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Racconti Erotici Etero

Chi comanda in questo gioco?

By 1 Dicembre 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

48 anni’
cambiare vita, abitudini, amicizie a 48 atti &egrave come rinascere. Vivi le esperienze di un ragazzo di 20anni nel corpo e con l’esperienza di un uomo maturo. Conosci la vita, non fai errori, non ti fai ingannare’ o almeno lo credi tu!
A 48 anni mi sono trasferito per lavoro in questa nuova città, fatta di villette ordinate e signorili, di persone educate e profumi primaverili. L’esperienza mi insegna che non esiste la seconda occasione per fare una buona prima impressione e quindi, pochi giorni dopo il trasloco, ho dedicato un sabato pomeriggio a conoscere il vicinato: messo il vestito dell’ufficio ho suonato il campanello di tutti le villette a portata di vista.
Non avrei mai immaginato che quel sabato pomeriggio avrei incontrato la donna che avrebbe corrotto il mio animo fino alle viscere.
Il pomeriggio trascorse tra una tazza di caff&egrave ed un succo di frutta, offerti da vicini di casa splendidi e gentili. Tra tutti rimasi colpito dal viso di una ragazza molto più giovane di me, illuminato da due splendidi occhi color dei prati e da due labbra morbide e carnose. Mi fermai fuori dalla porta di casa sua per alcuni minuti ma non entrai di proposito: affascinato com’ero della sua bellezza genuina avrei rischiato di rovinare da subito il rapporto con la mia dirimpettaia uscendomene con qualche battuta da ‘vecchio marpione’.
Quella sera, rincasato stanco dal tanto camminare e chiacchierare, mi accorsi che stavo pensando a lei e che quel pensiero faceva fatica ad uscirmi dalla testa.
Nei giorni successivi, ogni volta che aprivo le finestre che davano sulla villetta della ragazza il mio sguardo si soffermava a lungo sulla sua casa, alla ricerca di ombre e movimento al suo interno.
Fortunatamente la stagione calda iniziava a farsi avanti e, dopo alcuni giorni, iniziai a capire in quali momenti della giornata la mia bellissima vicina apriva le finestre per riordinare la casa e per lasciare correre aria. In quei momenti mi fermavo a guardarla e sognavo di poter essere sempre più vicino al suo appartamento, alla stanza in cui era, sul suo divano, tra le sue braccia’ Un giorno decisi di posizionare un vecchio telescopio dietro la finestra del salotto, in modo da potermi godere più comodamente lo spettacolo che la mia ignara attrice recitava per me, e fu così che mi resi subito conto che la donna, oltre ad avere un viso da principessa, aveva anche un fisico da regina di bellezza: in casa si muoveva sempre molto liberamente, con abiti comodi e generosi, che spesso lasciavano poco all’immaginazione di chi guardava.
Con il passare dei giorni scoprii quanto fosse eccitante fare il guardone, il porco vojeur, il curiosane’ eppure la cosa mi eccitava sempre di più, pur lasciandomi frustrato dal non poter portare in quella casa tutti i miei sensi, non solo la vista.
Una sera pensai che stesse per succedere qualcosa. Il fidanzato di Marika (questo era il suo nome) era appena uscito con la sacca della palestra per e io sapevo che lei sarebbe rimasta in casa come al solito da sola. La vidi sparire nella stanza da letto per circa un’ora per poi uscirne in tenuta da attacco: come ormai ero abituato a vedere, anche quella sera si tolse camicetta e gonna e iniziò ad aggirarsi per la casa indossando solo la biancheria più intima e un paio di autoreggenti da urlo. Pensai che presto avrebbe interrotto quella danza favolosa e sarebbe andata a dormire; invece si spostò da una stanza all’altra in modo sempre più curioso e sensuale. Poi andò in bagno e spalancò bene la finestra e in quel modo io ebbi la possibilità di vederla mentre si sfilava anche gli ultimi indumenti e si infilò sotto la doccia. Non chiuse la porta della doccia e io vidi come si accarezzava con il sapone soffermandosi sulle parti intime, sui seni, sui glutei. Mi sembrò di vederla provare piacere, ma l’immagine del telescopio era disturbata dagli schizzi dell’acqua. La fine della doccia fu per me come il carosello di quando ero bambino: pensai che a quel punto saremmo andati a letto a dormire, lei con la sua bellezza, io con il mio desiderio. Invece appena uscita dal bagno si asciugò stando davanti alla finestra e mi permise di vedere nuovamente tutte le sue curve e si spostò nella camera da letto dove, con infinita calma, si rivestì rimanendo seduta in una posizione della camera dove potevo vedere tutto: avvicinai il più possibile l’immagine e a quel punto mi resi conto che lei, in modo impercettibile, quasi sorridendo, ad ogni movimento delle mani sul suo corpo faceva corrispondere uno sguardo verso la mia casa, verso di me.
Pensavo di essere io a decidere
Pensavo di avere il dominio della situazione.
Io la guardavo e la stavo imbrogliando mentre lei subiva il mio sguardo inerme’
Invece no!
Lei stava trainando le redini del gioco’ lei, non so da quanto tempo, si era accorda della mia presenza e mi stava tenendo al guinzaglio come un cagnolino.
Ero eccitatissimo ma non volli cadere nella sua trappola: quella non era la sera giusta per irrompere nella sua casa.
Lasciai passare alcuni giorni nei quali i nostri sguardi così lontani ma così vicini si incrociarono più volte finch&egrave una sera, mentre lei stava per mettere in scena la sua danza per me’
suonai al suo campanello.

Non una parola
Non un gesto
Solo quello che avevamo sognato

Dedicato a fantasiepervoi

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