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Racconti Erotici EteroTrio

Assistenza Esterna

By 27 Luglio 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

Quella mattina d’inizio maggio ero di turno al negozio quando il principale mi chiamò al telefono per fare un’assistenza esterna. Me l’aveva descritta alla cornetta come ‘una cosa semplice e neanche troppo complicata’ a una misteriosa donna il cui cognome era Arcidia alla quale avrei potuto spillare più del dovuto. Mi segnai tutto su un foglietto di carta; cognome e indirizzo, riprendendo poi a lavorare. I clienti quel giorno erano tanti ed entravano uno dietro l’altro. Sembrava che non avrei potuto trovare uno spazio libero per svolgere la mansione quando a mezzogiorno riuscii a trovare uno spazio per chiudere il locale appiccicando alla porta il foglietto con scritto ‘Siamo fuori per intervento esterno, nel caso di urgenze chiamare il titolare’. Assieme al mio zainetto percorsi i pochi metri che mi separavano dalla signora. Infatti ‘Arcidia’ abitava non lontano dal negozio in una traversa sulla lunga via, settecento metri più in giù del locale dove svolgevo riparazione, vendita e assistenza di piattaforme elettroniche. Camminavo sotto un sole che quasi spaccava le pietre con indosso la maglietta che mi accompagnava per sei giorni su sette la settimana, raffigurante in alto a sinistra nome e logo del negozio e dietro i punti vendita presenti nel quartiere. Mi fermai di fronte al cancello verde e un po’ arrugginito e suonai al citofono. Dopo pochi secondi d’attesa una voce femminile e squillante mi rispose.

-‘E’ il tecnico dei computer? Venga… aspettavo proprio lei’-.

-‘Sì, signora’ sono io”-

-‘Secondo piano, scala A’ al pianerottolo subito sulla destra’-.

Riattaccò senza darmi nemmeno il tempo di rispondere. Il cancello si aprì con un clic metallico, permettendomi di attraversare il vialetto. Arrivato al portone suonai di nuovo. Un altro clic metallico e m’infilai all’interno. Percorsi le brevi scale e con mio stupore raggiunsi poco dopo il pianerottolo da lei indicato. La porta era aperta ma per educazione bussai.

-‘C’&egrave nessuno?’- alzai la voce.

-‘Venga!’- da lontano la sua voce mi diede il benvenuto.

Entrai chiudendo la porta alle mie spalle. A passi lenti e titubanti arrivai nel salotto. Mi girai alla mia destra e dal breve corridoio che conduceva a due stanze, una sulla destra e una sulla sinistra, spuntò lei, la signora Arcidia.

Era una donna sulla trentina, alta circa un metro e sessantacinque, carnagione abbronzata’ aveva un visino carinissimo e portava die capelli lunghi dal colore rosso con delle meches nere, il suo corpo era in forma e tonificato, le sue forme deliziose. Mentre mi veniva incontro, ammirai la sua seconda di seno coperta dalla sua canotta nera a spalline e una minigonna a righe verticali grigie e nere che la copriva fino alle cosce. Mi sorrise con fare gentile camminando scalza.

-‘Mi scusi ero a preoccuparmi di altre faccende”-

-‘Non si preoccupi signora’- l’educazione prima di tutto.

-‘Mi chiami Eleonora’- e mi tese la mano.

-‘Amedeo’- dissi stringendo la sua debole stretta.

-‘Ah!’- esclamò lei voltandosi all’istante ”Mi scusi, vado a prendere il computer”-

Nel frattempo che s’incamminava nuovamente nel corridoio, colsi l’occasione per dare un’occhiata al suo fondoschiena sodo e ben pronunciato. Dopo qualche secondo mi sedetti sul divano di cuoio grigio al centro del salotto. Davanti a me c’era un tavolino di vetro con le gambe di legno, dove posai lo zaino distendendolo, sopra a un tappeto persiano. Più in là accanto a delle piante il mobiletto con sopra un grosso televisore da almeno quaranta pollici. La stanza era ben illuminata e voltandomi un attimo all’indietro si poteva intravedere la cucina. La mia perlustrazione visiva fu interrotta da lei che tornava con un piccolo notebook di marca’ molto costoso. Lo presi dalle sue mani e lo appoggiai delicatamente sulle gambe.

-‘Questo computer ha l’antivirus da aggiornare, solo che io non so farlo’ ho paura di fare qualche cavolata”-

Eleonora si chinò per mettere la sua password ed io colsi l’occasione per squadrare i suoi piccoli seni dal leggero spacco della canotta. Averli così a portata di mano mi causò un’imbarazzante e lieve erezione.

-‘Ecco”- apparve la schermata di caricamento e lei si mise seduta normalmente.

Dopo pochi secondi apparve il desktop ordinato e con miriadi d’icone. Lo sfondo raffigurava una cima innevata con degli alpinisti ridotti a puntini lontani che cercavano di scalarla.

-‘E’ una foto di qualche anno fa’ ero andata in vacanza con il mio ex marito ed ero alle pendici del monte. Ci sei mai stato da quelle parti?’-

Riconobbi subito il luogo, l’avevo già visto su diverse cartoline.

-‘Lo conosco solo di vista, non ci sono mai stato’ mi piacerebbe però”-

Eleonora fece cadere la conversazione suggerendomi con il suo indice l’icona dell’antivirus.

-‘Ci clicchi su’-

Una schermata di protezione mi mise in allarme; erano state individuate ben trentadue minacce e in più l’aggiornamento da compiere.

-‘Oddio!’- esclamò. -‘E’ la prima volta che mi appare una schermata del genere’-.

Cliccai sull’icona delle anomalie ove si presentò una successiva schermata recitante il nome di un po’ di strani virus.

-‘Devono essere state le mail che ho aperto ieri sera”-

-‘Che tipo di mail?’-

-‘Sa’ Amedeo’ sono registrata a un sito d’incontri e ogni tanto mi arrivano degli annunci”- si fermò. -‘Per sbaglio ieri sera ne ho aperti alcuni e ”-

-‘Ho capito’- dissi frettolosamente e sbuffai -‘Credo ci vorrà più tempo del previsto e un compenso maggiore’-

Lei mi guardò preoccupata.

-‘Ho combinato un pasticcio, mi scusi”- sembrava affranta.

-‘Questo computer le serve subito?’-

-‘B&egrave, sì, entro oggi”- abbassò lo sguardo -‘Ci vorrà molto?’

-‘Un po’, forse dovrei portarmelo via ma vedremo’ c’&egrave un sacco di zozzeria stando a quanto dice il programma’-

-‘Può farlo qui, senza dover andar via?’-

-‘In tal caso vorrei un bicchiere d’acqua”-

-‘Certo!’- esclamò e un lampo di felicità s’instaurò nel suo sguardo. -‘Grazie mille!’-

Si assentò per un po’ permettendomi di lavorare in pace al computer. Provai a pulire quel pc senza entrare troppo nella sua vita privata e professionale ma la curiosità era tanta, lo ammetto. Provai vari metodi veloci di pulizia mentre lei mi portò l’acqua da me richiesta e si riassentò poco dopo per finire delle questioni in camera. Sfruttai il mio tempo nel migliore dei modi, ma verso le 13:15, mentre scaricavo dalla rete un programma completo per la pulizia dettagliata delle minacce, dalla barra in basso a destra spuntò una notifica. Ci passai sopra il mouse meravigliandomi che non fosse arrivato il suono audio.

‘GiuseppeBxx ti ha inviato un messaggio’

Mi guardai sospettosamente intorno. Lei non era nei paraggi e la curiosità era tanta’ perciò decisi di aprire il messaggio. Sullo schermo apparve all’istante la chat.

‘Sei sola?’

La foto profilo mostrava un corpo giovane disteso su un letto sgualcito. Il ragazzo aveva degli addominali parecchio scolpiti e si poteva intravedere parte del suo pube.

‘Il tecnico &egrave nell’altra stanza’

‘Cavoli’ pensai ‘Dev’essere attiva la sincronizzazione tra i dispositivi”

Chiusi la finestra ma poco dopo apparve un’altra notifica.

‘Hai preso qualke infezione?’

‘Ho aperto per sbaglio le mail col Viagra’

‘Ahahahahah smp la solita porca”

‘Dai ke sn sul letto’

‘Ma lui km &egrave?’

‘Sembra affidabile’ vedremo’ &egrave gentile e carino però’

‘Più di me?’

‘Di fisico forse no ma di sicuro &egrave più gentile di te’

‘Ahahahahahahah’

Arrossii e uno strano tepore mi scaldò le guance. Smisi di leggere e mi concentrai sul lavoro da svolgere mettendo da parte le notifiche che continuavano ad arrivare. Installai il programma e riavviai il computer un paio di volte per permettere l’accurata pulizia del sistema. Erano quasi le due quando finii di pulire il computer e la chiamai facendola uscire dalla stanza. Cliccai un attimo sulle notifiche per nasconderle.

-‘Come va con il pc?’- si sedette di nuovo accanto a me e accavallò le gambe.

Mi persi per qualche attimo nell’ammirare i suoi piedini puliti e ben curati.

-‘Ho finito proprio ora la pulizia”-

-‘Davvero? Grazie!’- esclamò lei di nuovo felice.

-‘Si figuri”- risposi timidamente.

-‘Vuoi qualcosa? Ti faccio un panino?’-

-‘Ma non si preoccupi”-

-‘Senta non faccia complimenti, le preparo una cosa leggera al prosciutto va bene?’-

-‘Ok”- sospirai.

Lei sparì di nuovo e la sentii armeggiare alle mie spalle in cucina. Cliccai sull’icona dell’aggiornamento e posai il computer sul divano. Raggiungendola in cucina. L’ambiente era piccolo e accogliente. Lei stava tagliando il pane sul tavolo di legno posto in fondo alla stanza.

-‘L’aggiornamento &egrave pronto in quaranta minuti”- mi appoggiai alla porta.

-‘Lei &egrave un santo!’- andò al frigorifero e tirò fuori il prosciutto. -‘Mi ha risolto subito il problema!’-

Mi preparò velocemente il panino e me lo porse con gentilezza.

-‘Mi scusi se mi assento di nuovo ma in camera non ho ancora finito”-

Una volta che Eleonora scomparve andai subito al computer e riaprii la chat. All’aggiornamento mancava ancora una ventina di minuti.

‘Hai dato la pappa al cucciolo?’

‘Smettila x favore’

‘Mandami una foto tua’

‘Ti stai toccando?’

‘Non ancora”

Ero arrivato a metà panino ed ecco comparire nella chat una foto di Eleonora; ingrandendola c’era lei distesa supina sul letto che baciava il dito indice della mano sinistra posto sulle sue labbra.

‘+Piccante’

‘Nn posso c’&egrave lui”

‘Nn ci credo”

Di nuovo eccone un’altra, stavolta con le spalline calate e i seni in bella vista. Una seconda di seno piuttosto interessante.

‘Belle tette kissà se apprezza’

‘Nn sono una troia, lo sai”

‘Potresti provarci xò”

‘Smettila’

‘Voglio la tua micetta”

Avevo appena finito il panino e stavo seguendo la loro discussione con un forte interesse. L’ultima foto mi aveva piuttosto eccitato ma alla vista di una successiva foto di lei con i seni di fuori e la ‘micetta’ stuzzicata delicatamente dalle sue dita mi mandò parecchio su di giri.

‘Vorrei accarezzarla’

Il download dell’aggiornamento era quasi finito.

‘Sei smp il solito porco’

‘Sono diversamente maniaco’

‘XD’

Decisi poco dopo che era ora di tornare al lavoro, perciò chiusi la chat nascondendola e aspettai gli ultimi passi del download. Applicai l’aggiornamento e riavviai il computer per rendere effettive le modifiche, dopodiché mi alzai in piedi. L’orologio del notebook segnava quasi le tre del pomeriggio.

-‘Eleonora!’- gridai -‘Il suo computer &egrave ora pulito e aggiornato!’-

Non ricevetti alcuna risposta perciò attesi qualche minuto lì in piedi come un ebete. Dopo un po’ la vidi uscire dalla stanza alla destra del corridoio vestita come mi aveva accolto all’inizio, ma i suoi capelli erano leggermente in disordine.

-‘Mi scusi’- pronunciò con tono sommesso.

Sorrisi nervosamente mentre lei veniva verso di me e una spallina della canotta le stava scivolando giù per il braccio, rivelando pian piano il suo seno’ con una certa abilità però se la rimise nuovamente a posto.

-‘Questi vestiti”- mormorò. -‘Torniamo a noi, &egrave veramente pronto?’-

-‘Certo signora, aggiornamento e pulizia effettuati come da programma. Dato l’orario, l’intervento esterno e la pulizia extra sono”- ci pensai un attimo -‘ Cento euro’-.

-‘Come? Così tanto?’- mi guardò stupita.

Io abbassai lo sguardo sulla canotta da cui trasparivano i suoi capezzoli turgidi.

-‘Ottanta euro per l’intervento e l’aggiornamento e venti per l’extra’-

-‘Magnifico!’- esclamò lei in modo totalmente ironico. La vidi per un istante turbata. -‘E se gliene do Ottanta adesso e gli altri Venti glieli ripago in natura? Sa’ mi sembra un bel ragazzo”-

Il suo dolce complimento mi aveva fatto arrossire e un po’ eccitare.

-‘Come scusi?’- feci finta di non capire ciò che aveva in mente.

-‘Vede’ Amedeo”- iniziò maliziosamente ammiccando una posa piccante -‘Ho uno strano interesse per i giovani ragazzi”-

Rimasi stupito dalla sua proposta’ le guance mi stavano letteralmente bruciando e l’eccitazione era diventata quasi incontenibile. Lei mi posò delicatamente una mano sulla spalla facendomi indietreggiare fino a dovermi sedere forzatamente sul divano. Ero molto agitato, il mio cuore era in tumulto.

-‘La prego”- Eleonora alzò una gamba posando il suo piede sulla mia coscia sinistra mentre con le mani si allisciarono eroticamente i fianchi. -‘Accetti questo mio compenso”-

-‘Signora”- provai a dire, ma mi lasciai bloccare da lei che portò il suo dito indice davanti alla bocca in segno di silenzio.

Il mio membro nel frattempo faticava visibilmente a stare nei pantaloni; con un rapido movimento tolse il piede dalla coscia e si calò le spalline della canotta liberando i suoi seni, rivelandomeli realmente in tutta la loro bellezza insieme al suo ventre piatto e al suo piercing ombelicale.

-‘Ti piace ciò che vedi?’- mi chiese dolcemente.

-‘Certo Eleonora”- mormorai con voce roca.

-‘Adesso”-

La sua frase fu spezzata dal suono del campanello.

-‘Cazzo!’- gridò facendomi sorridere -‘Dev’essere Simona”-

La zip dei miei pantaloni si era leggermente aperta e la richiusi a fatica inarcando la schiena. Guardai a terra la sua canotta e chinandomi la presi nascondendola sotto i cuscini del divano. Mi sedetti normalmente dato che tutto quel suo fare mi aveva fatto sprofondare comodamente nella seduta. Non volevo dare all’ospite una brutta impressione ma probabilmente gliela avrebbe data lei che era andata ad aprire con il suo davanzale in bella vista. Aguzzai l’udito sentendo i passi provenire dal pianerottolo e dall’ingresso le loro voci sommesse.

-‘Simona”-

-‘Eleonora”- quella voce aveva un non so che di strano. Era femminile ma a tratti ricordava quella di un maschio. ”Che ci fai con le tette di fuori?’-

Uno schiocco di baci probabilmente… poi nuovamente le voci.

-‘Entra’ era venuto il tecnico a ripararmi il computer, non far domande ti prego”-

Il rumore della porta che si chiudeva mi fece sussultare. Sentivo uno strano senso di confusione e disagio al mio interno; ero agitato, eccitato in un luogo che non era mio, in una situazione che faticò a sembrarmi reale.

-‘Ah’ok”-

Ancora dei passi ed eccole entrare nel salotto. Eleonora era dietro alla sua amica, una bionda dai capelli leggermente mossi e anche lei dalla carnagione un po’ abbronzata’ Aveva dei lineamenti femminili ma a guardarla bene alcuni, come le spalle o il mento, ricordavano vagamente quelli di un maschio. Indossava anche lei una canotta proprio come quella della padrona di casa ma dal colore rosa, quella che era la sua terza abbondante sembrava esplodere dentro di essa. Le sue gambe erano perfettamente depilate, coperte fino alle ginocchia da dei pantaloncini blu di una tuta, tenuti in vita da un laccio bianco legato a fiocchetto. Ai piedi indossava scarpe di marca da ginnastica. Rimasi sorpreso nel vederla.

-‘Simona”- disse con la sua strana voce.

Si avvicinò e mi tese la sua mano’ la sua stretta era calda e forte, come quella di un maschio. Non ci avevo fatto caso prima ma i suoi bracci erano un po’ muscolosi. Nel frattempo che mi strinse la mano, si chinò a novanta gradi mettendomi davanti lo spacco della canotta con i suoi fantastici seni, oscurandomi la vista di qualsiasi altra cosa.

-‘Scommetto che sei più di un tecnico”- mi sussurrò all’orecchio facendomi vagamente eccitare e mi schioccò un bacio assordante su un lobo.

Non appena mi liberò la visuale rivolsi uno sguardo Eleonora che mi guardò esterrefatta. Sembrava come sconvolta.

-‘Vuoi sederti Simona?’-

-‘Ti ringrazio Ele’ ma no”- si girò verso di lei e la baciò su una guancia. -‘Lo sai perché sono qui, no?’-

Eleonora tossì. -‘Sì ma non pensavo arrivassi con un’ora di anticipo e senza preavviso’-.

Simona mi rivolse un malizioso sguardo. -‘Sembra un bel ragazzo”-

-‘Grazie”- dissi arrossendo nuovamente.

-‘Veramente stava per andare via’ non &egrave vero?’- Eleonora sembrava preoccupata.

-‘Fallo restare, magari può darmi una mano’-.

-‘Cosa le serve Simona, io mi occupo di computer e”-

-‘Non ti preoccupare’- m’interruppe lei -‘Puoi tornarci sempre utile”-

-‘Simona!’- gridò Eleonora dandole uno schiaffetto sulla nuca.

-‘Tesoro!’- gridò lei di risposta.

-‘Seguici”-

Eleonora e Simona mi costrinsero ad alzarmi e nel mentre camminavamo per il breve corridoio, non feci altro che mantenere lo sguardo sul bel fondoschiena rotondo di quello che mi sembrava essere sempre più un travestito, il che mi mise un po’ sulle difensive. Entrammo nella camera sulla destra, quella che si rivelò essere la sua stanza da letto. Il matrimoniale aveva delle coperte leggermente sgualcite e dalle finestre entrò una leggera brezza primaverile. La stanza era ben illuminata dalla luce solare e Simona andò subito ad abbassare la serranda mettendola in penombra e tirò le tende in modo da impedire ogni sguardo dal palazzo di fronte. Socchiuse anche le finestre mentre stavo letteralmente sudando freddo. Eleonora si sedette sul letto e facendomi cenno di avvicinarmi mi tirò giù la zip e mi sbottonò i pantaloni costringendomi a levarmeli. Senza fiatare mi feci calare anche i boxer. Il mio membro turgido ed eretto sussultò dinanzi al suo volto maturo. Guardai Simona che ai piedi del letto si era appena tolta la canotta e i suoi floridi seni erano alla vista di tutti noi.

-‘Aspetta’- disse lei -‘Non vorrete mica iniziare senza di me”-

Con la coda dell’occhio vidi Simona inginocchiarsi dietro di me, il che mi mise in agitazione. Era la prima volta che mi capitava di scopare con una donna e quello che sembrava essere un trans conosciuti a malapena, ma i miei dubbi svanirono non appena il mio membro entrò nella golosa bocca di Eleonora e lentamente iniziò un pompino che scosse tutti i miei sensi. Era da un po’ che non scopavo e quel lavoro di bocca mi piacque subito da matti. Pochi minuti dopo avvertii delle mani posarsi sulle mie natiche e qualcosa come una lingua iniziare a strusciare sul mio buchino. Quel gesto mi fece trasalire e il mio pene sussultò nuovamente, stavolta nella bocca di Eleonora. Più le loro attenzioni aumentavano di ritmo, più mi ritrovavo sulla soglia dell’orgasmo; quello che mi stava facendo impazzire di più era il pompino di Eleonora che mentre succhiava cercava di mantenere il contatto visivo con il mio sguardo.

A ogni colpo gemevo e ansimavo sempre di più e l’orgasmo che provai qualche minuto dopo fu uno dei migliori. Simona continuò a non darmi tregua fino alla fine, Eleonora si ritrovò sorpresa di ricevere il mio liquido nella sua bocca e a ogni fiotto mugugnava di piacere. Giunto alla fine lei inghiottì il mio seme mentre Simona si calmò.

-‘Hai capito il ragazzo”- disse Eleonora dando un paio di colpetti di tosse.

-‘Adesso però ne paga le conseguenze”- Simona si alzò e si sedette vicino a Eleonora.

Un piccolo bozzo al centro dei pantaloncini della tuta mi confermò ciò che temevo di più.

-‘Sei un transessuale?’- chiesi stupito dal fatto.

Simona annuì mentre Eleonora sorrise nervosamente.

Come ho accennato in precedenza al tempo i transessuali mi mettevano un po’ in soggezione ma al tempo stesso un lato di me ne era vagamente attratto. Perciò mi ritrovai agitatissimo e l’eccitazione calò rapidamente quando mi ritrovai Simona col suo membro pronto ed eretto che richiedeva le mie attenzioni.

-‘La prima volta &egrave sempre la più difficile, ma vedrai, ti piacerà”-

-‘E se non dovesse piacermi?’-

-‘Vedrai”-

M’inginocchiai al suo cospetto e mi avvicinai con il capo al pene, il cuore in gola. Eleonora mi rivolse uno sguardo preoccupato mentre Simona espresse un leggero sorrisetto sulle labbra. Presi il coraggio a due mani e affrontai le mie paure, dando una piccola leccata e sfiorando la sua turgida cappella. Rabbrividii. Una stranissima sensazione scosse il mio giovane corpo. Un’altra leccata stavolta più decisa, poi un’altra con la quale arrivai a metà asta e un’altra ancora fino ad arrivare quasi ai testicoli. Simona gemeva copiosamente sotto le mie attenzioni ed io mi ritrovai nuovamente eccitato come se stessi facendo del sesso con una femmina. Eleonora mi accarezzò la mia chioma riccia e castana, mi mise una mano sulla nuca spingendomi oltre il semplice leccare. Il suo membro caldo, duro ed eretto entrò nella mia bocca in un lampo, stuzzicando la mia probabile e latente bisessualità. Lentamente, sotto le dolci carezze di Eleonora, abbandonai ogni resistenza ai transessuali.

-‘Oh sìììì’ Amedeo’ Sei bravissimo per essere la prima volta”-

Lucidai letteralmente quel membro con la mia saliva. Lo sentivo sussultare nella mia bocca, ma dopo poco Simona mi bloccò levandomelo dalla bocca.

Guardai Eleonora divertita. ”Sei bravo a succhiare’-ì.

Simona si girò verso di lei e la baciò appassionatamente. Le stuzzicò i capezzoli e lei fece lo stesso con i suoi. Vederle baciarsi fu per me un’emozione unica.

-‘Amedeo, vieni”- sbatté la sua mano sulle coperte del letto. -‘Sali su’- mi ordinò.

Come un piccolo schiavetto mi ritrovai a ubbidire ai suoi comandi. Eleonora si sistemò distesa con la testa sul cuscino, divaricò le gambe e inarcando la schiena si levò la gonna. La sua ‘micetta’ era pronta per essere stuzzicata dalla mie carezze, perciò mi posizionai tra le sue gambe non facendomelo ripetere due volte e iniziai a leccare la sua figa umida e vogliosa.

-‘Dai’ fammi godere”- disse cominciando a gemere.

Assaporai così i suoi dolci umori mentre Simona mi aprì nuovamente le chiappe. Ero perfettamente posizionato a novanta gradi con la testa e la schiena rivolta verso il basso e sentii un qualcosa di duro strusciare per poi infilarsi lentamente tra le mie natiche’ il suo membro si stava facendo strada dentro di me e trasalii. Mi bloccai un attimo e con una vocina stridula provai a protestare ma Eleonora mi bloccò subito la testa tra le sue gambe non permettendomi di fare altro se non leccare la sua vagina e il clitoride eccitato.

Ogni colpo leggero mi faceva sussultare e gemevo mentre assaporavo copiosamente gli umori della signora Arcidia. La mia bisessualità latente stava strizzando un occhio alle azioni di Simona. I gemiti di Eleonora si confusero con la mia stridula approvazione, le grida di Simona si fecero sempre più rumorose e i suoi colpi sempre più rapidi e profondi, fino ad avvertire i suoi testicoli gonfi sbattere su di me. Eleonora ebbe di lì a poco il suo primo orgasmo e fui costretto a deliziarla mentre raggiungeva il culmine del suo piacere, mentre una volta finito Simona estrasse il suo membro da dentro di me avvertendo il mio culetto dolorante. Stava per venire anche lei, glielo leggevo da come si masturbava rapidamente il suo turgido pene, sembrava quasi torturarlo. Mi posò una mano sulla fronte tenendomi il viso in tiro, eiaculandomi in faccia. Chiusi gli occhi ricevendo il suo caldo seme fino all’ultima goccia sul mio viso. La mia strana bisessualità gioiva ed io avvertii un senso di soddisfazione. Eleonora prese subito la palla al balzo e con l’aiuto delle sue dita prese il suo seme portandoselo alla bocca. Mi ripulì letteralmente la faccia e piano piano potevo riaprire gli occhi.

-‘Allora ti &egrave piaciuto?’- chiese Simona curiosa con voce roca.

-‘Certo che sì, non vedo l’ora di rifarlo”-

-‘Bene”- disse Eleonora scendendo dal letto. -‘Devi tornare al lavoro?’- e m’indicò l’orologio sopra al letto.

Erano ormai le quattro e mezza e avrei già dovuto riaprire il negozio da un’ora. Ero preoccupatissimo. Scesi dal letto agitato e mi feci indicare il bagno per darmi almeno una sciacquata alla faccia. Mi rivestii in fretta sotto lo sguardo divertito di Simona e dopodiché mi feci dare da Eleonora gli Ottanta euro pattuiti. Presi il mio zainetto sul tavolino del salotto e mi feci accompagnare alla porta. Ero ormai sull’uscio quando lei mi fermò.

-‘Aspetta!’- gridò.

Eleonora mi schioccò un bacio sulle labbra, letteralmente irresistibile. -‘Grazie veramente di tutto”-

-‘Salutami Simona’-.

-‘Possiamo passare ogni tanto al negozietto a salutarti. Niente sesso, solo amicizia.’-

-‘Certo!’- esclamai strizzandole un occhio.

-‘Rivediamoci’ Settimana prossima’ Insieme con Simona”-

-‘Qui o al negozio?’-

-‘Ovviamente qui’ scemotto”- disse sorridendo.

-‘Se hai bisogno di altro aiuto con i computer non esitare a contattarmi per un’assistenza”-

-‘Stesso giorno, qui, appena stacchi. Ci sentiamo per telefono. Chiamo direttamente il numero del negozio. Ora va o farai tardi”-

Chiuse la porta mentre iniziavo a scendere rapidamente in picchiata le scale. Dopo aver vissuto quegli attimi, compresi che la mia vita sessuale non sarebbe stata più la stessa.

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