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Racconti Erotici Etero

Chiara, la mia giovane amante

By 30 Ottobre 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Questa è una storia vera. E’ la storia vera di come ho sodomizzato per la prima volta una giovanissima donna con cui ho avuto una storia diversi anni fa.
Chiara era la figlia di un mio collega. L’avevo conosciuta a casa di lui durante una cena di famiglia: lei aveva appena dato l’esame di maturità e stava per iscriversi a legge. Era piccola, con due grossi occhi nocciola che luccicavano dietro ai lunghi capelli riccioli. Il suo corpo adolescente era adornato da un seno enorme, quasi sproporzionato per il suo piccolo corpo. Durante la cena si dimostrò estremamente matura per la sua età, e discusse e commentò i miei racconti di viaggi e di esperienze che avevo fatto all’estero. Alla fine, con una scusa banale, mi lasciò il suo numero di telefono.
La chiamai pochi giorni dopo, senza aspettare, e iniziammo a frequentarci, senza che suo padre, con cui condividevo l’ufficio, sospettasse alcunché.
Fui molto restio a iniziare una relazione con una ragazzina così più giovane di me, ma lei era affascinante. Soprattutto mi attraeva la sproporzione fra la sua mente apertissima e intelligente e la sua inesperienza. Non aveva mai avuto un ragazzo vero. Passarono gli anni, e dopo qualche incontro, il primo bacio, le prime carezze, il nostro rapporto divenne sempre più stretto. Lentamente la iniziai al sesso, e dopo alcuni anni finalmente riuscii a possederla analmente. Questo è il racconto di come andò.
 
Dopo tanti mesi senza vederci, eravamo impazienti di gettarci uno nelle braccia dell’altro, perciò ci baciammo con passione, stringendoci forte, e salimmo subito nella mia camera da letto.
Ci spogliammo rapidamente: ogni volta che il suo seno gigante sbocciava dalle coppe del reggiseno, mi commuovevo. Accarezzavo quelle tette enormi e morbide, stringevo i capezzoli, tuffavo la testa fra i seni per riempire la pelle di baci: un’estasi.
Io fui subito nudo, il cazzo già duro che le accarezzava la pelle calda.
La girai per strofinarlo sulle sue natiche rotonde, che spuntavano oltre il piccolo filo del perizoma.
“E’ la prima volta che lo indossi” notai.
“L’ho comprato per te” mi disse.
Tirò fuori la lingua e me la fece leccare: adoravo quel modo animale di baciarmi, la lingua fuori oltre la bocca spalancata, assetata, porca. Le accarezzai il culo, le diedi una bella sberla per farle capire che mi apparteneva; lei sussultò.
Ci buttammo sul letto, ed eliminato anche il perizoma fummo nudi uno sull’altra
 
Le misi il cazzo fra le tette, adoravo adagiarlo in mezzo a quella quinta misura morbida: lei lo strinse e la scopai così. Ma mi eccitai a dismisura quando fece un gesto che non le avevo mai visto fare: lasciò scivolare un denso fiotto di saliva fra i seni, per lubrificare la pelle, e farmi scivolare ancora meglio. il mio pene quizzò fra le tette, ancora più duro, le mie spinte arrivavano a toccarle il mento. Lei non doveva fare altro che tirare fuori la lingua, il suo tipico gesto da bambina porca e affamata, per assaggiare la mia punta.
“voglio inondarti la faccia e la bocca” le dissi.
Lei non reagì, all’inizio timidamente chiuse la bocca e voltò il viso dall’altra parte, ma quando la baciai di nuovo si lasciò andare, e spalancò la bocca.
“Lo vuoi amore? vuoi che ti venga addosso?”.
“Sì” sussurrò.
“Chiedimelo”.
“Vienimi addosso, amore”.
“Imploralo” insistetti.
“Vienimi addosso, amore ti prego. coprimi tutta, lo voglio tutto su di me. Ti prego, bagnami tutta con il tuo seme, inondami tutta”
Urlai come una bestia, quando sgorgai una serie di fiotti densi che lei all’iniziò accolse in bocca, poi lasciò scivolare sulla faccia, il collo, le tette.
“Sì amore grazie” mormorò.
“Bevi, troietta, bevi” urlai ancora godendo.
Lei inghiottì quello che poteva, ma faccia guance, fronte e tette erano ricoperte, e non riuscì a bere tutto. Sussultò singhiozzando, deglutì affannata.
Quando mi calmai la baciai, le raccolsi lo sperma con le dita e glielo diedi in bocca; lei succhiò come le avevo insegnato, come una brava bambina.
“Sei bravissima” le dissi
“Mi hai insegnato tu” ammise timida. Era vero. aveva avuto solo me. Io per lei fui il primo bacio, i primi brividi e i primi contatti sulla pelle; il primo maschio che tenne fra le mani, e con il tempo le insegnai a succhiarmelo.
Anche se era timida, si fidava di me, e accoglieva ogni mia richiesta con fiducia, anche le più porche. Era veramente brava.
“Sei la mia puttanella” le dissi malizioso.
A lei non piaceva che la chiamassi così, ma stette al gioco.
“Sì, sono la tua puttanella. Ti piace?”
“Sì” risposi, rituffandomi fra le sue cosce.
La leccai, all’infinito. Appoggiai la punta gonfia del pene fra le sue labbra, e strofinai la sua vulva gonfia e pulsante.
Lei impazziva quando la toccavo in quel modo.
“Oh sì” ansimò subito. Iniziò a dimenarsi frenetica
“Oh sì amore, sì, sì amore, dai”
Sfregavo il suo clitoride con il mio glande gigante, lo presi in mano per agitarlo meglio.
Le impazziva “oh ooooohh ooohhhhoohhh sì sì sì sì sì” finchè si avvinghiò a me, mi piantò le unghie nella schiena e mi strinse, soffocando un urlo. Sentii una vampata di calore avvolgermi il cazzo, e l’odore dolce della sua fica esplose in tutta la stanza. Gemette mentre guidavo il suo orgasmo, agitando il cazzo sulle sue labbra fino a farla crollare esausta, un bagno di sudore. I suoi occhi spalancati come quelli di una cerbiatta fissavano ansimante i miei. Boccheggiava.
“Tutto bene?” chiesi scherzando
“Sì, disse, vieni qua” e mi strinse ancora, infilandomi la lingua in gola, per poi leccarmi di nuovo con quel modo animale che aveva di fare guizzare la punta della lingua.
“Hai goduto?”
“Sì, mi hai fatto godere, amore mio”
“Adesso girati, troia”
Lei obbedì, offrendomi il suo culo bellissimo. Aveva compiuto 19 anni da pochi mesi, vi lascio immaginare quale spettacolo fosse la curva morbida e rotonda del suo sedere.
Leccai avidamente il suo buco, poi appoggiai il pene, duro come la pietra, e lo feci scivolare su e giù, lungo tutta la fessura.
Al sentirlo lei sussultò.
“Non ti preoccupare, amore, lo appoggio solo”
Lei si rilassò, e io la accarezzai.
“Ti piace quando ti accarezzo così?”
“Sì, da morire”
Tutte le volte era lo stesso rito: aveva paura di prenderlo analmente, ma io la accarezzavo solo, aspettando che fosse pronta per farsi inculare per la prima volta. Strofinarmi sul suo ano, che si dilatava rilassandosi sempre di più, mi riempiva di eccitazione. Per tutto l’anno avevo provato a sodomizzarla, ma lei giustamente era impaurita. Ogni volta attendevo che la sua eccitazione prendesse il sopravvento sulla paura.
La scopai in questo modo particolare per tantissimo tempo, finché ottenni il mio risultato.
La sua eccitazione fu incontenibile, lei me lo afferrò con la mano e lo puntò sul buco
“Basta amore, non aspettare più! fallo!”
La cosa che mi sconvolse fu che fu lei a spingersi contro di me, non dovette aspettare ferma che io la penetrassi.
Spingeva quel culo giovane contro il mio cazzo affamato, aiutandomi ad aprirla.
Provò dolore, e io mi fermai, allora spinsi piano. Lei si irrigidì e si fermò.
iniziai da capo, dopo aver lasciato scivolare un po’ di saliva sul buco.
Lei si dimenò strofinandosi su di me, poi provai ancora. FInalmente la punta spalancò il buchino, e spinsi.
Lei urlò soffocata. io mi fermai, per darle il tempo di rilassarsi.
“Finalmente, amore” le dissi “finalmente sono dentro di te”
Lei si voltò a guardarmi, aveva il viso terrorizzato, come se stesse per succederle qualcosa di brutto. Io la rassicurai con una carezza, mentre lei continuava a spingersi contro di me.
“Oddio” diceva “oddio…”
“Ti faccio male?”
“No… sì… un po’…” diceva, ma non smetteva di muoversi.
Lo spinsi tutto fino in fondo, finché le sue natiche mi premettero contro il ventre
“Lo senti bimba? lo senti tutto nel culo?”
“Sì amore, mi fai un male bestiale!”
“Piccola, vuoi che esca?” mi fermai, preoccupato.
“No” disse lei, e ormai stava piangendo.
“Ti piace sentirlo dietro?”.
“Sì, mi riempie tutta, godo” diceva piangendo, e con la mano spingeva i miei fianchi contro di lei.
La scopai incurante dei suoi gemiti, sapendo che se mi fossi fermato sarebbe stato peggio. Lei mano a mano si abituò e rilassò, e fui in grado di sodomizzarla facendo scorrere dentro e fuori l’intera lunghezza del mio pene.
Le diedi una sberla forte sul culo, lei non reagì. La schiaffeggiai ancora e aumentai l’andatura.
“Finalmente” continuavo a dirle “ti piace amore?”
“Sì, mi fai malissimo”
“E’ bellissmo amore. Sto provando un piacere infinito” le dicevo. Era vero, ero in un paradiso tenendo fra le mani quel culo giovane, rotondo, perfetto, aperto dal mio membro grosso.
Lei si inarcava, si muoveva, faceva di tutto pur di dimenare il mio cazzo dentro il suo ano. Si accarezzava le tette, io continuavo a schiaffeggiarle il culo. Le ficcai le dita in bocca, e lei si aggrappò avida, cucciola.
“Amore mio, sono contentissimo! finalmente lo stiamo facendo, com’è bello!”
Le strinsi forte le tette, e lei urlò.
“Ahia! mi fai male!”
Iniziai allora a scoparla fortissimo. Le diedi una serie di spinte violentissime, che ci fecerò andare a sbattare contro la parete.
“Prendilo, amore. Prendimi nel culo puttana! godo! Ti sborro nel culo amore mio! Sentimi venire nel culo! Ah! Troia!”
E riversai nel suo intestino fiumi e fiumi di sborra. Le mandai a fuoco la pancia
“Oh mio dio! Amore è belissimo!” urlò “oh sì, sì!!!” e scoppiò a piangere come una bambina.
Singhiozzò coprendosi il viso per diversi minuti, io l’abbracciavo.
“Amore, va tutto bene?” le dissi.
“Sì… è solo che è stato così intenso…” mi rispose lei…
Restammo abbracciati per un po’, finché il suo corpo giovane non smise di sussultare, baciandoci dolcemente. Lei mi accarezzò guardandomi profondamente.
“Mi è piaciuto” disse “Grazie di avermi aspettato, ora te lo lascerò fare sempre. Sei il mio uomo”
E si rituffò fra le mie braccia. Ora sapevo che l’avevo conquistata definitivamente, che aveva imparato tutto quello che c’era da sapere sul sesso, e che sarebbe stata completamente mia, la mia giovane amante.

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