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Racconti Erotici Etero

Cara Prof!

By 16 Maggio 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Cara prof!

La pioggia fu un po’ la mia fortuna quel giorno… mi ero portato dietro un grosso soprabito che mi stava largo, e che durante la lezione, avevo tenuto sulle ginocchia a coprire la mia erezione.
Non era la prima volta che sugli spalti accademici, durante una lezione di Lara, avevo quel problema, ma quella volta, c’era qualcosa di più…
Lara si muoveva salendo e scendendo per gli spalti, vestita con un completo gessato con giacca cortissima che le scopriva il fondo dei calzoni attillatissimi, che a loro volta lasciavano intendere un fondo schiena di notevole bellezza. Sotto la giacca, una camicia rosa con chiusa da un collare increspato… non so quanti la trovassero sexy… io la trovavo terribilmente arrapante.
Più volte quel giorno mi aveva rivolto lo sguardo e mi aveva sorriso, come se avesse intuito cosa nascondevo sotto il soprabito appallottolato sulle mie ginocchia, mentre prendevo appunti con schemi e mappe concettuali con i quali mi favorivo lo studio.
Ero il più vecchio del corso, dato che a ventinove anni ero prossimo alla mia seconda laurea, e forse Lara, da poco quarantenne, vedeva in me un adulto, ma anche un ragazzo al tempo stesso… così come le piaceva prendermi come suo riferimento per il corso, forse le piaceva vedermi come un ‘giovane’ desideroso di apprendere.

Quel giorno, la mia erezione non mi aveva dato tregua, sentivo i miei pantaloni prossimi all’esplosione… se la lezione non finiva, ero rovinato!
La mia previsione si rivelò sbagliata! In genere, ogni volta che Lara terminava la lezione usciva dall’aula e in meno di un minuto, il mio uccello si sgonfiava… quella volta, Lara restò… e la mia erezione si rafforzò!
Tutti gli studenti erano ormai usciti, mentre io, con il soprabito sulle gambe, continuavo a coprire la mia erezione. Lara si avvicinò e mi parlò dolcemente:
-Qualche problema, Giorgio?
-No…- dissi un po’ sorpreso- no professoressa… niente di irrisolvibile per lo meno!
E mentre dicevo questo, mi accorsi che l’erezione si era fatta più intensa, ora che sentivo il profumo di Lara e che la guardavo oltre le lenti dei suoi occhiali.
-Sono in ufficio… e oggi ricevo gli studenti… se hai bisogno…
-Non mancherò…
La guardai uscire e sperai che l’erezione finisse una volta per tutte. Dal giorno dopo, giurai che non mi sarei più presentato a lezione, ma solo all’esame di psicologia comparata!
Restai altri cinque minuti e mezzo in aula, ma l’erezione non accennava a diminuire… a quel punto c’era solo una cosa da fare: sapevo che mi giocavo la fiducia di Lara e il mio futuro alle lezioni, ma dovevo buttare fuori il rospo! Parlare a Lara e dirle del mio problema… mi avrebbe buttato fuori dall’ufficio a calci nel sedere, ma non potevo continuare ad averlo duro per tutta la giornata!
Mi alzai posizionai il soprabito all’altezza del pube, in modo che non si vedesse il rigonfiamento nei miei pantaloni, e attraversai il corridoio della facoltà a passo spedito. Bussai alla porta di Lara e appena sentii l’invito, entrai.
-Ah, Giorgio! Allora c’è il problema!
-Sì, professoressa… c’è…- e mentre lo dicevo, senza accorgermene, avevo appoggiato il soprabito allo schienale della poltrona, scoprendo inavvertitamente la mia erezione… mi accorsi di aver fatto la cazzata quando vidi lo sguardo stupito di Lara puntare dritto sul mio pacco. Non era certo in quel modo che volevo farle capire la mia attrazione verso di lei, e se ero certo che mi avrebbe preso a calci, dopo quel gesto la certezza era diventata matematica… chi poteva immaginare che invece avevo estratto dal mazzo la carta vincente? Chi si immaginava che Lara era una tale porca!
-Sarebbe quello il problema?- disse indicando-se quello è un problema… figuriamoci se non lo fosse! Avresti un futuro nel mondo del porno!
Imbarazzato risposi:
-Professoressa… non so come dirlo, ma lei mi fa questo effetto!
Per tutta risposta, si sedette sulla scrivania, si tolse le scarpe e con i piedi scalzi venne a stuzzicarmi il pacco.
-Un problema dice lui! Fossero tutti così i problemi!
-Ma… ma… professoressa… che fa?
-Voglio toccare l’effetto che ti faccio!
Rapidamente tolse i piedi dal pacco e si alzò dalla scrivania. Mi guardò, si tolse gli occhiali e mi baciò. Sentii la sua lingua muoversi delicatamente contro la mia e l’erezione aumentò di nuovo. Poi, Lara si tolse la giacca e si avviò verso la porta. Vidi allora che la sua camicetta era priva di maniche e quando si tolse il collare, notai anche la prominenza dei suoi seni. Lara chiuse la porta a chiave e dopo aver finto di leccarla e ingoiarla, la gettò in un angolo dell’ufficio. Venendomi incontro si tolse la cintura e i suoi calzoni scesero quel tanto che se non si fosse fermata un attimo a sfilarli del tutto, sarebbe inciampata. Mi si avvicinò con addosso soltanto gli intimi di pizzo nero… così agghindata mi dava proprio l’idea della porcona, e quando mi aprì i pantaloni e mi disse:
-Vediamo se il tuo cannone spara anche dei bei colpi…- capii che ne ero innamorato.
Ci ritrovammo nudi sulla scrivania liberata da ogni altro oggetto, avvinghiati e decisi a percorrere ogni centimetro di pelle l’uno dell’altra. Mi guardai per un attimo il pene… era più lungo del solito ed era talmente duro che in quel momento sentivo di poter buttare giù l’intera Muraglia Cinese a colpi di minchia…. e fu proprio sulla suddetta minchia che Lara si gettò a capofitto ingoiando tutta la carne che ci stava tra labbra e gola, i suoi mugolii mi eccitavano ancora di più… temetti di venire in poco tempo, ma ero anche sicuro che se venivo, la mia erezione non se ne sarebbe andata, ma sarebbe rimasta stabile.
La bocca sollevò dal fiero pasto e dirottò il mio uccello tra le sue cosce, la penetrai e iniziai a muovermi in maniera cadenzata a seconda di come potevo in quel momento. A un tratto mi mormorò:
-Spostiamoci… su quel tappeto saremo più comodi!
Mi voltai per vedere dove poteva essere detto tappeto, e notai un grosso tappeto simil-persiano ai piedi del divanetto. Aveva l’aria di essere piuttosto morbido, così sollevai Lara e la spostai delicatamente sul tappeto.
-Ecco professoressa… le va bene qui?
-Mi stai scopando! Smettila di darmi del lei! E chiamami Lara!
-Come vuoi tu, Lara!

Continuammo per un po’ tra sospiri, parole dolci e qualcuno un po’ meno, baci e non solo… quando sentii alcuni giri di chiave nella porta. Chi può aprire oltre a Lara? Pensai… ma prima ancora di realizzare, la risposta si stagliò sulla porta: Barbara Grasso Zenobi! Ovvero l’assistente di Lara! Dal doppio cognome e dal doppio ventre! Il primo dei due cognomi le calzava come un guanto: Grasso… non era sempre stata grassa, qualche anno prima l’avevo conosciuta a un altro corso, ai tempi della prima laurea… edera più magra e pure carina… ma poi i suoi riccioli rossi avevano ceduto il passo a un improbabile caschetto moro con colpi di sole… e si era ingrassata a dismisura… di lei si poteva tranquillamente dire che saltarla era più rapido che girarle attorno!
-ma… ma… cosa state facendo! Lara! Stai… stai…
-Sì… sto facendo quello che pensi… chiudi quella cazzo di porta e sparisci!
-Ma… ma…
L’espressione di Barbara (che tutti chiamavano Barbarona o addirittura ‘il Barbarone’, al maschile perché ormai di femminile le era rimasto pochissimo) mutò in un attimo, dall’incertezza imbarazzata, in una feroce. Chiuse lo porta alle sue spalle e si gettò verso di noi.
-Brutti maiali!! -ringhiò cercando di saltarci addosso, ma il suo peso purtroppo non le consentì il balzo che sperava… se si fosse data più spinta, probabilmente sarebbe rovinata a terra, ma visto che non si era spinta troppo, cadde in piedi (in equilibrio precario, ma in piedi ci restò dopo aver barcollato per qualche istante) a pochi passi da noi. Lara, che si era visibilmente alterata, mi aveva dato qualche colpo sui fianchi per farmi alzare, così mi tolsi da lei e alzatasi in piedi gridò a Barbarona puntandole l’indice che agitava nervosamente.
-Non devi rompere le palle mentre scopo! Hai capito?
Per tutta risposta, Barbarona allungò uno schiaffone a tutto braccio che Lara abilmente evitò.
-Ma dico, sei impazzita?- le gridai
-Tu sta’ zitto! Porco che non sei altro e rivestiti!
-Non ti permettere di dare del porco al mio migliore studente, cicciona!- gridò Lara, che nuda con le mani sui fianchi e incavolata mi sembrava più sexy che mai… inutile aggiungere che la mia erezione continuava con consistenza!
Barbarona per tutta risposta tentò di mollarle un altro schiaffone, ma questa volta non solo Lara lo evitò, ma le prese il braccio e tentò di spostarla a terra in una mossa di judo (ancora non lo sapevo, ma oltre a psicologa era pure insegnante di judo!), ma per quanto ben dosata, la mossa non ebbe l’esito sperato, Barbarona cadde in avanti ma anziché ruotare su se stessa, riuscì a mantenersi sui ginocchi e si rialzò con uno scatto che ad una donna della sua mole non s’addiceva… ma non solo, il suo sguardo aveva un che di diabolico da quanto era inferocito. Lara ed io ci guardammo in faccia e capimmo che avremmo dovuto metterci in due per fermarla, e come se ci fossimo intesi sulla mossa da fare, io mi parai davanti a Barbarona invitandola a colpirmi e mollandole anche un paio di sberle, ma quando cercò di saltarmi addosso, non ebbi l’agilità di Lara e mi trovai a terra con l’immensa creatura sopra di me… che addirittura mi maneggiava all’altezza dello scroto:
-Visto che ce l’hai duro, vediamo di lavorarlo un po’…
Ero già terrorizzato alla sola idea che Barbarona, una grassona che aveva ormai poco di femminile, facesse sesso con me… quando per fortuna l’intervento di Lara fu decisivo.
-Giù le mani!- sentii scandire dalla voce di Lara e un colpo forte che ne seguì.
Vidi l’espressione di Barbarona mutare in una smorfia di dolore e di sorpresa, poi la vidi cadere verso di me, per fortuna mi mancò… se solo mi fosse caduta addosso, ora non sarei qui a raccontare… cadde sul mio lato destro, solo le sue gambe si accasciarono sulle mie, ma non quel tanto da immobilizzarmi, così riuscii a spostarmi e a lasciare il corpo di Barbarona a terra.
Il pensiero che potesse essere morta mi fece crollare in un botto l’erezione…
-Oh… non l’avrai mica accoppata?
-Spero di no… comunque questa stronzona qui ha la scorza dura, te lo assicuro…- e così dicendo, Lara si abbassò e ne tastò il polso.
-Viva più che mai… vivissima oserei dire! Questa grassona qui ci seppellisce entrambi mi sa!
Detto ciò, Lara si alzò in piedi e prese il suo reggiseno e lo usò per legare insieme i piedi e le mani di Barbara, che in pochi minuti si trovò in una posizione tutt’altro che confortevole, ma che ancora non la faceva rinvenire. Così prima che si riprendesse e urlasse, Lara prese pure le sue mutandine e le infilò nella bocca di Barbara sentenziando:
-Chissà che ad avere in bocca le mutande di una vera donna, non impari cosa significa essere donne!
Mi scappò un risolino che coprii con la mano sulla bocca, e sentii che l’erezione tornava a farsi viva… forse l’effetto del castigo inflitto a Barbarona, forse guardare Lara che operava nuda attorno al corpo della rivale… fatto sta che il mio coso tornava ad essere duro, anche se un po’ lentamente.
Lara se ne accorse e guardandomi negli occhi pensò bene di dirmi:
-Che ne dici di riprendere il discorso?
-Sì- risposi- se il signorino qui si ripiglia- continuai indicando il mio uccello.
-Quello non è un problema… vedrai come te lo faccio diventare…
Tenendo fede alla sua promessa, Lara in men che non si dica, solo sfiorandolo sotto ai testicoli mi procurò un’erezione in tutto simile a quella che mi aveva fatto compagnia fino a poco prima.
Ricominciammo così con le nostre effusioni, ma dopo pochi minuti, alcuni mugolii vennero a turbare la nostra estasi… Barbarona si era risvegliata e mugolava di rabbia e dolore cercando di liberarsi… non ci riuscì!
Lara per tutta risposta guardò bene in viso la povera barbara mostrando a lei come lavorava di bocca… e continuò finché non le venni in viso inondandola.

Come uscimmo dall’ufficio con Barbarona messa in quel modo… fu un’avventura che non vale la pena di raccontare, posso solo dire che Lara riuscì a far radiare Barbarona… e che oggi occupo io il suo posto.

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