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Racconti Erotici Etero

Approfittare di un’ingenua

By 28 Agosto 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

L’ho incontrata alla stazione degli autobus. Bellissima, slanciata e soprattutto sola.
Con una scusa ho attaccato bottone ‘Hai da accendere’ dove vai’ di dove sei” e così ho scoperto che era una ragazza appena uscita da un collegio di suore, vissuta praticamente fuori dal mondo fino alla maggiore età. Dal modo in cui mi rispondeva, con estrema naturalezza e senza timore né sospetti, ho capito che era una ingenuotta di prima categoria, una bella preda da non lasciarsi scappare.
Mentre mi parlava il suo corpo ondeggiava nel pudico vestitino, accollato e con la gonna sotto il ginocchio, ma ben si potevano intuire le sue forme e il suo profumo mi riempiva le narici.
‘Ma dai, cosa stai ad aspettare l’autobus! Ti posso accompagnare io! Così mi tieni un po’ di compagnia, ci facciamo due chiacchiere”.
Le dico che il posto dove deve andare non è lontano e che ci si può arrivare a piedi e iniziamo ad incamminarci. Verso casa mia.
Arrivati sotto il mio portone, con naturalezza le dico ‘Pensa un po’, questa è casa mia. Già che ci sono ne approfitto per prendere una cosa che mi serve per una commissione, vieni un attimo su con me?’. Ed eccola che mi segue, davvero troppo facile.
Entriamo in casa e la faccio accomodare sul divano. Le offro qualcosa da bere. Lei mi dice ‘Una Coca Cola’ e io gliela allungo con un po’ di rhum. Mi siedo accanto a lei e la guardo mentre sorseggia.
Decido di buttarmi, confidando nella sua ingenuità. ‘Sai cosa mi piacerebbe fare? Un bel gioco’ hai voglia?’ ‘E che gioco è?’ ‘Adesso ti faccio vedere, tu però devi lasciarmi fare’
Lei mi sorride divertita ‘Mi piacciono i giochi! Giocavo sempre a carte o a palla con le mie compagne’
Infilo con decisione le mani sotto la gonna e lei non fa una piega, mi guarda incuriosita. Le sfilo con le mutandine ‘E io cosa devo fare?’ ‘Tu devi solo guardare cosa faccio io’
Tolte le mutandine la faccio sdraiare sulla schiena e le faccio divaricare le gambe, scoprendo la sua bella fighetta. Gliela sfioro e lei sussulta, fa un ridolino. Avvicino un dito alla fessura, la allargo un po’ e inizio a infilarlo piano piano. Lei inarca la schiena ‘Come si chiama questo gioco?’ mi sussurra. Non le rispondo e spingo il dito più giù. La sua figa è calda e umida, profumata. Col dito ormai tutto dentro inizio a leccarle il clitoride. La sento ansimare.
Spingo il dito dentro e fuori, sentendola sempre più bagnata. Provo ad infilare dentro un altro dito. La fighetta è proprio stretta, lei mi guarda con i suoi occhioni interrogativi ‘Cosa fai adesso?’. Affondo le due dita per zittirla, le guardo mentre entrano ed escono, finchè la pressione nelle mie mutande non si fa dolorosa.
‘Adesso si fa sul serio, piccola gioia, vedrai come ti piacerà questo gioco’. Lei continua a fissarmi, la sua ingenuità mi fa andare in tiro ancora di più, ho tantissima voglia di sfondarla.
Tiro fuori il cazzo dai pantaloni. Con le dita allargo l’ingresso della vagina e avvicino la punta. Inizio a spingerlo dentro.
La figa è bella bagnata e riesco con facilità ad infilare la cappella. Lei inizia ad agitarsi, lo sguardo da curioso si fa ansioso ‘Mi fai male così’. Intuendo cosa succederà tra poco, le metto una mano sulla spalla e una sui fianchi, per tenerla ben ferma. Spingo ancora un po’. Vorrebbe muoversi, ma sono troppo forte per lei ‘Mi fai male! Smettila!’ Il suo modo di agitarsi mi fa eccitare ancora di più, decido di sfondarla. Con un colpo di reni un po’ deciso finalmente ficco dentro tutto il cazzo. Lei sussulta, piange, urla, cerca di scappare. ‘Troppo tardi troietta!’.
Lo sfilo, è sporco di sangue, e lo rificco tutto dentro. Ad ogni pompata lei urla di dolore, ma io non la sento.
La sbatto per bene, ogni volta lo spingo dentro fino in fondo., voglio farglielo sentire in un modo che non dimenticherà.
Sembra abbia finalmente smesso di urlare. Adesso ogni spinta la fa ansimare. Mentre la scopo la masturbo. Si inarca, si irrigidisce, sta per venire ‘Vieni cagnetta, vienimi sul cazzo, vieni” Sento tutta la sua figa contrarsi attorno al mio pisello, sta esplodendo in un orgasmo fortissimo che la sconquassa.
Adesso tocca a me. Aumento il ritmo. Sento il cazzo che si gonfia. Voglio riempirla per bene, questa puttanella, svuotarmi bene i coglioni e schizzarle dentro tutta la mia sborra.
Lo spingo in fondo un’ultima volta. ‘SBORROOOO’. Sento tutto lo sperma che esce dal mio cazzo, le si riversa dentro, riempiendola tutta.
Quando lo tiro fuori è sporco di sangue, sperma e liquidi vaginali. Dalla sua figa gronda fuori un bel po’ di sborra, l’ho proprio riempita bene.
Le avvicino il pisello alla bocca ‘Lecca questo’. Lei sembra riluttante, allora le prendo la testa tra le mani e glielo spingo in bocca con forza. Lo tengo lì finchè non l’ha pulito bene.
La guardo: ha la faccia stravolta, i vestiti stropicciati e dalle cosce le grondano sperma e sangue. Lei mi fissa con uno sguardo indecifrabile. ‘Beh? Che cazzo vuoi adesso? Me la sono fatta la mia scopata, adesso vattene, troietta’
Lei prende le sue cose in silenzio e se ne va, mentre mi bevo qualcosa di fresco.

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