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Racconti Erotici Etero

Anime dannate 20 bis Luisa

By 6 Febbraio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Luisa, stava piangendo in sala sulle spalle dell’amica Patrizia.
Era domenica e Maurizio stava lavorando alla moto in garage.
– Cazzo, non ne posso più. Paolo mi chiede troppo e questa situazione mi sta
sfuggendo di mano.
– E allora reagisci!
– Facile dirlo…Io lo amo.
– E lui se ne approfitta per farti fare cose che non faresti mai, se ti
volesse veramente bene, non ti darebbe in pasto agli avvoltoi.
– Ho provato a dirglielo che non mi piace, ma, lui dice che &egrave il mio modo per
dimostrare che lo amo davvero, che a lui piace farlo con mille varianti.
– Si, ma sono tutte varianti sulla tua pelle, hai detto che l’esperienza a tre
ti ha sconvolta.
– Accettare quella esperienza, &egrave stata veramente dura, oltre che molto
dolorosa.
– Immagino.
– No, ti assicuro che non si può immaginare, devi provarla per capirla, ti
sembra di essere lacerata, il piacere se arriva, arriva molto tardi.
– Non ci tengo a fare questa esperienza.
– Neanche io ci tenevo.
– E allora digli che non ne vuoi più sapere.
– Ci ho provato, ha detto che mi lascia.
– E tu fatti lasciare.
– Non posso, sono veramente cotta di quel bastardo!
Patrizia tornò col pensiero a quello che stava vivendo con il padre di Luisa,
in effetti anche lei aveva fatto e permesso a maurizio di profanare il suo
corpo in tutti i modi, ma, la differenza, era che a lei piaceva farsi portare
nel mondo dell’erotismo con tutte le sue sfaccettature: Maurizio, era un ottimo
maestro e lei non solo lo amava,ma, addirittura, lo venerava.
Non vedeva l’ora che fosse lunedì per andare in ufficio, chissà se lui aveva
già preparato qualche gioco nuovo.
Certo che un rapporto a tre, lei, non l’avrebbe accettato!
Tornò a Luisa.
– Devi decidere, o lo segui con tutti i suoi problemi o lo molli.
– Non ce la faccio…
– E allora rassegnati ad accontentarlo.
– Sai cosa mi ha chiesto adesso?
– Dimmi.
– Se conosco un amica che voglia fare un gioco a tre…
Patrizia, rimase interdetta per qualche secondo;
– Non dirmi che hai accettato di trovare qualcuna per lui.
– Ho provato a resistere…
– E come &egrave finita?
– Lui ha fatto il tuo nome, ha detto che sei molto carina e saresti la ragazza
perfetta.
– Quello, &egrave fuori di testa!
– Ti prego Patrizia, siamo amiche da sempre… sono disperata.
– Tu sei fuori! Io in questa faccenda non posso aiutarti!
– Ti prego Patrizia…
– Assolutamente no!
Luisa, guardò Patrizia negli occhi, aveva smesso di piangere.
– Non farmi fare cose che non vorrei mai fare…
Patrizia si allarmò immediatamente, il discorso stava prendendo una brutta
piega.
– Cosa intendi?
– Se non mi aiuti, sarò obbligata a dire tutto a mia madre.
Patrizia, rimase in silenzio aspettando di capire dove volesse andare a
parare Luisa, ma temeva di avere capito.
– So di te e mio padre.
Ebbe un sussulto, cercò di negare;
– Cazzo dici?
– Dai Patrizia, all’inizio non volevo crederci neanche io, &egrave stato Il mio
ragazzo Paolo a farmelo notare. Non ci credevo lo stesso, poi, l’altro giorno,
pre dimostrarmi che aveva ragione, abbiamo deciso di seguirti e quando sei
salita in moto con mio padre per poco svenivo. Vi abbiamo seguiti alle Grazie e
voi avete avuto la bella idea di scopare sulle scale che porta al santuariodove
tutti potevano vedervi.
Patrizia, torno con il pensiero a rivivere il momento
Rimase zitta.
Luisa continuò;
– Guarda.
Tirò fuori il cellulare, fece partire un piccolo video dove si vedevano due
amanti fare sesso, erano chiaramente loro, sbiancò
– Non ti avevo detto niente per che avevo visto che eri felice e anche mio
padre, era molto più disponibile nei miei confronti
– E adesso mi ricatti così?
– Dai Patrizia, anche Paolo ha filmato se non lo faccio io, il casino lo tira
fuori lui e sarebbe ancora peggio. Si tratta di una sola volta, lo facciamo
contento e dimentichiamo tutto
– Io non mi piego a questo ricatto!
– Allora non mi lasci scelta.
– Mamma!. Mamma!
Patrizia, capì che tutti i suoi sogni sarebbero svaniti in un secondo:
– Aspetta.Va bene, hai vinto…
arrivò la mamma;
– che c’&egrave?
– Volevo dirti che oggi io e Patrizia mangiamo fuori, può essere che faremo
tardi.
– Va bene e state attente a non fare stupidaggini in giro.
Cinque ore dopo, alle cinque circa, Patrizia saliva nell’appartamento dove
l’aspettavano Paolo e Luisa.
Si era vestita casta, anche se sapeva che non sarebbe servito a niente, almeno
mentalmente, lei, aveva fatto di tutto per non cedere.
Suonò.
Luisa, era davanti a lei, le parlò sottovoce per non farsi sentire dal
ragazzo;
– Mi dispiace…
La fece entrare e chiuse la porta.
Si guardò attorno per capire dove era;
Tutto sembrava regolare, un bilocale classico.
Incontrò per la prima volta Paolo, l’aveva visto solo in foto, notò subito gli
occhi, erano intensi, l’insieme, era da duro, con riflessi cattivi.
Un tavolo al centro, un divano letto all’angolo, alcune sedie.
Paolo, guardò Luisa;
– Sai cosa fare
luisa, prese la mano di Patrizia e la portò al tavolo, la fece appoggiare con
i fianchi e cominciò a sbottonarle la camicetta bianca.
L’istinto, fu di fermarla, alzò la mano, ma, venne bloccata da Luisa;
– Ti prego…solo una volta…
Chiuse gli occhi e cercò di rilassarsi.
Quando sentì le dita di Luisa spostare il reggiseno e poi, giocare con i
capezzoli, ebbe un brivido.
Mai nessuna donna a parte sua madre, aveva toccato il suo corpo.
In breve tempo, sotto i tocchi leggeri di Luisa, i capezzoli di Patrizia si
erano induriti.
Cercò di non pensarci, era normale quella reazione.
Divenne molto più nervosa quando cominciò a giocare con i suoi jeans.
Pochi movimenti e sentì i bottoni liberare la stretta stoffa attorno al corpo,
e poi, quel senso di libertà.
Continuò a tenere gli occhi chiusi anche quando sentì le dita di lei sfiorare
lo slip.
Non avrebbe voluto, ma, quando Luisa insinuò un dito a cercare il suo
desiderio, lei, era bagnata.
Cercò di non pensare a quello che le stava facendo, ma, era impossibile,
Luisa, aveva l’esperienza e la dolcezza di una donna.
‘Tutto un altro tocco da quello di un uomo’
Sentì la voce di Paolo;
– baciala!
Subito dopo, labbra umide sulle sue.
Lei non aprì la bocca, era sconvolta da quel tentativo così intimo e perverso
Luisa si avvicinò al suo orecchio,
– Ti prego, ti prego, aiutami a farla finita…
E tornò sulle sue labbra.
Questa volta, la fece entrare in lei: le lingue si toccarono e cominciarono a
cercarsi.
Sotto, tra le sue cosce, il rigagnolo, era diventato un fiume in piena.
Cominciò a respirare più pesantemente.
Cercò di non fare trapelare la sua eccitazione, ma, tutto, era troppo palese.
Le gambe, sotto l’attacco delle sue intimità, si erano divaricate
spontaneamente, adesso, luisa, stava torturando il suo fiore con malizia e
insistenza.
Quando sentì un gemito strozzato di Luisa, aprì gli occhi.
Paolo, stava dietro luisa e la stava scopando come un forsennato;
– Leccagliela!
Luisa, tolse le dita, si piegò in avanti, fece salire patrizia sul tavolo e
cominciò a seguire le spinte del focoso amante dando ritmo alla lingua.
Si sentivano chiaramente i gemiti spegnersi dentro di lei.
Luisa, con la lingua sapeva dove andare, in breve la portò a uno stato di
eccitazione che non avrebbe mai voluto avere.
Incontrò gli occhi di Paolo, riconobbe la depravazione e vide la sua
soddisfazione per quello che stava accadendo.
Chiuse di nuovo gli occhi per non cadere nell’oblio del desiderio.
Passarono un paio di minuti interminabili di puro sesso, poi, improvvisamente,
la lingua di Luisa smise di giocare con lei, il tempo di qualche secondo e
qualcosa di ben più sostanzioso, era dentro di lei.
Sobbalzò all’intrusione, aprì immediatamente gli occhi,
– Nooo, non voglio…
Ma sapeva che era l’inevitabile conseguenza del gioco.
Lui la guardava, gli occhi pieni di lussuria: Luisa, si era messa di lato e le
teneva una mano accarezzandogliela in segno di conforto e approvazione.
Lui, aspettò un attimo che il sesso fosse ben piantato in lei, poi, cominciò a
scoparla selvaggiamente facendola urlare.
Smise di urlare solo quando sentì il calore della bocca di luisa riportarsi in
lei.
Paolo, era dotato più o meno come Maurizio, anche la lunghezza, era simile, la
differenza stava nella brutalità.
In quel momento, lei, era solo un oggetto dove sfogare i propri desideri.
Ben presto lo sentì ansimare e poi gridare il proprio piacere eruttando dentro
di lei la sua lava bollente.
Trenta secondi e tutto era finito.
Lui si portò sul divano letto e si distese, si accese una sigaretta e fece
cenno a luisa di raggiungerlo.
Lei andò al suo fianco lasciando patrizia ancora ansimante, lui le fece un
cenno ben chiaro e lei, abbassò il viso sul sesso di lui e lo avvolse con il
suo calore.
Patrizia, era ancora distesa sul tavolo, stava recuperando le energie, aveva
cercato di resistere alla mareggiata che l’aveva travolta, ma, inutilmente.
Mai avrebbe voluto provare piacere, ma, si trovò sconfitta.
– Vieni anche tu!
Senti la voce di paolo, si girò e vide la sua amica che gli stava facendo un
pompino.
– No!
– Forza, muoviti o sono guai.
Valutò i rischi e le conseguenze, ormai, il più, era fatto.
Si alzò e si adagiò a fianco di patrizia.
– Datti da fare!
Era schifata e ammaliata nello stesso tempo.
Luisa uscì da lui lasciando spazio, lei, non potette fare altro che continuare
quello che la sua amica aveva iniziato, prese tra le labbra il sesso di paolo e
cominciò a fare il suo avanti e indietro.
Ben presto il membro di Paolo, era di nuovo eretto e pronto a fare la sua
guerra, aveva solo da scegliere come sfogare il suo piacere
– Fatemi venire insieme!
Le due ragazze si guardarono un attimo, ormai succube della situazione.
La prima a leccare, fu Luisa, Patrizia si adeguò al posto libero rimasto.
Due minuti dopo uno zampillo schizzava al cielo.
‘Finalmente, &egrave finita’. Pensò Patrizia.
‘Ci sarà da divertirsi,’ pensò Paolo, guardando verso la telecamera nascosta.

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