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Racconti Erotici Etero

Cinema?

By 19 Febbraio 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

 

Mi chiedo perché al cinema?

Beh, una risposta ce l’ho, però, come primo incontro mi sembra un po’ azzardato.

Già, il primo incontro. Non è propriamente un appuntamento al buio, quindi sono abbastanza tranquilla, ma ciò non toglie che non lo conosco.

Ci siamo conosciuti su Facebook. Questo maledetto odiato/amato social network. Siamo amici di Lalla, abitiamo nella stessa città, abbiamo la stessa età, abbiamo frequentato la stessa università, ma non ci siamo mai visti. Un giorno lui ha commentato me, io ho commentato lui, abbiamo iniziato a chattare e abbiamo iniziato a conoscerci.

Ci davamo appuntamenti online. Ore a chiacchierare facendo scorrere le dita sulla tastiera.

La video? no, non ci sembrava che potesse dare qualcosa di più al nostro parlare.

Abbiamo scoperto di avere molte cose in comune, ci piacevano cose simili. Ed eravamo entrambi single.

Lui appena lasciato dalla ragazza che non si sentiva a suo agio con il suo modo di essere (così ha detto lui, cosa volesse dire l’ho scoperto solo dopo). Io, ahimè, frutto di un cliché: mio marito s’è innamorato della segretaria e ha preferito lei a me. Ricostruire una vita non è facile ed essere improvvisamente sola tutte le sere ti porta online oggigiorno.

Così si sono susseguite settimane in cui almeno un’ora tutte le sere ci sedevamo davanti al monitor a parlare di tutto quello che ci passava per la testa.

“Ti va se ci incontriamo?” devo essere impazzita, non è mai stata mia intenzione vederlo di persona…

“Sì, mi piacerebbe… sei… ho l’impressione che potremmo andare d’accordo anche dal vivo”

Non me l’aspettavo questa risposta, avevamo più volte elogiato entrambi la comodità della riservatezza, della privacy e dell’anonimato che FB ci garantiva. Infatti avevamo in varie occasioni parlato anche di argomenti intimi, di cosa ci piaceva, di cosa ci infastidiva, di cosa ci faceva impazzire, di come ci piaceva essere toccati… Abbiamo così scoperto che ci piacciono cose simili, o meglio, che di cose in comune ne abbiamo anche in quel campo. Il sesso in effetti aveva varie volte infarcito le nostre chiacchierate. Al punto che più volte dopo aver chiuso mi sono ritrovata a far scivolare una mano a soddisfare il mio corpo eccitato dai discorsi ticchettati sulla tastiera. Già, perché un lato positivo dell’avere una vita virtuale è che dopo aver parlato “innocentemente” scambiandosi idee e opinioni riguardo al sesso si può da soli sfogare l’eccitazione che si è venuta a formare, senza vergognarsi, senza dover chiedere niente a nessuno, senza testimoni, senza rimorsi.

“Ti va di andare al cinema?” lui sa che adoro il cinema… “è uscito un nuovo thriller…”

“Ok…” e sa anche che mi piacciono i luoghi bui e i giochi proibiti… mi sa che non ci incontriamo solo per vedere un film.

L’appuntamento è dentro al cinema, nell’ultima fila (che strano), più in mezzo possibile. Il cinema scelto non prevede la prenotazione dei posti, per cui non è detto che riusciamo nel nostro intento. E in più io sono anche in ritardo perché ho avuto difficoltà a liberarmi dalla morsa apprensiva dei miei genitori… Apro le tende all’ingresso e guardo dentro. La sala è già al buio, c’è abbastanza gente tutto sommato, considerando che è giovedì. Nessuno in ultima fila. Nessuno tranne uno, che mi sta guardando. Mi avvio. Intanto mi tolgo il giaccone. Occhi fissi sull’obiettivo. I titoli d’inizio stanno scorrendo. La sigla riempie la sala.

“Sei in ritardo” è serio, quasi arrabbiato.

“Scusami. Non potevo avvisarti… i miei genitori…”

“Sei grandicella per farti condizionare dai tuoi genitori!” è alterato, non c’è dubbio. Nemmeno un ciao, un bacio sulla guancia, un sorriso.

Mi siedo affianco a lui, appoggio giaccone e borsa sulla poltroncina vicina.

I minuti passano. E continuo a sentire il suo disappunto nel silenzio, beh, silenzio… sì… silenzio, perché il film non lo vedo e non lo sento con il pensiero di aver rovinato tutto…

Mi giro verso di lui, con la preoccupazione di essere sparita. Il suo sguardo è fisso sullo schermo, concentrato. Alza la mano verso il mio viso, senza guardarmi, penso che voglia girarmi verso lo schermo, ma sbaglio. La sua mano va alla mia nuca, e mi spinge dolcemente ma con decisione verso il basso, mentre con l’altra mano inizia ad aprirsi la cintura. Avvampo nel buio alla realizzazione di cosa vuole per perdonarmi. E un calore si espande tra le mie cosce. Solleva leggermente il bacino, per abbassare un po’ i pantaloni e offrirmi più agevolmente la mia punizione. Sono a pochi centimetri ormai, piegata sul bracciolo, a osservare nella penombra il profilo del suo sesso in erezione, che con presunzione tenendolo con l’altra mano punta verso di me.

Non amo il sesso orale, l’ingombro nella mia bocca. Ma la sua mano non smette di spingere la mia nuca. Le labbra arrivano a toccare la punta, ma non si schiudono. Lui però non è d’accordo e continua a spingere tenendomi ferma la testa per evitarmi di girarla. Non ho alternative, devo aprire la bocca. E la mano continua a spingere. E l’ingombro ad entrare. E non si ferma. E io sono sempre più ingombra. E la mano spinge. E non riesco a respirare. Mi ha spinto fino a che il suo sesso mi riempisse completamente la bocca, fino in fondo al palato, fino a chiudermi la gola, fino a bloccarmi il respiro… e mi tiene lì. Ferma, in apnea, con la saliva che scende e il suo sesso che mi riempie. Poi mi afferra i capelli e mi sfila. Boccheggio e tossisco.

“Ssssshhhhh, o ti sentiranno…”

E mi ri caccia giù, verso il suo grembo. Di nuovo mi ingombra della sua dimensione. Sembra anche maggiore ora, è maggiore, si è eccitato ancora di più per la mia difficoltà.

Mi dibatto leggermente, per fargli capire che non mi va, che non riesco. Ma lui spinge e di nuovo mi toglie l’aria riempiendo la mia gola con il suo sesso.

Afferra i capelli e mi muove la testa su e giù come se fosse la sua mano attorno alla sua asta… si masturba con la mia bocca… Non respiro e la saliva mi cola dalle labbra, bagnando la sua asta mentre sento chiaramente la gola che si blocca e ho leggeri conati dovuti alla pressione del suo sesso.

Mi sfila con maggiore rudezza. Ma solo di poco, per liberarmi la bocca. Di nuovo respiro, grata, tossendo per cercare di riempire i polmoni.

“Dai, che manca poco… è quasi finito il primo tempo”

E spinge di nuovo la mia testa tra le sue gambe. Sono eccitata da questa situazione assurda. Odio questa pratica e odio essere trattata in modo rude. Sono io che decido di solito. Ma per qualche misterioso e perverso motivo quello che sta succedendo mi eccita.

Sono di nuovo soffocata dalla sua presenza. Ma stavolta mi muove la testa su una traiettoria più ampia a sfilare e reinfilare una maggiore lunghezza della sua asta, in questo modo respiro di più e più agevolmente, ma gli affondi sono comunque lunghi e intensi e premuti sul fondo della mia bocca a bloccare la gola e l’aria. Il movimento accelera e la mia bocca cola.

“Così… brava… ora si accenderanno le luci…”

La mia testa continua a venire spinta e trattenuta, il suo corpo inizia a fremere, finché mi blocca a soffocarmi completamente spingendo il suo sesso nel fondo della mia gola e viene.

Le luci si accendono. Lui ha finito. Mi solleva piano. Tossisco. Ho il mento ricoperto di saliva misto a una parte del suo seme che non è sceso in gola ma mi ha soffocato.

Mi guarda negli occhi. “Non farlo mai più! O questo si ripeterà!” e mi bacia intensamente facendo crescere quel calore che già sentivo tra le gambe…

Mi lascia. Mi ricompongo i capelli. Non dico una parola. Arrabbiata e eccitata. Ma soprattutto infastidita per la reazione del mio corpo. Abbasso lo sguardo a cercare un fazzoletto nella borsetta.

“No, non pulirti, sei bellissima imbrattata di me” dice fermandomi la mano.

Lo guardo stupita. Mi sorride orgoglioso e soddisfatto. Qualcosa scatta dentro di me.

Mi accomodo meglio sulla poltrona e mi lecco le labbra. Ha anche un buon sapore.

Non sono mai stata trattata così. Ma non è stato poi tanto male…

 

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