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Racconti Erotici Etero

Autobiografia apocrifa di Eccentrica Gallumbits, di Olivia Prefect

By 27 Febbraio 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Mi chiamo Eccentrica Gallumbits, e sono famosa in tutto l’Universo. Questo è il punto: sono TROPPO famosa. Ci sono più pagine che mi riguardano, sulla Guida galattica per autostoppisti, di quante ce ne siano su interi sistemi stellari. Ma le cose che si dicono o scrivono su di me (tranne quelle che si scrivono DIRETTAMENTE su di me) sono il frutto di passaparola di quinta, sesta o chissà quale mano. E Dio sa se nell’Universo ci sono specie senzienti con sei o più mani, tentacoli o altre appendici prensili. Specie senzienti MOOOLTO interessanti, quando le incontri in certe circostanze. Comunque, nell’Universo al giorno d’oggi il vecchio concetto di sei gradi di differenza non vale più, i pianeti abitati sono troppi e le razze che interagiscono così tante che le voci fanno in tempo a ingigantirsi oltre misura, prima di tornare alla base per una smentita.

Non che mi dispiaccia, in fondo si tratta di pubblicità gratuita, ma adesso credo che sia giunto davvero il momento di smetterla e dire la mia. Si dice per esempio che le mie zone erogene inizino a 4, a 5 o addirittura a 8 km dal mio corpo. Dai, ragazzi, non vi sembra di esagerare? Va bene che nei momenti di intimità, magari bendati e legati, certe carezze si sentono anche, o addirittura meglio, quando passano a un millimetro o due dal vostro corpo, ma OTTO CHILOMETRI !?!? è vero, sono in grado di eccitare qualsiasi maschio di qualsiasi specie con un udito sintonizzato sulle frequenze vocali umane a zilioni di chilometri di distanza, con la mia voce e con quello che dico. Se è un soggetto particolarmente sensibile posso anche provocare il suo orgasmo in questo modo, senza che vengano coinvolti titillamenti di una qualsiasi appendice o cavità adibita a scopo sessuale. Ma le mie zone erogene sono qui, su Eroticon VI, sparse per il mio corpo, e le sue sono lì, dovunque sia questo lì. Mettiamo un limite alle invenzioni di voi pervertiti!

Vorrei mettere in chiaro un altro punto, prima di cominciare: è vero, ho tre seni (e uno più bello dell’altro). Forse è un po’ scomodo per fare jogging, ma in definitiva basta un buon reggiseno personalizzato. Però è un gran bel modo per accontentare i Rettiluomini del sistema Varania minor, o i Cignoidi di Anser IV: due bei canali paralleli in cui far scorrere i loro emipeni’ Credetemi, diventano pazzi! Hanno addirittura organizzato finte federazioni sportive e finti incontri di rugby interstellari per viaggiare in gruppo misto, Cigni e Varani, risparmiando, e raggiungere la grande attrazione del sesso che sono diventata. Mi chiedo cosa raccontino del rugby alle loro femmine. Forse un resoconto annacquato delle risse tra le persone in fila. Comunque sia, solo per questo, ogni anno, Eccentrica ha già la certezza di una settimana sold out.

Adesso, ragazzi e ragazze, mettetevi pure comodi: ho un po’ di cose da raccontarvi.

Ero ancora una ragazza e gironzolavo tra i pianeti. Sapete, quella fase della vita in cui si ha voglia di vedere un po’ di universo ‘dal vivo’ e fare qualche esperienza strampalata. Facevo la cameriera su dei charter interstellari e in questo modo mi pagavo i passaggi. Uno dei miei primi viaggi è stato su Vibrakz II. La guida galattica diceva semplicemente ‘uhmmm, molto interessante’.

C’è una specie felina su Vibrakz II. Sul pianeta manca una specie dominante, non ci sono grossi predatori e tutto quanto somiglia un po’ ai cartoni animati dei Tubotubbies o dei Gimbles. I Gatti di Vibrakz hanno vagamente la forma di grosse, lunghe supposte, un po’ come delle donnole o degli ermellini terrestri, con le zampe anteriori corte corte che praticamente scompaiono quando le tengono attaccate al corpo. Se ne vanno gironzolando per le colline del pianeta Vibrakz e sono molto timidi. Se incontrano qualcuno, vanno immediatamente in cerca di un nascondiglio. Apprezzano soprattutto i luoghi stretti, bui, umidi e caldi’ Devo dirvi proprio tutto, ragazzoni? Il bello è che basta fargli un grattino sulla pancia perché inizino a fare le fusa!!! E non hanno bisogno di pile né di alimentazione elettrica! Solo, ogni tanto, bisogna ricordarsi di tirarli fuori a respirare.

Chissà come mai, l’astronave ospitava una comitiva tutta al femminile per un addio al nubilato. Non vi dico la mia costernazione quando ho visto tutte le passeggere togliersi la biancheria intima ed indossare, come una sorta di uniforme, minigonne a quadrettini rossi e blu, camicette semitrasparenti e calzettoni bianchi, tra occhiolini e risatine soffocate. Sembrava il sogno erotico di un quindicenne giapponese. Il fatto è che gli alberelli di fummm-mee too taa, che rappresentano il nascondiglio naturale dei gatti di Vibrakz II, hanno un doppio tronco bianco e chioma a quadrettini. All’incrocio dei due tronchi, a 1-3 metri da terra, solitamente c’è una fessura (talvolta anche due) in cui i cari animaletti amano andare a intrufolarsi. Lasciano fuori soltanto la parte posteriore, con le cosce raccolte che sembrano due mele rosse, a simulare la presenza del tutto naturale di frutta terrestre su un albero alieno.

Se quando è ‘in posizione’ fatte il solletico tra le mele a un Gatto di Vibrakz, ottenete il massimo: provate, inizierà a muovere la sua potente muscolatura intercostale come divincolandosi, stimolando in modo vigoroso e imprevedibile tutte le vostre pareti interne. E poiché il solletico gli piace, la vibrazione dovuta alle fusa diventerà molto mooolto più intensa. Nei momenti di maggiore presenza turistica, il ronzio diffuso fa da sottofondo a un paesaggio abitato da donne barcollanti, che fanno apparentemente assai fatica a reggersi in piedi’ è difficile da immaginare se non si vede di persona, e quanto vi ci trovate, davvero non siete mai molto lucidi, per un motivo o per l’altro.

A causa della loro timidezza è molto raro che i gatti vibranti riescano a riprodursi, devono trovarsi in due fessure molto vicine, affacciate l’una all’altra, in modo che possano copulare senza vedersi, emettendo l’equivalente vibrante di un fischiettio di indifferenza. Inutile dire che il pienone di turiste dal volto arrossato e dal respiro affannoso si registra durante la stagione degli amori. La cosa più difficile da fare sul pianeta, è chiedere un’indicazione: “l’accoooogliennzaahhh, ooohhh, sssiiiiii, mmm, proooooseguiii fff, fffff, fffffff, ffffino a queeellaaaahh ragazza aggghh’rrappataa aaaah qquueel trooooOOOOncooOOOO e prrroooOOOOvaaa chieederee ancoooraaa”, ti rispondono singhiozzando, con le lacrime agli occhi quanto sono rapite dalle bellezze del pianeta.

Per la sua fauna molto peculiare, il pianeta Vibrakz II è considerato protetto dagli abitanti del pianeta Vibrakz I, dei pancioni ballonzolanti e colorati che ripetono tutto due o tre volte, come se ogni interlocutore fosse un bimbo o un ritardato. Di conseguenza, è assolutamente vietato asportarli dal pianeta: le femmine (e i maschi) di tutte le specie visitatrici subiscono una ispezione genitale da parte dei locali al momento della partenza, e considerato che i locali sono ciccioni lenti e un po’ ridondanti e del tutto privi di attrattiva tranne che per le loro mamme, questo è il lato spiacevole del viaggio. Ma non è sufficiente a inquinare i bei ricordi, mmm.

Peccato che nessuna di noi ne avrà mai uno come animale domestico. Uno dei pianeti che una ragazza in vena di esperienze deve senz’altro visitare è Royal Ascot 1711. Se siete in giro per questa parte dell’Universo, preparatevi a un’esperienza che vi riempirà ‘ da tutti i punti di vista e fermatevi. Conosco ragazze che non sono ripartite mai più.

Naturalmente quando è capitato a me non ne sapevo nulla. La prima cosa che mi colpì fu che lo spazioporto principale era in terra battuta, e così pure tutte le strade che mi è capitato di vedere. Quando piove è un vero casino. Ad ogni modo, ero qui perché un’amica che mi aveva conquistata con i suoi racconti sul Palio di See-a Nuuh, una corsa rituale che si compie due volte all’anno in ogni città del pianeta. Royal Ascot è abitato da una razza che si è evoluta dagli equidi, di cui conservano un naso un po’ prominente e un piede a forma di zoccolo. Secondo i loro costumi, l’obiettivo della corsa è la conquista del titolo di Supremo Stu-llou-nah, il maschio dominante, l’unico che per i successivi sei mesi ha diritto di accoppiarsi con le femmine nei loro rari momenti di estro. Non c’è da stupirsi che tutti i maschi in età fertile passino la gran parte del loro tempo libero ad allenarsi, correndo a rotta di collo per queste piste disposte ovunque. I maschi danno volentieri un passaggio alle femmine durante i loro allenamenti, per inebriarsi del loro odore e ingraziarsele in vista di un auspicato e improbabile futuro, quindi un passaggio gratis si scrocca sempre, sulla sella che ciascuno di loro porta sempre addosso all’uopo. Capite bene che qui non c’è alcun bisogno di mezzi di trasporto, nessuno li userebbe.

Dunque sono in coda per le formalità doganali, e mi cade l’occhio sull’uniforme dell’addetto al controllo dei passaporti, in particolare sul suo cavallo basso fino al ginocchio. ‘Possibile? – mi dico – di certo queste divise non le ha disegnate uno stilista italiano”. Ma intravedo qualcosa che si muove lì dentro. Diciamocelo, chi di noi non è mai stata sfiorata da un’idea, un sospetto, una curiosità riguardo a un’esperienza, diciamo così, di ‘grossa taglia’? Quando è stato il mio turno, mentre aprivo i bagagli ho fatto in modo di sfiorarlo. Non ho avuto bisogno di fingere, mi sono DAVVERO sentita mancare. è stato molto gentile, mi ha presa tra le braccia e mi ha condotta o meglio trasportata in una piccola sala d’aspetto chiusa, con alla porta la curiosa figurina di una donna trasportata da un uomo come una sposa al primo ingresso in casa. Chissà come, ho avuto sentore che questi svenimenti fossero una pratica piuttosto diffusa, all’arrivo su Ascot’

Mentre mi deponeva sul divano, ho fatto in modo di strisciare la mia spalla e il mio avambraccio sul suo inguine e, incredibile, non bastavano a identificare TUTTO quello che c’era lì dentro. D’istinto ho unito le mani su quel sesso fantastico e ho benedetto tra me e me quel bendidio, aprendo con un gesto il nodo che separava quel fardello dal mio sguardo. Il doganiere non sembrava molto sorpreso. Io sì, che non riuscivo a mascherare la mia sorpresa. Avevo la bocca spalancata e gli occhi sbarrati. Mi sono ripresa e ho cominciato a baciarlo e leccarlo per l’infinito senso della lunghezza, oltre 40 cm di carne che si stavano letteralmente imbizzarrendo davanti ai miei occhi e tra le mie labbra. Non riuscivo a smettere e le mie mani lo percorrevano incredule, soppesando i testicoli e circondandone il perimetro a fatica. Mentre cercavo di introdurne nella mia bocca quanto più potevo, soffocando i colpi di tosse e i conati di vomito provocati dal contatto della bestia con il palato e le mie povere tonsille, cercavo di immaginarmi come poter ricevere tutto quel palo nella mia pancia. Mi veniva da scrollare la testa pensando che non ce l’avrei fatta, in un involontario movimento che accresceva la voglia e il piacere del fortunato possessore del mio adorato, nuovo giocattolo.

Per fortuna la situazione era molto eccitante: la mia fessurina, ancora così inesperta a quel tempo, era lubrificata come un frutto dell’albero di wool-vuh, notoriamente del sapore, della consistenza e dell’umidità di un’ostrica appena pescata.

Il doganiere sapeva quello che faceva, una femmina umana inesperta non avrebbe potuto accogliere un regalo del genere senza molta attenzione e un po’ di sofferenza. Inutile dire che per lui una conquista così stretta era invece una fatica molto piacevole. Procedeva a piccole spinte, dopo ognuna delle quali mi concedeva un po’ di tregua. Mi sembrava di essere di nuovo vergine. Ad ogni nuovo centimetro che entrava i miei occhi si spalancavano ancora, e ancora, tanto quanto non credevo possibile. Tutto il mio interno era incredibilmente stimolato. In una situazione del genere, il fiato si ferma in gola, ci si sente RIEMPITE da una fantastica pressione su tutta la parete della vagina, e allo stesso tempo è come se tutto dentro di noi facesse una pressione analoga su ogni centimetro quadrato di pelle rivolta verso l’esterno, trasformandola in una sensazionale, uniforme, estesissima zona erogena. Quando sei così piena ti sembra di poter venire toccando non dico un capezzolo, ma la pelle delle braccia o la punta dei piedi! Il punto G è tutt’altro che un punto, in questa condizione, è una deliziosa spianata regione dentro di te che non sa da che parte girarsi per evitare il piacere. Ti senti come se avessi la febbre e fosse comunque bellissimo.

Il tempo è importante. La vagina deve avere il tempo di abituarsi e di rilassarsi, oltre che di lubrificarsi. La cosa importante è: NIENTE PANICO. Sarebbe controproducente, dovete fidarvi del vostro partner e abbandonarvi. Lui può aiutarci procedendo dolcemente e con calma, non solo per motivi psicologici ma anche fisiologici: la nostra vagina è fonte di grandi sorprese e nei primi 10 minuti dal suo risveglio si produce in quello che adesso so chiamarsi tenting vaginale, comportandosi come un palloncino che si accresce di volume. La tensione muscolare arretra la posizione dell’utero, fino a raddoppiare la profondità a disposizione degli ospiti. Allora sapevo solo meravigliarmi che riuscisse a entrarne sempre di più, che dentro di me ci fosse così tanto posto a disposizione di un cazzo.

C’è un’altra cosa bella lì in fondo, care le mie farfalline. Una cosettina che ha dovuto raccontarci un sessuologo, ho detto -OLOGO, un maschio coreano. Da non crederci che ci si debba far raccontare queste cose da un uomo. Ma dove mettiamo tutto il tempo le mani? Possibile che nessuna abbia mai avuto il tempo di un’esplorazione come si deve? Ad ogni buon conto, la recente scoperta di questo gentile signore (grazie Dott. Chua Chee Ann) è un punto sulla parete anteriore della vagina, ben più all’interno del nostro amico Punto G, che se stimolato provoca una repentina e cospicua lubrificazione (del resto, se un pene arriva fin lì c’è da averne bisogno). Questa simpatica nuova scoperta si trova tra il bordo anteriore dell’utero e la parete della vagina ed è ora noto al mondo come punto A, o AFE (Anterior Fornix Erogenous zone), e come il punto G, se adeguatamente stimolato può da solo condurre a un intenso e soddisfacente orgasmo, che alcune di noi dai gusti un po’ anticonformisti giudicano ancora più appagante.

Ma non distraiamoci, ho scritto più di seimila battute e ancora sono entrati soltanto una decina di centimetri del grande giocattolo di carne che si sta facendo strada tra le mie gambe. La seconda sorpresa è arrivata quando è arrivato lì, mi sono sentita come sciogliere mentre tutti i miei muscoli al contrario si tendevano, e quel grosso cazzo ha iniziato a scorrere più facilmente, prima tornando un po’ indietro e poi avanzando ancora un po’, ad ogni colpo sempre più in fondo, lentamente e inesorabilmente. Il doganiere era davvero molto preparato, forse su Ascot fanno dei corsi di aggiornamento prima di darti la divisa: arrivato a questo punto ha preso le mie gambe e le ha poggiate sulle sue spalle, permettendo al suo glande di scorrere proprio dove doveva, senza andare a sbattere contro il collo dell’utero; da qualcuno meno attento ho scoperto che può fare male. Altre posizioni avrebbero potuto essere dolorose, andate a leggervi il kamasutra se volete una fonte più accreditata (anche se fatico a credere che possiate giudicare ME poco accreditata in questo settore): la cara vecchia pecorina lo avrebbe fatto sbattere proprio lì, per esempio, mentre una posizione ‘a cucchiaio’, con lui sdraiato sul fianco dietro di voi, o un’altra con voi sopra a controllare tutti i movimenti, rendono le sensazioni molto più piacevoli quando avete a che fare un aggeggio extralarge.

Beh, questa è stata la mia prima volta con qualcosa di così grande ed è stata la prima volta in cui ho urlato facendo sesso. Al momento in cui ha accelerato un po’ ed a iniziato a scorrere dentro di me per oltre metà della sua lunghezza ho cominciato a uggiolare e mugolare e quando sono venuta ho urlato il mio ringraziamento alle divinità di questo e di tutti i pianeti, ringraziandoli per il fantastico luna park che ci hanno concesso in prestito per la durata della nostra vita. Lui però non è venuto, ha aspettato un pochino e poi ha ricominciato’ In seguito ho saputo che le femmine aliene, fortunatamente direi, non ricadono nelle tradizionali leggi locali, e gli Ascotiani più intraprendenti sanno bene come comportarsi’

Ragazze, non vorrei darvi il messaggio sbagliato: NON FATE SESSO CON ANIMALI! C’è chi ci è morto, non scherzo, per l’infezione conseguente a una perforazione del colon. Oltretutto in molte parti della Terra è vietato dalla legge, oltre che sconsigliato dalla logica. Ricordo comunque con simpatia quell’agriturismo nei dintorni di Mantova (Italia settentrionale, Europa, emisfero boreale) in cui un asino maschio si avvicinava sfoggiando la sua eccitazione ad ogni ospite femminile della locanda (di proprietà di due sorelle nubili). Ma un comportamento quantomeno anticonvenzionale è quanto ci si può aspettare nell’unico posto della galassia in cui nei ravioli ci mettono gli amaretti.

Oltretutto, il vostro pianeta è pieno di ragazzi con le caratteristiche necessarie ad un’esperienza XL. Circa lo 0,8% dei maschi in vacanza a Cancun ha un pene eretto di dimensioni superiori ai 20 cm (è tutto vero, credete che i produttori di profilattici non studino il mercato?). Ponendo anche solo in 2.000.000.000 il numero di maschi attivi sulla Terra, se questo è un campione rappresentativo, lì fuori ci sono almeno 16 milioni di ragazzi con un arnese di dimensioni ragguardevoli. E nei paesi dell’Africa centrale, questa percentuale cresce considerevolmente (anche questa volta, non è una favola: la lunghezza media, dico MEDIA, del pene in Congo e in Ghana è di circa 17 cm). Andate, e divertitevi!

Ah, ho un altro suggerimento da darvi: con un giocattolo così grande, aspettato un po’ a buttarvi sul sesso anale, il secondo canale è meno elastico del Lato A, quindi prendeteci prima dimestichezza davanti, se non siete già esperte, e nel caso lubrificatelo molto bene.
Va bene, avevamo cominciato parlando di questo, quindi ora è il momento di scendere nei dettagli. Ragazze, mettetevi comode’ E voi ragazzi, state pure a sentire ma non disturbate, grazie.

La prima cosa da sapere riguardo alla ‘spagnola’, e che non serve avere molta materia prima. Certo, un seno abbondante stuzzica la fantasia degli uomini ma, credetemi, difficilmente un maschio si tirerà indietro quando sarete davanti a lui nude e intraprendenti. Perché lanciarsi in un lavoro di petto? Ma perché è eccitante vedere un uomo perdere il controllo, sorprenderlo, e sentirsi padrone del suo piacere! Ricordatevi che nessun uomo si dispiacerà se superate le sue aspettative.

Le femmine umanoidi del pianeta Pechoamplio hanno incredibili mammelle prensili, qualcosa cui non pensereste neanche dopo aver bevuto il vostro terzo gotto esplosivo pangalattico. Avrebbero un successone tra i maschi umani, se non fosse per le abitudini che condividono con le mantidi religiose. All’apice dell’eccitazione il candidato all’eiaculazione viene addentato partendo dalle maniglie dell’amore, mentre le tette trasformano la loro carezza in una morsa d’acciaio. Il pianeta è poco conosciuto e escluso dalle mappe interstellari per la sua pericolosità, frequentato solo da membri di sette autodistruttive che ambiscono al più erotico dei suicidi rituali.

Senza arrivare a tanto, nei filmetti per adulti la tettona di turno è davanti a un idolo di carne in piedi a gambe larghe, o seduto precariamente sul bordo di un letto o di una sedia, appoggia la sua quinta di seno sul suo addome, avvolge il pene tra le mammelle e inizia a muoversi in su e in giù, sfregando per interi quarti d’ora l’asta in erezione marmorea con i morbidi tessuti delle abbondanti mammelle. è eccitante da vedere, ma terribilmente scomodo, doloroso per i polpacci e per i muscoli del collo. Anche lui non è particolarmente comodo, ad essere sincere.

La questione cambia completamente se siete sdraiate sul dorso, comode in un bel letto grande, con le sue cosce calde contro i vostri fianchi, prese in un eccitante incontro ravvicinato con un organo sessuale maschile nel pieno della sua prestanza. Guardate il vostro maschio negli occhi mentre accostate i seni alla sua verga. è importante il gesto, se non basta la sostanza. La carezza può divenire sufficiente circondando in altro modo il pene, costruendo un ponte tra le due colline con le vostre mani o facendone una vera e propria galleria, se non superate la prima misura. Se sfregate i seni su di un lui fermo, siete voi a masturbarlo, se invece è lui che preso dalla situazione inizia a muoversi, starà scopando la vostra rientranza conosciuta come solco intermammario.

Come quasi sempre, il suo orgasmo è provocato dallo sfregamento della verga. Sapete bene, mi auguro, che lo scorrimento leggero della mano o anche di altro sulla pelle del pene è causa di sensazioni molto gradevoli, che se protratte per un tempo sufficiente potrebbero condurlo al piacere anche da sole. In assenza di lubrificazione però non si deve assolutamente stringere, altrimenti la pelle del pene scorre con la vostra mano, o con i vostri seni, e la stimolazione dell’asta si riduce alla sola pressione che esercitate sulle parti sensibili dell’uretra, con lo svantaggio inoltre di coprire il glande con la sua stessa pelle proprio nel momento in cui state passando sulla corona. NO NO NO, state sprecando il suo piacere, un maschio in questo modo può arrivare lo stesso all’orgasmo ma sarebbe un orgasmo mutilato, di ‘bassa intensità’. E lui non ve lo confesserebbe, a meno che non decidesse di usare questo pretesto per troncare la vostra relazione, ma di sicuro deplorerebbe la vostra tecnica tra sé e sé e dopo tutto questo sforzo voi non volete certamente che succeda, no?

Si può iniziare carezzandolo leggermente con i seni, ma con il progredire del vostro impegno l’uomo vorrà che aumentiate la pressione. A questo punto è senz’altro una buona cosa che si proceda ad una lubrificazione. Potete semplicemente utilizzare la vostra saliva, o il suo liquido pre-coitale che tanto gentilmente spunta dal prepuzio, o aumentare le variabili in gioco con dell’olio per massaggi (pensate di passare le vostre mani sul suo pene eretto mentre ancora i vostri occhi giocano con i suoi) o meglio ancora della nutella o del miele: wow, la vostra lingua potrà assaporarlo quando il glande nel suo scorrere avanti e indietro arriverà a portata di labbra, facendogli prendere delle pause nell’attraversamento dei vostri promontori di carne. Che bello sentirsi dire quanto è fantastica la vostra lingua mentre scorre intorno alla sua punta rossa e calda per l’afflusso di sangue. Lo sentirete tendersi mentre alzerà lo sguardo al soffitto, inarcando la schiena, come fa la miope Bestia Bugblatta prima di lanciarsi su uno sventurato turista scambiato per una femmina in calore, brandendo il suo gigantesco pene dentato (succede sempre su Analnightmare, non visitate quel pianeta con delle guide turistiche in mano, la Bestia Bugblatta maschio ha un ottimo olfatto e la carta stampata odora come i feromoni prodotti dalla Bestia Bugblatta femmina); il vostro maschio, invece, sibilerà sconnessamente la sua incredula approvazione e sarà totalmente vostro.

Con l’aumento dell’eccitazione e l’avvicinarsi dell’orgasmo il fortunato possessore del pene accolto dai vostri seni vorrà sentirsi stringere, se non è eccessivamente timido e non lo state facendo voi, lo farà lui: prenderà le vostre mammelle e le premerà contro il suo cazzo, accelerando i suoi movimenti avanti e indietro e con il respiro via via più pesante. Stringete FORTE, più è stretto e più è bello.

C’è un’altra cosa da ricordare: potete cominciare sfiorandolo, ma una volta che aumentate la pressione non tornate indietro, le terminazioni nervose sulla pelle non saranno più in grado di raccogliere le stimolazioni sottili e la qualità delle sensazioni peggiorerà. A questo punto, NON MOLLATE. Fatelo solo se intendete fermarvi e riprendere a giocare in altro modo più soddisfacente per voi, allungando i tempi della partita. Altrimenti, l’unica variazione consentita è IN PIù, soprattutto se siete scomode o vi state annoiando.

La teoria però vale fino a un certo punto. La mia prima esperienza di spagnola risale a quando era ancora una ragazza inesperta, al limite del possibile perseguimento penale per i miei ‘compagni di giochi’. Sdraiata sul letto, il mio gentile giovane partner dopo avermi elargito della sua lingua tra le mie gambe è risalito fino a trovarsi con il suo pene davanti alla mia bocca, dandomelo da baciare. Dopo un breve pompino imbarazzato, ha iniziato nuovamente a scendere e quando è arrivato tra i seni si è come illuminato, ha iniziato a premere verso il basso con il ventre e a far scorrere il pisello bagnato di saliva nella baia sotto di lui: il mio corpo e il suo formavano una figa gigantesca e strettissima, in cui il grosso del lavoro lo faceva lo sfregamento della sua uretra contro il mio sterno. Mi ha chiesto ‘Posso venire qui?’. Non nascondo che mi eccitava’ Dava una serie di colpi forte e regolari come se fosse dentro di me, io mi bagnavo sentendo il suo odore, schiacciata dal suo corpo. Quando alla fine è venuto, il suo sperma si è raccolto n una piccola profumata pozzanghera alla base del mio collo. Mi ha dato un’emozione molto molto forte, che ricordo più di tanti orgasmi goduti da me. Quindi, ragazze, soprattutto, SEGUITE L’ISPIRAZIONE!

Nella religione prevalente su Pantagruel, il cibo ha un ruolo centrale: pensate, hanno un lungo periodo di 30 giorni, il Rru-Muh-Daan, in cui si può mangiare solo pasta in bianco e insalata scondita e fare sesso solo al buio o, al limite, bendati. E 30 giorni di Pantagruel sono proprio tanti, ognuno dura qualcosa come 38 ore terrestri abbondanti. Ma su Pantagruel, lasciatemelo dire, tutto è un po’ abbondante. Solo poltrone e letti king size, ad esempio. Se si passa tanto tempo a fare certe cose, perché non stare comodi, in fondo? E bisogna pur trovare qualcosa da fare, se si vogliono far passare 38 ore’

Anche i pantagrueliani sono un po’ abbondanti, andiamo dalla Venere del Botticelli alla modella di Botero, per intenderci. Un vero paradiso per gli artisti quindi. Ma sto divagando. Sesso e cibo, dicevo. Per fortuna la liturgia locale prevede, dopo il digiuno dei sensi, un periodo chiamato “Oktoberfest”. Allora gli abitanti del pianeta possono consumare allegramente il loro cibo preferito, dei lunghi e grossi insaccati che chiamano genericamente Woor-sta-el. Ce ne sono mille tipi diversi, con nomi che apparentemente derivano da un antico, oscuro linguaggio terrestre: a memoria vi cito il Noor-berger o il Weea-ner delle dimensioni di dita umane, il Weiss-woorst corposo e pallido, il Frunk-foor-ter lungo e sottile (apprezzato per applicazioni ‘poco usuali’), il Regens-boor-ger deliziosa collana di cilindretti di carne (vi ricorda qualcosa, monelle?).

C’è bisogno che vi dica che cosa fanno per insaporire i Woor-sta-el??? Una volta ho assistito ad una ‘funzione’, per così dire. Ad un certo punto si è formata una processione di persone dirette verso l’altare, dove una prescelta tra il pubblico si è adagiata, sdraiata a gambe larghe e alzate verso l’officiante, esposta e offerta ai confratelli, che si avvicinavano e a turno insinuavano ciascuno il proprio Woor-sta-el nella sua vagina sempre più bagnata. Le secrezioni vaginali delle pantagrueliane, a proposito, hanno un vago sentore di senape’ Il culmine della funzione è arrivato quando è arrivato l’orgasmo della fortunata; tradizione vuole che la persona che tiene proprio quel Woor-sta-el godrà di un anno particolarmente fortunato e, manco a dirlo, molto ricco dal punto di vista sessuale. I pantagrueliani sono molto religiosi e ogni occasione è buona per un barbecue.

Hanno anche riti più complessi, come quello per il matrimonio, in cui gli sposi effettuano pubblicamente delle abluzioni in cui spalmano interamente (ma interamente) il corpo del compagno di un formaggio morbido chiamato Cum and Baer, che gli invitati di sesso diverso asportano con morbide tartine consacrate o direttamente con la lingua. Dopo ore spese in una prolungata estasi orgasmica, gli sposi entrano in una vasca per un lavacro rituale in un profumato vino rosso che chiamano Bojolé nuvò, e vengono asciugati con una salvietta bianca, rossa e blu.

Personalmente non seguo una religione cosi folcloristica, ma ne conservo la convinzione che il corpo è un tempio, e sta a noi farne l’uso migliore.
Anche sulla Terra il cibo ha un rapporto assai stretto con il sesso, non fate finta di non saperlo. Da sempre le massaie sono attirate da tutto quanto di falliforme compare nelle loro cucine: banane, cetrioli, carote, zucchine ‘ Il mio consiglio spassionato è di divertirsi, ma attenti all’igiene: lavate quello che volete usare in acqua calda e bicarbonato. Tra l’altro, le cose tiepide infilate in certi posti sono molto più gradevoli.

Una delle cose che mi hanno piacevolmente sorpreso della Terra è il body sushi, la pratica di servirsi delle pietanze dal corpo nudo e caldo di un umano del sesso preferito. In Giappone, un insieme di isole così densamente popolate che nelle stazioni della metropolitana esistono degli addetti per spingere le persone dentro i vagoni e che probabilmente gli abitanti devono fare a turno sdraiarsi sui tavoli o sedercisi di fronte, alcuni secoli fa dei cuochi particolarmente pratici hanno fatto due più due e pensato che potevano uscirne combinazioni suggestive e intriganti. Tra l’altro, in quel posto mangiano pesce tagliato a tocchetti e verdure crude, quindi possono permettersi il lusso di perdere tempo a preparare il piatto, anziché la pietanza.

Scherzi a parte, la preparazione per quello che sul posto è chiamato ‘Nyotaimori’ (letteralmente ‘presentazione del corpo’) è un rituale laico preciso e ricco di significato. Chi offre il suo corpo come supporto, subito prima che inizi il banchetto viene depilato completamente, sottoposto a una doccia gelida e di seguito a un bagno caldo. In questo modo il piatto umano accumula il calore da trasmettere ai cibi freddi che vi vengono deposti, nutrendo anche l’immaginazione dei commensali che raccolgono il cibo dal suo corpo. Con una pazienza tipicamente orientale i ‘piatti’ vengono addestrati per mesi a rimanere immobili, mentre i commensali arrivano da un condizionamento culturale verso l’autocontrollo che ha del maniacale.

Ne scaturisce un piacere solo cerebrale, in cui il contatto è palesemente offerto e negato. Vorrei sapere quanti peni non si ergono e quante labbra non si bagnano, davanti a un corpo perfetto su cui chinarsi a raccogliere bocconi di cibo ancora quasi vivo. La negazione del sesso funziona di per sé stessa da potente afrodisiaco, predisponendo il convivio a un dopo cena ancor più interessante.

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