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Racconti Erotici Etero

Annarita

By 2 Luglio 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

E’ ormai la seconda settimana che Annarita viene ogni mattina a casa mia.
Studentessa universitaria al primo anno, aveva bisogno di guadagnare qualcosa e l’avevo scelta al primo colloquio per il lavoro che dovevo far fare, raggruppare e ordinare una marea di dati e di appunti in una serie di files. Appena l’avevo vista mi era stata simpatica, piccolina, un visino tondo, due grandi occhi castani, capelli a caschetto. Poi avevo iniziato a guardarla con un altro interesse, il suo seno risaltava bene sotto le magliette che indossava, nulla di esagerato, ma bello tondo e sodo, il suo culetto altrettanto e, soprattutto, il suo sguardo si faceva spesso da gattina in calore.
Questa mattina si &egrave presentata vestita con una gonnellina nera plissettata molto corta, a vita molto bassa, così bassa che dietro spuntava la parte alta del perizoma, tre filini uniti da un triangolino nero, e con una magliettina bianca che non copriva la pancia, che lasciava scoperta a volte una spalla, a volte l’altra e che faceva intuire l’assenza di reggiseno. Verso le dieci le offro qualcosa da bere e andando verso la cucina le cammino dietro con lo sguardo fisso su quelle piccole parti del perizoma che affiorano dalla gonna.
Scherzai: ‘Carine queste mutandine!’
Annarita si volta e mi sorride, un sorriso birichino. ‘Ti piacciono?’
‘Più che altro mettono voglia di vedere il resto.’
Sorride di nuovo, si volta, piega leggermente in avanti il corpo per mettere meglio in vista il suo culetto e mimando una danza abbassa lentamente la gonna fino a metà delle natiche, poi si ricompone. ‘Hai visto il resto?’
‘E mi &egrave piaciuto.’
‘Io berrei del succo d’arancia.’ Annarita passa al tono normale come se un attimo prima avessimo parlato di lavoro o di un libro. Capisco che &egrave un gioco.
Ci dissetiamo e torniamo verso il lavoro. Prima di sedersi al computer Annarita mi dice ‘Magari ti farò vedere anche come sono davanti, le mutandine.’
Ho voglia di saltarle addosso, ma mi trattengo e rispondo con tono da cattedratico ‘Immagino avranno un triangolo.’
Con l’intonazione di chi vuol prendere in giro Annarita fa una faccina da santerellina e esclama con voce da bambina viziata: ‘Piccolo, piccolo e traforato: spunta qualche pelo!’ E si rimette al lavoro.
Io, dopo quel che &egrave successo, ho la testa proprio altrove e un’erezione che non vuole andarsene. Mi sposto nel salotto, mi siedo sul divano e apro un libro, ma non riesco a leggere.
Dopo una decina di minuti sento entrare Annarita.
‘So che ti ho distratto.’ Si siede accanto a me, passa la sua mano sul mio cazzo. ‘Ce l’hai ancora duro. Adesso faccio io.’ Mi slaccia i pantaloni, me lo tira fuori e inizia a masturbarmi. Vorrei accarezzarla, ma mi fa capire con gli occhi che non devo farlo. Si ferma, si alza e si toglie la gonna. ‘Così vedi anche il triangolino.’ Si siede di nuovo e ricomincia a masturbarmi lentamente, fissandomi dritta negli occhi. Ha gli occhi sorridenti, socchiusi, provocanti. Si ferma di nuovo, si rialza e si toglie la maglietta. Vedo il suo seno sgusciare fuori, un bel seno. Si inginocchia tra le mie gambe e continua a masturbarmi con quel seno. Continua a guardarmi e io sto per venire.
Annarita lo capisce e china la testa, schiude la bocca e le sue labbra completano l’opera.
Si rialza, si siede accanto a me e accarezzandomi la coscia mi dice ‘Adesso, però, torniamo a lavorare.’

* * * * * *

Sono passati tre giorni e abbiamo fatto finta di nulla.
Oggi Annarita &egrave arrivata vestita con una specie di mini prendisole tutto a fiori. L’abitino &egrave molto vezzoso e quando mi alzo e mi metto dietro a lei, che &egrave seduta avanti al computer, l’occhio mi cade sul solco fra i due seni. E’ un solco che lascia immaginare quelle rotondità sode che ho potuto ammirare, quei piccoli capezzoli, che mi viene voglia di avere tra le labbra. Vado a controllare il suo lavoro due o tre volte per carpire dall’alto quella visione.
Torno e una spallina &egrave scivolata di lato. Annarita volge leggermente il volto verso di me, stacca le mani dalla tastiera, fa cadere anche l’altra spallina e con una rapida mossa fa scorrere giù il prendisole. La voce &egrave da ragazzina impertinente: ‘Così mi guardi meglio.’
Vuole giocare di nuovo.
Allungo la mano e le accarezzo il seno e lei, di rimando, fa finta di rimettersi a lavorare. Insisto.
‘Ti devo dire una cosa in un orecchio.’ Mi abbasso e mi sussurra la sua proposta, la sua richiesta. Mentre parla porta la mano sul davanti dei miei pantaloni e mi palpa.
Faccio di sì con la testa, la prendo per mano e la seguo. Il prendisole &egrave rimasto ai piedi della sedia. Mi porta in salotto, allunga di nuovo la mano sulla mia patta. Poi mi spoglia, slacciando lentamente i bottoni della mia camicia, carezzandomi a tratti il petto, chinandosi per sfilarmi calzoni e mutande. Ne approfitta per leccarmi fra le cosce, risalendo lentamente. Mi lecca l’asta, porta la lingua sul glande, si sofferma a leccarlo. La guardo dall’alto, sbircio i capezzoli duri, penso che fra poco aprirà la bocca per accoglierlo dentro, ma mi sbaglio. Si stacca, si sfila il perizoma, si inginocchia sul tappeto, appoggia i gomiti sul tappeto e mi offre in visione le natiche e il sesso. Mi inginocchio accanto a lei, appoggiò l’indice all’inizio del solco delle natiche e lo faccio scorrere in giù sino al buchino. Mi soffermo lì con un leggero massaggio circolare sempre più profondo. Piano piano il dito si infila dentro. La sto baciando dove inizia il solco. Mi sposto lentamente e sfilo il dito, appoggio il mio cazzo e spingo, spingo forte. Sono dentro. La tengo salda per i fianchi. Lei continua ad appoggiarsi sugli avambracci e sta guardando (o ha gli occhi chiusi?) la parete. Il tutto in un silenzio assoluto. Il mio movimento si fa più veloce e profondo. Piccoli ‘Sì’ sussurrati escono dalle sue labbra. Mi rendo conto che sta per venire e rallento il ritmo. E’ un ‘Daaaai!’ strascicato quello che accompagna l’orgasmo di Annarita. Continuo lentamente, ma ora sento che devo accelerare. I miei colpi si fanno impetuosi e un pò sconnessi. Vengo.
Rimango lì, aspettando che il respiro riprenda il suo ritmo naturale, che l’erezione si affievolisca. Mi piace continuare a stringerla per i fianchi.
Annarita ha la fronte appoggiata sul tappeto e lascia che il suo corpo si rilassi.
‘Piero, capisci che questa cosa non la potevo chiedere al mio ragazzo.’

* * * * * *

Oggi Annarita &egrave arrivata vestita che più arrapante non si può, ma sono certo che non succederà nulla. Mia moglie &egrave a casa.
Sto leggendo dei fogli di appunti e sono appoggiato alla libreria. Annarita si sgranchisce un pò le mani, si alza e viene verso di me.
‘Carina tua moglie!’ E la sua mano si poggia proprio lì, in mezzo alle mia gambe.
La guardo e il mio sguardo dice ‘Per favore!’
Lei non si scosta e continua come niente: ‘Dico sul serio, mi piace, &egrave una bella donna.’ La sua mano mi massaggia e io inizio a sentirne gli effetti. ‘Ma anch’io sono carina, vero?’ Il mio sguardo diventa ancora più categorico, ma lei non molla.
‘Sai mi piacerebbe fare un giochino a tre con lei. Pensi che accetterebbe? Sto immaginando voi due che mi accarezzate e poi lei mi fa mettere come mi sono messa l’altro giorno per te. Mi accarezza il culetto, insinua la sua mano fra le mie natiche e lentamente mi affonda prima un dito, poi due dentro. Poi arrivi tu e lei si sposta davanti a me, per farsela leccare, mentre tu entri e inizi a spingerlo sempre più dentro, sempre più a fondo.’
La sua mano ormai accarezza qualcosa di grosso e duro.
‘Posso andare in terrazzo a fumare una sigaretta? Ho bisogno di rilassarmi un attimo.’ Annarita apre la portafinestra ed esce. Poi si volta e mi fa una smorfia.
Entra mia moglie e mi dice che esce per andare dal parrucchiere. Saluta anche Annarita.
Aspetto che Annarita finisca la sua sigaretta.
‘Adesso vieni qui!’ Annarita si avvicina con lo sguardo da bimba che l’ha fatta grossa.
‘Spogliati e rimettiti al lavoro.’ Annarita esegue lentamente l’ordine.
In piedi dietro a lei le metto le mani sulla spalle. Lei fa finta di scrivere qualcosa.
‘Adesso me lo succhi un pò.’ Annarita si gira, me lo tira fuori e inizia il suo pompino.
‘Fermati.’ Annarita si stacca e alza lo sguardo.
‘Andiamo di là, sul tappeto.’ Annarita si alza, si porta nell’altra stanza e si mette in posizione. Io spingo forte e la penetro con foga. Non dura molto, vengo in fretta, eccitatissimo.
‘Voglio che mi prendi così tutti i giorni……. e voglio che tua moglie mi chieda di leccarla.’
Annarita &egrave proprio incontenibile.

CONTINUA

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