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Racconti Erotici Etero

Arte

By 9 Marzo 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

‘Buongiorno’ solita riunione dopo il primo bimestre, il grande capo ci teneva fin troppo sotto controllo per essere in una semplicissima scuola dove la classe più numerosa contava 13 alunni, ormai tra colleghi ci conosciamo tutti, appena entro noto subito un viso nuovo, era bella, fresca, una rosa…..
‘Signor Bianchi se s’accomoda iniziamo’ solito tono di strafottenza per quel briciolo di potere in più, m’accomodai al mio posto ‘come tutti sapete l’insegnante di disegno quest’anno va in pensione, per affiancarla in questo ultimo anno abbiamo deciso di assumere l’insegnante che prenderà il suo posto, la signorina Jhons, mi raccomando di accoglierla come si deve nel gruppo’
si certo come no per affiancarla, ormai non ci vedeva più quella vecchia bacucca, se non fosse stata la moglie del preside sarebbe già finita su una strada, almeno ora ci sarebbe stato un bocconcino nuovo tra noi vecchi insegnanti, il più giovane aveva 40 anni, certo non potevamo avere molte possibilità con lei, ma forse un’amicizia…..
‘Signor Bianchi! Insomma faccia attenzione!!! La sua classe?’ ‘Scusatemi- doveva ancora perdonarmi la scappatella con la figlia il boss, ma dopotutto eravamo adulti e consapevoli e le prove non c’erano per un licenziamento- tutto bene come sempre, c’è chi studia e chi no, sono ragazzini’
poche parole ed era contento, tutto finito.
Ed eccoci a parlare come sempre del più e del meno, e i primi ad avvicinarsi a lei, i soliti arrapati, ma come dargli torto era così bella, aspetterò la mensa per avvicinarmi.
Fortunato come sempre il posto dopo di lei in fila, casualmente la sfioro,
‘Mi scusi signorina Jhons’
‘Oh mi chiami Martina, non amo il mio cognome, e poi era mio padre ad essere straniero, non io’ uno splendido sorriso
‘A questo punto tanto vale presentarsi come si deve, io sono Giuseppe è un piacere conoscerla Martina’
‘Piacere mio’
‘Ah se posso consigliarla, eviti le bistecche, sembrano cuoio’
‘Consiglio accettato, com’è l’ambiente qui?’
ecco era fatta, ora s’iniziava a parlare, rotto il ghiaccio, ma come potevo non romperlo con lei, 165 circa, occhi scuri da cerbiatta, capelli lunghi che le ricadevano morbidi lungo la schiena, le labbra carnose, solo loro potevano scatenare certi pensieri in un uomo…naturalmente i vestiti erano per l’ambiente scolastico jeans e magliettina, anche se s’intuiva un discreto paio di tette.
Ma io credo di non essermi presentato, sono 178, un bel fisico nonostante i miei 45 anni, tutt’ora mi concedo qualche attimo in palestra, abbronzato dalle calde giornate di sole, capelli corti pepe sale, ancora abbastanza scuri e occhi verdi che illuminano il mio volto, a detta del gentil sesso.
Si parla del più e del meno, le chiedo di sedersi accanto a me così possiamo continuare a parlare, scopro che è qui da quando è piccola e ha studiato in Italia, a quanto pare la sua passione sono i ritratti, ‘è come fare una foto con le mie mani’ dice con quella sua voce melodiosa.
Un altro pomeriggio di lezione tra i piccoli discoli e finalmente fine giornata, vado alla macchina, Martina è attorniata dai colleghi, vedo che è imbarazzata dai maschioni che la circondano; la raggiungo ‘Ciao Martina, allora per il mio ritratto?’, mi guarda sorpresa, ho lanciato il sasso e lei coglie al volo l’opportunità di sfuggire all’interrogatorio dei colleghi. ‘certo Giuseppe salga in macchina, andiamo a casa mia!’
Perfetto, salgo in macchina con lei, scende un silenzio quasi imbarazzante: ‘beh, a quanto pare è arrivata la cavalleria a salvarla signorina’ dico sorridendo
‘grazie per avermi salvato soldato ero circondata dal nemico’ mi sussurra ridendo
‘sempre pronto a mettere in salvo dolci donzelle in pericolo’
arriviamo al suo appartamento in un condomino anonimo…
‘sistemati pure sul divanetto, vado a mettermi qualcos’altro, arrivo subito’, la vedo sparire dietro una porta, oltrepasso il divanetto e l’aiuto sistemando il cavalletto con la tela prima di girarmi al divano, la vedo uscire, ciabattine classiche estive piedini nudi ben curati, gambe stupende abbronzate, pantaloncini cortissimi e una canottierina sufficientemente scollata, (ad occhio è una quarta bella piena, certo sarei comodo lì in mezzo), un camice sporco di tempera aperto cornicia la figura.
‘Giuseppe, che dici di sistemarti in poltrona mentre preparo i colori? Come preferisci il ritratto?’
‘Che dici a torso nudo?’ dico sistemandomi in poltrona e spogliandomi parzialmente, vidi lo sguardo di Martina sui miei muscoli mentre si mordicchiava il labbro, so di non essere affatto male. Iniziò a mescolare i colori e dipingere, il suo sguardo vagava sul mio corpo, vidi un certo desiderio nei suoi occhietti da cerbiatta. ‘Credo che dovrai tornare, non riesco a farlo tutto in una serata, per ora ho fatto la bozza, per te va bene se continuiamo anche nei prossimi pomeriggi? Ora dovrei fare il bagno se non ti spiace sarei stanca’ Il mio sguardo si posa su di lei, quasi imbarazzata, ‘ma certo non c’è problema’ rispondo mentre mi avvicino a lei, il suo sguardo vaga dai miei muscoli al mio viso cercando di capire qualcosa, il perché m’avvicino così. Mi metto dietro di lei, appoggiandomi e guardando il disegno sulla tela mentre poso una mano al suo fianco, ha un piccolo sussulto al mio tocco, ma non si scosta, avvicino la mia bocca al suo collo sfiorandolo appena, sento che s’appoggia al mio corpo godendosi il dolce bacio inclinando la testa esponendosi alle mie labbra. Le poso delicatamente la lingua sul collo percorrendo il profilo fino all’orecchio, dove le labbra si posano delicate succhiando leggermente il lobo, un sospiro di piacere le sfuggì dalle labbra mente le sfilo il camice e l’abbraccio facendole sentire i il mio caldo forte abbraccio. Le mie mani s’insinuano sotto la canottiera sfiorandolo la sua pelle morbida, salendo verso il seno, meta ambita. Martina si gira guardandomi ‘Così non è molto cavaliere caro Giuseppe, seduce la donzella salvata…’ sciolgo l’abbraccio guardandola, vedo che mi guarda negli occhi per un po per poi posare le sue calde labbra sulle mie ‘… e ci riesce molto bene’ mi sussurra all’orecchio mordicchiandomi il lobo, le mie mani si spostano sul suo culo avvicinandola a me, un bel culo sodo, mentre la bacio; un profondo caldo bacio e la sposto alla poltrona facendola sedere. La osservo accaldata per me, la bacio ancora scendo verso il seno levandole canottiera e reggiseno prima di posarci le labbra, i capezzoli già duri per l’eccitazione, le mani le accarezzano morbide sode, belle piene. Le sue manine sono tra i miei capelli, li accarezzano, le sento delicate sul mio corpo mentre scendo lento con la lingua, le mie mani s’insinuano sotto l’elastico, sento le sue mani sulle mie che mi bloccano, forse indecisa su cosa fare, poso il viso tra le sue cosce premendo piano, le sue mani si scostano lasciandomi togliere gli ultimi indumenti, risalgo baciandole il piedino, il polpaccio, l’interno scoscia lentamente con la lingua, poi il mio sguardo viene rapito dalla sua fichetta completamente liscia, gli umori le hanno già imbrattato le labbra rendendola lucida, passo un ditino all’esterno solleticandola, dandole un anticipo di quello che sarà, Martina geme, inarca leggermente il bacino seguendomi. Inizio a leccarle l’inguine avvicinandomi lentissimo alla sua fessura, facendola impazzire, m’avvicino tremendamente lento senza mai arrivare, sento che geme in estasi. Poso la lingua e do una lentissima leccata fino al clito dischiudendola al mio passaggio, un lungo gemito di piacere mentre la sua mano prende posto sulla pia testa tenendomi lì dove più voglio essere, le mie labbra circondano il clito succhiandolo, un leggero sussulto la percuote quando le faccio sentire i dentini che la mordicchiano dolcemente, la lingua scende sprofondando in quel dolce nettare, entrando in lei, la guardo estasiato mentre si gode la mia lingua, le mani sul seno, con le dita si stuzzica i capezzoli, con la lingua torno al clito facendole scivolare dentro due dita, improvvisamente piena, i suoi muscoli si contraggono attorno alle dita mentre le muovo lentamente e la lingua l’accarezza, piano piano s’abitua all’intrusione apprezzandola in pieno. Ruoto le dita dentro di lei mentre iniziano a scoparla e la lingua aumenta il suo piacere, sento le sue contrazioni aumentare, vedo che inizia a non capire più nulla prima di liberarsi in un fantastico orgasmo; salgo a baciarla con ancora in bocca il suo piacere
‘piaciuto piccola?’ chiedo prendendola in giro,
‘sei un maledetto porco! Nessuno m’aveva mai toccata così’ mi risponde riprendendosi piano,
‘e non vorresti altro di questo porco?’
Mi guarda mentre porto la sua mano sul mio pacco, da quasi fastidi o nei pantaloni, le sue dita mi slacciano la cintura e m’abbassano pantaloni e boxer in una volta sola, sento le sue dita scendere a giocare sulle palle gonfie, risalire piano lungo l’asta delicata fino alla punta,
‘si così brava’ la incito, le sue dita si stringono attorno alla base, lo sento bello stretto nella sua mano che inizia a muoversi su e giù ruotando, avvicina la lingua teneramente, come una bimba per darmi una lenta leccata proprio sulla punta, un brivido mi percorre, ci scambiamo di posto, Martina s’inginocchia tra le mie gambe, è stupendo vederla così alle prese col mio cazzo, sento l’altra mano accarezzarmi le palle stringerle piano, solleticarle con le dita, l’altra ancora alle prese sul mio cazzo. Ha una lingua fantastica, mi stuzzica dove sono più sensibile, lecca lentamente gustandolo per poi giocare con leccatine più veloci, alza lo sguardo si di me, la osservo, le sue labbra si posano calde ed umide sulla punta e scendono lentissime avvolgendola in quella calda bocca, un gemito stavolta esce dalle mie labbra mentre inizia a succhiarmi il cazzo accompagnata dalla mano che lo sega, in quella visione non resisto, senza avvertirla le vengo in bocca, ancora estasiato noto la sua sorpresa ma non dice nulla ingoiando tutta la mia sborra calda e ripulendomi il cazzo, si alza a baciare me, il suo sapore ancora nella mia bocca si unisce al mio nella sua, la stringo a me.
‘allora ci vediamo domani per continuare il ritratto mio cavaliere’ mi sussurra all’orecchio
‘certo, domani voglio vedere come prosegue il dipinto’ le rispondo sorridendo
‘mi avevano avvertita di starti alla larga, che ti piacciono i teneri fiorellini’ mi dice sorridendo maliziosa mentre si riveste
‘allora mi ha tratto in inganno donzella’ rispondo sorpreso
‘beh, mi sei piaciuto da quando sei entrato alla riunione stamattina, poi quando ho saputo non ho fatto altro che desiderarti, di poterti vedere e avere’
‘sei una piccola dolce puttanella, ma mi piaci, voglio di più’
‘ti aspetto domani’

continua…..

 

La fine di una nuova giornata…significava solo una cosa, sarei stato nuovamente con Martina, m’intrigava quella donna, iniziavo a sospettare che il ritratto fosse solo una scusa per potermi avere, a non m’importava poi molto, l’avrei avuta solo per me ancora una volta. Mi stava aspettando al suo appartamento, salii in macchina e m’avvia già gustandomi il momento, già ricordavo il suo splendido sapore. Venne ad aprirmi in vestaglia, la mia mano si mosse automaticamente in una pacca sul culo, lei si voltò sorridendomi “prima il dovere, vediamo se ci sono modifiche da fare così posso lavorarci anche quando non ci sei, lo vedrai solo quando sarà pronto!” la guardo stupito, poi mi spoglio sedendomi in poltrona, il mio cazzo già svegliato da un’erezione seppur non completa, mi guarda già desiderosa del mio corpo, “prima il dovere” la incalzo, le risponde con voce non più così sicura “non era solo a torso nudo?”, m’avvicino a lei mordicchiandole il collo “non sembrava che ieri ti dispiacesse avermi nudo” rispondo mentre la sua mano m’accarezza il petto scendendo verso il cazzo “ma per ora il dipinto” e mi siedo in poltrona lasciandola solo pregustare quello che sarà.

Vedo che muove la mano sulla tela cambiando alcuni dettagli penso, poi gira la tela in modo che non la vedo in alcun modo, “ora il piacere?” chiede maliziosa, mi alzo per abbracciarla ma mi sfugge dirigendosi verso una porta e conducendomi alla sua camera.

Il letto ha le lenzuola abbassate, rosse, mi fa stendere mentre si leva la vestaglia scoprendo solo un paio di autoreggenti a velare le sue gambe, la guardo estasiato, quel corpo tonico con la ciccia ai punti giusti, il seno che si muove mentre s’avvicina a me, la vedo posizionarsi in fondo al letto, avvicina il viso ai miei piedi iniziano da baciarli, poi alza il viso sorridendo “non ti spiace se inizio da qui?” mi chiede maledettamente maliziosa “credo di poterlo sopportare” rispondo sorridendole, la sua lingua si posa sui miei piedi salendo lenta, la gamba, il ginocchio lentissima sale rallentando nell’interno coscia, il mio cazzo già in piena erezione, sale con le dita lungo l’inguine senza toccarmi solleticando la mia pelle in una dolcissima tortura. La sua lingua si posa alla base scendendo sulle palle, la sento calda vogliosa mentre me le lecca, le succhia delicatamente, sento la sua lingua scendere piano e risalire, gemo in preda all’estasi quando m’afferra il cazzo iniziano a segarlo, sento che scende nuovamente con la lingua arrivando al mio buchino “Martina che fai?” chiedo sorpreso, un sssshhhh raggiunge me mie orecchie da sotto di me quasi senza staccare la lingua, sento che gioca col mio ano, ci gira attorno, lente leccate e veloci leccatine s’alternano facendomi scoprire un nuovo piacere, gemo in estasi a quella nuova scoperta, sento la sua lingua risalire il cazzo, le labbra circondano la cappella stringendosi appena sotto mentre la sua lingua non smette di leccarmi nella sua bocca, non resisto a quella bocca, la prendo per i capelli delicatamente la sposto passando la mani sulla sua fica sento come si sia già bagnata “senti come sei fradicia…chissà come scivolo dentro bene” le sussurro appoggiano la punta all’entrata e iniziano a spingermi in lei, è stretta attorno al mio cazzo, lo sento avvolto al caldo, i muscoli circondarlo mentre m’immergo in quel piacere godendomi ogni centimetro di fica fradicia. Mi fermo totalmente in lei, la sento già godere del mio cazzo, muove il bacino sotto di me, lo estraggo lentamente senza uscire e mi riimmergo piano in quel paradiso, il suo viso già travolto dal piacere, lo sfilo nuovamente piano cerco le sue mani bloccandole con le mie e affondo veloce, i suoi occhi si sbarrano x la sorpresa e mi guarda mentre sorrido e inizio a scoparla. E’ uno spettacolo bellissimo, le tette rimbalzano ad ogni affondo mentre mi muovo sempre più veloce in lei, vedo che sta per godere, mi sfilo e inizio a fotterla con le dita mentre la lecco assaporandomi il suo orgasmo, sfilo le dita lentamente fradice di umori e scendo a stuzzicare il buchino, infilando piano un dito, sento che si contrae ancora in estasi “mentre sussurra…siii lì lo adoro” il suo ano subito s’adatta al dito, “girati a 4 zampe così gioco meglio” le sussurro mentre il cazzo svetta ancora gustandosi una nuova cavalcata. Appena è girata la prendo per i fianchi e mi riprendo quella calda fica ricominciando a scoparla, ma un altro buco continua ad attrarre la mia attenzione, il mio pollice entra piano facendola godere ancora, attendo che si calmi e sfilo il cazzo appoggiano la punta all’altro foro e iniziando a spingere, gli umori di lei fanno da ottimo lubrificante lasciandomi entrare, lascio che quel piccolo buchino s’adatti alla mia presenza per poi iniziare a incularla come si deve, mi muovo dapprima piano per poi accelerare il ritmo, i suoi gemiti incalzano ogni mia spinta, portandomi al limite del piacere, le vengo copiosamente nel culo mentre è travolta da un terzo orgasmo. Mi sfilo da lei lasciano che alcune gocce mi seguono, la guardo negli occhioni “sei stupenda Martina, una gran donna a letto” lei mi sorride ancora estasiata “ e te sei un gran porco a letto come piace a me, vecchietto e porco un duo che mi manda in estasi”

“e io sarei vecchietto?” le chiedo fingendomi arrabbiato

“non volevo offendere”risponde preoccupata “l’ho detto teneramente”

“ora dovrai farti perdonare cara ragazza” le dico sorridendo malizioso “a domani” e la saluto con una pacca sul culo

 

continua…..

 

La ricreazione è il momento più caotico nella giornata scolastica, e bimbi sono tremendi e i maestri inevitabilmente devono sedare le faide e le continue lotte tra fazioni, si sa la A è meglio della B ma la B si rifà sulla sezione A…sorrido pensando a questo mentre guardo le classi giocare, Martina è amata dai bambini, con i suoi 25 anni è così piena di energie da riuscire a tenerli a bada, ormai in classe chiedono solo di lei, la vecchia bacucca è quasi in pensione, manca solo un mese alla fine dell’anno scolastico e Marty s’è integrata perfettamente ingraziandosi persino il boss, e pensare che è qui solamente da due giorni, e che giorni, mi torna i cazzo duro solo a pensarci….

Martina attira la mia attenzione e la raggiungo “sale a bere un caffè?” chiede, sempre così professionale a scuola, e così puttana a letto penso tra me e me “si andiamo” le sorrido, siamo soli in sala riunioni, l’unica macchinetta è qui, chiude a chiave la porta alle mie spalle, la guardo stupito mentre leva la camicetta “se non erro devo farmi perdonare” mi dice avvicinandomi e sussurrando al mio orecchio “vecchietto” mentre porta la mia mano alle sue tette, “ti piacciono vero?”, in risposta le strizzo il seno e attacco la bocca come un bimbo che succhia il latte facendola sedere sul tavolo, le faccio salire la gonna sfiorandole la fica umida, mi stacco da lei “ma cazzo, non è possibile che sei sempre bagnata!” lei mi guarda quasi imbarazzata “è tutto il giorno che penso alla fantastica inculata di ieri sera, e voglio farmi perdonare” le sorrido, un modo qui ci sarebbe, farmi venire tra le tette stupende che hai, “non amo farmi schizzare” sussurra “ma se è farmi perdonare….”

Qualcuno bussa alla porta, Martina si ricompone e va ad aprire, ecco il boss apparire minaccioso nel suo metro e veti di statura, “posso offrirle un caffè?” chiedo come se tutto fosse normale “certo Bianchi, Martina poi scenda nel mio ufficio devo parlarle”, e il mio perdono se ne va con lei e il caffè offerto. Ora sapeva cosa l’attendeva quella sera.

 

Il campanello suona, anche l’ultima lezione è fatta, la giornata è stata più stressante del solito, sarà il tempo che cambia, entro nel condominio di Martina salgo le scale, la porta del suo appartamento è aperta; socchiudo la porta chiamandola, mi risponde dalla cucina mi dice di chiudere la porta e di raggiungerla, “ti ho visto salire e ho aperto la porta” si gira sorridendo la guardo estasiato come sempre dal suo corpo. Mi attende con un paio di scarpe col tacco e un grembiulino che le copre la fichetta, nulla di più, la osservo,

M: “ho pensato che per farmi perdonare avrei potuto prepararti una buona cena, se desideri fermarti£

G: “ti ringrazio, è una splendida idea, così ci sarà più tempo…per parlare” aggiungo quelle parole con malizia

M: “il dipinto è completato, dovevo avere una buona scusa per invitarti anche nei prossimi giorni se lo avessi voluto”

G: “che donna previdente!”

mi avvicino a lei stringendola e baciandola con passione, è incredibile come sia riuscita a coinvolgermi in così pochi giorni, lei ricambia il bacio aggrappandosi a me, poi mi lascia e teneramente prendendomi la mano mi porta al suo letto.

La struttura in ferro e la zanzariera penzolante danno un tocco di classe assieme alle lenzuola scure, si gira verso di me e inizia a spogliarmi, i bottoni della camicia si aprono al tocco dei suoi ditini denudandomi il torace, sento la sua bocca baciarmi, i dentini affondare nei miei muscoli delicatamente, le mani scendono slacciando la cintura e lasciano cadere i pantaloni, m’aiuta a sfilarli dai piedi, risale con la boccuccia posata a me tremendamente sensuale, sale baciando il cazzo ancora vestito dai boxer neri, le dita s’infilano nell’elastico, vedo che ci gioca, entra ed esce, ne segue il profilo con la lingua, la vedo afferrarlo con i dentini e aiutandosi con le mani abbassa l’ultimo mio indumento facendomelo sfilare, si rialza baciano il cazzo e spingendomi al letto mi fa sedere.

Prende i cuscini per farmi stare più comodo mentre s’inginocchia tra le mie gambe, splendida creatura posa la lingua sulla punta iniziando a stuzzicarmi un cazzo già in erezione, adoro la sua lingua, quando la posa per le lente leccate, poi scende sul filetto stuzzicandolo con la punta della lingua velocemente, sento le labbra avvolgere la cappella e la lingua continuare a leccare al caldo nella sua bocca mentre una manina m’accarezza le palle. Adoro quelle labbra, ma lei sa cosa voglio stasera, mi succhia bene la punta uscendo con un piccolo schiocco e lo lascia cadere sulle tette, le tanto ambite tette, vedo che si solleva un pochino sistemandolo nel solco, e stringendolo con la tanto ambita meta del mio cazzo, la sento muoversi su e giù mentre contraccambio lo sguardo di lei, avere finalmente anche quella parte di lei non ha prezzo, mi chino a baciarla sollevandola e facendola stendere, mi posiziono cavalcioni su di lei, fantastica sotto di me mentre le faccio stringere così il cazzo e inizio a scoparle le tette, morbide, sode, sento il cazzo stretto in quel caldo abbraccio, sposto un cuscino sotto la sua testa; mi guarda senza capire, “su avanti succhialo quando esce” sussurro la voce modificata dall’eccitazione, in risposta apre quella dolce boccuccia da porca e accoglie il mio cazzo ad ogni affondo, mi muovo sempre più rapido, le blocco la testa con una mano piantandole il cazzo in gola mentre vengo, sento che vorrebbe ritrarsi ma godo troppo per curarmene, la lascio solo dopo essermi svuotato completamente in lei “si ti sei fatta perdonale piccola”

“sei un porco bastardo! mi hai quasi fatta soffocare! Se solo pensi che mi sia piaciuto…”

Non la lascio terminare la frase infilando brutalmente una mano tra le sue cosce inzuppandomi le dita nella sua fica, le ritraggo e le succhio lei mi guarda con falsa rabbia tradendo il desiderio nei suoi occhi, “se non ti è piaciuto perché c’è un lago qui sotto?” chiedo ridendo e alzandomi “allora si cena?”

Martina risponde un po seccata “si dovrebbe essere pronto”, forse s’aspettava che la leccassi un po, ma dopotutto doveva farsi perdonare, la seguii in cucina preparò velocemente il tavolo e servì la cena già pronta e scaldata, iniziammo a parlare del più e del meno l’uno vicino all’altra, la mia mano scese fra le sue cosce dolcemente accarezzandola, lei dischiuse le cosce, sorrisi a quella sua mossa più o meno involontaria le leccai l’orecchio mentre le dita cercavano il clito iniziando a stuzzicarlo, prendendolo tra indice e pollice e facendole una piccola sega mentre si scioglieva “sei un adorabile puttanella Marty, mi piaci un sacco” le sussurro all’orecchio, poi la mia lingua scende lenta sul suo collo, scosto la sedia infilandomi sotto il tavolo; le mie mani le aprono le cosce scoprendo la fica bagnata l’attiro a me baciandola con la lingua bene dentro di lei mentre un lungo gemito di piacere le lascia la bocca, cerca di scostarmi o di alzarsi ma la tengo ben stretta a me mentre la lecco e la succhio come se me la stessi mangiando, in pochi attimi la sento sull’orlo del piacere, le stuzzico con un dito il clito mentre la lingua la lecca dentro bevendo tutto il suo dolce nettare mentre viene copiosamente nella mia bocca, stacco il dito senza però smettere di leccarla, sento che nuovamente sta per venire “si, vieni un’altra volte Marty” la incoraggio quasi senza staccare la bocca e godendomi il suo orgasmo.

Esco da sotto il tavolo e la vedo sconvolta appoggiata alla sedia “signorina credo che dovrebbe stendersi” lei mi guarda sorridendomi e alzandosi “perché non mi porta lei vecchietto al letto?”

La prendo in braccio con le gambe ben aperte attorno ai miei fianchi il mio cazzo tra la mia pancia e la fica calda e bagnatissima, la alzo come per sistemarla e lascio che il cazzo scivoli dentro senza difficoltà in quel paradiso, la sento stringersi a me come se volesse far entrare anche le palle “chi è il vecchietto? Vedi ora questo vecchietto che ti fa!” le dico eccitato come mai mentre ad ogni passo la lascio rimbalzare sul cazzo, la porta della camera è chiusa, l’appoggio e inizio a muovermi su e giù facendola rimbalzare sul cazzo e lasciandola ricadere di peso, lasciano che la fica lo ingoi tutto, mi sfilo facendola scendere e girandola a 90, le cosce aperte inquadrano il mio obiettivo, infilo il cazzo nella fica iniziandola a sbattere mentre la tengo per i fianchi, sento che così non resisterei ancora a lungo, mi sfilo e le infilo le dita scopandola così mentre l’altra mano stuzzica un capezzolo, Martina inclina il bacino spingendosi verso le mie dita e un nuovo orgasmo non tarda ad arrivare, le libero la figa dolcemente e la giro baciandola mentre apro la porta della camera, arriviamo al letto e vedo che apre un cassetto mentre non smette di baciarmi, estraendo un vibratore di discrete dimensioni, mi stacco dal bacio e la guardo “ti prego non ho mai goduto come oggi, inculami con questo dentro, voglio sentirmi piena di te”, “detto fatto signorina” le rispondo prendendo il fallo finto e puciandolo nella fica grondante mentre le dita giocano col buchino dietro preparandolo a me, e le sue labbra si dischiudono in un nuovo porco bacio.

Mi posiziono sopra di lei allargandole le gambe e puntando il mio cazzo al suo ano e inserendolo piano spingo fino in fondo chiedendole “com’è sentirsi piene?” le sue dita già si stuzzicano i capezzoli mentre geme un “scopami”, certo non me lo faccio ripetere due volte accendo il vibro e inizio a muovermi in lei, vedo che impazzisce solo con lenti movimenti e una dolce vibrazione, le blocco le manine dietro la schiena sotto il suo peso. Inizio a muovermi più veloce, all’aumentare della mia velocità aumento la vibrazione nella fica, sento il cazzo avvolto in quel fantastico culo e mi godo pure io le vibrazioni e tutte le sensazioni sul viso di Martina, la sento mia quando si libera in un nuovo orgasmo, lascio che si calmi prima di levarle il vibratore e togliermi da quel fantastico culo “è il terzo patatina?” “no credo sia il quarto risponde ancora in estasi” mentre si gira con il viso sotto il mio cazzo “scopami la bocca porco” sussurra aprendo le labbra, infilo in cazzo in quella calda bocca e in pochi affondi vengo nuovamente nella sua gola, mi sdraio al suo fianco mentre lei segue con la bocca il cazzo ripulendolo bene e si sdraia accanto a me stringendomi. La sposto sopra di me stringendola “fantastica donna” le sussurro all’orecchio prima di baciarla “voglio scopare sempre solo con te, sei stupenda” lei mi sorride “vuoi vedere il ritratto?” “certo che si patata” rispondo mentre lei me lo porge, lo guardo un attimo, poi la guardo, ci aveva ritratti assieme com’eravamo poco fa uno spora l’altro in estasi nelle nostre emozioni…

G: “come hai fatto?”

M: “questo non era calcolato, spero che ti piaccia, e voglio poterti avere ancora qui nel mio letto”

G: “tutte le volte che vorrai, fin quando non ti stuferai di questo vecchietto”

 

 

Martina posò il dipinto e mi sorrise, in quel sorriso c’era tutto, tutto quello che volevo in quel momento.

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