vado al cassetto e tiro fuori un rosario cinese, torno da lei;
– Apri…
Lei, si dischiude tenendo lo sguardo basso.
Prendo le piccole palline e le inserisco una a una facendola dondolare col
corpo, sta cercando di assimilarle.
Finisco l’operazione erotica;
.- Adesso stringi le cosce al massimo e sistemale senza intervenire con le
mani.
Mi guarda, gli occhi languidi, la curiosità per il nuovo gioco, si muove
piano, prima a destra, poi a sinistra, lo fa diverse volte, stringendo e
allargando le gambe.
Aspetto ancora un minuto, alla fine si ferma e mi guarda;
– A posto?
– Si…
– Bene, prendi i plichi e vai a fare i tuoi giri, ci vediamo stasera alle
sette! Cerca di camminare il più possibile, capirai il per che facendolo.
– Devo stare fuori fino a stasera?
– Si! E trova una scusa per fare più tardi stasera.
Mi sorride felice, sa che il ritardo equivale a sesso amore: per lei, questo,
&egrave sufficiente per stare bene tutta la giornata.
Si gira di centoottanta gradi;
– Parto signore…padrone…
Sculetta più del necessario per intrigarmi.
Vedo quel ben di Dio chiudere la porta e mi stravacco sulla poltrona a peso
morto, sono con una evidente erezione solo al pensiero, sarà dura arrivare
senza di lei a stasera.
Le ore passano noiose, mi sono buttato a capo fitto nel lavoro.
Mi fermo a prendere un caff&egrave, sono quasi le undici, prendo il cellulare e le
mando un messaggio;
– Ciao piccola, come butta?
– Sto camminando come mi hai chiesto, dove hai scovato questo aggeggio
infernale?
– Ti piace?
– Mi fa morire, sono perennemente eccitata…
– Ottimo, era quello che volevo.
– Non avevo bisogno di quello, bastavi tu.
– Ok, ci sentiamo più tardi.
– Ok, padrone…
Non ho ben capito se si sta abituando all’idea di chiamarmi così, ho se mi
prende per il culo.
Lascio perdere e me ne torno a lavorare, o perlomeno ci provo.
Ora di pranzo;
La chiamo;
– Dove sei?
– Sto andando a casa, se ci arrivo…
Rido;
– Così difficile da gestire?
– Non &egrave difficile, &egrave delirante, sono in perenne eccitazione da quando sono
partita: ogni tanto mi devo fermare per riprendermi e non venire per strada.
– Dai piccola, vedrai che stasera mi scopi di brutto.
– Ancora? Ti ho già detto che non ho bisogno di questo, lo sai quanto ti
desidero.
– Si, lo so, ma mi piace giocare con te e farti provare nuove esperienze.
– Ah, se &egrave per quello, non mi fai certo annoiare.
– Ok, ci sentiamo nel pomeriggio e ricordati di non godere, fermati sempre un
attimo prima.
– Ok boss, padrone…
Questa telefonata mi ha eccitato di nuovo, meglio andare a riposare un oretta.
Naturalmente non dormo e i pensieri sono sempre quelli, non vedo l’ora che
arrivino le sette.
Alle due riunione ufficio.
Alle quattro, messaggio;
– Viva?
– Per poco. Sto facendo tutte le panchine del parco e tutti sci scalini che
trovo per strada, sono in uno stato indecente.
– Resisti, manca poco.
– Ci provo…
– Brava piccola, a dopo.
Impegni e lavoro, sono le sei, la chiamo;
– Dove sei?
– Sono al bar che aspetto di fare le sette, non posso più permettermi altri
movimenti…
– Quale bar?
– Quello di fronte all’ufficio.
– Allora vieni su, inutile che rimani li.
– Ok, salgo.
Alle sei e cinque, &egrave davanti a me.
Trafelata, &egrave dire poco, ha uno sguardo allucinato, un espressione sconvolta,
tiene stretta le cosce, rimane immobile.
– Come Va?
– Se non mi togli questo affare e non mi scopi subito, cado per terra e muoio.
Cerco di stare serio, ma, mi scappa da ridere, la prendo tra le braccia e la
bacio passionalmente.
La mano destra sale sotto la gonna e trova un lago
– Adesso, &egrave presto ci sono i tuoi colleghi di la.
– Non me ne frega niente, sto scoppiando!
Cerco qualcosa per cercare di farla stare zitta quando si lascerà andare al
suo giusto premio.
L’unica cosa che trovo di decente, &egrave un pezzo di gomma morbida, ovale, glie lo
metto in mano;
Mettilo in bocca e mordi quando sarà il momento di godere.
Mi guarda dubbiosa.
– Abbi fiducia, sarà talmente forte che vorrai gridare ai quattro venti il tuo
piacere, o preferisci dopo le sette?
Non mi risponde, prende la gomma, allarga la bocca e lo inserisce
stringendolo, si sposta verso il tavolo, lo libera di ogni oggetto, vi sale e
apre le cosce indecentemente.
Appena mi avvicino a lei, mi slaccia i calzoni, l’aiuto a fare più in fretta,
inutile dire che sono infoiato dal desiderio.
Appena libero, entro delicatamente senza togliere il rosario cinese, il
contatto, lo spazio stretto, il movimento che si crea, la fanno gemere di
continuo, sta stringendo violentemente il pezzo di gomma, piccole gocce di
sudore sulla fronte, le sue mani attorno al mio collo, il bacino che trema e
cerca.
So cosa sta provando, me l’ha raccontato precedentemente qualche mia amica che
ha provato lo stesso gioco.
Improvvisamente, il vulcano esplode.
Un tremito continuo, sospiri e gemiti smorzati.
Vorrei resistere e durare ancora, vorrei oltrepassare il limite dei limiti.
Troppo tempo, &egrave passato da stamattina, troppa voglia repressa, lei rimane
inerte a penzoloni sul mio corpo, io, mi perdo in lei cercando la sua bocca
impedita dal pezzo di gomma per non urlare a mia volta.
Non so cosa sto baciando, so però, come sto venendo…
fortuna che dopo potrò pregare sul rosario…

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