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Racconti Erotici Etero

Birba la dolce?

By 4 Ottobre 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

La presi appena mettemmo piede in camera. La spinsi contro la parete vicino al bagno,ricordavo che c’era una fascia di pelle che avevo trovato molto particolare entrando nella camera dell’albergo per disfare le valigie,l’avevo girata,calato la gonna e le mutandine,dopo un’iniziale resistenza della sua fighetta non completamente bagnata,la penetrai con il mio cazzo eretto e dopo i primi colpi d assestamento,ne venne fuori un bel ritmo con lei che godeva,sobbalzava,gemeva sotto i tiri cadenzati alla grande del mio affare di carne. Il suo respiro era più corto,le sue grida di piacere leggere correvano attorno a noi e la mia voglia cresceva e spillava dentro la stanza.

L’avevo conosciuta alla festa dell’albergo. Mi ero imbucato dopo la conferenza serale perché non avevo voglia di andare a letto subito. L’indomani avevo un’altra riunione della compagnia nel complesso dell’hotel,quindi sarei tornato casa da mia moglie.
Non nutrivo particolari aspettative dalla festa,un avvocato che festeggiava la fine del suo matrimonio con una stronza(a sentire delle voci al buffet) e infatti dopo un’oretta passata a bighellonare fra la pista e il bar mi ero ritrovato da solo a bere del gin su una sedia lontano dalla pista. Lei era comparsa all’improvviso dalla nebbia di fumo e musica commerciale e uggiosa. Aveva attaccato discorso su qualcosa che riguardava l’avvocato,poi ci eravamo ritrovati a parlare di noi e delle nostre vite. Birba,così disse di chiamarsi-pensavo che se lo fosse inventato lì per lì(oppure le piaceva usare quel nomignolo quando usciva per andare a divertirsi)e anche io buttai lì il primo nome che mi venne in mente,Federico-era una ragazza sulla trentina,leggiadra,elegante,dal volto non particolarmente carino(aveva labbra piccole e occhi molto ravvicinati e la frangetta era da ragazzina stupidotta)ma dall’aria simpatica. Bevemmo qualche bicchiere assieme e una chiacchiera,due,una battuta,qualche sguardo,ci ritrovammo a baciarci nel corridoio verso l’ascensore. Quando le proposi di salire da me,prima si fece pregare,poi maliziosa mi prese la mano e se la mise sul seno,piccolo,ma sodo.

Dopo averla sbattuta di spalle,la feci mettere sul letto e la cavalcai alla missionaria. Birba godeva sorridendo beffarda,mi piaceva come contraeva la boccuccia e chiudeva gli occhi sentendo il mio cazzo che la dilettava su e giù su e giù nella sua passerina bagnata. Spingevo e affondavo i colpi. La sua pelle era delicata e il suo corpo pareva accogliermi completamente e allo stesso tempo ritrarsi come se fra me e lei ci fosse una lontananza sebbene il mio cazzo fosse dentro di lei e la sovrastavo. Birba era vicina e lontana assieme,assorta nel suo godere,distante nella presenza. La cosa invece di distrarmi o infastidirmi mi eccitò. Chi era Birba? Che voleva da me? Continuai a pompare, a chiavarla,lei sobbalzava di piacere,ma non mi guardava mai. Era misteriosa e intrigante.
Mi fermai prima di venire e mi sedetti a suo fianco a tirare il fiato. Dopo qualche minuto,eccitata,mi salì sulle gambe e prese il cazzo in bocca. Lo leccava sulla cappella e lo ciucciava. Si capiva che non era brava a fare i pompini, ma si impegnava ed era dolce. Quando lo ebbe fatto rinascere,salì ancora,si posizionò con la sua figa da brava ragazza pulita e apprensiva e lo accolse dentro,iniziando a fare su e giù da sola. Sentivo il cazzo gonfiarsi ancora nella sua passerina calda e umida. Lei saliva e scendeva dolcemente,con un ritmo che aveva la leggerezza della danza e la passione della lussuria. Birba godeva e aveva la testa reclinata dietro come ad assorbire più piacere possibile. Io pompavo e sentivo il mio cazzo forte e di marmo dentro di lei. Birba gemeva,mugolava,diceva piccole frasi sconnesse,ad un tratto la sentii urlare il nome Nicolas,non me ne curai e continuia a concentrarmi sulla mia erezione grandiosa. Mi pareva di avere un cazzo enorme(in realtà giusto ordinario)che sfondava quella figetta caldissima.
Quando urlai che stavo per venire, Birba si alzò sfilandosi da me,afferrò il cazzo a due mani e gli schizzi di sperma volarono su con rabbia,lei si inarcò a raccoglierli con il petto e il getto la prese in pieno sulle tette e il ventre. Godeva nel vedere me eiaculare con tale forza animale e lo sperma che colava giù.

per commenti,critiche,consigli: dorfett@alice.it

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