Skip to main content
Racconti Erotici Etero

Bocca da pompinara

By 7 Settembre 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

BOCCA DI FATA
Graditi commenti a giorgiasupersexy@yahoo.it (sia msn che mail)

Erano le sette passate di un pomeriggio estivo. Giravo con mia mamma per il centro della nostra città per lo shopping che ci concedevamo una volta a settimana con la carta di credito di papà. Avevamo vistato tutti i più bei negozi del centro e come al solito non avevamo resistito alla tentazione di regalarci dei bellissimi vestiti che andavano ad aggiungersi a quelli delle numerose altre uscite. Inoltre ci piaceva essere ammirate: mia mamma &egrave una signora ancora molto bella e tanti uomini la notavano nella sua bella gonna al ginocchio e la giacchetta aperta a mostrare le sue belle forme. Io non ero da meno; giovane ventidueenne che attirava non solo lo sguardo dei miei coetanei ma anche dei signori più attempati con la mia minigonna e il top striminzito che mi ero messa per l’occasione. Entrambe avevamo tacchi altissimi: sapevamo che tutti ci guardavano mentre camminavamo davanti alle vetrine, rese irresistibili da quei sandali vertiginosi che non misuravano meno di 12 cm. Bionda com’ero non potevo non attirare l’attenzione dei signori seduti al bar o intenti ad accompagnare le mogli a fare spese. Mia mamma se ne accorgeva, e spesso divertita, essendo diverse volte anche lei l’oggetto di quegli sguardi che erano tutto meno che casti, mi proponeva di ripassare davanti a qualche vetrina che già avevamo visto semplicemente per permettere a quei guardoni di ammirarci una volta di più. Se mi capitava sorridevo loro invitante, sculettando quel poco che bastava per far nascere in loro pensieri proibiti su una bella fanciulla bionda accompagnata dalla mamma a fare compere. Adoravo immaginare che facessero pensieri sconci su di me, l’idea di essere desiderata in modo porco e voglioso mi eccitava a dismisura e per questo non perdevo occasione per farmi notare da più uomini che potevo, giovani e meno giovani.
Fu casualmente che in una vetrina, in cui io e mia mamma ci stavamo soltanto specchiando per vedere quanto eravamo belle, vedemmo un bellissimo abito bianco a fiori che dissi subito di volere comprare per il mio compleanno che sarebbe stato di lì a pochi giorni.
Immaginerete facilmente la mia delusione quando, una volta entrate, il padrone del negozio (un robusto sessantenne) ci disse che aveva venduto l’ultimo modello di quel vestito qualche ora prima e non aveva una taglia per me! Quello in vetrina era troppo grande; la mia taglia era proprio quella che stava confezionando in una busta da spedire alla cliente che ci aveva preceduti di pochissimo. Mia mamma chiese in ogni modo che vendesse a noi il vestito dicendo che non ci sarebbe stato il tempo di ordinarne un altro dato che il mio compleanno sarebbe stato di lì a due giorni ed era già venerdì. Il proprietario fu irremovibile, non volle sentire ragioni. Inoltre stava chiudendo e ci chiese se potevamo lasciare il negozio dato che eravamo ben oltre l’orario di chiusura. La saracinesca della vetrina venne abbassata a metà per non fare entrare altri clienti mentre mia mamma cercava di convincere ancora il negoziante a venderci il vestito. Quando vide che non c’era modo di far cambiare idea al venditore la mamma mi prese in disparte e uscite dal negozio mi disse: -Giorgia, vuoi veramente quel vestito?- -Certo mamma, lo desidero da morire!- -E allora non ti scandalizzare per ciò che ti propongo: hai con te i trucchi?- -Certo mamma- risposi perplessa ‘Rifatti il trucco e rifallo’. Sexy e’perché no’anche un po’ pesante’.-.
Intuendo ciò che mi voleva far fare obbedii. Mi rifeci il trucco davanti alla vetrina e non appena ebbi finito vidi come ora sembravo più una bella troietta che una ragazza d famiglia per bene ‘ e la cosa mi intrigò. Mi abbassai un po’ il top per mostrare il seno e lasciai che mia madre mi portasse per mano alla porta del negozio proprio nel momento in cui il venditore stava chiudendo. Lui stava per uscire e noi lo bloccammo sulla soglia. Mia madre disse: -La prego, se non vuole ascoltare le mie parole’almeno ascolti quelle di mia figlia Giorgia- lui fu colto visibilmente alla sprovvista e rimase incantato a fissarmi presa da puttanella con le tette in vista e il trucco da zoccoletta che mi ero appena fatta. Capendo ciò che aveva architettato la mamma sorrisi dolce e invitante al venditore dicendogli: -Ci terrei molto a quel vestito, capisco che per lei sia un disturbo non indifferente dover deludere l’altra cliente’ ma credo che se vuole concedermi un po’ di fiducia non ne sarebbe pentito’- mentre parlavo notai come mi guardava la bocca preso dalla voglia e allora aggiunsi: -per il disturbo saprei farmi perdonare’a me quel vestito piace molto’ ma vedo che a lei’ piace molto la mia bocca’.- conclusi sorridendogli maliziosa.
Dopo un momento di esitazione ci fece entrare senza dire nulla. Chiuse la porta a chiave alle nostre spalle e abbassò del tutto la saracinesca. Nel più totale silenzio ci avviammo verso il bancone dei tessuti e lì mi fece vedere il vestito della mia taglia che tanto desideravo. Mi piaceva così tanto che sarei passata volentieri sopra al fatto che l’uomo che avevo di fronte era un sessantenne con una bella pancia e un’aria davvero sporca ‘ insomma tutto meno che il bel ragazzo che tutte noi sempre sognano!
Fu mia mamma a fare la prima mossa: andò da lui e lo accarezzò tra le gambe per slacciargli i pantaloni e tirare fuori un membro già duro di una lunghezza spropositata! Lui lasciò che fosse denudato. Poi lei disse: -Il vestito in cambio della bocca di mia figlia Giorgia, che ne dice?- -D’accordo’sì, sì!- non seppe dire altro lui che ormai non ragionava più ed era in preda a una chiarissima e vivissima eccitazione.
-Avanti Giorgia, tocca a te ora- mi disse lei. Io non dissi nulla, mi avvicinai all’uomo e mi inginocchiai ai suoi piedi mentre lui si appoggiava al bancone. Lo guardai e gli sorrisi con uno sguardo davvero molto porco’.come era porco lo sguardo con cui lui mi guardava e desiderava.
Sarà stato pure un sessantenne panzone’. ma aveva un cazzo stupendo: mia mamma gliel’aveva fatto indurire e ora mi ritrovavo nella mano destra un membro lungo almeno 20 cm e grossissimo. Se tutti i sessantenni erano così’.beh allora non vedo perché devo continuare a frequentare i miei coetanei mi dissi tra me e me divertita.
Lanciai un’altra occhiata porca al venditore e poi’. glielo leccai! Diedi una intensa e bellissima leccata dalla base della mazza fino alla cappella e lo rifeci una seconda volta, e una terza’e una quarta! Poi me lo infilai tutto in bocca e iniziai a spompinarlo intensamente, stringendo tra le labbra quel bel cappellone duro. Lo sentii godere e io stessa iniziai a gemere, prima per farlo eccitare’poi perché anche io stavo godendo davvero. La mia mano sinistra corse subito al mio toppino striminzito: me lo abbassai e mi denudai le tette con un gemito di godimento mentre succhiavo quel bel cazzo maturo. Con la mano destra lo masturbavo, con la bocca lo ciucciavo e con la sinistra mi toccavo le tette. Mia mamma seguiva la scena lì vicino appoggiata a una sedia. Sentii lui farsi coraggio e mettermi una mano sui miei capelli biondi, accarezzandomeli prima e poi spingendomi il capo verso il suo cazzone.
Era un pisellone immenso: adoro i cazzoni grossi e giganteschi ‘ e quello lì mi piaceva proprio! A vedermi prima nessuno avrebbe potuto immaginare che una giovane ragazza bionda come me avrebbe potuto fare simili porcate’. E soprattutto con un uomo così anziano!
Se dicessi che non godevo a spompinare quel maturo signore sarei una ipocrita e bugiarda: a prova di ciò posso dire che spostai la mia mano sinistra dalle mie tette calde alla passerina; quest’ultima era davvero un ruscello e i miei umori di piacere mi bagnavano l’interno delle cosce. Sentendo i gemiti dell’uomo ogni tanto mi toglievo il suo cazzo di bocca, lo leccavo per tutta la sua lunghezza e poi me lo rimettevo tra le labbra per riprenderlo a succhiarlo come una troia. Lo vidi goder come un porco fino a quando sentii che non ce la faceva più a trattenersi, lo sentii che mi prendeva forte per i capelli, allora io gli dissi, toltami quel cazzo di bocca: -Mi sborri in bocca, avanti! Ne ho troppa voglia!- Lui non seppe trattenersi e dicendomi:-Prendi tutto puttanella bionda!!!aahhhh!- mi venne copioso in bocca. Succhiai a più non posso e gli schizzi di sperma caldo mi raggiunsero anche dopo che me lo tolsi di bocca finendomi sulle tette nude, sporcandomele di semenza in un modo incredibile. Ripresi a leccare il cazzo grondante sperma; la sborra mi era finita sui capelli e sul seno, ma non mi importava: ero troppo presa a godermi quel bel pisellone eccitante. Aveva ormai finito di schizzare ma io continuavo a ciucciare a tratti la cappella odorosa di semenza. Ero talmente presa da quella semenza che me ne presi dai capelli e me la misi in bocca per gustarmela. Non c’&egrave dubbio: la sborra di sessantenne &egrave davvero deliziosa! Fare quella porcata mi eccitò da matti: la fighetta mi si bagnò ancora di più.
Rimasi un bel po’ ancora a leccarglielo: quel cazzo mi piaceva troppo anche se ora si stava iniziando ad ammosciare. Mia mamma sorrideva, compiaciuta. Lui non aveva forze che per ansimare dopo la schizzata. Io mi gustavo la semenza e con una mano mi toccavo tra le cosce bollenti. Era un cazzo che avrei rivisto volentieri ‘e a sentire lui’anche il venditore mi avrebbe rivista volenteri. Fu addirittura mia mamma che dovette dirmi: -Adesso basta Giorgia; dobbiamo andare, te lo sei gustato a sufficienza, dai!- per farmi staccare da quella bella mazza.-Sei tutta sporca’aspetta ‘tieni questo fazzoletto pulisciti almeno le tette e i capelli che ce li hai pieni di sborra- -Grazie mamma- le risposi.-Sei stata proprio una puttanella a farlo venire a quella maniera, sai?- mi disse poi, io le sorrisi divertita.
Il vestito fu mio e lo portai a casa ricevendo i complimenti da mia mamma per quanto ero riuscita a fare. Lo misi la prima volta il giorno del mio compleanno senza che nessuno, a parte mia mamma, sapesse cosa avevo fatto pur di averlo.

Graditi commenti a giorgiasupersexy@yahoo.it (sia msn che mail)

Leave a Reply