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Racconti Erotici Etero

Anime dannate 21 Discesa all’inferno

By 7 Febbraio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Patrizia, era sconcertata, disorientata, incazzata con se stessa per la sua’
incredibile ingenuità.
Erano passati tre giorni dall’incontro a tre in casa di Paolo, il ragazzo di’
Luisa.
Maurizio, l’aveva coccolata e amata nel suo studio sia lunedì che martedì era’
completamente appagata sessualmente, anche se lui non voleva sentirlo dire,’
per lei, era amore.
Tutto sembrava mettersi a posto e improvvisamente sul suo PC, lei nuda ripresa’
di schiena che giocava col sesso di Paolo.
‘Cazzo! Cazzo! Cazzo!’
‘Che stupida fidarsi di quel porco..’.
Una semplice scritta sotto la foto.
– Ti aspetto alle cinque a casa mia, da sola e vestita da troia quale sei.
Firmato semplicemente P
‘Cazzo! Cazzo! E adesso cosa faccio?’
Erano ore che cercava una soluzione.
Non sapeva come uscirne, di dirlo a Maurizio non se ne parlava, come poteva’
spiegargli che aveva scopato con Paolo e si era fatta leccare la fica da sua’
figlia?
‘Cazzo! Cazzo! ‘Che situazione di merda!’
Doveva prendere tempo, ma, tempo non ce ne era.
Trovò una scusa con Maurizio per uscire prima.
Alle cinque, era alla porta di paolo.
Busso mestamente.
Questa volta, aprì lui.
La prese per un braccio, la spinse all’interno e rinchiuse la porta.
Nessuno era intervenuto a salvarla, non era come nei film, nessun eroe, era’
arrivato.
Lui, andò sul divano letto, allargò le gambe indecentemente, si mise una mano’
sopra i calzoni all’altezza del sesso;
– Vieni qui!
Non era una richiesta, non c’era trattativa, era un ordine.
Mogia, con la testa abbassata, si avviò verso il suo carnefice.
Paolo, era entusiasta, quella ragazza, se ben gestita, le avrebbe permesso di’
fare un pacco di soldi, si trattava solo di muoversi con cautela senza forzare’
troppo la mano, doveva renderla mansueta, portarla a diventare una buona’
giumenta da monta. Con il fisico che si trovava, avrebbe fatto perdere la testa’
a un sacco di amici pieni di soldi, aveva il viso da bambina e lo sguardo da’
verginella, il massimo per i viziati che conosceva
Prima doveva svezzarla bene, abituarla alla sottomissione e a eseguire gli’
ordini, poi, il resto sarebbe stato facile.
Avrebbe incrinato le sue sicurezze’ e poi infranto le sue certezze.
Patrizia, abbassò la cerniera tirando fuori il sesso teso, le lacrime’
bagnarono la pelle dell’uomo nel momento che’ le labbra si stringevano e la’
bocca cominciava a succhiare mimando una vagina stretta e calda.
Non avrebbe voluto…Non voleva…ma, come uscirne?
Sentì la mano di lui che spingeva la nuca a farlo entrare ancora di più;
– E questa volta nessun schizzo per aria, vedi di fare un pompino a regola’
d’arte.
Non c’era dolcezza ne amore, ne sperava di trovarne.
La sua bocca, era lo strumento finale del piacere e lui la stava usando’
oscenamente.
Più di una volta aveva cercato di farlo smettere per prendere aria e fermare’
gli inizi di nausea’ che stava provando e lui, invece, la obbligava a stare’
ferma completamente piena, anzi, spingeva il bacino mettendola in estrema’
difficoltà;
– Ti dico io quando puoi fermarti! Non sei qui per giocare, perciò, muovi’
quella bocca e stringi bene il cazzo, deve risultare il miglior pompino’
dell’anno. E usa anche le mani!
Lo fece, cercò di fare il meglio per farlo smettere in fretta, cercò di usare’
tutta la sua poca esperienza, cercò di ricordare cosa faceva con maurizio e’
cosa gli chiedeva di fare.
La logica conseguenza del suo impegno, rimase nella sua bocca:caldo,’
vischioso, salato, ingombrante.
Deglutì senza mai smettere di piangere.
Aspettò che lui si calmasse e fece per alzarsi.
Lui la bloccò;
– Lo dico io quando devi smettere, riportalo in tiro, forza troia!
Lo guardò per un attimo con odio, ne aveva molto da dare.
Cinque minuti dopo, tutta sudata, aveva ottenuto quello che voleva, lui, le’
prese le mani e le strinse forte a se bloccandola, poi, le parlò;
– Ho saputo da Luisa che gli hai detto che doveva lasciarmi, che ero un porco,’
che certe cose tu non le faresti mai…
e sorrise.
In quel momento, Patrizia senti due mani che le accarezzavano le cosce sotto’
la mini e poi, subito dopo, lo slippino lacerarsi.
Uno strappo violento che la’ fece urlare di dolore;
Paolo la tenne ferma;
– Urlerai per ben altri motivi…
Cercò di girarsi, ma, venne fermata da qualcuno, subito dopo cominciò a urlare’
per davvero.
Qualcosa di enorme stava risalendo per la sua fica.
Cercò di divincolarsi, ma, tutto risultò inutile.
– Rilassati ragazzina, se non vuoi farti troppo male, &egrave meglio che partecipe.
– La prego signore, mi sta spaccando, la prego, si fermi…
Piangeva per tutto, la situazione, era veramente da pianto.
Paolo guardò l’uomo alle spalle di Patrizia che si era fermato un attimo per’
farla abituare alle dimensioni esagerate del suo sesso;
– Ti ho detto di fermarti?
E l’intrusione ricominciò.
– Dio mio no…basta, vi prego,basta…
Infine senti lo scroto appoggiarsi al pube, capì che la sofferenza della’
dilatazione, era alla fine.
Quando l’uomo dietro di lei, decise che era ora di muoversi in lei, sbuffò’
come una giumenta impazzita.
Era enorme, non era possibile esistesse un sesso del genere.
Cercò di allargarsi al massimo, pregò che la sua vagina si adattasse e si’
bagnasse oltre il dovuto, ma, tutto era inutile.
– Basta, vi prego, non ce la faccio più, faro tutto quello che vuoi, ma, fallo’
smettere…
– Brava ragazza, così mi piaci. Lasciala stare.
Il negro usci da patrizia mettendosi a sedere, aspettando nuovi ordini.
Patrizia, era distrutta fisicamente, sentiva un male pazzesco, si girò per la’
prima volta libera e guardò il bestione seduto, era enorme sia lui che il suo’
sesso, una cosa fuori da ogni logica.
Nel frattempo, Paolo si era alzato e aveva tirato fuori da un armadio un fallo’
di plastica di misure normali e lo aveva fatto aderire al pavimento con una ventosa
Si rivolse a lei,,
– Salici sopra e scopalo,
– Ma…
– Niente ma, fallo e basta!
Lei, era incerta,
– Vuoi un altro po di Mandingo?
il nero fece per alzarsi.
Il dubbio le passò subito, si mise in ginocchio e si avvicinò al pezzo di’
plastica a forma di membro, gli salì sopra e si lasciò andare,
– adesso scopatelo!
Patrizia, era tutta sudata, quel finto sesso scivolava facilmente in lei, non’
capiva il senso di quella perversione, ma, non aspettò molto per sapere.
Lui, le andò alle spalle e la fece piegare il più possibile verso il pavimento’
facendole penetrare al massimo il fallo di plastica;
– Hai criticato la tua amica per avere fatto sesso in tre e gli hai detto che’
tu non l’avresti mai fatto. Avevi ragione, tu lo farai con questo.
Prese il miele che usciva dal suo fiore e lubrificò con quello il suo stretto’
tunnel..
Il nero, nel frattempo si era messo davanti a lei e la teneva ferma nella’
posizione spingendole sulla schiena obbligandola a mantenersi’ impalata e a’
inarcare il sedere verso il cielo.
Quando fu supina al punto giusto, Paolo poggiò il sesso allo stretto pertugio’
e spinse.
L’urlo che ne uscì dalla sua bocca, era deforme come il suo corpo in quel’
momento.
Si sentì completamente spezzata in due.
Avrebbe voluto abbassare il bacino a quella penetrazione dolorosa, ma era’
bloccata dal fallo di plastica e dal negro.
Sentì chiaramente il contatto dei due sessi tra la piccola pelle neutra.
Paolo la stava sverginando per la seconda volta.
Solo maurizio prima di lui, ma, con diversa violenza.
– Bella stretta, proprio come piace a me!
Uscì del tutto per poi rientrare completamente e lo fece diverse volte;
– Vediamo se andrai a raccontare alla tua amica di questa esperienza.
Diede un ultima stoccata più profonda, mandingo dovette usare la forza bruta’
per tenerla ferma in posizione, infine, paolo, cadde disteso sulla sua schiena.
Rimase in quella posizione per diversi secondi, il peso la obbligava a sentire’
completamente il fallo di gomma, ma, quello non era un problema.
Usci da lei.
– Brava ragazza, te la sei cavata discretamente, hai ancora da imparare a’
gestire la situazione, ma, vedrai che ti abituerai. La sciala alzare!
Si ritrovò libera, uscì dal fallo e cercò di alzarsi, tremava tutta, Mandingo
la tirò su.
Non riusciva a camminare, un dolore pazzesco tra le cosce.
– Falla sdraiare un poco.
Fu aiutata e portata sul letto.
Il peggiore dei peggiori stupri, era niente in confronto a quello che lei’
sentiva di avere subito.
– Domani ti mando qualche foto di questa giornata, adesso rivestiti e togliti’
dai piedi che tra poco viene la tua amica a prendere la sua razione di cazzo!

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