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Racconti Erotici Etero

Buongiorno!

By 24 Giugno 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Una delle innumerevoli cose piacevoli del sesso intenso &egrave la spossatezza che segue i momenti di passione. Quel lento abbandonarsi, sfiniti, abbracciati, ad un sonno ristoratore, le membra che prima di tendevano nel piacere, abbandonate, rilassate, l’animo svuotato delle passioni… Un riposo necessario, a volte, data l’intensità degli amplessi.
&egrave in questo genere di sonno che potreste immaginare la sottoscritta nel suo letto, dopo una nottata decisamente intensa con un partner parecchio vivace, abbandonata tra le lenzuola impregnate del piacere di entrambi.
Un riposo con un risveglio piuttosto inusuale.

Dormo, non ricordo se sogno ancora qualcosa, ma comincio ad avvertire una sensazione strana sul viso. Un contatto, un calore, che mi ridesta, facendomi aprire gli occhi.
“che??” mi chiedo, perché la prima cosa che vedo ancora un attimo fuori fuoco &egrave un fallo, poco gentilmente appoggiato sul mio viso.
Ovviamente oltre al fallo vi &egrave pure il proprietario, che sorride e ricomincia a muovere il suo sesso sulla mia bocca.
“oh, ma dai…” Mugugno. Non sono certo una che si tiri indietro su certe cose, ma trovarmi un cazzo sulla bocca al risveglio &egrave lievemente disturbante.
“non vuoi fare colazione?” Sussurra lui facendomi sbuffare.
“… Se levi il tuo uccello dalla mia faccia e mi fai il caff&egrave, ORA, ti svuoterò le palle senza usare le mani, DOPO.”
Brontolo, scostandomi quell’asta dal viso.

Lui, il signorino dalla splendida verga che mi tiro nel letto ultimamente, si alza dal letto un po’ deluso. “Fammi almeno svegliare, sono le…” Il cellulare sul comodino si illumina al tocco “… Le sette e venti? Abbiamo dormito quattro ore!!” Piagnucolo ricadendo nel letto. “Ty vole, *****, sarà meglio che tu sia in cucina a fare il caff&egrave, altrimenti ti odierò per sempre.”

“Non dicevi che non sei una che dorme molto, Vik?” ridacchia mentre mi paleso in cucina stropicciandomi la faccia, nuda.
“Sì, ma non vuol dire che ogni tanto non ne abbia bisogno…” La gatta si strofina sulle mie gambe, affettuosa, facendomi il solletico.
“Vedi? Anche lei &egrave sveglia e vuole qualcosa da me, ma lo chiede gentilmente!” Dò un po’ di latte nella ciotolina in cucina e mi accovaccio a carezzare la testolina pelosa.

“ho fatto il caff&egrave, deve solo uscire lui!” Sento alle mie spalle. “per ottimizzare, visto che sei già abbassata, perché non saluti anche lui?”
E cosi mi trovo di nuovo quel sesso davanti alla faccia un po’ perplessa.
“Non che l’oggetto in questione non mi ingolosisca, e credo nell’ultimo mese di averti succhiato più io l’uccello di tutte le troie che ti porti a letto da anni… Ma non mi diventare molesto.”
“&egrave proprio perché lo succhi più e meglio delle altre che divento molesto. Dagli un bacino.”
Sorrido. “va bene, un bacino… ” mi alzo e rido allontanandomi. “ehi!! E il bacino?”
Mi inginocchio dall’altra parte della cucina, mettendo le labbra a cuore.
“non ti succhierò l’uccello a una spanna dalla gatta che beve e si strofina con la coda sul mio culo, *****.”

Dò qualche bacino tenero a quel sesso eretto e pulsante e penso che un aspetto positivo della levataccia sarà potermi divertire un po’ con lui. Idea che il mio inguine pare apprezzare, lo sento scaldarsi mentre l’odore del suo sesso mi entra nel naso, mentre lo gusto sulle labbra e sulla lingua.
“non era solo un bacino?” Ansima lui. “sempre a lamentarti…” Sospiro, prendendone dolcemente in bocca la punta scura e spessa. Lo lecco, piano, umettandomi la lingua di quando in quando, e mi intriga come sempre la lucentezza di quel membro possente sotto le mie carezze.
“Senza mani.” Sorrido, lasciando la presa e portandomele in grembo. Lavoro solo di bocca, inseguendo quell’asta birichina che si sposta ovviamente ad ogni pulsare, ad ogni contrazione, finché non trovo più comodo poggiarvi la bocca e farlo mio.

Soffio un po’ d’aria dal naso mentre quel turgore scivola in bocca, solletica la lingua e il palato, sfiora recessi che potrebbero far sorgere conati, ma in quello non c’&egrave problema. Ho tutto il suo sesso pulsante e bollente in bocca e in gola, come un pesce all’amo, come un serpente che ingoia una preda.
Sorrido, sfilandolo con un risucchio deciso.
“ti ricordi come ti sei stupito la prima volta?” Sussurro. “oh si, pensavo avresti vomitato, nessuna l’aveva mai fatto cosi…” risponde con la testa già persa.
Affondo di nuovo tutta l’asta nella mia bocca per altre due, tre, quattro profonde succhiate, poi mi porto in cima con le labbra strette in un bacino, fissandolo.

Stimolo la sua punta con dei movimenti delle labbra che potrebbero ricordare la bocca di un pesciolino, o una sfilza di rapidi bacetti senza levare la bocca. Veloce, veloce, appena appoggiata, so che lo fa impazzire.
Porto le mie labbra a pesciolino giù per tutta l’asta, scendo, sospirando e mugolando di desiderio, per risalire repentinamente, ingoiarlo di nuovo, liberarlo, succhiarlo ancora, baciarlo… Perdo il senso del tempo, solo mi lascio sfuggire un “mmh caff&egrave!” Quando sento l’odore della bevanda. Spegne il fuoco allungandosi sul fornello, poi torna sotto i colpi della mia lingua porgendomelo. Mi fa eccitare tantissimo vederlo così… Bello come lo trovo, dotato come &egrave, deciso nel tenersi quell’asta lucida del mio amore con una mano, &egrave.. Maschio, in un senso indefinibile del termine. Mi riappiccico alla sua asta affamata non solo di colazione ma anche d’altro, lo voglio far esplodere nella mia bocca, lo farò esplodere, lo voglio bere tutto…
&egrave cosi che fortunatamente viene, con un’abbondante orgasmo che mi riempie la bocca di liquido caldo e denso, suggo qualche stilla dalla punta lasciandolo andare e lo fisso con un sorriso.
Mi guarda un po’ stordito dal piacere, apro la bocca mostrandogli quanto fatto, la chiudo, ingoio, la riapro.
Scoppio a ridere e mi rialzo con le gambe un po’ addormentate mentre lui mugugna qualcosa tipo “nessuna fa cosi…”
Sorrido nuovamente. “certo. Le altre fanno pompini, io ti adoro il cazzo. &egrave diverso.”

“oh, ma… Hai fatto anche la d’ezva…” Sussurro, guardando il fornello.
“per me la moka, per te quella roba che bevi solo tu.” Gli sorrido, chiedendo retoricamente “ah ah, cos’&egrave che bevo solo io?”.
Facciamo colazione con tranquillità, e poi propongo una doccia.

“Ehi! Ehi!!!” salto su, nel box caldo, per una massiccia intrusione che qualcuno tenta alle mie spalle.
“ti ho detto di mettermi l’olio, non di approfittarne!” Mi guardo sopra la spalla “Ma che roba. Una chiede un favore e a momenti si trova inchiappettata.”
***** mi spinge contro le piastrelle, il suo sesso preme sulla mia rosellina.
“non ‘a momenti’, bel culetto. ” sento che spinge. Non voglio, ma in realtà sospiro di desiderio.
“Non… Puoi prenderlo… Cosi…” Ansimo, mi viene da stringere i muscoli ma sto solo inarcando di più la schiena per permettergli di farlo.
Scivola più sotto, dove ‘qualcuna’ &egrave estremamente sveglia e mi impala in un solo deciso colpo, facendomi urlare.
“Fanculo!” Soffio. “Come se non ti piacesse.” Ringhia lui, poggiandomi un dito sulla rosellina.
“Non… Cosi… Nonn… Mmmh!!” Ok, mi sta decisamente piacendo.
“sai cosa, Vik? Puoi anche fare l’orgogliosa, ma la tua fica non mente” dice, tra i colpi.
“tu hai voglia di questo cazzo più di quanto vuoi ammettere”.
Stringo i denti mentre il suo dito mi penetra l’ano. “fanculo, *****, fanculo…”
Sento che si sfila un poco, mi allarmo “… Va bene, me ne vado.”

“No!!!” Piagnucolo, portandomi indietro con il bacino. Non voglio che se ne vada, voglio… “…sbattimi. Fammi il culo, ma entra piano…” Piagnucolo, reclinando la testa, incapace di oppormi ai miei reali desideri.
Mi pompa dentro per qualche minuto ancora, mentre il suo dito e l’olio stimolano la mia rosellina, e il movimento che compie dallo sfilarsi dal mio sesso e puntare al culo &egrave ampio e maestoso, possente e animale, e io mi ritrovo non solo a tremare di voglia mentre entra, ma a farmi incontro.
“sei vergine li?” Chiede, scivolandomi dentro.
Mi sfugge una risata sguaiata. “Ahahahah! Che cazzo… Dici…” “… Sei così… Stretta… Ovunque…”
Ridacchio. “ho buoni muscoli, ma vergine neanche nel naso”
Si ferma. “eh?” “&egrave un modo di dire, coglione, non faccio sesso nasale.”
Mi soffia contro offeso, pompandomi nel culo con maestria, e io scivolo nel delirio di un piacevole dolore alternando insulti e urletti di piacere.
“stronzo…” “…troia” “no, non uscire, non uscire…” “perché?” “lo voglio dentro, coglione”

L’orgasmo mi coglie impreparata, tremo strizzandolo dentro di me con rantoli spezzati e lo sento seguirmi a ruota, sento il getto di calore riversarsi nel mio intestino, e il sottile dolore del suo sfilarsi da me, ma sono troppo fuori fase per lamentarmene.

“ho voglia di dormire…” piagnucola lui facendomi sorridere. “… Vai a letto, ma potresti svegliarti con la mia fica in faccia, cosi sai cosa si prova!”

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