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Racconti Erotici Etero

Anime dannate 23 Paolo, il reclutatore

By 10 Febbraio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Trentadue anni, viso d’angelo quello tipico che faceva perdere la testa alle
ragazze, sfrontato, deciso
duro, sguardo cattivo.
L’uomo giusto al posto giusto.
La scelta del clan Branzina.
Il suo ‘ lavoro’ consisteva nel selezionare e preparare brave ragazze al
lavoro da strada o d’appartamento.
Non le solite puttane.
Il progetto, era farle partecipare con assoluta obbedienza senza ammazzarle di
botte.
Niente straniere, gli italiani, amavano le italiane.
Cinque anni in carcere per tentata estorsione, lo avevano indurito ancora di
più.
Sin da ragazzino si era accorto che le donne impazzivano per lui.
Aveva cercato di sfruttare questo vantaggio.
Frequentava le discoteche in cerca di carne fresca.
Quella sera, aveva visto due ragazzine sui venti anni che sculettavano come
pazze sulla pista, tutte e due interessanti, aveva optato per la mora con i
capelli alla Valentina solo per che muoveva più passionalmente il culo.
Si presentò e le offrì da bere, vide subito che aveva fatto colpo.
Mezzora dopo la limonava sul divano,
– Luisa, &egrave un bel nome.
Si scambiarono i cellulari con la promessa di sentirsi.
Il primo passo, era fatto.
Il secondo, era di conoscere il suo ambiente, il suo territorio, doveva essere
sicuro di potere agire senza ostacoli.
La seguì di nascosto per diversi giorni.
Scoprì che il padre lavorava come commercialista in un suo studio.
Notò la madre, una discreta donna sulla quarantina tutta casa e chiesa con
l’unica distrazione della palestra.
‘ Se ho tempo ci faccio un giro con questa, mi sa tanto di vergine smarrita’
Unica figlia Luisa.
Aveva capito subito che era una ribelle’ bene, questo mi faciliterà i compiti,
non ha orari e gestisce il suo tempo come vuole’
Tutto tornava.
Lo scambio di sms si era intensificato.
La invitò al cinema.
Prima dell’invito, chiacchierando con lei, aveva scoperto che attualmente era
libera e che nella sua vita, era uscita solo con un ragazzo, ci aveva fatto
sesso, ma, era rimasta delusa.
La portò a vedere un film leggermente spinto, voleva vedere la sua reazione.
Si mise in penultima fila, nel cinema non c’era quasi nessuno.
Appena spente le luci, la baciò e cominciò a giocare con i suoi capelli e il
collo, dopo mezzora, quando le scene erotiche stavano facendo il loro effetto,
lui, scese dolcemente sulle cosce di Luisa e le accarezzò lascivamente, quando
vide che lei non diceva niente e come reazione, allargava leggermente le gambe,
capì che era fatta!
Non che avesse mai avuto dubbi!
Salì con la mano fino ad arrivare sullo slippino, lo sentì umido, sorrise e la
masturbò delicatamente da sopra.
Voleva portarla al piacere senza traumatizzarla, sapeva che era poco esperta.
Quando vide che sospirava pesantemente muovendo involontariamente il seno, le
prese la mano e la fece appoggiare sul suo sesso duro.
Lei non si muoveva, era vistosamente in difficoltà.
Decise che era ora !
La scena del cinema faceva capire che una ragazza stava facendo una sega al
proprio ragazzo.
Lui ne approfittò.
Tirò giù la cerniera e tirò fuori il sesso, lei tremava, lo toccò e cominciò a
fare un inizio di movimento.
Lui le andò vicino all’orecchio;
– Io non sono un ragazzino…
lei lo guardò un istante, lui, le accarezzò i capelli e spinse leggermente
sulla nuca, lei scese dolcemente, toccò il sesso con le labbra, aprì la bocca,
lo fece entrare, cercò di dare il meglio di se stessa.
Ne aveva fatti pochi e si capiva, sarebbe stato ancora più divertente
insegnarle l’arte del pompino con l’ingoio.
Tornò vicino all’orecchio;
– Mi raccomando, non posso permettermi di sporcare i calzoni, dopo ho un
incontro di lavoro…
Luisa, aveva capito il significato di quelle parole, non era una stupida, ma,
era terrorizzata, non l’aveva mai fatto fino in fondo.
Era il sesso più grosso che avesse mai visto, figurarsi averlo tra le labbra,
l’odore, era gradevole.
Non poteva fare la figura della bambina, si mise concentrata a fare quello che
doveva aspettando il momento critico.
Quando il prodigio avvenne, sentì il suo bacino spingere verso la bocca, capì
che era il momento, lo sentì, caldo, appiccicoso, denso, respirò forte e
deglutì.
Continuò farlo fino a che lui non rallentò la pressione sulla nuca, era
chiaramente finita e non era andata male, tutto sommato, si sopportava.
Lui sussurrò;
– Brava la mia piccola…
Si sentì orgogliosa.
Le accarezzò i capelli e si mise a posto riaddormentando il sesso sotto i
boxer, chiuse la cerniera.
Era solo la fine del primo tempo, si stava abituando a quel sapore acre in
bocca, lui, le prese la mano, si alzò;
– Andiamo.
Non oppose resistenza, ovunque la portasse andava bene, non le sembrava vero
che un ragazzo più grande, così esperto, così stupendamente bello, stesse con
lei.
Cinque minuti dopo, erano nel suo appartamento.
Dieci minuti dopo, era con le gambe aperte, senza slip, con lui che le stava
facendo un gioco con la lingua nel suo fiore,la stava facendo impazzire di
piacere.
Nessuno si era mai permesso di fare quello che lui stava facendo, lei, lo
aveva sperato e sognato un casino di volte, ma, lui, era il primo che esplorava
con la lingua le sue intimità.
Le aveva fatto mettere le cosce sopra le spalle;
– Dio mio, che bello, sei stupendo…
L, aveva portata in paradiso, le accarezzava i seni e quando sentì che stava
per esplodere,si bloccò deciso, voleva essere implorato;
– Ti prego, ti prego, non ti fermare adesso…
Lui salì con un dito e gli e lo mise tra le labbra, facendoglielo succhiare a
sua volta, mimando un coito orale, ricominciò a leccare, a stringere la
clitoride, aspettò che lei urlasse il suo piacere sul dito, quando sentì che si
stava rilassando dopo il piacere, tolse il dito dalla bocca, mise le mani
sotto di lei alzandole leggermente le natiche, smise di leccare, salì su di
lei e mentre andava a baciare la sua calda bocca, la penetrò facendola
sobbalzare.
Il tempo di un gemito, un urletto di sorpresa, un adeguamento al sesso e
cominciò a scoparla seriamente facendola sbattere contro il divano letto di
continuo.
Luisa, cercò di avvinghiarsi il meglio possibile al corpo del ragazzo, si
sentiva completamente piena, esageratamente piena, era tutto un fuoco, si
sentiva bruciare di passione, si sentiva stretta per lui, ma, questo la
eccitava, era tutta una scossa;
Lui la guardò, aveva lo sguardo pieno di passione;
– Prendi qualcosa?
– No…
– Peccato, organizzati, per che &egrave l’ultima volta che sto fuori di te.
Lei, fece cenno di si con la testa.
Lui, le aveva slacciato veloce la camicetta e tolto il reggiseno, poi, si era
alzato veloce spargendo il suo nettare sul suo corpo.
Era ammaliata e ipnotizzata da quello che stava accadendo, quando lui salì più
in alto a cercare la sua bocca, lei la apri con passione e cominciò a succhiare
tutto di lui.
Per la seconda volta in quel giorno deglutì il suo piacere.
Era al settimo cielo.
Aveva confidato alla sua migliore amica patrizia, di questo nuovo ragazzo.
Per tutta la settimana, era andata a casa sua e lui, l’aveva amata e posseduta
come mai nessuno prima di lui.
Ogni giorno, era una esperienza fantastica.
Aveva appena finito di godere per merito della sua lingua tra le cosce,
l’aveva fatta impazzire, urlare ancora una volta di piacere.
Quel giorno si era messa la mini nera che tanto piaceva a lui, sotto un
piccolo perizoma dello stesso colore, lui non l’aveva neanche tolto..
Lo guardava in adorazione come fosse un Dio.
Si stava spogliando davanti a lei, lentamente, rimase nudo con il sesso in
massima erezione. Scese ad accarezzarla, poi, la fece girare e mettere per la
prima volta in posizione supina, prese due cuscini e li mise sotto di lei.
Cominciò a baciarle la schiena e scese piano sino alle natiche, le morse
facendola gemere di piacere, scese ancora, spinse il filetto del perizoma
facendolo aderire e addirittura infilare nella tenera carne, cominciò a giocare
con la lingua sul perineo, fu il primo a giocare con il suo piccolo bocciolo.
Era rilassata e felice, quando sentì il diti forzare e esplorare
delicatamente, ebbe un brivido tra piacere e paura,
– Cosa fai…
– Shhhhhh Ti fidi di me’
– Si…
– Allora rilassati…
Subito dopo senti qualcosa di olioso scivolare sulle natiche e bagnare il
bocciolo, il dito scivolava più facilmente.
Il dito uscì lasciandola libera.
Sentì una leggera pressione.
Lui, incrociò le sue mani, si appoggiò completamente a lei spingendo contro di
lei.
– Lei urlò.
Cercò aria e urlò ancora.
– No, no, fermati…
e urlò ancora.
Paolo aspettò che smettesse di agitarsi;
– Seguimi, farà meno male…
lei stava sudando, era tesissima.
Lui spinse ancora, era quasi tutto dentro di lei;
Ti prego amore, mi fai male…
lui approfittò di quella parola per la prima volta detta da lei;
– Mi ami?
– Si, ti amo…
– Allora fammi felice…
e spinse fino in fondo.
lei urlò ancora e poi ancora.
Cercò di alzare il sedere per seguire le sue profonde penetrazioni, ma, il
dolore, era insopportabile;
– Ti prego Paolo, mi fa molto male.
– Lo so piccola, resisti ancora un poco, sono vicino.
Lo portò quasi a uscire per poi rientrare completamente.
Un urlo ancora più forte;
– Non fare così, mi stai spaccando in due….
– Resisti…
E rifece l’operazione.
– Alzati con il culo e spingi la schiena verso il basso, vedrai che sarà
meglio.
Lo fece.
Lui guardava quel sedere burroso che l’aveva accolto, era perfetto per il suo
cazzo, stretto, caldo e nello stesso tempo elastico, scese con una mano sul la
clitoride e cominciò a giocare.
Poi decise che era ora di farle sentire il suo nettare dove nessuno aveva mai
avuto il permesso fino ad allora..
– Mi vuoi?
– Si, amore, vieni, vieni, ti prego…
Lui cominciò a scoparle il culo con cattiveria e le venne dentro scaldandole
l’intestino.
Luisa, era distrutta, le faceva male tutto, ma, era felice, aveva dato la sua
verginità anale all’uomo che amava, tutto, era perfetto.

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