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Racconti Erotici Etero

Boy sitter 02

By 25 Marzo 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

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Boy sitter 02

Impossibile dire cosa mi stia succedendo. Sto dormendo, questo è chiaro, ma non so se sto sognando o è realtà. Qualsiasi cosa sia, la sensazione che sto provando è stupenda. I nostri corpi sono sudati e attaccati l’uno contro l’altro. Anche se fa caldo l’ho abbracciata stretta, stretta a me. Mentre una mano è bloccata perché dorme sopra al mio braccio, l’altra è magnetizzata sulla sua tetta. Sento distintamente fra le dita il suo capezzolo duro e con lenti movimenti lo stuzzico. Il piacere che sto provando e che mi ha svegliato o riportato dal mondo di Morfeo è concentrato giù al mio cazzo.

Sento distintamente una forte pressione come se avessi il membro imprigionato fra le sue gambe e involontariamente muovo leggermente il bacino come se stessi scopandola. Lei mi sta dando piacere masturbandomi in un modo alquanto singolare. Con i polpastrelli mi massaggia sotto la punta del cazzo, là dove è massimo il piacere di ogni uomo. Così facendo però, si sta procurando anche lei godimento perché in questo modo riesco involontariamente a fregare anche il clitoride con la punta del cazzo. Sono al limite non resisto più, mi irrigidisco e con un grugnito spingo in avanti il cazzo e godo inondandola di sperma. Non so quanta ne sia uscita, ma so che mentre venivo sento anche lei stringere più forte le gambe e vibrare tutta in preda al godimento. Il nostro respiro è affannoso.

Siamo sudati come non mai, ma non ci separiamo anzi, lei gira leggermente il collo porgendomi le labbra e io accetto le sue pretendendo anche la lingua. Il bacio ci desta definitivamente riportandoci alla realtà. Lei smette la sua strana doppia masturbazione e io dal canto mio smetto di muovermi come se la stessi scopando realmente. Non mollo assolutamente il capezzolo e passo ad accarezzare anche l’altra tetta in cui titillo pure il capezzolo. è ancora decisamente buio e ci addormentiamo nuovamente ma è un sonno agitato, come se restassi nel dormiveglia. Il riposo è disturbato da continui sogni o pseudo realtà.

Percepisco distintamente il piacere montarmi attraverso il canale del cazzo e mi sveglio quando sto già sborrando. Non posso assolutamente dire come mi sia accaduto, ma non mi spaventa anzi, mi rilassa definitivamente e scioglie la tensione sessuale con cui mi ero addormentato quella sera. Continuo a dormire sentendo la sua presenza fra le mie braccia e la stringo più forte contro me. Sotto alla mano ho sempre la sua tetta e il duro capezzolo. Mi sveglio in preda ad un’altra eiaculazione voluta o no, non mi importa. Sognavo di scoparla e la realtà della pullazione mi ha svegliato. E’ un dolce risveglio che per niente al mondo mi riporta alla realtà. Mi separo leggermente da lei in modo da lasciare passare un poco d’aria fra i nostri corpi sudati. Il vero risveglio è più duro di un qualsiasi incubo.

Sento suonare alla porta. Forse 2-3 lunghi trilli. Al mio fianco c’è lei, Sara ed è completamente nuda come io d’altronde. Anche lei nel sentire il suono del campanello rimbalza sul letto e si alza in cerca dei vestiti. Si infila la maglietta e resta interdetta nel non trovare le mutande. Anche io mi desto, ma resto seduto sul letto. Mi infilo i boxer che erano li a terra e le dico:
‘Vai ad aprire, non preoccuparti per le mutande che tanto la maglietta è lunga e ti copre a sufficienza.’

Mi guarda interdetta e preoccupata, ma corre alla porta. Apre e mentre entra mia madre, lei si infila in bagno. Peggio dei peggiori incubi. Indubbiamente dopo la notte passata… Come l’ho passata…
‘mmmhhhh…’
Mugolo ricordando il piacere e le sensazioni che ancora mi accompagnano. Chiudo gli occhi ripensando e rivivendo. Avrei bisogno di un graduale risveglio invece di un caporale che urla e sbraita. Resto imperterrito seduto sul letto anche perché non mi sembra il caso di farle vedere che sono col pisello in erezione. Guardo il lato del letto dove abbiamo dormito io e lei e noto le inconfondibili macchie di sperma. Le copro col lenzuolo mentre mia madre da brava chioccia si infila in cucina a preparare la colazione. Vorrei andare al bagno, ma sento la doccia in funzione.

Mi dirigo verso la camera dei ragazzi per constatare se Pio stia ancora dormendo e lo trovo raggomitolato su un fianco. L’ho sveglio scrollandolo e non posso fare a meno di non scorgere che dagli slip gli esce la punta del cazzo. Anche lui è in erezione. Mi viene da chiedermi se lui abbia sentito qualcosa o sa che io e sua sorella abbiamo dormito assieme. Comunque mi guarda, si stira allungandosi senza aver cura di coprirsi il cazzo che in questo modo fuoriesce per buona parte della sua lunghezza e poi cerca di risistemarlo dentro agli slip. Tutto inutile. Come io d’altronde. Ogni mattina mi succede la stessa cosa anche a mè. Finchè non ho fatto la colazione e non sono andato a far pipì il cazzo non si ammoscia. Dal bagno ci raggiunge Sara avvolta solo da un asciugamano e ci scambiamo uno sguardo e un sorriso ammiccante.

Prendo immediatamente il suo posto e mi chiedo se i due ragazzi si confidano o si mostrano nelle loro nudità. Questo pensiero e i ricordi della notte passata non mi facilita a raffreddare il sangue. Sono ancora eccitato, eppure mi sforzo a stare calmo e a pensare a cose tristi. Mi sistemo alla meglio seduto in cucina, dove mamma ha preparato la colazione. Pio è il primo ad entrare, coperto solo dagli slip in cui svetta preponderatamente la grossezza del suo cazzo piegato da un lato. Sara giunge quasi a ruota. Indossa una maglietta molto aperta con le spalline a filo. Non copre nulla. Si intravedono benissimo i capezzoli durissimi e le areole. Indossa un paio di slip in cui risaltano le labbra e l’ho spacco dove ieri sera ho consumato la lingua.

A questo pensiero, sento che mi fanno male ancora tutti i muscoli della faccia, mentre il mio cazzo cerca il modo di uscire dai boxer. Non posso più alzarmi e così aspetto che mamma ci servi uno a uno. Mentre mangiamo con gusto la colazione che mi sembra troppo minuta, chiedo hai ragazzi se hanno voglia di andare all’acqua park. Domanda inutile. In coro mi rispondono entusiasticamente di si!

Parlo del più e del meno con mia madre, in modo che così posso alzarmi senza scandalizzarla in attesa che si abbassi il fratellino, ma lei mi precede dicendo che deve andare via perché ha bisogno di andare a casa a cambiarsi e uscire per fare delle compere. Mentre pulisco la cucina, i ragazzi mi aiutano sistemando il resto della casa. Quando è ora, li avviso che scendo in casa mia a mettermi il costume e che li avrei aspettati in macchina. Quando raggiungo il cortile, mi sorprendo trovandoli già li che mi aspettano e pure non ci ho messo molto a cambiarmi e ha prendere un asciugamano.

Una volta saliti ed avviati lungo la strada, constato che l’aria che ci colpisce dai finestrini aperti non fa più apparentemente tutto quel gran caldo dei giorni passati. Pio questa volta è seduto al mio fianco. E’ tutto concentrato nella ricerca di una stazione radio in cui facciano una canzone decente. Sara è sistemata dietro, la guardo. Ha la camicia sbottonata in cui il reggiseno del bikini si vede distintamente. I capezzoli sono ancora turgidi. Indossa una mini color rosa pastello aperta su entrambi i lati delle cosce. Copre a malapena solo il costume lasciando in vista le bellissime lunghe gambe.

Il cazzo mi è tornato duro. Penso alla notte appena conclusa. Quante volte avrà goduto lei? Io direi tre, ne sono certo ma lei? Questa notte poi in definitiva cosa è successo nella realtà? Più ci penso e più sono eccitato. Siamo tra i primi ad arrivare, in questo modo posso scegliere dove parcheggiare infatti, mi posiziono sotto un grande pino.
‘Così quando torneremo la macchina sarà utilizzabile.’ Dico mentre scendiamo e ci avviamo. Alla biglietteria c’è già la coda, così mando i ragazzi a comprarli mentre io li aspetto seduto con gli zaini. è il vantaggio di essere ancora convalescente..

Andiamo direttamente a prendere gli sdraio senza passare dagli spogliatoi, visto che siamo già pronti per fare il bagno. Impongo immediatamente le mie regole. Alla scadenza di ogni trenta minuti dobbiamo ritrovarci presso le sdraio e darci il cambio per fare la guardia agli zaini. Pio non sembra apprezzare e come vede i suoi amici si allontana con loro. Sara invece si sistema per prendere il sole mentre io mi posiziono sotto all’ombrellone e apro un libro di scuola che mi sono portato dietro. Sono così preso dallo studio che quasi non faccio attenzione che Sara mi ha rivolto la parola.
‘Dimmi?’ Le chiedo.

‘Ti ho chiesto se va tutto bene.’

‘Certamente.’ Ho capito subito dove vuole andare col discorso.. A questa notte. Non ci siamo mai parlati da quando ci siamo alzati. Chiudo il libro la guardo:
‘Dimmi di questa notte. Cosa ne pensi?’

‘Io.. Credevo ti fossi offeso per qualche cosa che ho fatto o…- Si solleva sui gomiti e mi guarda con aria triste.- Detto…’

‘Scherzi? E’ stato tutto come un bellissimo sogno. Dolce.. Romantico.. Passionale.. Carnale.. Selvaggio!’ La guardo sognante e con una certa voglia che incomincia a farsi sentire dal basso ventre.

Lei non risponde. Vedo che anzi i suoi capezzoli si induriscono diventando più visibili attraverso il tessuto del costume.
‘A che pensi? A questa notte?’ Mentre le osservo anche il pube in cui i peli sollevano il costume rendendolo ancor più appetitoso. Sento un certo risveglio al fratellino pensando a come mi piacerebbe baciare quel piccolo clitoride in mezzo a quelle labbra deliziose.

‘Si!’ Risponde dopo un profondo sospiro.

Mi alzo e vado a sedermi di fianco a lei sul suo lettino. Ci guardiamo attraverso gli occhiali da sole. La osservo beandomi delle sue forme perfette. I capelli raccolti.. Il collo.. Le spalle.. Il seno.. La pancia che sale ritmicamente.. Il costume.. Le gambe fino hai suoi piedi..
‘Se non ci fossero tutte queste persone vorrei baciati tutta.. Come e più di questa notte.’

Mi sorride, allunga una mano e l’appoggia sulla mia gamba. Sale fino ad arrivare al bordo del costume dove la fermo e presa nella mia mano la stringe fortemente. Osservo come il respiro si è fatto più corto segno di una certa eccitazione da parte sua. Per stemperare il momento e per non fare danni irreparabili nei miei boxer, prendo il barattolo della crema e le dico:
‘Girarti che ti spalmo un po’ di crema.’

Osservo come il costume si è insinuato fra le chiappe evidenziandole. Slaccio il reggiseno e incomincio a massaggiarla spalmando la crema. Noto un certo irrigidimento da parte sua, ma cerco di tranquillizzarla.
‘Resta così! In questo modo non ti resta il segno del costume.’

Al contatto delle mie mani sulla sua pelle, mi eccito da impazzire. Anche lei, sento che non è del tutto insensibile. In previsione di tale evenienza mi ero premunito con l’indossare gli slip da bagno sotto hai boxer.
‘Fortuna che l’avevo fatto altrimenti qui sai che scandalo saltava fuori.’ Penso.

Le spalmo la crema ovunque. Quando scendo al suo sedere più di una volta insinuo le dita fin sotto all’elastico del costume. Arrivo fino a quasi a inserire i polpastrelli all’interno delle sue labbrine. Continuo a scendere fino ad arrivare a spalmare la crema hai piedi. Finisco spalmandone anche sulle mie spalle e sulle mie braccia e mi posiziono sulla sdraio al mio posto. Dopo essermi abbrustolito all’ombra dell’ombrellone incominciamo il gioco degli scambi in modo che tutti possiamo andare sugli scivoli e alla piscina a onde.

Per pranzo ci facciamo dei pezzi di pizza del bar che mangiamo stesi sui nostri lettini al sole e poco dopo con lo stomaco pieno ci addormentiamo. Se non fosse stato per le amiche di Sara che sono venute a salutarci, penso che avremmo dormito per tutto il pomeriggio, almeno io. Il risultato del pisolino è che mi sento già bruciare. Dopo un abbondante spalmata di crema, via in piscina. Continuiamo ad alternarci, ma per quasi tutto il pomeriggio rimango solo sotto l’ombrellone.

Finalmente quando ci ricongiungiamo tutti e tre, è arrivata l’ora di tornare a casa. Siamo letteralmente cotti, realmente abbrustoliti per il sole e sfiniti anche per la stanchezza. Prima di andarcene, ci facciamo una doccia per toglierci di dosso il cloro e la crema che alla fine l’ho abbondantemente consumata. Arriviamo in vista della macchina e come speravo e con un certo sollievo, noto che è all’ombra. Prima di salire gli ricordo che non si entra coi costumi bagnati addosso.

Pio rimbrotta e accenna ad ribattere, ma non voglio sentire ragioni così, copertosi con l’asciugamano, se l’ho sfila ed entra in macchina. Rido, al pensiero di lui nudo seduto dietro. Sara invece si toglie gli slip abbassandoli da sotto la mini e visto che già non indossava il reggiseno, mi eccito a pensarla nuda e sale davanti sul lato passeggero. Indosso solo i boxer e sono in evidente erezione e non faccio nulla per nascondere la mia situazione. Dal canto suo, lei si distrae dalla ricerca di una stazione radio e dopo uno sguardo languido mi sorride. Incominciamo un dialogo fatto di lunghe sequenze di doppi sensi e allusioni. Stempero momentaneamente il gioco fermandomi per entrare in farmacia e con mia fortuna, il dolore al ginocchio mi riporta ad una giusta misura il mio piccolo fratellino in mezzo alle gambe.

Sono entrato deciso per comprare la pomata contro le ustioni e ne esco con un pacchettino ben più gonfio. Ho acquistato anche un pacchetto di preservativi.
‘Non si sa mai.. Con la mia ex ne facevo a meno, visto che prendeva la pillola, ora non l’ho so, se..’ I pensieri lubrici mi fanno rizzare nuovamente il pisello e oramai in vista della macchina, non mi preoccupo più di tanto.

Come riparto, rincominciamo col gioco che avevo sospeso. Le mezze frasi o le parole dette così e lasciate sospese, lasciano un presagio di come sarà la serata che ci si prepara. Arrivati a casa ci dividiamo, ma non prima di aver raccomandato di fare presto, perché la cena era quasi pronta.. Loro salgono a fare la doccia nel loro bagno e io nella mia casa con mia madre che mi rimprovera per aver fatto tardi e per essere troppo rosso.

Seduti a tavola siamo tutti e tre mezzi nudi. Pio solo con dei pantaloncini corti. Sara con la canottiera trasparente che portava anche questa mattina con le spalline a filo. Ceniamo nella più totale allegria descrivendo la giornata hai miei genitori. Mamma è giustamente contrariata dal fatto che ci vede troppo cotti dal sole, ma non mi fa ripete la romanzina che già mi aveva fatto in precedenza. Finita la cena, torniamo a cambiarci per uscire. In macchina il segno del sole si fa sentire e non solo. Siamo tutti e tre infastiditi dal indossare abiti, sopratutto le camicie. Abbiamo le schiene cotte. Non stiamo troppo sul lungomare infatti, ci dirigiamo presto verso casa.

Durante il tragitto di ritorno hanno voluto fermarsi a prendere una videocassetta dal distributore automatico e poi torniamo a casa. Ci spogliamo ancora prima di aprire la porta dell’appartamento.
‘Fortuna che siamo solo quattro famiglie a dividere la casa su due piani e noi siamo gli unici al secondo piano in questo momento perché entro in casa a petto nudo, imitato da Pio mentre Sara ha la sbottonata a tal punto che praticamente non la copre più.’

In salotto mentre Pio si interessa della videocassetta, Sara ci raggiunge con la maglietta di sempre e indossando solo gli slip.
‘Puoi passarmi per favore un po’ di crema sulla schiena?’

Guardo il viso angelico in cui nasconde una certa smorfia di dolore e seduto più compostamente, la faccio accomodare seduta fra le mie gambe.

Delicatamente le passo la pomata. Nel farlo abbasso le spalline e lei non si accorge che sta mostrando i seni a suo fratello intenta com’è a godersi il tocco delle mie mani. Io pure non rimango insensibile e anzi, cerco di farle sentire la mia erezione al contatto con la sua schiena. Se solo non ci fosse stato suo fratello, mi sarei spinto fino a toccarle i seni, ma mi fermo e mi comporto professionalmente. La ricompongo e lei si mette seduta comodamente al mio fianco. Guardiamo un famoso film, in cui la protagonista, scrittrice di fama, quando viene interrogata dalla polizia continua ad accavallare le gambe mostrando a tutti i presenti che non indossa gli slip sotto la gonna.

Anche io e Pio facciamo allusioni sul fatto che oggi lei non le indossava e Sara ribatte prontamente che pure noi non le portavamo in macchina. Finito questo film siamo un po’ caldi e anzi, decisamente eccitati. Pio ha continuato a toccarsi il cazzo per tutto il film. Sara ha giocato col gomito sul mio fratellino. Mi alzo anche perché Pio va in cucina a prendere tre birre mentre io invece, scrivo un biglietto da appendere alla porta con su scritto
-Mamma non disturbare stiamo dormendo.-

Propongo hai ragazzi di spostarci a vedere la tele in camera come la sera prima. Sara si posiziona subito al centro del lettone e impossessatasi del telecomando incomincia a fare zapping. Si ferma su un canale di una rete televisiva privata, in cui danno spettacoli di spogliarello. Diverse ballerine si alternano e incominciamo a criticarle sul come ballano o decantando a volte le loro curve prosperose.

Non me ne accorgo subito perché Pio è sdraiato dal lato opposto di dove è attirata la nostra attenzione. Con una mano tiene abbassato l’orlo degli slip mentre con l’altra si masturba lentamente. L’ho guardo con la coda dell’occhio e noto come Sara non se ne sia ancora accorta, intenta com’è a guardare l’ho spettacolo. Ad un certo punto Pio si alza e se ne và a passo di corsa, con la mano che regge l’interno degli slip.
‘Buona notte.’ Gli auguro.

Senza rispondere sparisce alla nostra vista. Posso solo intuire che si sia sborrato addosso. Mi volto e ne approfitto immediatamente per baciare Sara. Come le nostre bocche sono impegnate e le lingue intrecciate, le mani si muovono là dove il calore e l’eccitazione sono più evidenti. Mentre lei mi infila entrambe le mani all’interno dei boxer per impossessarsi dal mio cazzo, io faccio l’ho stesso con lei infilandole una mano all’interno dei suoi slip. Immediatamente le infilo due dita nella calda vulva dopo aver solleticato un poco il clitoride e da come la trovo bagnata, le dita scivolano facilmente dentro. Mi meraviglio per come è bollente ed eccitata. Immediatamente incomincio a farle un veloce va e vieni con le dita, con il chiaro intendo di sentirla ansimare, ma mi accorgo poco dopo che geme e mugola mentre trema tutta. Resto meravigliato per la velocità con cui ha raggiunto l’orgasmo.

Allontana momentaneamente le labbra dalle mie per poter respirare meglio, ma il mio intento era quello di attenuare i suoi gridolini di piacere. Non molla anche lei la presa attorno al mio cazzo e ripresasi leggermente, incomincia a masturbarmi con entrambe le mani. Anche io, eccitato come sono, non resisto a lungo e la inondo con tanta di quello sperma che io pure mi stupisco di dove ne tenevo così tanto. Senza togliere le dita da dentro di lei, con la mano libera, le tolgo lo slippino per poi abbassarmi a leccarle il piccolo bottoncino di carne. Le mordo il clitoride, l’ho succhio, l’ho lecco. La sento lamentarsi a lungo. Sò che le piace. Sento che sta per godere nuovamente perché incomincia a muovere il bacino per assecondare i movimenti della lingua e delle dita. Si irrigidisce completamente tutta diventando come un unico pezzo di legno e quando sprofonda fra le lenzuola del letto, urla tutto il suo piacere.

Cerco di tapparle la bocca prima con la mano e poi baciandola nella vana speranza di attenuare i gridolini che si susseguono frenetici. Ansima e geme a lungo mentre la pelle luccica per effetto delle perle di sudore che l’avolgono. Io con le dita sempre conficcate in lei le libero un seno dalla maglietta e incomincio a succhiare. Hai primi tocchi di lingua sul suo capezzolo la sento vibrare ancora. Persisto a lungo alternandomi fra entrambi i capezzoli e ad un certo punto la sento smettere di respirare, si innarca e mentre ricade sul letto le esce un lungo lamento che non riesco a zittire neppure tappandole la bocca con la mano. Questa volta decido di interrompere e di lasciarla tranquilla. Ha il respiro pesante. La sento ansimare e tremare ancora a lungo finché non viene vinta dal sonno e dalla stanchezza.

Dopo molto in cui mi sono beato del suo sguardo e l’ho un poco coccolata lisciandole la fronte e i capelli, mi alzo con l’intendo di andare in bagno per lavarmi. Controllo la camera dei ragazzi e vedo Pio nudo con le mutande appoggiate a terra. Nella penombra scorgo il cazzo in erezione e mi chiedo se stia dormendo e cosa abbia sentito.

Mi sento che sono tutto impiastricciato dal mio sperma e decido di farmi una doccia veloce che mi rinfresca. Uscito, controllo Pio che dorme ancora nella stessa posizione. Mi vengono in mente mille domande sul rapporto che c’è fra lui e sua sorella. Io, essendo un figlio unico, non ho idea come si comporti in una casa in cui i fratelli devono dividersi la stessa camera. Mi dico fra me, che mi riprometto di indagare appena mi sarà possibile. Dopo aver bevuto qualcosa di fresco, finalmente mi sdraio al fianco di Sara e immediatamente vengo preso anche io da Morfeo che mi porta in un lungo e profondo sogno.

Maxtaxi

Aiutatemi a migliorare. Aspetto le vostre critiche.
Sono in attesa delle vostre proposte e suggerimenti da inserire nei prossimi capitoli’

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Questo romanzo non deve essere riprodotto elettronicamente o a mezzo stampa senza la mia autorizzazione scritta.
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Ultima correzione 26-03-10

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