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Racconti Erotici Etero

AUDACIA,FORTUNA E…

By 5 Gennaio 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

La fortuna aiuta gli audaci.
Si dice.
Qualche volta &egrave vero.
Ma il più delle volte no.
Vi racconto una delle prime.

Ero a Venezia,in un bar. Era una serata fresca e piovosa. Avevo finito di lavorare da un paio d’ore e,pur di non rientrare a casa,da solo,a cenare e finire a letto,o al massimo,di fronte alla tv,ero entrato in quel bar per inerzia. Avevo ordinato un amaro e mi ero seduto ad un tavolo a far asciugare il soprabito. Il posto era grazioso,con separé e morbide poltrone,carta da pareti verde scura e un ambiente che pareva caldo. A parte un signore in giacca e cravatta al bancone non c’erano altri clienti. Un tipo massiccio,spalle larghe e capelli corti puliva dei bicchieri e una donna sistemava le monete nella cassa. Musica jazz di classe usciva da casse in legno pesante.
La donna stava china,armeggiando coi soldi e i capelli neri le spiovevano sul volto coprendolo. Solo una volta aveva alzato brevemente lo sguardo,un attimo,un lampo e occhi chiari avevano brillato appena. Era alta circa un metro e settanta,spalle atletiche,come i corpo che pareva ben tirato,sodo,indossava solo una t-shirt nera e dei polsini piuttosto massicci alle braccia muscolose anch’esse,polsini entrambi neri. Da tennista. L’osservai. Contava piano,come meccanicamente,sforzandosi. I capelli ondeggiavano verso il basso,come al ritmo del suo conteggio. La cassa mi impediva di vedere il resto del corpo,il seno in particolare,così mi spostai un poco con la sedia,cercando di fare meno rumore possibile. Ma lei alzò gli occhi. Mi fermai. Erano verdi credo. Mi scruta. Torna a contare. Non vedo ancora. Mi sposto ancora. Veloce. Così va meglio. Dalla nuova prospettiva scorgo il profilo del corpo. Un bel seno direi.
Decido che &egrave una bella donna.
La voglio.
La desidero.
Vorrei prenderla e
Ok. Sto correndo. Io non sono uno che si butta con le donne. Non che sia timido,ma,ecco,l’idea del rifiuto mi terrorizza. Forse perché ho un’alta considerazione di me.
La guardo ancora.
Termina di contare. Chiude la cassa e mi guarda.
‘Un altro, Signore?’ chiede.
‘Volentieri,ma mi porti uno scotch,con due cubetti di ghiaccio,per favore.’
‘Subito.’
Mise il bicchiere su un vassoio e mi raggiunse. Potei scorgere la sua bella camminata decisa e felpata. Cavolo se &egrave bella,mi ripeto. Come se volessi convincermi.
‘5 euro.’
‘Ecco.’
‘Grazie.’
Bevvi un sorso. ‘Buono- dissi fissandola con un certo tono distante ‘ le va bere con me?’ chiesi sfacciato. Non so. Mi era presa di buttarmi. Vedendola lì vicino in una posa involontariamente sexy con il vassoio in mano e il bel seno sotto la maglietta,pensai alla fortuna. All’audacia. Al motto.
‘Non posso..’
‘E perché mai? Non vedo un gran movimento in giro,stasera,magari &egrave presto,fuori piove..sieda,prenda quello che vuole,vino,prosecco?’
Fortuna.
Dai.
‘In effetti,&egrave una serataccia..’ fece come imbronciata.
‘Dovrebbe chiedere al capo-e indicò il tipo massiccio al bancone. Sarà d’accordo?’
‘Chiediamolo!’ e mi alzai di scatto,percorsi i pochi passi fino al bancone.
Fortuna. Audacia.
Culo.
‘Ho sentito,Signore..fate pure- e allargò le braccia- purch&egrave consumi e paghi tu..’
Fortuna.
‘Grazie. Certo. Ecco dieci euro. ‘Cosa prende? Come ha detto di chiamarsi?-dissi- un prosecco?’
‘Sì,va bene. Non l’ho detto.’
‘Cosa?’
‘Il mio nome.’
‘E qual &egrave?’
‘Vanessa.’
‘Bene,Vanessa,un prosecchino per te!’ e con fare cerimonioso le servii il calice. ‘Siedi’
‘Grazie. Cio&egrave,molto gentile.’
‘Di dove sei Vanessa?’
‘Mestre.’
‘Lucca. Mi chiamo Stefano.’
‘Qui per lavoro?’
‘Lavoro qui.’
Rise.
Pure io.
Culo.
Audacia.
‘Hai un bel fisico. Fai palestra?’
‘Grazie. Sì, palestra,corsa.’
‘..jogging?’
‘In moto. Motocross.’
‘Dai,non ci credo,veramente?’
‘Sì.’
‘Campionessa regionale- fece il barista- guarda le foto alle pareti se non ci credi.’
Quello sentiva tutto.
‘Forte.’ Osservai le foto. ‘Accidenti,sei proprio brava. Ma scommetto che come sport non fornisce entrate certe..’
‘Dici bene. Ed ecco faccio la barista.’
‘Una fortuna.’
”perché?’
‘Per me. Altrimenti non ti avrei incontrata. Non bazzico gare di cross. Non che disapprovi,ma odio il rumore dei motori.’
‘E cosa ti piace?’
‘Quadri. Faccio il mercante di quadri. E poi mi piacciono le cornici.’
‘E basta? Niente altro?’
‘ ..e ‘ fortuna.audacia.culo ‘ le belle donne,come te,Vanessa.’
Il barista sorrise e gettò lo straccio sul bancone. Anche il vecchio in cravatta scrollò le spalle. Che uscita da fessacchiotto di quartiere. Lei sorride e abbassa gli occhi. Che diavolo di battuta stupida penso. Ma lei mi guarda. Audacia premiata. Fortuna.
Culo.
‘Grazie. Sei gentile tu.’
Culo.
Lo so.
Non ci crederete,ma &egrave andata proprio così. Che ho continuato a dirle stronzate e complimenti mentre lei beveva il suo prosecco. Ho parlato a raffica,ma chiedendo anche di lei,interessandomi. E tutto filava liscio che stavo pensando a questa cosa della fortuna e che dovevo tenere alta la posta. Ero già eccitato. Il cazzo mi si induriva e sognavo che lei me lo prendesse in bocca fissandomi coi suoi occhi verdi. Quando finisce di raccontare della sorella che vive a Londra,si alza. ‘Devo andare,ora’ disse. ‘Bene. Grazie. Posso aspettare che tu finisca il turno?’
‘Ok.(FORTUNA FORTUNA FORTUNA MIA). Aspetta pure. Esco alle 23:00,un po’ troppo tardi?’ ‘No. Si cena qui?’
‘Abbiamo solo toast e prosciutto’oppure..
‘..oppure??’
‘..potrei farti delle uova strapazzate. Coi funghi?’
‘Perfetto. Adoro le uova strapazzate. Coi funghi!’
Così cenai con calma,sorseggiando due birre. Nel locale entrarono una coppia e 4 ragazzi russi molto grossi,stile giocatori di rugby. Ordinarono birra e birra e poi passarono al wisky. Avevano un tono di voce molto alto,urlavano anche per dire cose stupide o banali. Vanessa li servì con educazione,ma non mancarono le battute sul suo fisico e sulla cameriera da clich&egrave da ragazzotti. Alla fine si annoiarono e uscirono. Uscii anch’io per fumarmi una sigaretta da solo lungo i canali. Piovigginava ancora,ma era quasi impalpabile. Pensai alla fortuna di quella sera e a dove avrei portato Vanessa. Da me? Era da evitare. Era una settimana che non veniva la domestica a pulire ed io avevo una camera da scapolo da zoccolo duro:vestiti ovunque,letto sfatto e maleodorante e sigarette e polvere sparsa ovuqnue. Mi vergognavo,ma sapevo di avere fortuna quella notte. Quando rientrai Vanessa mi disse che Tomas le dava cinque minuti di pausa. Fumammo assieme. Non entrò nessuno e così Tomas la fece uscire prima. ‘Dove andiamo?’ chiese lei. stavo per dire qualcosa,quando lei,come se non aspettasse altro che la mia pausa,sparò:’Io abito qui a pochi passi. Ti va?’ Wuww..certo che sei una tipa sveglia tu. Brava,mi piacciono le donne sveglie e belle,sono il massimo.’ Mi condusse ad un appartamento vicino al locale. Il posto era piccolo e umido,poca luce attorno,soffitti bassi e un soggiorno carino,pulito con un camino molto bello,con grossi mattoni a vista. ‘Bello qui-dissi. ‘Sì,piccolo..però carino..’ ‘Certo piccolo,&egrave tuo?’ lei non rispose. Si tolse la felpa nera che indossava e rimase in t.shirt. il seno pulsava sotto. Si fece avanti e mi baciò.
Fortuna.
Oh, fortuna mia.
La baciai anch’io e la spinsi contro la parete della libreria. Ci baciammo a lungo. Sapeva di buono,di fresco Vanessa. La sua bocca era dolce e morbida. Le piaceva mordermi le labbra. Wuww Vanessa,che fortuna..mi ripetevo.
Le toccai il seno e lo sentii sodo sotto. Infilai una mano e risalii lungo il corpo. La pelle liscia,elastica. Odorava di buono,di palestra e di birra. Le baciai il collo e sotto l’orecchio. Le toccai i capelli e la baciai sulla bocca. Lei cercava sempre di mordermi. Risali con la mano sotto la maglietta e afferrai una tetta soda.
La spinsi ancora contro i libri. Lei rispondeva solo mordendo. Schivai i suoi denti,ma alla fine mi prese e tirò. Mi strappò un urlo e arretrai. Si avventò su di me. Mi tenne. Mi mise una mano sul pacco già gonfio. Infilò la mano fra i pantaloni. Ripresi a baciarla sul collo. Era bella Vanessa,era proprio la mia sera quella. Ribaltai la situazione di nuovo prendendole la nuca e spingendola di lato. Vanessa rispose con un gesto deciso e mi spinse da una parte. Era forte. Le tornai addosso e la baciai ancora. Le infilai la mano nella figa. Toccai. Spinsi. Toccai ancora,baciandola con rabbia sul collo. Le mi prese la mano e la tolse. Mi dette ancora un morso sulla bocca,facendomi gridare. La schermaglia riprese. La spinsi contro i libri e lei fece altrettanto. Giocammo a spingerci ridendo. Era forte ed atletica,non ci voleva molto a capire che avrebbe vinto lei. allora le presi una mano e la portai di nuovo al mio pacco. Il cazzo era duro. Le lo prese. Soppesò,toccò. Lisciò con la mano. Il cazzo era bello dritto e le spinsi il busto contro di lui. Vanessa si abbassò e iniziò a succhiarmelo. Ciucciava la cappella con leggerezza,avvolgendo con le labbra.
Che fortuna!
Ehi,amico sei un tipo fortunato’mi ripetevo.
Vanessa mi sbocchianava alla grande.
Succhiava.
Ciucciava.
Che CULO!!!!
La fortuna,gli audaci,eccetera. Mi ripetevo quelle parole come un mantra mentre Vanessa succhiava.
‘Andiamo sul letto.’ Proposi.
‘No,facciamolo qui!
La spinsi allora contro i libri. Qualcuno cadde. Anche un portapenna. Sfoderai il mio cazzo contro la sua figa. Era depilata e aveva un piercing da una parte. Una bella figa,pensai. Le infilai il cazzo dentro e iniziai a spingere. Entrò alla grande e presi a pompare.
Che fortuna!
Vanessa reagiva a i colpi con gioia e si beccava la mia nerchia dentro al fica.
Che fortuna!
Le tolsi la t.shirt nera mentre continuavo a fotterla.
I suoi bei seni sobbalzavano. Erano non molto grandi,ma belli. Vanessa era una gran figa. Che fortuna ho avuto? Pensa quando lo racconterò agli amici a Lucca’
Fottevo e pensavo a come mi sarei goduto il resto della serata e il racconto agli amici del bar,quando d’improvviso si sente una porta che si apre.
CAZZO FATE????? Tomas urla troneggiando nella stanza. Mi prende un colpo.
Cazzo.
Nooo
Noooooo
Noooooo ehi andiamo amico mi pare di dire ma non so. Quello avanza,mi prende per il collo e ,i sbatte a terra.
‘Ehi Tomas andiamo’.siamo persone adulte ragioniamo,mica lo sapevo che era la tua ragazza e lei non mi ha detto niente’.’ Un calcio nelle costole mi leva il fiato. ‘Alzati,buffone!’
Mi trascino di lato. ‘Ehi,amico’io’andiamo”
Mi arriva un ceffone in faccia.
‘Ti preg..
‘Andiamo Tomas non farla tanto lunga. Chiedili i soldi e finiamola qui.’ Fa Vanessa.
I soldi? Penso. I soldi? Che soldi?
‘Ok. Le cose stanno così. Dammi 300 e ci dimentichiamo di te.’
‘Ma che cazzo state dicendo,balordi? Io non devo pagare nessuno,manco lo sapevo che quella era una troia’io mica ci volevo andare con una tr
Un ceffone di Vanessa mi rigira la faccia. ‘Senti stronzo. Con 3 bigliettoni te le cavi. Altrimenti Tomas ti riempie di botte e ci gode pure”
‘Ma io vi denuncio,vi faccio arrest
Altro ceffone.
Che fortuna?
Fortuna?
Che serata!
Mi beccai altre botte e alla fine cacciai 300 euro. Tomas me li sfilò dal portafogli senza tante storie.

Fuori in strada aveva ripreso a piovere. Andare dalla polizia?
Che figura ci facevo?
Che cazzo di fortuna avevo avuto,proprio una vera fortuna..
Gli audaci dovrebbero andare a fanculo altro che!
Gli audaci e la loro fortuna.

per commenti,critiche,suggerimenti ed altro:dorfett@alice.it

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