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Bianca

By 25 Gennaio 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

Facile riassumere in poche righe la vita di Bianca, una bellissima ragazza acqua e sapone, alta 178 cm, bionda e con un fisico da modella.
Bianca ha 22 anni e da quando ha iniziato a lavorare ha dovuto mollare la pallavolo, la sua grande passione.
&egrave entrata a lavorare da pochi mesi in un grande studio di commercialisti, fa la reception, sicuramente la sua bellezza &egrave stato uno dei motivi della sua assunzione. Dopo il primo periodo di timore per il nuovo lavoro Bianca stava sempre più prendendo confidenza con il lavoro e con i colleghi.
Lo studio era composto quasi esclusivamente da uomini e donne giovani e dal titolare, il Dottor Sarti, un signore di sessanta anni, burbero e autoritario che non dava confidenza a nessuno, tanto meno a Bianca.
La domenica Bianca era uscita per la prima volta con Riccardo, un commercialista che lavora nello studio, molto bello e che da subito aveva mostrato interesse per lei.
Inizialmente Bianca aveva respinto le avance per non mischiare lavoro e vita personale ma dietro le continue insistenze di Riccardo aveva ceduto per una cena. Era stata una bella serata, Riccardo oltre che bello si era dimostrato simpatico e cordiale, molto divertente. L’aveva accompagnata poi a casa senza nemmeno provare a baciarla. Bianca aveva apprezzato la serata e il comportamento di Riccardo e il lunedì mattina andò a lavoro contenta e curiosa di rivederlo in ambito lavorativo.
Quando Riccardo arrivo ai avvicinò al bancone dove stava Bianca e le portò un Ferrero Rocher
“Una piccola coccola per iniziare bene la giornata”
Bianca lo ringrazio sorridente. Si era vestita estremamente carina per quel giorno, aveva un tubino stretch bianco stile anni ’50, tacchi a spillo bianchi e un trucco leggero ed elegante. sembrava più grande della sua età ma stava benissimo.
Ricevette a metà mattina una chiamata interna, era il dottor Sarti
“Alle sette stasera come finisce il turno venga nel mio ufficio”
Riattaccò senza nemmeno salutare o aspettare una risposta da Bianca.
Bianca rimase tutto il giorno in ansia e cercando di capire le motivazioni di quella convocazione.
Forse perché le stava per scadere il periodo di prova o forse aveva fatto qualche errore quei giorni, si arrovellava pensando ai motivi di quella chiamata e con questi pensieri le aumentò l’ansia.
A pranzo uscì insieme a Riccardo e altri colleghi, in un momento di tranquillità gli racconto della convocazione e lui cercò di tranquillizzarla
“Vedrai che deve solo rinnovarti il contratto, in studio son tutti contenti di come lavori”
Bianca inizialmente si rasserenò ma come si avvicinava la fine della giornata cresceva l’ansia.
Alle 19 iniziò la sfilata di colleghi che andavano via, tra questi anche Riccardo che le disse di stare serena e che poi l’avrebbe chiamata per sapere come era andata.
In studio non era ormai rimasto nessuno quando Bianca andò nello studio del dott. Sarti, bussò ed entrò dopo che lui le disse ‘avanti’.
‘siediti’ disse con tono autoritario il titolare, Bianca si sedette e rimase subito intimorita dallo sguardo fisso del suo capo che la stava fissando in silenzio, imbarazzata abbassò lo sguardo e pensava cosa dire o meno o se aspettare che lui parlasse.
‘Ho saputo che sei uscita con uno dei commercialisti del mio studio, non sono cose che accetto. Se dovesse ricapitare ti licenzio in due secondi’
Bianca rimase basita, non pensava di aver fatto nulla di male e soprattutto non capiva come il suo capo avesse scoperto della loro cena, prese coraggio e rispose
‘Mi scusi Dott. Sarti, non sapevo non si potesse’
‘può andare’ disse il capo fissandola sempre, Bianca si alzò e si avvicinò alla porta, sentiva lo sguardo del capo su di lei e non vedeva l’ora di non essere più nel suo ufficio
‘anzi, si fermi, torni qui’
Bianca si voltò e rivide lo sguardo fisso su di lei, sentii il viso scaldarsi, doveva essere rossissima, si avvicinò e si risedette sulla poltrona davanti incrociando le gambe
‘tenga’ disse il Dott. Sarti senza smettere di guardarla e dandogli una busta, Bianca la prese in mano e chiese se poteva aprirla, lui annui e lei guardò il contenuto, era la lettera di conferma del periodo di prova e il nuovo contratto a tempo indeterminato con un notevole aumento di stipendio. L’umore di Bianca si trasformò, ora era piena di entusiasmo, ringraziò il suo capo per la bella notizia e gli promise che non lo avrebbe deluso
‘ora vada’ ripet&egrave per la seconda volta il dott. Sarti, Bianca si alzò felice e raggiante e guadagnò l’uscita senza pensare allo sguardo insistente del suo capo, ma venne ulteriormente fermata sull’uscio
‘aspetti, torni indietro’ Bianca si voltò e torno indietro
‘non mi convince il suo vestito, lei &egrave la faccia dell’azienda e quindi deve essere perfetta, cammini verso la scrivania e poi torni alla porta’
Bianca era basita da quella richiesta però era cosi felice per la notizia della conferma del periodo di prova che fece quanto richiesto. Il dott. Sarti gli fece fare diverse volte su e giù dalla scrivania alla porta e infine le disse
‘non mi convince, troppo largo e non si vedono le curve, poi &egrave antico. Domani appena arriva a lavoro venga da me che voglio vedere come &egrave vestita’
Bianca era sconvolta da quella richiesta che esulava dalle competenze richieste, ma non voleva rischiare il posto di lavoro per una polemica femminista.
Appena uscita dal lavoro chiamò Riccardo per raccontargli tutto e dirgli che non si sarebbero più visti, Riccardo reagì male inveendo contro il loro capo e chiamandolo vecchio porco, asserendo che sicuramente aveva messo gli occhi su Bianca, lei minimizzò dicendo che era impossibile dato che poteva essere suo nonno.
Il giorno dopo Bianca si presentò in ufficio con dei pantaloni eleganti alle ginocchia e una canottiera bianca, un abbigliamento casual ma che a lei stava molto bene, andò subito in ufficio del dott. Sarti per farsi vedere e lui le fece fare le solite diverse sfilate, rimase qualche minuto in silenzio poi con tono arrabbiato le disse
‘evidentemente ieri devo aver parlato in sanscrito, devi metterti un abbigliamento che risalti e curve. Se ti ripresenti così castigata ti licenzio, ora vattene che mi dai i nervi’
Bianca andò via sconvolta per come era stata trattata, si rese conto di avere paura del dott. Sarti. era terrorizzata da quell’uomo.
la sera rientrata a casa studio bene il suo look per il giorno successivo, si rendeva conto che non era etico scegliere l’abito per accontentare il proprio datore di lavoro ma era anche conscia che quell’uomo la spaventava e soprattutto ci teneva a quel lavoro. alla fine scelse una gonna al ginocchio aderente che le fasciava il corpo, una camicia bianca trasparente e sopra una giacca, tacchi a spillo per completare.
la mattina appena arrivata in ufficio si diresse subito nell’ufficio del suo titolare, bussò timidamente e il suo capo la fece entrare, la fece avvicinare alla scrivania e poi sposto la sedia invitandola a venire vicino a lui. la fissava insistentemente lasciandola in tensione, poi disse
“brava, finalmente un abbigliamento adatto al tuo lavoro” lo diceva toccando il bordo della gonna come per constatare il tessuto. Bianca tirò un sospiro di sollievo, l’aveva finalmente accontentato. il sollievo però finì quando sentì la mano del dott. Sarti era passata dalla gonna al suo culo e lo stringeva forte. Bianca non riusciva a reagire, aveva lo sguardo basso, disgustata vedendo la pancia prominente di quell’uomo che la fissava e la palpava, notò un rilevante gonfiore anche al centro dei pantaloni.
quindi il capo la congedò lasciandole il culo e dicendole
“torna alle 19 quando finisci il turno che devo parlarti”
Bianca stava uscendo, ma lui la richiamò, anzi torna qui
Bianca ormai si muoveva come un automa e fu nuovamente davanti a lui, lui rideva e le mise una mano sotto la gonna sfiorando il suo perizoma per poi premere forte, quindi si portò il dito al naso
“interessante, ora vattene”
Bianca andò via trattenendo le lacrime, era sconvolta e non riusciva a concentrarsi sul lavoro, ripensava a quanto le era successo e tremava di paura, aveva voglia di scappare.
in quelle condizioni non lavorava bene e infatti dopopranzo fece un errore gravissimo.
l’ordine principale che aveva nel suo lavoro era di dare priorità ai clienti del dott. Sarti senza mai farli aspettare, alle 15 si presento un suo caro amico e cliente, il dott. Bocci, insieme ad una ragazza che lo seguiva con la testa bassa.
Bianca aveva capito fosse un cliente di un altro associato e lo lasciò in attesa mentre gestiva gli altri clienti.
dopo mezz’ora arrivò trafelato il dott. Sarti che chiese scusa al suo amico per il ritardo.
il dott. Bocci era sereno
“ma stai tranquillo Paolo, io e Maria Grazia abbiamo ingannato il tempo”
entrarono nello studio e si chiusero dentro per oltre un’ora, quando uscirono la ragazza era spettinata, aveva il viso rosso e i vestiti stropicciati. Bianca la guardò con tenerezza.
alle 19 andò nello studio del suo capo che era piena di ansia, sarebbe stata sgridata per aver fatto aspettare il cliente e inoltre aveva ancora in testa la violenza della mattina.
appena entrò il dott. Sarti le diss&egrave
“vieni qui! dove eri questa mattina. sono incazzato nero. non capiti mai più che un mio cliente, poi uno importante come il dott. Bocci debba aspettare in sala d’attesa”
mentre lo diceva le mise una mano sotto la gonna e le strinze forte il culo, molto forte, tanto che Bianca sussultò.
“hai capito?” chiese urlando il dottor. Sarti
“s.. s.. si” rispose tremante Bianca
Sarti si alzò in piedi e le andò dietro, le prese il collo in una mano e con decisione la spinse facendole poggiare il viso e il busto nella scrivania.
“non balbettare e ripeti: mi scuso per l’errore e non lo farò più”
a Bianca iniziarono a scendere le lacrime mentre il dott. Sarti le sollevava la gonna e le abbassava il perizoma.
Bianca ripet&egrave
“mi scuso per l’errore e…” non ruscì a finire la frase che di colpo si sentii completamente riempita nella figa, il suo titolare doveva avere un cazzo enorme e ora glielo stava sbattendo così forte che lo sentiva fino in pancia.
inizialmente provava solo dolore, ma poi lo strofinamento la faceva bagnare e insieme al dolore, allo sconforto e alla umiliazione arrivò anche il piacere fisico.
lui la scopava sempre più forte, come un ossesso la martellava di colpi di cazzo fino a quando Bianca inconsapevole non senti montarle un orgasmo che le esplose e non riuscii a trattenere i gemiti e l’ansimare.
dopo che gli diede altri colpi il dottor Sarti usci da lei, la prese per i capelli e la portò in ginocchio da lui, le infilò tutto il cazzo in gola e la riempì di sborra che Bianca dovette ingoiare.
quando lo tolse si rese conto che aveva ancora delle gocce e le disse perentorio
“pulisci”
Bianca accomodante lo riprese in bocca per pulirlo
“ora vattene”
lei si alzò, si ricompose e stravolta andò via.
aveva goduto moltissimo ma anche sofferto molto per quanto le era successo, era turbata, stravolta, ma la sua figa bagnata era forse la cosa che più la stupiva.

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