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Racconti Erotici Etero

Anime dannate

By 13 Gennaio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

La visuale, vista dalla mia posizione, non era gratificante, ma, sicuramente nel vicolo sotto il mio palazzo si stava svolgendo un coito orale, vedevo distintamente la smorfia di piacere del ragazzo e intuivo che il movimento ondulatorio tra le gambe dello stesso da parte della ragazza che vedevo di schiena, era un rapporto orale completo: le mani del ragazzo sui capelli di lei, erano un ritmo forsennato, evidentemente, eravamo all’apice del rapporto.
Cercai di calmare il cuore in fermento, non capitava spesso di vedere di nascosto una scena del genere e l’eccitamento svettava solido e duro.
Era un triangolo non voluto da parte loro, sesso rubato da parte mia.
Vidi il ragazzo tremare e poi fermarsi di scatto, teneva saldamente la testa della ragazza contro il suo sesso immobilizzandola, lei, a sua volta, aveva appoggiato le mani sui fianchi di lui e cercava disperatamente di staccarsi senza riuscirvi, immaginai come sarebbe finita.
Furono attimi interminabili dove il mondo sembrava fermo, poi, improvvisamente il ragazzo lasciò libera la ragazza e si appoggiò alla parete, aveva un viso stralunato e felice nei suoi probabili vent’anni, la ragazza tossì e si rialzò.
In tutto questo silenzio assordante, avevo aperto piano la finestra per sentire rumori e gemiti soffocati dei due.
– sei proprio uno stronzo- disse la ragazza infuriata;
– lo sai che non mi piace farlo così, in un cazzo di vicolo vicino pieno di mondezza! Lo sai che non mi piace inghiottire lo sperma.
Lui la guardò divertito;
– Rischiavamo di sporcare tutto il vestito, cosa avrebbe detto la tua amica se fossimo andati al suo matrimonio sporchi del nostro piacere?
– Nostro?, questa &egrave bella…Mi sembra che l’unico che abbia avuto piacere sia stato tu!
– Dai amore, tutti quei discorsi sulla tua amica mi avevano eccitato, non potevo resistere oltre, sei stata tu a provocarmi, era giusto fossi sempre tu a sistemare la situazione e devo dire che ci sei riuscita alla grande, sei diventata bravissima con la bocca.
Erano talmente presi nella loro discussione a alta voce, che si erano dimenticati di essere in mezzo alla strada.
La luce spenta della sala mi proteggeva, quando la ragazza si girò mettendo il viso in contro luce ebbi modo di guardarla bene e il cuore ebbe un salto nel riconoscere la migliore amica di mia figlia, Patrizia.
Stessa età della mia Luisa.
Fu uno sforzo terribile non scambiare le immagini, cercare di non pensare alla mia Luisa con il suo ragazzo che faceva le stesse cose.
Lo so, lo so…&egrave la vita.
Smisi di toccarmi e mi concentrai sui due ascoltando i loro discorsi finali;
– Ricordati che piace anche a me farmi leccare, quindi, dopo cena pareggiamo il conto.
– Certo amore, se siamo ancora sobri, mi sdebiterò.
– Sarà meglio per te, se no, il primo che trovo , &egrave mio.
Risero di gusto mentre sparivano dalla mia vista.
Rimasi con le immagini della ragazza che soddisfaceva il proprio ragazzo per diverse notti.
Passarono diversi giorni, una sera tornando a casa la ritrovai davanti, era sorridente che scherzava con mia figlia, spensierata nei suoi pochi anni.
Si mise a giocare con me flirtando come una lolita’
Avevo quarantadue Anni a quel tempo.
Era vestita con una minigonna scozzese e senza volerlo, emanava sesso da tutti i pori.
Approfittò del fatto che mia figlia fosse andata in bagno;
– Certo che a sua figlia va di lusso quando lei la porta in giro, molte mie amiche credono che lei sia il suo amante segreto.
– Su che logica?
– Beh a Luisa piace spendere, vestire bene, andare in bei locali e girare con macchine eleganti, quindi, molti fanno uno più uno confondono la realtà con la fantasia.
– E a te piace spendere e fare la bella vita come a mia figlia?
Mi lanciò uno sguardo malizioso e una risposta suadente.
– A chi non piace spendere…ci sono momenti che per alcuni desideri sarei disposta a tutto….
Sorrisi;
– Interessante, me ne ricorderò se avrò bisogno di una ragazza giovane e simpatica.
Patrizia mi fulminò con il suo sguardo e divenne seria improvvisamente;
– Se ne ricordi, potrebbe essere un bene per tutti e due…
Tornò mia figlia a frenare quel discorso ambiguo;
– Ehi, che fate? Approfittate della mia assenza per divertirvi senza di me, Stai attento papi che la mia amica sembra un angelo, ma, in realtà &egrave un diavolo tentatore.
Sorrisi, ripensai alla sera del coito orale nel vicolo, una stretta di piacere mi avvolse;
– Vorrà dire che diventerò L’Arcangelo Gabriele.
Mi avvicinai alla ragazza, presi la sua mano e di nascosto facendo finta di salutarla, poggiai il dito nel palmo mimando un movimento inequivocabile;
– Piacere di averti visto Patrizia, spero di rivederti presto.
– Altrettanto Signore.
– Chiamami Maurizio, se no mi fai sentire un vecchio di cento anni.
– Va bene Maurizio , spero di rivederla presto.
– E dammi del tu! &egrave un ordine.
Sorrise mettendosi sull’attenti in fare canzonatorio;
– Si Signore!
Mi girai e presi la porta per non fare vedere lo stato di eccitazione evidente.
Passarono altri quattro giorni, la ritrovai in casa che piangeva sulle spalle di mia figlia.
Appena entrato, luisa, mi spiegò che aveva litigato di brutto con il suo ragazzo e si erano temporaneamente lasciati;
– Allora per tirare su la tua amica andiamo a mangiare fuori e poi al cinema.
La proposta fu ben accetta.
Mentre guidavo per andare alla pizzeria, guardavo dallo specchietto Patrizia, ancora una volta con una minigonna mozzafiato che mostrava quasi tutto, gambe abbronzate e sode.
Patrizia si accorse dei miei sguardi e provocandomi allargò leggermente le gambe mostrando un piccolo slip nero sotto la mini dello stesso colore, aveva smesso di piangere e era tornato quello sguardo malizioso, cominciò a dondolare con le cosce tornando a parlare con mia figlia;
– Certo che il tuo papi a proprio una bella macchina.
La frase rimase senza risposta.
Continuò;
– Deve essere una figata guidarla!
Mia figlia si girò a guardarla;
– Ehi, ti sei ripresa in fretta dal tuo dolore.
– La vita continua, se quello stronzo di Paolo pensa di farmi soffrire per molto tempo, allora non mi conosce abbastanza.
Disse la frase guardando Luisa e poi me tramite lo specchietto;
– Io sono giovane, voglio divertirmi con lui o senza di lui.
Cinque minuti e eravamo in una pizzeria conosciuta del paese, mi piaceva quel posto, era uno dei pochi che riusciva a mantenere un senso di eleganza senza scadere: tavole apparecchiate a mo di ristorante e luci tenue.
Ordinammo.
Cominciai a chiedere indifferentemente qualcosa di lei;
– Allora Patrizia, lavori?
– Sto cercando, ma, non &egrave facile trovare qualcosa di decente.
– Cosa stai studiando
– Ragioneria
– Impegnativo.
– Più che altro, noioso.
Guardai mia figlia che ascoltava anchessa annoiata da quei discorsi
– Potremmo dargli una mano facendole fare qualche mese di pratica nel mio ufficio, che ne pensi Luisa?
Mia figlia mi guardò stupita;
– Ma se mi dici sempre che c’&egrave poco lavoro.
– Poco lavoro, quindi poco denaro, dovrà accontentarsi e sudarseli.
Nel momento stesso che avevo finito quella frase, un piede accarezzò la mia gamba destra, non poteva essere uno sbaglio, incrociai gli occhi con Patrizia, la quale, Parlò;
– Sono convinta che se mi metterà alla prova saprò soddisfare le sue più rosee aspettative.
Così dicendo calcò con il piede sulla coscia risalendo di qualche centimetro, fortuna che la tovaglia copriva tutto.
Per poco non mi strozzai per la mossa inaspettata, era pericolosamente vicina alla zona pericolosa, andai sotto la tovaglia e la fermai appoggiando la mano sulle dita libere del piede, aveva tolto i mocassini la disgraziata!
Non vi dico l’eccitazione violenta che era salita.
– Signor Maurizio, mi accontento di poco, ci metteremo sicuramente d’accordo.
Il piede cercò di salire ancora, ma, lo fermai deciso;
– Bene, allora passa domattina nel mio ufficio che approfondiamo la questione.
– Con molto piacere…
Il piede si ritrasse e sfumò il contatto.
Finimmo la pizza e andammo a vedere un film da ridere.
Durante la proiezione una sua mano si appoggiò alla mia coscia sfiorandola, feci finta di niente per paura che mia figlia si accorgesse di qualcosa: il tocco si fece più pressante e continuò ininterrottamente per cinque minuti, a un certo punto Luisa andò in bagno lasciandomi solo con la sua amica, appena mia figlia fu fuori dalla mia vista, presi la mano della ragazza e la posizionai deciso sul mio sesso eccitato;
– Se cerchi questo, te ne do quanto ne vuoi, ma, devi essere sicura di quello che fai, per che non mi va di giocare su queste cose!
Non rispose, mi guardò con aria di sfida rimanendo appoggiata con il palmo sul mio sesso fin che non vide tornare mia figlia, poi, ritrasse veloce e non parlò più ne fece niente altro.
Mi ero innervosito, stavo creando un casino con l’amica migliore di mia figlia, ma, quella se l’era cercata.
Finito il film le riportai a casa;
– Signor Maurizio può passare per via Italia e lasciarmi sotto casa?
. Si trova dall’altra parte della città…
– Dai Papi, non vorrai farla andare a casa da sola alle undici di sera;
– Ma no, certo che no, solo che siamo arrivati già a casa nostra, vuoi scendere o vieni anche tu?
– Certo che vengo anch’io, ci mancherebbe.
‘Peccato,’ pensai dentro di me’ ‘ Era un ottima occasione per chiarire i ruoli con la rgazzina.
Dieci minuti dopo le aprivo la portiera, lei scendendo, mi diede un bacio innocente sulla guancia;
– Allora domani alle nove vengo da lei.
– Si, e dammi del tu, se no, non ti assumo.
– Va bene Maurizio, a domani…

La notte non passava mai.
Continuavo a pensare alla ragazza del vicolo, ai suoi discorsi ambigui, al mio comportamento, alla pazzia della mano sul mio sesso nel cinema.
Tutto, era sbagliato, ma, tutto, era estremamente eccitante.
Mi sentivo pieno di gioia di vivere, con la voglia di tornare ragazzino.
Quella ragazza mi stava stregando.
Arrivò il mattino e con esso arrivò la frenesia.
I minuti non passavano mai, mi curai e persi un casino di tempo davanti allo specchio maledicendomi per quello che avevo deciso di fare in quella mattinata.
Alle nove, ero tremante come un bambino, ma, sempre più deciso.
Quando bussò, dovetti sedermi sulla poltrona per non cascare per terra.
Stupenda, era veramente stupenda nella sua gioventù e nella sua sfrontatezza, stava in piedi a guardarmi impudente negli occhi.
Vestita come al solito con una minigonna, questa volta di jeans e sopra, una camicetta bianca sporgeva da un maglioncino rosso, capelli neri su un volto fresco, scarpe da ginnastica a terminare l’insieme.
La guardavo cercando di emanare tranquillità;
– Posso sedermi?
– Una segretaria non chiede di sedersi.
Rimase in piedi.
Mi guardò perplessa;
– Sono già stata assunta?
– Lo sei da ieri sera al cinema, dissi per ricordarle il fatto.
Lei sorrise di gusto, senza timori reverenziali;
– Se sapevo che bastava così poco per trovare lavoro…
– Adesso però devi guadagnartelo.
– Certo, quali sono i miei compiti?
– Per ora quelli di una brava segretaria, prendi questi plichi, fanne una copia e poi portali al catasto.
Fece una faccia delusa;
– Tutto qui?
– Per ora si, quando rientri avvisami.
La guardai uscire, aveva un sedere che spingeva leggermente sulla gonna facendola muovere, ebbi un erezione esagerata pensando al poi.
Dovevo ancora parlare della paga, ma, ero sicuro che sarebbe stato molto facile mettersi d’accordo.
Rientrò in tarda mattinata;
– Scusami per il ritardo, la prima volta si perde sempre un casino di tempo per trovare i posti e le stanze giuste e per fortuna che ho trovato un ragazzo disponibile.
Immaginai cosa avesse fatto per avere quell’aiuto.
La guardavo in silenzio, poi decisi;
– chiudi la porta.
Lei eseguì;
– Sali su quella scala e prendi l’ultimo libro a destra( l’avevo messo io nel frattempo che lei era fuori).
Lei si guardò attorno e vide la scala che serviva a salire sugli scaffali alti.
Si alzò e si avviò, cominciò a salire, con le sue stupende gambe affusolate mi ricordava una scena del film ‘Malizia’, quel pensiero mi eccitò subito, una volta arrivata all’ultimo gradino si sporse per agguantare il libro mettendo in mostra uno slippino grigio delizioso, restò in quella posizione qualche secondo di troppo per la delizia dei miei occhi.
Preso il libro guardò il titolo e si mise a ridere di gusto, scese e me lo porse;
– I doveri di una brava segretaria…titolo che &egrave tutto un programma.
– Già, portalo a casa e leggilo, da domani mi aspetto molto da te.
– Bene signore, da domani darò di più.
Si girò, andò alla porta, girò la chiave, aprì la porta e senza girarsi, sparì dalla mia vista.
Poco e niente, tanto e molto.
Questo, era il mio pensiero di quella mattina, aveva continuato a giocare sulle frasi e sicuramente, sulla scala, era rimasta appositamente qualche secondo in più in quella posizione, sapendo che io ‘ sbavavo’ guardandola.
Tutto procedeva come logica non voleva, il punto di non ritorno si avvicinava pericolosamente, avrei avuto un altra notte per pensare ai rischi che correvo se volevo continuare quel gioco.
Un altra notte di insonnia mi aspettava, ma, la decisione rimase la stessa, LA VOLEVO!.
Alle nove del giorno dopo, puntuale, bussò alla porta.
Per la prima volta la vedevo con un paio di jeans che mettevano in risalto il suo lato B.
Le chiesi di mettere a posto i libri della scrivania dove c’era la scala in ordine di altezza.
Mentre lo faceva, guardavo ammaliato il suo fondo schiena, mentre, lei ritmicamente si alzava e abbassava e poi, si muoveva a destra e a sinistra.
La maglietta grigia si alzava ogni tanto facendomi vedere qualche centimetro di pelle nuda e, sopratutto, la fine di un perizoma tipo quello che indossava Anna Oxa in un famoso Sanremo, che era libidine allo stato puro.
Aspettavo che finisse il suo compito, terminato, si girò verso di me;
– fatto, capo.
– Brava, bel lavoro, allora, hai letto il libro’
– Tutto d’un fiato.
– Chiare le regole da seguire?
– Si, boss.
– D’accordo su tutto?
– Assolutamente si!
Le avevo dato quel libro per che, era stato scritto da una ragazza che tra i suoi doveri aveva aggiunto anche quelli eventuali riguardanti richieste di sesso, da quel libro, era uscito un famoso film semi erotico ‘ la secretaire’.
Bene, comincerò col darti 600 euro, poi, strada facendo, valuterò il tuo operato.
Lei rispose;
– Calcolando il mio impegno totale, mi sembra poco…
– Per ora, &egrave il prezzo giusto.
Cedette;
– Va bene, cominciamo da seicento euro, ma saprò stupirti e mi darai di più.
– é quello che mi aspetto, Ah, un altra cosa;
– Dimmi.
– La mia segretaria deve sempre indossare gonne: su questo non transigo.
– Agli ordini capo, mi guardi bene, per che non vedrà mai più la sottoscritta in calzoni qui dentro.
Sorrisi;
– Brava e adesso prendi quella fila di documenti e vai al catasto, la strada la sai, così farai felice il ragazzo di ieri.
Questa volta, a sorridere fu lei;
– Ok Boss.
La guardai incantato e eccitato uscire sculettando più del dovuto.
Si, quella ragazza mi avrebbe provocato un mucchio di guai se non fossi stato più che accorto, feci un sospiro lungo e tornai con la mente al vicolo a pensare alla sua testa che si muoveva avanti e indietro,
‘ Si, ne valeva la pena.’
Mi aspettava un altra notte inquieta, la terza consecutiva,all’indomani sarei passato all’azione, non potevo permettermi una quarta notte senza dormire e Patrizia sembrava pronta a sostenere i miei attacchi, sarebbe stato tutto molto eccitante, cominciai a pensare cosa gli avrei detto, cosa gli avrei chiesto, cosa avrebbe fatto o risposto?

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