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Bea (prima parte)

By 15 Luglio 2024No Comments

Ci conoscevamo ormai da un anno, la mia prima storia importante, non che prima avessi fatto strage di cuori, ma prima di lui non avevo ancora vissuto l’atto sessuale in modo completo, ero vergine, al massimo solo sesso orale dato e ricevuto.. faticai molto a conservare lo stato delle cose, specialmente nell’ultimo anno di liceo, ormai l’età per il grande passo c’era eccome ed il ragazzo dell’epoca spingeva parecchio per farlo, mi diceva che tutti i suoi amici avevano già colto, ma io non mi sentivo pronta e soprattutto non ero convinta di voler fare quell’esperienza con lui. Poi il primo lavoro come impiegata in uno studio professionale e il primo periodo di apprendistato, dove le mie attenzioni erano rivolte esclusivamente a questo lavoro, per tanto rimasi single per un paio di anni..
Mi chiamo Bea, all’epoca avevo quasi 22 anni, un bel viso, bel sorriso, occhi castani, capelli castano tendente al chiaro e portati ad una lunghezza sotto le spalle..sono fisicamente piccola, alta 158 ma con fisico ben definito, terza di seno con due splendidi capezzoli e belle gambe che valorizzo usando sempre gonne sopra il ginocchio, il sedere tonico ma poco pronunciato, anche se sono di fianchi abbastanza larghi: insomma, fisicamente non ero una modella e alcune cose di me le avrei cambiate, tipo qualche centimetro in più, ma alla fine mi sentivo a mio agio, in due pezzi al mare raccoglievo molti sguardi e preferivo la comodità delle scarpe basse piuttosto del tacco 10..
Marco era il mio ragazzo, amore a prima vista da parte mia ed un po’ più distratto da parte sua, ci siamo conosciuti d’estate attraverso amici conosciuti sempre quell’anno, una compagnia eterogenea ma molto simpatica, divertente e ricca di iniziative, naturalmente i giochi di sguardi e posizionamenti strategici non sono mancati da entrambe le parti, fino a quando dopo un “casuale” passaggio in macchina, ci fu il primo bacio: da lì passarono più di due mesi di frequentazione prima di arrivare al momento più atteso.. in tutto questo tempo ci incontravamo la sera dopo cena e andavamo a fare un giro e bere qualcosa con gli amici, per poi finire ad imboscarci in parcheggi isolati, posti anche frequentati di giorno ma abbastanza intimi la sera.. la macchina di lui era abbastanza comoda e la fantasia per fare sesso fugace di certo non ci mancava. Per entrambi era la prima storia seria ed entrambi vergini, per tanto l’approccio sessuale fu moderato e per gradi, il sesso orale aveva raggiunto un’intensita’ molto gratificante, non credevo che potesse essere così bella la lingua di un uomo nella vagina, lui aveva imparato a toccare i punti che preferivo, tanto che faceva perfettamente quello di cui avevo bisogno per raggiungere l’orgasmo: eravamo molto in sintonia e dopo questa lunga conoscenza mi decisi e gli dissi che era giunto il momento di fare l’ultimo passo…fare l’amore!
Ovviamente Marco rimase stupito della mia richiesta, perché fino a quel momento mi ero negata, ma felice della mia decisione, organizzò per un pomeriggio a casa sua, senza genitori e liberi di fare.. fu bellissimo, lui prese tutte le precauzioni per non farmi sentire troppo male, lo facemmo ripetutamente per tutto il pomeriggio.. la sensazione di sentire il suo pene dentro di me era qualcosa di inspiegabile a parole, un mondo di sensazioni e di emozioni, un mondo nuovo da scoprire..
Da lì a breve presi la pillola, sapevamo che non poteva andare sempre bene, lui stava molto attento, ma smettere sul più bello cominciava a pesare ad entrambi, così andai dalla ginecologa e mi prescrisse questi ormoni.. iniziata l’assunzione e dopo quattro settimane interruppi e mi venne il ciclo, che sensazione fantastica, sembravo un orologio, con una regolarità invidiabile..
Quel mese di attesa fu interminabile, ricordo che usavamo preservativi, ma a volte anche senza e un po’ con l’ansia e un po’ con l’incoscienza dell’età arrivò il momento di godere pienamente di lui, sentire il suo sperma dentro di me, sentire le scosse del suo pene mentre eiaculava e poi sentire colare il tutto lentamente.. ricordo che una delle prime volte, non avendo da pulirci, ritornai a casa senza mutandine per non sporcarle e mentre camminavo e per le scale di casa, lo sperma di Marco continuo a fuoriuscire e colare lungo l’interno coscia.. a caldo fu una sensazione troppo eccitante, che non esitai a raccontargli. Mi piaceva avere questo genere di complicità.
Da lì iniziammo un periodo dove ci vedevamo tutte le sere e facevamo l’amore, più volte.. tre, quattro, cinque.. ci portavamo da bere e da mangiare, quella macchina era ormai diventata il nostro nido d’amore, i posti erano sempre gli stessi, bastava non ci fossero altre macchine e la cosa andava bene, fino a quando una sera successe qualcosa di strano, di diverso, inaspettato ed imbarazzante..
Quella sera dovevamo vederci per le 21,30 come al solito, recuperare una bottiglia di prosecco e delle patatine, dirigerci come al solito sulla collina dietro casa mia e sperare di trovare un posto adeguato: quella sera puntuale lui arrivò ed io sentendo il clacson scesi di corsa, l’abbigliamento non era importante, gonna di jeans camicetta e ovviamente intimo casual, iniziava a fare caldo, eravamo quasi alle porte dell’estate: dopo meno di mezz’ora, intorno alle 22 ci parcheggiamo ai margini di un boschetto, coperti dalle luci delle macchine che potevano passare e abbastanza nascosti, era il nostro posto preferito, ci spogliavamo completamente nudi e facevamo come se fossimo soli al mondo, la luce interna dell’abitacolo la accendevamo solo nel bisogno di cercare cassette di musica, fazzoletti o qualsiasi cosa che non fosse a portata di mano, schienali dei sedili completamente reclinati ed eravamo nel nostro lettone matrimoniale.. quella sera stappammo lo spumante ed iniziammo a sorseggiare e mangiare patatine, ricordo che le mie labbra salate sulle sue mi davano una sensazione di maggiore carnosità, le sentivo più gonfie, per tanto era un continuo baciarci e morticchiarci le labbra, il suo pene durissimo nella mia mano più disponibile e le mie coscie aperte quel tanto da sentire le sue dita sul clitoride, era uno stimolarci lento e quasi sadico, ma dalle sensazioni impagabili, tutto questo mentre io ero seduta su di lui ed entrambi appoggiati allo sportello del lato passeggeri.
Finito di bere e rosicchiare patatine, Marco mi fece scendere dalle sue gambe e sdraiare tra i due schienali reclinati, mi allargo le gambe ed inizio a leccarmi… Dio che bello, sentivo il sale rimasto ai bordi delle sue labbra pungere le mie di labbra.., ma quelle del mio sesso, poi un leggero bruciore ma il clitoride ormai gonfio e sensibile mi distolse da quel disagio, ero vicina all’orgasmo, era incredibile come riuscissi a fare così velocemente, lui lo sapeva e mi sentiva, capiva quando era il momento giusto per smettere, lasciarmi eccitata e preda di lui, infatti anche quella volta smise e sali sopra di me, appoggio il membro arrossato, lucido, durissimo e lo spinse dentro di me, lentamente ma fino in fondo:
Aaahhhhhhhhhhhhhhhhhuuuuùuuuuu….
Siiiiìiiìiiiiiiiiiiiiiiiii
Come mai prima, quella sera sentivo dentro di me il Cazzo di Marco, incapace di trattenere qualsiasi gemito, mi stavo facendo trasportare dai suoi movimenti lenti e profondi, le sue mani forti sui seni stritolavano i capezzoli turgidi, le mie mani strette sulle sue natiche e solidali al movimento che mi coinvolgeva… Ebbi il primo orgasmo, lui amava parlarmi quando mi sentiva godere, mi incitava a godere di più, a manifestare tutto il mio piacere e non trattenere nulla dentro: potete immaginare come potessi reagire in quella situazione, dopo aver bevuto e nel pieno di un rapporto sessuale..
“MARCO continua ti prego!”
“MI FAI IMPAZZIREEEEEE”
“PIU FORTEEEEE”
Senza mezze misure ubbidivo alle parole del mio ragazzo, lui amava sentirmi così disinibita, diciamo che faceva parte del suo orgoglio di maschio.. stavo sudando e sentivo sulla pelle le gocce di sudore farsi strada, avevo caldo e quando aprii gli occhi per vedere se i finestrini dell’auto erano un po’ aperti..all’improvviso un colpo al cuore, rimasi senza fiato, fuori dalla macchina la sagoma di un uomo: Marco non si accorse di nulla, continuava a scoparmi e sentire la mia eccitazione, io fino ad un secondo prima lo incitavo a non fermarsi, ma in quel momento non sapevo cosa fare o dire, quella persona fuori dalla macchina aveva sentito tutto quello che avevo detto al mio ragazzo, tutte quelle cose che mi veniva naturale dire nel fare l’amore, cose che non si potevano ripetere al di fuori di momenti così ricchi di eccitazione, proprio quei momenti che quell’uomo mi stava rubando, ci stava rubando.. quell’uomo ci stava guardando, mi stava guardando, stava guardando il mio corpo nudo, sudato ed eccitato, guardava la mia vagina completamente aperta e penetrata, guardava i miei seni sballonzolanti e guardava il mio volto sconvolto dall’orgasmo appena provato.. mi stava rubando il momento più intimo che potessi donare e non sapevo cosa fare. Mentre ragionavo su tutto questo, rimasi con gli occhi chiusi, non avevo il coraggio di incrociare lo sguardo di quell’uomo che fuori dalla macchina ci stava spiando, in più questi pensieri mi avevano un po’ raffreddata e probabilmente Marco si era accorto, anche se non mi aveva ancora detto nulla, ma continuava a penetrarmi: cosa potevo fare? Dirglielo? E se Marco fosse uscito dall’auto per mandarlo via e l’uomo si fosse dimostrato aggressivo? E se poi gli avesse fatto del male?
Questi pensieri mi convinsero che la scelta più razionale era quella di non fare nulla, così riaprii gli occhi per cercare nuovamente la sagoma di quell’uomo che era sempre lì, scura perché illuminata da dietro le sue spalle ma grossa, robusta e china verso di noi.. cercai il suo sguardo all’interno di un probabile cappuccio, ma non riuscivo a scorgere nulla, questo mio ragionare mi stava tranquillizzando, in fondo eravamo chiusi in una macchia e lui fuori, i finestrini aperti quel tanto perché circolasse l’aria ma troppo poco per infilare un braccio, i secondi stavano passando e mi sentivo più sicura, stavo metabolizzando la cosa, anzi.. senza rendermi conto continuavo ad insistere nel guardare nell’ombra di quel cappuccio e scoprire i suoi occhi ma niente, non riuscivo a vedere nulla di più del contorno della sua figura, per fortuna o sfortuna, la luce era troppo poca e probabilmente anche quell’uomo che ci guardava non aveva una visione così nitida.. mentre il mio pensiero si spendeva sullo sconosciuto guardone, Marco rallentò il ritmo con spinte più profonde, quel pene artefice di tanto piacere sbatteva contro, toccava il fondo.. lo sentivo in gola!
Uuuuuuaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhh
Siiiiiiiiiiiiiiiiiii
Daiiiiiiiiiiiiiiii
In un secondo dimenticai tutto quello che mi aveva fatta distrarre, in un secondo l’eccitazione ritornò prorompente e ripresi fuoco… Marco sentendomi così coinvolta aumento il ritmo, il suo pene continuava a colpire qualcosa di non ben definito nel mio profondo e mi stava dando un piacere diverso, per la prima volta provavo eccitazione nel sentire le labbra della vagina che vibravano al fuoriuscire di tutta quell’aria che non trovava più spazio all’interno, quando sentii quel calore sprigionarsi dal mio sesso, risalire lungo la schiena e poi alla testa, la voce mi uscì incontrollata e mentre il mio sguardo cercava ancora lo sconosciuto, il mio volto gli raccontava l’intensità dell’orgasmo che stavo vivendo..
Siiiiìiiìiiiiiiiiiiiiiiiii GODOOOOO GOOOODOOOO
AAAHHHHHHH AAAHHHHHHH AAAHHHHHHH STO GODENDOOOOOOOOOO
TI AMOOOOOOOOOOO
…urlai contro lo sconosciuto, come se volessi liberarmi da quell’ imbarazzo,
Marco sentendomi così presa, accelerò per pochi secondi e finalmente anche lui venne manifestando versi di godimento smorzati da contrazioni nervose… mi sentivo la testa in confusione, rovente, la vagina inondata, completamente bagnata di sudore..
Il mio sguardo ritorno per un’attimo a cercare lui, il guardone, lo sconosciuto inatteso che furtivamente era stato spettatore, che mi aveva vista nuda, che mi aveva vista eccitata, che mi aveva vista godere almeno due volte.. ma niente, non c’era più! Scomparso nel buio di quella notte che mi aveva scoperta prima spaventata di lui e poi, forse.. un po’ accondiscendente.
Avevo vissuto quella sera particolare come una nuova avventura, mentre ritornavamo a casa dissi tutto a Marco, come immaginavo non si era accorto di niente, ma rimase stupito del fatto che non lo avessi avvertito per tempo: non volevo metterlo in difficoltà, non volevo pensasse che lo consideravo un ragazzino indifeso e che la mia decisione derivasse da una poca fiducia nelle sue possibilità, così gli dissi che nel momento più bello avevo visto la sagoma di quell’uomo e che dopo l’orgasmo provato non c’era più.
Riflettei molto sull’accaduto di quella sera, la possibilità di essere spiati era evidente, ma fino a quella sera non ci era mai capitata o non ci eravamo mai accorti, ma quello che dovevo assolutamente capire, era il mio comportamento: avevo raggiunto l’orgasmo più coinvolgente della mia vita nonostante sapessi di essere spiata da uno sconosciuto.

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Mar Maro

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