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Racconti Erotici Etero

AUTOLAVAGGIO

By 27 Maggio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

La settimana scorsa ho portato la macchina all’auto lavaggio perché ne aveva veramente bisogno. Era una giornata calda e limpida. Al mattino, dalla fretta, avevo dimenticato le mutandine sul letto. Così al lavoro ho dovuto stare molto attenta a come mi muovevo vista la minigonna molto aderente e corta. Uscita dall’ufficio vado direttamente all’autolavaggio. Stranamente non trovo nessuno. I ragazzi sono lì seduti che aspettano clienti. Sono due tipi carini, biondi, entrambi originari dall’est Europa. Hanno l’aria furba, forse pure un po’ arrogante. Mi ci vuole poco per fare un pensiero su di loro’ e subito la mia patatina risponde compiaciuta diventando bollente’ Scelgo di provocarli e di vedere quello che succede. Avanzo con l’auto fino all’ingresso del tunnel del lavaggio e la lascio nelle loro mani. Nel scendere apro più che posso le gambe e tiro ancora più su la minigonna: ho un’auto abbastanza alta e credo si sia visto, anche se velocemente, il mio taglio depilato in mezzo alle gambe’ il ragazzo più magro guarda e fa un sorriso ammiccante all’amico che ricambia ma ha visto solo le mie gambe dalla sua postazione. Mi avvicino e lui mi chiede se voglio che puliscano anche l’interno dell’auto. Lo guardo fisso negli occhi e gli dico ad un centimetro dall’orecchio che voglio un lavaggio completo. Soffermandomi sulla parola completo. E mentre glielo dico mi sbottono la camicetta e lascio intravedere ancora di più l’incavo del mio seno.
Il ragazzo osserva bene e un po’ sorpreso. Faccio dei passi ben distesi che scoprono le mie cosce nude e faccio capire che mi interessa altro oltre al lavaggio dell’auto’ Mi sento bruciare dal desiderio. Il ragazzo che ho difronte avrà vent’anni e una faccia sveglia di chi ha fatto molta esperienza. Ha lo sguardo basso e imbarazzato, si capisce che non sa bene cosa fare. Forse più di qualche donna, più o meno volontariamente, lo stuzzicherà sul lavoro. Ha una canotta bianca e una pelle bianca e lucida dal sudore. Non &egrave muscoloso ma tonico e molto magro. Nel complesso mi eccita perché &egrave giovane e sicuro di sé. Sia chiama Alban. L’altro comincia a pre-lavare l’auto con la pistola dell’idropulitrice. Vado verso il loro ufficio-cassa prefabbricato per evitare gli spruzzi d’acqua e seguendomi mi chiede se voglio entrare per un caff&egrave. Mentre me lo dice vedo che i suoi pantaloni corti mostrano qualcosa di grosso e duro in mezzo alle gambe. E’ secco ma sembra avere un gran bel cazzo. Entro e subito mi avvolge l’atmosfera di disordine e afa. Il piccolo box odora di polvere. Ci avviciniamo alla macchinetta del caff&egrave. Mi guarda: &egrave un po’ imbarazzato ma maschera questa inesperienza con la spavalderia dei giovani. Fa qualche battuta sul caldo, mi da le spalle mentre armeggia con la macchina del caff&egrave. Mi guardo intorno e cerco di capire come comportarmi, fingendo disinteresse. Si gira e vedo il suo cazzo teso e duro emergere dalla patta dei pantaloni. Se lo era tirato fuori in un attimo mentre era voltato. Girandosi con un sorriso eloquente mi dice: ‘lo vuoi macchiato il caff&egrave’? Rimango un po’ interdetta da questo approccio ma colgo l’occasione per come mi viene offerta e mi inginocchio ai suoi piedi e comincio a leccarglielo. Sa di carne giovane e pulsa forte sotto i colpi della mia lingua e lo sento vibrare quando lo ingoio tutto. Sento il suo odore di sudore misto a piscio. Ha un buon sapore il suo cazzo. Chissà se ha mai ricevuto un pompino fatto come si deve. Ha una folta peluria bionda e lo sento ansimare e godere come un bambino. Mentre sono lì concentrata sulla mia preda sento una mano che mi accarezza piano le natiche e sfiora le grandi labbra della mia passerina. Mi fermo di scatto e mi giro. In contro luce vedo l’altro ragazzo che era entrato e voleva la sua fetta di piacere. Si parlano in una lingua che non riconosco e il tipo fa un grosso sorriso. Alban sentezia: ‘Adesso la nostra troietta ci farà godere tutti e due’. Mi sento sfuggire di mano la situazione e ho un po’ paura per la mia sicurezza. Mi consola il fatto che sono in un centro abitato e posso sempre urlare. Alban esce dall’estasi e va, col cazzo duro e gocciolante della mia saliva, a chiudere la porta dell’ufficio mettendo un cartello per non esser disturbati, mentre l’altro avvicina la bocca al mio sedere, io sempre a carponi e con la minigonna che copre sempre meno lo lascio fare credendo di tornare padrona della situazione’ l’altro tipo ha qualche anno più di lui ed &egrave sicuramente meno fresco ma ha comunque delle belle braccia muscolose, &egrave abbronzato dalle tante ore all’aperto e ha una grossa lingua che muove con gusto tra le mie natiche quasi stesse leccando un gelato’ mi sento sciogliere ad ogni colpo di lingua che entra sempre di più a fondo’ ritorno a succhiare il cazzo del biondo Alban’ ad un certo punto sento Tarin (mi dirà poi che si chiama così) fermarsi con la lingua e sono in un bagno di miele da quelle parti, un lago di estasi, incapace di capire e completamente dilatata’ sento qualcosa di grosso entrare piano tra le labbra della mia fica mentre guardo in faccia l’uomo a cui sto succhiando il cazzo che mi guarda goloso. Si sdraia per terra, sotto di me, gli faccio posto come posso e mi sbottona la camicetta’ il miei capezzoli sono duri come bottoni e lui comincia a spremerli con due dita e ad afferrare la coppa del mio seno con le sue mani’ ha delle mani giovani e dure che sanno di detersivo’ mi munge come fossi una mucca fino a portare i capezzoli alle sue labbra e a succhiarli e a mordicchiarli coi denti’ sono schiava del cazzo che mi sta penetrando e non riesco a muovermi’ e sono anche a cavalcioni del cazzo di Alban che svetta glorioso e incandescente a contatto con la mia fica che Tarin sta suonando con forza. Si parlano tra loro ma non li capisco e sento uscire il cazzo dalla mia fica sbrodolante’ mi sento svuotata da quella grossa verga che mi ha cavalcato e aperto’ appena fuori l’asta comincia a premere contro il buchetto del sedere’ lo inumidisce strusciandoci contro la cappella’ e piano piano preme per entrare’ &egrave grosso e sembra sempre la prima volta che lo prendo’ alla fine da un colpo finale ed entra in tutta la sua lunghezza’ ho un sussulto perché non mi penetravano da un po’ nel di dietro con un cazzo così grosso’ liberato il buco posteriore Alban si sente in dovere di riempire ciò che &egrave stato lasciato vuoto e si fa strada senza fatica trovando una strada già aperta’ l’odore di sudore si mischia agli odori dei sessi’ le mie tette ballano ai colpi dei due e miagolo come una gattina in calore’ ancora una volta provo il piacere di essere penetrata da due cazzi contemporaneamente’ sono giovani e freschi’ e sento la loro energia’ il cazzo di Alban sembra più piccolo o forse sono io che mi sento molto più aperta’ ci muoviamo insieme e sento i due cazzi dentro di me andare su e giù’ mi squartano in due e godo sotto i colpi di questi giovani stalloni’ sento un piacere misto a dolore mentre i loro cazzi dentro di me si muovono’ fa caldo e sono piena di voglia di sborra’ durano a lungo e mi consumano piano’ cambiamo anche posizione: Tarin si siede su una poltrona lercia e mi fa segno di infilarmi il suo cazzo nella fica mentre Alban mi entra in culo mentre sono di schiena’ Ora &egrave Tarin a succhiarmi le tette: mi sembra un beb&egrave che cerca il latte dalla mamma’ io sento le sue cosce grosse e muscolose’ i pantaloni ruvidi’ il pelo pubico che punge sulle labbra della mia fica’ sono sopra di lui’ il mio culetto &egrave stanco del lavoro extra’ chiedo pietà a quei due maschi infoiati’ a quel punto sentiamo armeggiare alla porta e vedo un uomo grosso e grasso di mezza età entrare’ i due esclamano ‘cazzo’ e il tipo si chiede ad alta voce cosa stesse succedendo’ &egrave un uomo trasandato, con una maglietta unta e la barba incolta’ si avvicina a noi tre che ci siamo fermati e staccati l’uno dall’altro’ faccio fuoriuscire il cazzo di Tarin dalla fica e mi siedo sulle sue gambe’ mi nascondo i seni con una mano’ ma sono praticamente alla sua mercé’ sembriamo degli adolescenti che sono stati scoperti dal padre’ il tipo mi si avvicina’ non ha un buon odore’ mi afferra il mento con la sua mano grossa e sudaticcia’ mi fa un po’ ribrezzo ma confesso che la situazione continuava ad eccitarmi’ mi guarda fisso negli occhi mentre con l’alta mano armeggia coi pantaloni’ estrae un cazzo di tutto rispetto e me lo mi avvicina alla bocca dicendo che dovevo far divertire anche lui’ sono un po’ disgustata ma sento che non posso tirarmi indietro in quella situazione’ apro la bocca a quel cazzo non certo giovane e duro come quello dei ragazzi’ l’odore di sudore e piscio &egrave più forte ma non mi dispiace viste le dimensioni’ aveva una cappella enorme ed era grosso e tozzo’ la mia testa affonda nella sua grossa pancia’ mentre sono seduta sulle gambe di Tarin che prova ad avvicinarmi al suo cazzo per penetrarmi ancora’ sono stremata e la mia bocca non ne può più di succhiare’. Alban si avvicina e mi tocca le tette’ succhio il cazzo dell’uomo con sempre più foga nella speranza che venga presto’ sono stanca e senza saliva’ le mie preghiere vengono esaudite e lo sento ansimare sempre più forte’ ‘mi fai venire’ grida l’uomo unto’ gli altri due si stanno masturbando davanti a questa scena’ il panzone mi alza di peso e fa cenno a Tarin di lasciarmi posto: mi sbatte sulla poltrona, mi dice di tenere le gambe ben aperte e divaricate e mi sborrano in faccia quasi all’unisono’ mi macchiano la camicetta nera e la gonna con i loro fiotti caldi’ e ridono compiaciuti’ l’omone unto si avvicina con le sue grosse dita alla mia fica slabbrata, le infila salendo un po’ e me la bacia con la lingua: mi pizzica la sua barba incolta e sento il suo fiato da birra’ ha le dita grosse e tozze’ mi sento violentata da quest’uomo che mai avrei avvicinato in vita mia’ sento che potrebbe farmi del male’ mi sento indifesa e piena si sborra ovunque’ mi guarda dritto negli occhi e mi dice ‘torna pure quando vuoi”

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