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Racconti Erotici Etero

Anime dannate 20 destinazione paradiso

By 6 Febbraio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono passate settimane dall’inizio del rapporto con Patrizia, lei, nel
frattempo , ha fatto pace con il suo ragazzo.
Le novità sono presso che finite.
Il seguito logico della storia sarebbe stato portarla a rapporti estremi tipo
bondage o altre situazioni tipo trio, scambio di coppie, schiavitù sessuale!
Nei miei pensieri iniziali, molte di queste fantasie, erano passate libere.
La sto guardando dal vetro.
Quello che provo, &egrave andato altre al solo gioco sessuale, al solo divertimento,
al solo sentirsi padrone della situazione.
Patrizia, rimane bella, giovane e disponibile.
Oggi, sarà l’ultima volta che staremo insieme.
Tutto, ha un inizio e tutto, ha una fine.
Sto cazzo di parola ‘Amore’ &egrave pesante come un macigno.
Le ho chiesto di restare stasera dopo l’orario d’ufficio..
Ogni cosa che faccio o discuto oggi, &egrave un tormento.
Evito di chiamarla per tutto il giorno, non posso evitare di guardarla per
tutto il tempo.
‘ Pesce lesso’ Un povero deficiente innamorato di una più giovane.
Ok , sono le sette, il mio ultimo gioco erotico, &egrave pronto per lei.
Patrizia finge di uscire insieme ai colleghi per non destare sospetti, cinque
minuti dopo, &egrave li davanti a me.
Un gesto affettuoso ad accarezzarle il viso, un passo oltre il tempo e un
bacio quasi casto.
Lei, ci mette più foga, non capisce quel comportamento mellifluo, non mio.
Si stacca e mi guarda con occhi interrogativi;
– Sei malato?
Sorrido;
– No…
– Non ne hai voglia?
– Ma no…
Quella domanda, mi fa pensare che &egrave la prima volta che non l’accolgo con un
erezione evidente.
Mi lancia uno sguardo passionale;
– ci penso io…
La mano scatta decisa sui calzoni, sfrega esternamente per pochi attimi, segue
il rumore della cerniera, la libertà del sesso, la testa che scende, la bocca
che cerca, le labbra che trovano, la lingua che spazia…
Patrizia, &egrave diventata veramente brava, nessuno che sia normale, potrebbe
resistere a quella sequenza.
Io sono normale.
Le metto le mani sui capelli e mi perdo nel suo ritmo propiziatorio di un
bellissimo piacere.
I miei sospiri, sono la sua fonte di soddisfazione.
Lascio che continui usando tutte le sue armi e quando sento che sono pronto,
la fermo.
La prendo in braccio e la adagio sulla poltrona, le faccio mettere le gambe
sui braccioli facendola divaricare esageratamente le parti intime.
La guardo, pronta, disponibile, eccitata, umida dei suoi umori.
Aspetta il mio sesso.
Mi alzo un attimo, vado al cassetto dentro, ci ho messo l’ultimo gioco e
l’ultimo regalo; lo prendo, mi giro verso di lei e lo sistemo.
Per la prima volta, ho indossato un anello vibrante: non ne ho mai avuto
bisogno, ma, voglio fare questa nuova esperienza con lei.
La sensazione nuova, stimola anche il mio piacere.
Immagino quando la clitoride verrà solleticata e stimolata.
Patrizia mi guarda ansante, ha seguito l’operazione;
– Di questo ne ho sentito parlare, dicono che sia molto soft e eccitante.
Lo dice con voce suadente, calda, quasi sussurrata.
– Adesso lo scopriamo insieme…
Mi avvicino, mi piego in ginocchio, avvicino il sesso a cercare il caldo e
salgo a baciare la mia piccola ragazzina ribelle.
Il movimento verso l’alto del busto porta inevitabilmente al contatto fisico
delle intimità, quando le bocche si uniscono in un bacio profondo, sotto, il
sesso entra facilmente trovando luoghi pronti ad attenderlo.
In queste settimane, il fiore di Patrizia si &egrave abituato alle mie dimensioni e
non ci sono più sobbalzi di sorpresa, ma, solo strette di piacere reclamati e
desiderati.
L’anello vibra toccando la clitoride.
– Oh dio, questo, &egrave sublime…
Mi sussurra appena ha la bocca libera dai miei baci.
– Mi sembra che mille labbra mi stiano baciando e leccando, &egrave pazzesco…
Stringe le cosce ad avvolgere al massimo i corpi.
Tengo un ritmo dolce lasciando che l’anello faccia quello per cui &egrave stato
inventato.
Patrizia, comincia a ancheggiare, &egrave il primo segno del suo avvicinarsi al
piacere.
Le unghie s’impossessano della carne e sfregiano la pelle: quante volte a
casa, ho dovuto trovare scuse per questo suo modo di sentirmi suo.
Comincio a essere più deciso, involontariamente, più violento.
Lei alza la voce, adesso oltre ai sospiri intensi, geme nel suo crescendo.
– Oh Dio, che bello, &egrave stupendo…
ha gli occhi chiusi, &egrave persa nel suo piacere.
Cerco di fermarla, rallento quasi a bloccare l’azione;
– No, ti prego Maurizio, non ti fermare, &egrave troppo bello.
– Va bene piccola.
Le metto le mani sotto il sedere e spingo deciso facendola urlare per la prima
volta, poi, la scopo veramente fino al possibile del mio corpo.
Trenta secondi di passione pura, senza limiti, solo sesso per dare piacere,
dove non pensi a niente e non chiedi niente, lasci che i corpi si scontrino e
facciano la loro guerra.
Trenta secondi dopo, distrutti, sfiniti, appagati.
Ancora uniti. I sudori si sono incontrati e salutati.
Il fiato sta tornando, mentre lei mi accarezza i capelli appagata.
Scivolo sul corpo per adagiarmi all’entrata del suo piacere, la guardo un
attimo, capisce cosa sta per succedere.
m’immergo in lei con la lingua.
Le mani avvinghiate alle cosce.
Non la sto leccando, la sto scopando con la lingua!
Lei, come scossa da corrente elettrica, comincia a divincolarsi, il sedere
bloccato sulla poltrona, cerca spazi nuovi per scappare da quell’attacco
selvaggio.
Mi dirigo alla clitoride e trovo il bottoncino duro, lo stringo leggermente
con i denti, poi, al suo;
– Oh dio, fermo, fermo…
la lascio libera.
Quando la sento rilassata, entro e succhio ferocemente la clitoride.
Uno scatto fisico a scappare, le gambe impazzite alla ricerca della testa per
cercare di fermare il movimento maniacale e la pressione del piccolo pezzo di
carne.
Stavolta non lascio, le mani scendono tra le cosce, cercano la carne tenera
che protegge il paradiso, ne forzano l’apertura per dare spazio a più bocca e
la guerra continua.
Abbandonata e sconfitta, geme a alta voce.
Frasi mischiate a sospiri, scatti uniti a imprecazioni, frustrazione della
prigionia a leggero dolore.
Tutte sensazioni intense.
I suoi no, diventano si sussurrati, gli occhi stretti, le mani sui capelli a
stringere.
Difficile tenerla ferma nel momento che il paradiso spalanca la porta.
Difficile spiegarle il poi, il per che.
L’accompagno nel suo urlare.
L’accompagno nel suo venire.
L’accompagno nel mio lasciare.
Tutto, ha un inizio, tutto, ha una fine.
Lo sapevo, l’ho sempre saputo.
Grazie di tutto Patrizia-

Ps, questo doveva essere l’ultimo capitolo per me.
Ho messo un 20 bis dove inizia un intreccio più cruento e complicato dove si incroociano i destini dei vari personaggi.
ditemi la vostra opinione.

PS desidero ringraziare tutti i lettori che hanno seguito l’evolversi della
storia con pazienza e partecipazione e, in particolare, coloro che mi hanno
scritto per esprimere le loro sensazioni, o segnalare eventuali errori.
Grazie di nuovo.
f

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